Incipit / BA-BL
Le frasi iniziali della letteratura di ogni tempo e paese.

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Vittorio Baccelli (1941-2011)

Storie di fine millennio
Amsterdam, aprile del 1970.
Ma questa è la casa del Moneta! alle pareti i quadri del Moneta, lo stesso cavalletto con tavolozza del Moneta, il tappeto accanto al futon dove mi trovo sdraiato lo riconosco, è quello del Moneta, il suo preferito che stava nello studio.
Ma il Moneta se ne è andato da Lucca un anno fa, quando l'arrestarono e stette in San Giorgio una settimana, poi uscì e sparì.
A questo punto sarà bene che vi racconti che il Moneta è un falsario, il più bravo falsario che io conosca: fa dei quadri meravigliosi, perfetti, dei De Chirico, dei Picasso, dei Van Gogh, dei Guttuso identici agli originali.
E lui fa solo copie, bellissime copie, autentiche copie, sembrano talmente vere da sembrare gli originali.
Più volte gli ho chiesto "ma perché non fai dei quadri tuoi? Con la tecnica che hai, puoi fare quello che vuoi" e lui mi rispondeva sempre che non riusciva a fare niente di suo, solo a copiare i maestri era bravo.

Mainframe
Ho conosciuto Stella all'università d'Urbino ove frequentiamo gli stessi corsi di Storia dell'Arte.
In breve siamo divenuti inseparabili, pranziamo insieme alla mensa universitaria e la sera c'incontriamo nei bar del centro.
Esploriamo la cittadina ed i bellissimi dintorni, spesso ci rechiamo al prato ventoso dei Cappuccini ed una sera dopo una gita al Furlo ci siamo per la prima volta baciati.
Perché non passiamo le festività di Natale qui insieme? - mi fa lei - un amico mi ha lasciato le chiavi della casa che ha a San Marino.
Ci rifletto un attimo, tanto con mia moglie ho praticamente rotto già da qualche tempo, chi me lo fa fare di tornare in Toscana, passerò le festività con Stella, vuol dire che telefonerò per gli auguri sia alla moglie che ai miei genitori e, se s'incazzano, chi se ne frega?


Riccardo Bacchelli (1891-1985)

Il mulino del Po
- Vi pare lo stesso? - chiese ai soldati l’ufficiale indicando il fiume.
Guardavano la corrente, e non risposero né si né no, pontieri e zappatori mescolati, avanguardia sparuta del IV Corpo che era quello italiano comandato dal vicerè Eugenio. Lo scortavano validi marinai della guardia reale. Il fiume era il Vop, l'otto di novembre 1812. Mingherlino e stremato, il capitano Maurelio Mazzacoratati era uno dei pochissimi ufficiali ancora forniti di un cavallo, dopo il disastroso passaggio del Dnieper, e a Maloaiaroslavez undici volte persa e ripresa, e venti giorni di ritirata coi cosacchi dell’etman Platof alle costole; aggiungasi la bufera di vento e di neve, facevan due giorni,che aveva disfatto il campo del IV Corpo con perdita di tutto il carreggio.


Richard Bach (1936)

The bridge across forever
She'll be here today.
I looked down from the cockpit, down through wind and propeller-blast, down through half a mile of autumn to my rented hayfield, to the sugar-chip that was my FLY-$3-FLY sign tied to the open gate.
Both sides of the road around the sign were jammed with cars. There must have been sixty of them, and a crowd to match, come to see the flying. She could be there this moment, just arrived. I smiled at that. Could be!
Un ponte sull'Eternità
Lei sarà qui, quest'oggi.
Mi sono sporto dal mio posto di pilotaggio a guardare, giù: verso il campo di fieno, autunnale, che avevo preso in affitto, e che si estendeva per mezzo miglio, fino al cancello aperto al quale avevo affisso un cartello che diceva: OGGI SI VOLA - $ 3 A PERSONA.
La strada dirimpetto a quel cartello era gremita di autombili su ambo i lati. Ce ne saranno state una sessantina, e d'intorno una folla di persone, venute a veder volare. Lei potrebbe esser là in questo momento, appena arrivata. Sorrisi a questa idea. Chissà!

(Traduzione: Pier Francesco Paolini)

Illusions
There was A Master came
unto the earth, born in
the holy land of Indiana,
raised in the mystical
hills east of Fort Wayne.

The Master learned of this
world in the public schools of
Indiana, and as he grew, in
his trade as a mechanic
of automobiles.

Illusioni
Discese nel mondo un
Maestro, nato nella Terra
santa dell'Indiana
cresciuto sulle mistiche
alture a est di Fort Wayne.

Il Maestro imparò nelle
scuole pubbliche dell'Indiana
le cose di questo mondo,
e poi, crescendo, il mestiere di
meccanico riparatore di automobili.

(Traduzione: Bruno Oddera)

Jonathan Livingston Seagull
It was morning, and the new sun sparkled gold across the ripples of a gentle sea.
A mile from shore a fishing boat chummed the water, and the word for Breakfast Flock flashed through the air, till a crowd of a thousand seagulls came to dodge and fight for bits of food. it was another busy day beginning.
But way off alone, out by himself beyond boat and shore, Jonathan Livingston Seagull was practicing.
Il gabbiano Jonathan Livingston
Era di primo mattino, e il sole appena sorto luccicava sulle scaglie del mare appena increspato.
A un miglio dalla costa un peschereccio arrancava verso il largo. E fu data la voce allo Stormo. E in men che non si dica tutto lo Stormo Buonappetito si adunò, si diedero a giostrare ed accanirsi per beccare qualcosa da mangiare. Cominciava così una nuova dura giornata.
Ma lontano di là solo soletto, lontano dalla costa e dalla barca, un gabbiano si stava allenando per conto suo: era il gabbiano Jonathan Livingston.

(Traduzione: Pier Francesco Paolini)

There's non such place as far away
Rae!
Thank you for inviting me to your birthday party!
Your house is a thousand miles from mine, and I travel only for the best of reasons. A party for Rae is the best and I am eager to be with you.
I began my journey in the heart of the hummingbird you and I met long ago. He was friendly as ever, yet when I told him that little Rae was growing up and that I was giong to her birthday party with a present, he was puzzled.
Nessun luogo è lontano
Rae, cara! Grazie per avermi invitato per il tuo compleanno! La tua casa è distante mille miglia dalla mia, e io sono uno che si mette in viaggio solo quando ne vale la pena. Ebbene, ne val proprio la pena, se si tratta di prendere parte alla tua festa. Non vedo l'ora di essere da te!
Il mio viaggio è cominciato dentro il cuore di un piccolo uccello, un colibrì che conoscemmo insieme, io e te, tanto tempo fa. Lo trovai cordiale come sempre, anche stavolta. E tuttavia - quando gli dissi che la piccola Rae stava crescendo e che io stavo andando alla festa per il suo compleanno con un regalo - lui rimase perplesso.

(Traduzione: Pier Francesco Paolini)


Ingeborg Bachmann (1926-1973)

Das dreißigste Jahr (Il trentesimo anno)
Di uno che entra nel trentesimo anno non si smetterà di dire che è giovane. Ma lui, benché non riesca a scoprire in se stesso alcun mutamento, non ne è più così sicuro: gli sembra di non avere più diritto di farsi passare per giovane. E la mattina di un giorno che poi scorderà si sveglia e, tutt'a un tratto, rimane lì steso senza riuscire ad alzarsi, colpito dai raggi di una luce crudele e sprovvisto di ogni arma e di ogni coraggio per affrontare il nuovo giorno. Non appena chiude gli occhi per proteggersi, si sente andar giù e precipita in un deliquio in cui trascina con sé ogni istante vissuto.
(Traduzione: Magda Olivetti)


Paolo Bacigalupi (1972)

The Windup Girl
"No! I don't want the mangosteen." Anderson Lake leans forward, pointing. "I want that one, there. Kaw pollamai nee khap. The one with the red skin and the green hairs."
The peasant woman smiles, showing teeth blackened from chewing betel nut, and points to a pyramid of fruits stacked beside her. "Un nee chai mai kha?"
"Right. Those. Khap." Anderson nods and makes himself smile. "What are they called?"
"Ngaw." She pronounces the word carefully for his foreign ear, and hands across a sample.
Anderson takes the fruit, frowning. "It's new?"
"Kha." She nods an affirmative.
La ragazza meccanica
“No! Non voglio i mangostani”. Anderson Lake si sporge in avanti indicando con il dito. “Voglio quelli.
Kaw pollamai nee khap. Con la buccia rossa e i peli verdi”.
La contadina sorride, mostrando denti anneriti per avere masticato noce di betel, indica con un cenno la piramide di frutti ammonticchiati al suo fianco. “
Un nee chai mai kha?”
“Esatto, quelli. Khap”. Anderson annuisce e si sforza di sorridere. “Come si chiamano?”
Ngaw”. La donna scandisce bene la parola a beneficio dello straniero, e gliene porge uno d’assaggio. Anderson accetta il frutto con una smorfia. “È una novità?”
Kha”. Annuisce la donna.
(Traduzione: Massimo Gardella)


Francis Bacon (1561-1626)

The New Atlantis
We sailed from Peru, (where we had continued for the space of one whole year) for China and Japan, by the South Sea; taking with us victuals for twelve months; and had good winds from the east, though soft and weak, for five months space, and more. But the wind came about, and settled in the west for many days, so as we could make little or no way, and were sometime in purpose to turn back. But then again there arose strong and great winds from the south, with a point east, which carried us up (for all that we could do) towards the north; by which time our victuals failed us, though we had made good spare of them. So that finding ourselves, in the midst of the greatest wilderness of waters in the world, without victuals, we gave ourselves for lost men and prepared for death.
La nuova Atlantide
Eravamo in navigazione nei mari del sud, dal Perù (dove eravamo rimasti per un intero anno) verso la Cina e il Giappone; portando provviste per dodici mesi. Avevamo avuto vento buono da est, a dire il vero non molto e un po' debole, per più di cinque mesi. Ma il vento cambiò direzione per molto tempo, facendoci fare ben poca strada, tanto che in alcuni momenti fummo in procinto di tornare indietro. Improvvisamente però si alzarono forti venti da sud verso est, che ci portarono (per quanto facessimo) verso nord; a quel punto cominciarono a mancare i viveri, nonostante ne avessimo fatto un uso parsimonioso. Ci trovammo allora senza viveri, nel mezzo della più grande distesa d'acqua del mondo, e ci consideravamo ormai perduti, preparandoci a morire.


Anita Rau Badami (1961)

The Hero's Walk
It was only five o'clock on a July morning in Toturpuram, and already every trace of night had disappeared. The sun swelled, molten, from the far edge of the sea. Waves shuddered against the sand and left curving lines of golden froth that dried almost instantly. All along the beach, fishermen towed their boats ashore and emptied their nets of the night's catch.
Il passo dell'eroe
A Toturpuram erano soltanto le cinque di una mattina di luglio, ma tutte le tracce della notte erano scomparse. Il sole si stava gonfiando, arroventandosi sull'orizzonte del mare. Le onde fremevano contro la sabbia e lasciavano linee ricurve di spuma dorata che si asciugavano quasi istantaneamente. Lungo tutta la spiaggia c'erano i pescatori che trascinavano a riva le barche e svuotavano le reti dal bottino notturno.

(Traduzione: Fabio Zucchella)


Henry Christopher Bailey (1878-1961)

The Long Dinner (Il mistero del menù francese)
"Io la detesto", disse Mr. Fortune. "Non ho mai visto indumenti più sporchi". Guardò accigliato il capo del dipartimento di polizia criminale.
"Già", convenne Lomas. "Un tipo lercio. Che ne pensa di quelle macchie?"
"Oh, mio caro amico!", si lamentò Mr. Fortune. "Colori. Colori di ogni genere. E anche cibo e bevande e sporcizia varia. Perché disturbarmi? Che cosa si aspettava? Sangue umano rappreso?"
"Non mi aspettavo nulla", disse Lomas.

(Traduzione: Tracy Lord)


Andrea Bajani (1975)

Se consideri le colpe
Credo sia successo anche a te, la prima volta che sei arrivata qui. Che c'era un uomo, appena oltre la zona franca del recupero bagagli, che ti aspettava col tuo nome scritto sopra un foglio bianco. E una a una guardava le facce tentando di indovinare quella giusta da associare al suo cartello. L'uomo che aspettava me premeva contro la transenna alzando il foglio più in alto di tutti, e più che una procedura d'accoglienza, con quei cartelli in aria, sembrava una manifestazione di dissenso. Poi ci siamo riconosciuti, io che sono andato verso di lui e lui che ha piegato in quattro il foglio e l'ha fatto sparire nel taschino. Sopra c'erano scritti il tuo nome e il tuo cognome, come fossi tu a dover arrivare e non io che venivo fin lì per vederti finire sotto terra.

La vita non è in ordine alfabetico
Il primo giorno di scuola, il maestro ha appoggiato al tavolo una scatola di legno. Poi ha sollevato il coperchio, ci ha guardato dentro, e una dopo l'altra ha cominciato a tirare fuori le lettere dell'alfabeto.


Jo Baker (1973)

Longbourn
There could be no wearing of clothes without their laundering, just as surely as there could be no going without clothes, not in Hertfordshire anyway, and not in September. Washday could not be avoided, but the weekly purification of the household's linen was nonetheless a dismal prospect for Sarah.
Longbourn House
Nessuno indosserebbe vestiti se non esistesse il bucato, e questa è una certezza come il fatto che nessuno andrebbe in giro svestito, almeno non nello Hertfordshire, e non a settembre. Il giorno del bucato era inevitabile, ma la purificazione settimanale dei panni di casa era nondimeno una triste prospettiva per Sarah.

(Traduzione: Giulia Boringhieri)


Kage Baker (1952-2010)

In the Garden of Iden
I am a botanist. I will write down the story of my life as an exercise, to provide the illusion of conversation in this place where I am now alone. It will be a long story, because it was a long road that brought me here, and it led through blazing Spain and green, green England and ever so many centuries of Time. But you'll understand it best if I begin by telling you what I learned in school.
La compagnia del tempo
Io sono un’esperta di botanica. Scriverò la storia della mia vita per tenermi in allenamento, per ricreare l’illusione di una conversazione in questo posto dove mi trovo adesso, completamente sola. Sarà una storia lunga, perché lunga è stata la strada che mi ha portato qui, una strada che ha attraversato la luce accecante della Spagna e il verde della verde Inghilterra, e molti, molti secoli del tempo. Ma la si comprenderà meglio se comincerò con il raccontarvi quello che ho imparato a scuola.

(Traduzione: Cecilia Scerbanenco)


David Baldacci (1960)

Absolute Power
He gripped the steering wheel, loosely as the car, its lights out, drifted slowly to a stop. A few last scaps of gravel kicked out of the tire treads and then silence enveloped him. He took a moment to adjust to the surroundings and then pulled out a pair of worn but still effective nightvision binoculars. The house slowly came into focus. He shifted easily, confidently in his seat. A duffel bag lay on the front seat beside him. The car's interior was faded but clean.
The car was also stolen. And from a very unlikely source.
Il potere assoluto
Con le mani appoggiate al volante, a luci spente, lasciò che la spinta inerziale dell'automobile si esaurisse. Le ruote macinarono le ultime manciate di ghiaia, poi calò il silenzio. Si concesse un attimo per ambientarsi, quindi estrasse un binocolo per la visione notturna, vecchio ma ancora in perfette condizioni. Piano piano mise a fuoco la casa. Si accomodò meglio nel sedile; accanto a lui era posata una sacca. L'interno dell'automobile era scolorito, ma pulito.
L'automobile era rubata, ma sarebbe stato difficile indovinarne la provenienza.

(Traduzione: Tullio Dobner)


Simona Baldelli (1963)

L'ultimo spartito di Rossini
Ci stava come sulla graticola, al clavicembalo.
Il seggiolino era incandescente, un pezzo di ferro arroventato, e gli scottava il culo e friggeva il cervello. I tasti ustionavano le dita, maledetti loro. Gli stava bene. Aveva pensato di far furore? Incantare il pubblico romano e il mondo intero? Nossignore, un fiasco sarebbe stato, ci poteva scommettere. Ma non avrebbe mai immaginato di quelle proporzioni. Una damigiana, altroché, una botte, ecco le dimensioni del fallimento cui andava incontro.


Eraldo Baldini (1952)

Gotico Rurale
La collina dei bambini
La ruspa si zittì a mezzogiorno meno dieci, e Gianni Vincenzi tirò un sospiro di sollievo. "Meno male", borbottò, "hanno deciso di fermarsi un po' prima, stamani."
Stavano sbancando la cima della collinetta da tre giorni, e quell'ossessivo, fragoroso ruggito non dava tregua, non gli consentiva di concentrarsi sullo schermo del computer. Lavorava all'ultimo capitolo di quello che sarebbe stato il suo secondo libro, e aveva bisogno di pace e di silenzio. Ma neppure coi tappi nelle orecchie riusciva a ottenerli, e non capiva se a disturbarlo davvero fosse quel po' di rumore che trapassava le palline di cera, o la rabbia per la tranquillità perduta. Perduta forse per sempre.

Mal'aria
"Piove", disse Carlo come a se stesso, scostando le tendine della finestra.
Anna non gli badò e si chinò ad annusare la torta di mele. "Ehi, credo proprio che stavolta mi sia venuta meglio. Ci sto prendendo la mano, con quel forno. Sono stata attenta che l'acqua, nella vaschetta della stufa, non fosse troppo calda..." Si girò, prese un coltello dal cassetto della credenza e tagliò due fette abbondanti. "A me non interessa se fa brutto tempo" disse, come se solo allora avesse sentito suo marito. "Anzi, mi piacciono questi pomeriggi di sabato in casa, tranquilli. Mi piace quando non si può andare da nessuna parte."


Mauro Baldrati (1953)

Madame
La baronessa Veronique Salt Fourier proprio non aveva voglia di alzarsi. Eppure erano già le otto.
Ultimamente le capitava sempre più spesso. Sarebbe rimasta nel grande letto a baldacchino, un tiepido deserto rosa, per ore. Per giorni forse. Per sempre?
Quel senso di fatica significava qualcosa? Il suo corpo era appesantito, lo sapeva. Non si specchiava a figura intera… da mesi.


John Ball (1911-1988)

In the Heat of the Night
At ten minutes to three in the morning, the city of Wells lay inert, hot and stagnant. Most of its eleven thousand people tossed restlessly; the few who couldn't sleep at all damned the fact that there was no breeze to lift the stifling effect of the night. The heat of the Carolinas in August hung thick and heavy in the air.
The moon was gone. A few unshaded street lamps in the main business area pushed hard shadows against the closed stores, the surviving movie theater,and the silent gas station.
La calda notte dell'ispettore Tibbs
Alle tre meno dieci del mattino, la città di Wells appariva deserta, nel caldo opprimente. La maggior parte dei suoi undicimila abitanti si agitava senza posa nei letti, e quelli che non potevano dormire imprecavano contro l'afa soffocante della notte, che nemmeno la brezza più lieve veniva a mitigare. L'afa del mese d'agosto, caratteristica delle due Caroline, pesava greve nell'aria.
La luna era tramontata. Poche lampade non schermate, nella strada principale, dov'erano i negozi e la zona degli affari, gettavano ombre nere sulle facciate delle botteghe chiuse, su quella dell'unico cinema superstite e sul silenzioso distributore di benzina.

(Traduzione: Antonio Ghirardelli)


Robert Michael Ballantyne (1825-1894)

The Coral Island
Roving has always been, and still is, my ruling passion, the joy of my heart, the very sunshine of my existence. In childhood, in boyhood, and in man's estate, I have been a rover; not a mere rambler among the woody glens and upon the hill-tops of my own native land, but an enthusiastic rover throughout the length and breadth of the wide wide world.
It was a wild, black night of howling storm, the night in which I was born on the foaming bosom of the broad Atlantic Ocean. My father was a sea-captain; my grandfather was a sea-captain; my great-grandfather had been a marine. Nobody could tell positively what occupation HIS father had followed; but my dear mother used to assert that he had been a midshipman, whose grandfather, on the mother's side, had been an admiral in the royal navy.
L'isola di corallo
Girare il mondo è sempre stata, ed è ancora, la mia passione principale, la gioia del mio cuore, la vera felicità della mia vita. Durante l'infanzia, l'adolescenza e l'età matura, sono sempre stato un giramondo; non semplicemente un uomo che ama girovagare per le boscose valli e le colline della propria terra natale, ma un viaggiatore entusiasta che vuole conoscere in lungo e in largo il mondo intero.
Era una tempestosa e buia notte da lupi, quella in cui nacqui nella schiumosa e ampia distesa dell'Oceano Atlantico. Mio padre era un capitano di mare; mio nonno era un capitano di mare; il mio bisnonno era stato un marinaio, Nessuno poteva dire con certezza qual era stata la professione di SUO padre; ma la mia cara madre sosteneva che egli era stato un aspirante cadetto di marina, e che il nonno materno era stato un ammiraglio della marina reale.


James Graham Ballard (1930-2009)

Crash
Vaughan died yesterday in his last car-crash. During our friendship he had rehearsed his death in many crashes, but this was his only true accident. Driven on a collision course towards the limousine of the film actress, his car jumped the rails of the London Airporto flyover and plunged through the roof of a bus filled with airline passengers. The crushed bodies of package tourists, like a haemorrhage of the sun, still lay across the vinyl seats when I pushed my way through the police engineers an hour later.
Crash
Vaughan è morto ieri nel suo ultimo scontro. Nel corso della nostra amicizia, aveva fatto le prove della sua morte in molti scontri, ma il suo ultimo è stato proprio e semplicemente un incidente - l'unico. Guidata in rotta di collisione verso la berlina dell'attrice cinematografica, la sua macchina ha saltato il parapetto del cavalcavia dell'Aeroporto di Londra ed è precipitata, sfondandolo, sul tetto di un autobus carico di passeggeri delle linee aeree. Quando, un'ora più tardi, mi sono fatto strada fra i tecnici della polizia, i corpi schiacciati dei turisti del tutto completo giacevano ancora sui sedili vinilici, come un'emorragia del sole.

(Traduzione: Gianni Pilone Colombo)


Honoré de Balzac (1799-1850)

L'avant-propos de la Comédie humaine (...)
En donnant à une oeuvre entreprise depuis bientôt treize ans, le titre de la Comédie humaine, il est nécessaire d'en dire la pensée, d'en raconter l'origine, d'en expliquer brièvement le plan, en essayant de parler de ces choses comme si je n'y étais pas intéressé. Ceci n'est pas aussi difficile que le public pourrait le penser. Peu d'oeuvres donne beaucoup d'amour-propre, beaucoup de travail donne infiniment de modestie. Cette observation rend compte des examens que Corneille, Molière et autres grands auteurs faisaient de leurs ouvrages: s'il est impossible de les égaler dans leurs belles conceptions, on peut vouloir leur ressembler en ce sentiment.

Le chef-d'oeuvre inconnu
Vers la fin de l'année 1612, par une froide matinée de décembre, un jeune homme dont le vêtement était de très mince apparence, se promenait devant la porte d'une maison située rue des Grands-Augustins, à Paris. Après avoir assez longtemps marché dans cette rue avec l'irrésolution d'un amant qui n'ose se présenter chez sa première maîtresse, quelque facile qu'elle soit, il finit par franchir le seuil de cette porte, et demanda si maître François Porbus était en son logis.
Il capolavoro sconosciuto
Verso la fine dell'anno 1612, in una fredda mattina di dicembre, un giovane vestito molto dimessamente passeggiava dinnanzi alla porta di una casa di rue des Grands-Augustins, a Parigi. Dopo aver a lungo camminato avanti e indietro con l'irresolutezza di un innamorato che non osi presentarsi alla sua prima amante, per disponibile che ella sia, finì poi per varcare la soglia di quella porta e domandare se il maestro François Porbus fosse in casa.

(Traduzione: Carlo Montella e Luca Merlini)

Le colonel Chabert
"Allons! encore notre vieux carrick!"
Cette exclamation échappait à un clerc appartenant au genre de ceux qu'on appelle dans les études des "saute-ruisseaux", et qui mordait en ce moment de fort bon appétit dans un morceau de pain; il en arracha un peu de mie pour faire une boulette et la lança railleusement par le vasistas d'une fenêtre sur laquelle il s'appuyait. Bien dirigée, la boulette rebondit presque à la hauteur de la croisée, après avoir frappé le chapeau d'un inconnu qui traversait la cour d'une maison située rue Vivienne, où demeurait Me Derville, avoué.
"Allons, Simonnin, ne faites donc pas de sottises aux gens, ou je vous mets à la porte. Quelque pauvre que soit un client, c'est toujours un homme, que diable!" dit le Maître clerc en interrompant l'addition d'un mémoire de frais.
Il colonnello Chabert
"Guardate! Ancora quella vecchia palandrana!"
L'esclamazione veniva da uno di quei giovani praticanti che, negli studi, vengono chiamati "galoppini", e che in quel momento stava mordendo di buon appetito un pezzo di pane; il ragazzo strappò un pezzo di mollica e ne fece una pallottolina, che lanciò beffardo dall'apertura della finestra sulla quale era appoggiato. La mira era giusta, e la pallina rimbalzò subito all'altezza della finestra, dopo aver colpito il cappello di uno sconosciuto che attraversava il cortile di una casa in rue Vivienne, dove abitava l'Avv. Derville, procuratore legale.
"Via, Simonnin, non fate questi stupidi scherzi, o vi metto alla porta. Per quanto povero possa essere un cliente, è sempre un essere umano, diamine!" disse il praticante anziano interrompendo la somma di un elenco di spese.

Le cousin Pons
Vers trois heures de l'après-midi, dans le mois d'octobre de l'année 1844, un homme âgé d'une soixantaine d'années, mais à qui tout le monde eût donné plus que cet âge, allait le long du boulevard des Italiens, le nez à la piste, les lèvres papelardes, comme un négociant qui vient de conclure une excellente affaire, ou comme un garçon content de lui-même au sortir d'un boudoir. C'est à Paris la plus grande expression connue de la satisfaction personnelle chez l'homme. En apercevant de loin ce vieillard, les personnes qui sont là tous les jours assises sur des chaises, livrées au plaisir d'analyser les passants, laissaient toutes poindre dans leurs physionomies ce sourire particulier aux gens de Paris, et qui dit tant de choses ironiques, moqueuses ou compatissantes, mais qui, pour animer le visage d'un Parisien, blasé sur tous les spectacles possibles, exigent de hautes curiosités vivantes.
Il cugino Pons
Verso le tre del pomeriggio, nell'ottobre del 1844, un uomo di una sessantina d'anni che ne dimostrava molti di più camminava lungo il boulevard des Italiens, naso a terra e aria soddisfatta, come un negoziante che avesse appena concluso un affare eccellente o un ragazzo appena uscito tutto soddisfatto da un boudoir. A Parigi è questa l'espressione più eloquente dell'umana soddisfazione. Scorgendo da lontano quel vecchio, le persone che stavano lì ogni giorno sedute sulla sedia, abbandonandosi al piacere di osservare i passanti, lasciavano affiorare sul volto quel sorriso tipico dei parigini, ironico, beffardo o compassionevole, che tuttavia per animare l'espressione di un parigino, abituato a ogni genere di spettacoli, richiede una dose di curiosità non comune.

(Traduzione: Lanfranco Binni)

La cousine Bette
Vers le milieu du mois de juillet de l'année 1838, une de ces voitures nouvellement mises en circulation sur les places de Paris et nommées des milords cheminait, rue de l'Université, portant un gros homme de taille moyenne, en uniforme de capitaine de la garde nationale.
Dans le nombre de ces Parisiens accusés d'être si spirituels, il s'en trouve qui se croient infiniment mieux en uniforme que dans leurs habits ordinaires, et qui supposent chez les femmes des goûts assez dépravés pour imaginer qu'elles seront favorablement impressionnées à l'aspect d'un bonnet à poil et par le harnais militaire.
La cugina Betta
Verso la metà del luglio del 1838, una di quelle vetture, da poco messe in circolazione sulle piazze di Parigi e chiamate
milord, passava per via dell'Università, portando un uomo corpulento di media statura, in uniforme di capitano della Guardia nazionale.
Tra i parigini, accusati di essere tanto dotati di spirito, ve ne sono alcuni i quali credono di far molto miglior figura in uniforme che non negli abiti consueti, e che attribuiscono alle donne gusti piuttosto depravati immaginandosi che siano favorevolmente impressionate dalla vista di un berretto di pelo e di una bardatura militare.

(Traduzione: Ugo Dettore)

Eugénie Grandet
Il se trouve dans certaines villes de province des maisons dont la vue inspire une mélancolie égale à celle que provoquent les cloîtres les plus sombres, les landes les plus ternes ou les ruines les plus tristes. Peut-être y a-t-il à la fois dans ces maisons et le silence du cloître et l'aridité des landes et les ossements des ruines: la vie et le mouvement y sont si tranquilles étranger les croirait inhabitées, ne rencontrait tout à coup le regard pâle et froid personne immobile dont la figure à demi monastique dépasse de la croisée, au bruit pas inconnu. Ces principes de mélancolie existent dans la physionomie logis situé à Saumur, au bout de la rue montueuse qui mène au château, par le haut de la ville.
Eugénie Grandet
In alcune provincie si trovano case la cui vista ispira una malinconia simile a quella dei chiostri più tetri, delle lande più desolate, delle rovine più tristi; in queste case vi sono forse qualche volta e il silenzio del chiostro, e l'aridità delle lande, e le rovine. Vita e movimento vi sono così tranquilli che un forestiero le riterrebbe inabitate, se d'un tratto non incontrasse lo sguardo smorto e freddo di una persona immobile, la cui figura, mezzo monastica, sporge dal parapetto della finestra al rumore di un passo insolito. Tale melanconia esiste anche in una casa di Saumur, in cima alla via montagnosa che mena al castello nella parte alta della città.

(Traduzione: Grazia Deledda)

Illusions perdues
A l'époque où commence cette histoire, la presse de Stanhope et les rouleaux à distribuer l'encre ne fonctionnaient pas encore dans les petites imprimeries de province. Malgré la spécialité qui la met en rapport avec la typographie parisienne, Angoulême se servait toujours des presses en bois, auxquelles la langue est redevable du mot faire gémir la presse, maintenant sans application. L'imprimerie arriérée y employait encore les balles en cuir frottées d'encre, avec lesquelles l'un des pressiers tamponnait les caractères. Le plateau mobile où se place la forme pleine de lettres sur laquelle s'applique la feuille de papier était encore en pierre et justifiait son nom de marbre.
Illusioni perdute
All'epoca in cui comincia questa storia, la macchina di Stanhope e i rulli inchiostratori non erano ancora entrati nelle piccole stamperie di provincia. Ad Angoulême, malgrado la specialità locale che la mette in rapporto con l'industria tipografica parigina, ci si serviva sempre di torchi in legno, ai quali la lingua è debitrice dell'espressione "far gemere i torchi" che oggi non trova più applicazione. L'arte della stampa era arretrata e si impiegavano ancora i mazzi di cuoio caricati di inchiostro con i quali lo stampatore inchiostrava i caratteri. Il piano mobile destinato a ricevere la forma piena di lettere sulla quale si applica il foglio di carta era ancora in pietra e giustificava il nome di marmo.

(Traduzione: Argia Micchettoni)

Louis Lambert (...)
Louis Lambert naquit, en 1797, à Montoire, petite ville du Vendômois, où son père exploitait une tannerie de médiocre importance et comptait faire de lui son successeur ; mais les dispositions qu'il manifesta prématurément pour l'étude modifièrent l'arrêt paternel. D'ailleurs le tanneur et sa femme chérissaient Louis comme on chérit un fils unique et ne le contrariaient en rien. L'Ancien et le Nouveau Testament étaient tombés entre les mains de Louis à l'âge de cinq ans ; et ce livre, où sont contenus tant de livres, avait décidé de sa destinée. Cette enfantine imagination comprit-elle déjà la mystérieuse profondeur des Ecritures, pouvait-elle déjà suivre l'Esprit-Saint dans son vol à travers les mondes, s'éprit-elle seulement des romanesques attraits qui abondent en ces poèmes tout orientaux; ou, dans sa première innocence, cette âme sympathisa-t-elle avec le sublime religieux que des mains divines ont épanché dans ce livre!

La peau de chagrin
Vers la fin du mois d'octobre dernier, un jeune homme entra dans le Palais-Royal au moment où les maisons de jeu s'ouvraient, conformément à la loi qui protège une passion essentiellement imposable. Sans trop hésiter, il monta l'escalier du tripot désigné sous le nom de numéro 36.
- Monsieur, votre chapeau, s'il vous plaît? lui cria d'une voix sèche et grondeuse un petit vieillard blême, accroupi dans l'ombre, protégé par une barricade, et qui se leva soudain en montrant une figure moulée sur un type ignoble.
Quand vous entrez dans une maison de jeu, la loi commence par vous dépouiller de votre chapeau. Est-ce une parabole évangélique et providentielle? N'est-ce pas plutôt une manière de conclure un contrat infernal avec vous en exigeant je ne sais quel gage? Serait-ce pour vous obliger à garder un maintien respectueux devant ceux qui vont gagner votre argent?
La pelle di zigrino
Verso la fine del mese di ottobre scorso, un giovane entrò nel Palais-Royal al momento in cui si aprivano le case da giuoco, conformemente alla legge che protegge una passione essenzialmente imponibile. Senza troppo esitare, salì la scala della bisca, designata col nome di numero 36.
- Signore, il vostro cappello, per favore? - gli gridò con voce secca e di rimprovero un vecchietto esangue, accovacciato nell'ombra, protetto da una barricata e che si alzò all'improvviso mostrando un volto modellato su un tipo ignobile.
Quando entrate in una casa da gioco, la legge incomincia con lo spogliarvi del vostro cappello. E' forse una parabola evangelica e provvidenziale? Non è piuttosto un modo di concludere con voi un contratto infernale, esigendo non so quale pegno? Sarebbe forse per costringervi a serbare un contegno rispettoso davanti a coloro che stanno per guadagnare il vostro denaro?

(Traduzione: Maria Serena Battaglia)

Le père Goriot
Madame Vauquer, née de Conflans, est une vieille femme qui, depuis quarante ans, tient à Paris une pension bourgeoise établie rue Neuve-Sainte-Geneviève, entre le quartier latin et le faubourg Saint-Marceau. Cette pension, connue sous le nom de la Maison-Vauquer, admet également des hommes et des femmes, des jeunes gens et des vieillards, sans que jamais la médisance ait attaqué les moeurs de ce respectable établissement. Mais aussi depuis trente ans ne s'y était-il jamais vu de jeune person, et pour qu'un jeune homme y demeure, sa famille doit-elle lui faire une bien maigre pension. Néanmoins, en 1819, époque à la quelle ce drame commence, il s'y trovait une pauvre jeune fille
Papà Goriot
Madame Vauquer, nata de Conflans, è una donna anzianotta che, da quarant'anni, gestisce a Parigi una pensione familiare, sita in rue Neuve-Sainte Geneviève, fra il quartiere latino e il faubourg Saint-Marceau. La pensione conosciuta come Casa Vauquer, accetta tutti, uomini e donne, giovani e vecchi, senza che la maldicenza abbia mai scalfito l'onorabilità di quella rispettabile istituzione. Dobbiamo aggiungere, però, che da trent'anni non si vedeva una signorina, e un giovane, per abitarci, doveva avere alle spalle una famiglia ben misera. Tuttavia, nel 1819, epoca in cui inizia questo dramma, vi alloggiava una povera ragazza.

(Traduzione: Giuseppe Pallavicini Caffarelli)

Splendeur et misère des courtisanes
En 1824, au dernier bal de l'Opéra, plusieurs masques furent frappés de la beauté d'un jeune homme qui se promenait dans les corridors et dans le foyer, avec l'allure des gens en quête d'une femme retenue au logis par des circonstances imprévues. Le secret de cette démarche, tour à tour indolente et pressée, n'est connu que des vieilles femmes et de quelques flâneurs émérites. Dans cet immense rendez-vous, la foule observe peu la foule, les intérêts sont passionnés, le Désoeuvrement lui-même est préoccupé.
Le jeune dandy était si bien absorbé par son inquiète recherche qu'il ne s'apercevait pas de son succès: les exclamations railleusement admiratives de masques, les étonnements sérieux, les mordants lazzis, les plus douces paroles, il ne les entendait pas, il ne les voyait point.
Splendori e miserie delle cortigiane
Nel 1824, all'ultimo ballo dell'Opéra, più di una maschera fu colpita dalla bellezza di un giovane, che si aggirava per i corridoi e nel ridotto, con l'aria di chi stia cercando una donna trattenuta a casa da circostanze impreviste. Il segreto di quell'andatura, ora indolente, ora frettolosa, è noto soltanto alle donne anziane e a certi emeriti perdigiorno. In quell'enorme ritrovo, la folla osserva ben poco la folla: gli interessi sono appassionati; l'ozio stesso è carico d'ansia.
Il giovane dandy era talmente assorbito dalla sua ricerca inquieta, da non accorgersi del proprio successo: le esclamazioni ironiche ed ammirate ad un tempo, di certe maschere, talune espressioni di stupore autentico, le frecciate pungenti, le più dolci parole, niente di tutto questo gli giungeva all'orecchio, né alla vista.

(Traduzione: Vincenzo Acanfora)

Une ténébreuse affaire
L'automne de l'année 1803 fut un des plus beaux de la première période de ce siècle qu'en France nous nommons l'Empire. En octobre, quelques pluies avaient refraîchi le prés, les arbres étaient encore verts et feuillés au milieu du mois de novembre. Aussi le peuple commençait-il à établir entre le ciel et Bonaparte, alors déclaré consul a vie, une entente à laquelle cet homme a dû l'un de ses prestiges. Chose étrange! le jour où, en 1812, le soleil lui manqua, ses prospérités cessèrent.
Un tenebroso affare
L'autunno dell'anno 1803 fu uno tra i più belli della prima parte di quel secolo che chiamiamo Impero. In ottobre, qualche pioggia aveva rinfrescato i prati, gli alberi erano ancora verdi e pieni di foglie a metà novembre. Forse per questo motivo la gente cominciava a instaurare un rapporto tra il cielo e Buonaparte, appena nominato console a vita, un nesso che costituì uno dei primi meriti di quell'uomo; si pensi poi che, cosa davvero strana, quando, quel giorno del 1812, il sole gli mancò, anche le sue fortune cessarono.

(Traduzione: Paolo Guzzi)


Adriano Banchieri [sotto lo preudonimo di Camillo Scaligero della Fratta] (1567-1634)

La nobilissima, anzi asinissima Compagnia delli Briganti della Bastina

ALL'HONOREVOLMO
& Sodissimo mio Patrone
Il Signor
ARCIFANFO SPIDOCCHIONI

RITROVANDOMI l'altro giorno entro la bella brigata del vostro BRIGANTESCO Ridotto (Nobilissimo mio Signore) fu conchiuso, che L'ASINO frà tutti gli altri quadrupedi sia legittimamente NOBILE, non solo per l'antichità della Casata, essendo stato de i primi caualcati, & imitati da gli Huomini, et per la grandezza del sangue, stendendosi la sua parentela infino fuor della spetie ad altri animali; ma ancora, & molto più, per le sue rare doti, & eccellenti qualità, descritte in sì gran fascio da quella lingua di Papagallo di ATTABALIPPA; il cui conseglio (dato da esso nel fine dell'Opera) fu accettato da noi con lieta fronte: et fu proposto dalla S.V. molto ARCIFANFANA, che si douesse fare vna CONGREGATIONE, un RIDOTTO, vn'ACADEMIA, ouero vna COMPAGNIA che si chiamasse de i BRIGANTI dalla BASTINA, sopraueste ordinaria di sua ASINISSIMA, et Nobilissima Signoria. Piacque a tutti quest'honorato titolo, per il quale meritamente foste gridato incontanente, da tutta la brigata, RETTORE di tutti gli BRIGANTI, et con applauso vniuersale, & senza discrepanza di parere in contrario, foste eletto, approbato, confermato et sottoscritto con tutte quelle solennità, che si ricercano a un tanto Magistrato.

Novella di Cacasenno figlio del semplice Bertoldino
Erminio, Gentiluomo favorito Cortigiano del Re Alboino, avendo con un suo Servitore scorso molti giorni la campagna, passò sotto la montagna sopra la quale abitava la Marcolfa con il gustosissimo umore di suo figlio Bertoldino. Ed immaginandosi far cosa grata al Re e la Regina suoi Signori, portandogliene qualche novella, si pose a salire la montagna, e giunto alla casa vidde, stante la qualità del paese, una assai buona fabrica, e quivi picchiando alla porta, si affacciò la Marcolfa alla finestra, la quale scendendo a basso, e riconoscendo Erminio, con molta allegrezza lo condusse in casa, facendogli liete accoglienza; ...


Alessandro Banda (1963)

La città dove le donne dicono di no
Se esistesse realmente la città di Meridiano, scriverei che sono nato, io, a Meridiano, e che vivo ininterrottamente, io, a Meridiano, da quando sono nato, e non me ne sono allontanato mai, mai, anche quando me ne sono allontanato.
Se esistesse realmente, questa piccola città, questa città minuscola, questa città minima, le guide scriverebbero che è sita, Meridiano,

in una conca fortunata che unisce la selvaggia bellezza dell'alta montagna con la mitezza del clima mediterraneo, ed è protetta, la salubre cittadina, dalle ardite giogaie e splendidi contrafforti delle Alpi Ventose, ed è circondata da borghi ariosi sparsi nelle sue con valli, ed è attraversata, e come divisa in due, dalle spumeggianti acque del Martirio, da taluni ritenuto torrente (ampio torrente), da taluni fiume (fiume di scarsa portata).

Giuseppe Bandi (1834-1894)

I Mille: da Genova a Capua
Vuoi tu dunque, amico caro, ch'io ti racconti quel che videro i miei occhi ed udirono i miei orecchi nell'avventurosa corsa che facemmo da Genova a Marsala ne' primi giorni di maggio del 1860, quando saltò in testa a Garibaldi il ticchio di fare quella che parve da principio una gran pazzia, e fu giudicata di poi opera egregia e principalissima tra le sue più belle?
Io, pel bene che ti voglio, non ho cuore per risponderti: no; ma t'ammonisco di non pretendere da me più che non possa darti un modesto gregario di quella schiera; il quale ascriverà a sua ventura se per la grande dimestichezza in cui lo tenne a que' giorni (per sua benevolenza) il duce dei Mille, potrà narrarti qualche coserella, che non si trova nelle moltissime storie che de' suoi casi si scrissero e si scrivono oggi più che mai.


Iain Banks (1954-2013)

The Bridge
Trapped, crushed, weight coming from all direction, entangled in the wreckage (you have to become one with the machine). Please no fire, no fire. Shit. This hurts. Bloody bridge; own fault (yes, bloody bridge, right color; see the bridge, see the man drive the car, see the man not see the other car, see the big CRASH, see the bone-broken man bleed; blood color of the bridge. Oh well own fault. Idiot.) Please not fire. Blood red. Red blood. See the man bleed, see the car leak; radiator red, blood red, blood like red oil.
Corpo a corpo
In trappola. Fracassato. Un peso opprimente che schiaccia dappertutto. Incastrato nel rottame (bisogna diventare tutt'uno con la macchina). Vi prego, niente fuoco. Niente fuoco. Merda. Fa male. Maledetto ponte. Tutta colpa sua (sì, stramaledetto e rosso come il sangue: vedo il ponte, vedo il tipo al volante, vedo il tipo che non vede l'altra macchina, vedo il grande URTO, vedo il tipo che si rompe l'osso del collo, ricoperto di sangue. Sangue dello stesso rosso del ponte. Oh sì tutta colpa sua. Bastardo). Vi prego, niente fuoco. Rosso sangue. Sangue rosso. Vedo l'uomo che sanguina, la macchina che sgocciola. Radiatore rosso, rosso sangue, sangue come benzina rossa.

(Traduzione: Alessandra di Luzio)

Culture Series: Consider Phlebas
The ship didn't even have a name. It had no human crew because the factory craft which constructed it had been evacuated long ago. It had no life-support or accommodation units for the same reason. It had no class number or fleet designation because it was a mongrel made from bits and pieces of different types of warcraft; and it didn't have a name because the factory craft had no time left for such niceties.
Il ciclo della cultura: Pensa a Fleba
L’astronave non aveva neppure un nome. Non c’era equipaggio umano a bordo, perché la nave-fabbrica che frettolosamente la costruiva era già stata evacuata da molti anni. I sistemi di supporto-vita, i locali abitabili e i servizi mancavano dal suo interno per lo stesso motivo. Lo scafo non recava sigle che identificassero la classe e la flotta a cui apparteneva, perché era un antiestetico insieme di parti e attrezzature progettate per modelli diversi di vascelli da guerra; ed era priva di nome perché la nave-fabbrica non aveva tempo per simili sciocchezze.

(Traduzione: Gianluigi Zuddas)

Culture Series: The Player of Games
This is the story of a man who went far away for a long time, just to play a game. The man is a game-player called "Gurgeh." The story starts with a battle that is not a battle, and ends with a game that is not a game.
Me? l'Il tell you about me later.
This is how the story begins./TD>
Il ciclo della cultura: L'impero di Azad
Questa è la storia di un uomo che andò in un posto molto lontano, lontano, affrontando un lungo, lungo viaggio, soltanto per fare un gioco. L’uomo era un giocatore; il suo nome era “Gurgeh”. La storia comincia con una battaglia che non è una battaglia, e finisce con un gioco che non è un gioco.
Io? Di me vi parlerò più avanti.
Ecco come comincia la storia.

(Traduzione: Anna Feruglio Dal Dan)

Culture Series: Use of Weapons
'Tell me, what is happiness?'
'Happiness? Happiness... is to wake up, on a bright spring morning, after an exhausting first night spent with a beautiful... passionate ... multi-murderess.'
' .. Shit, is that all?'
Il ciclo della cultura: La guerra di Zakalwe
«Dimmi, cos’è la felicità?»
«La felicità? La felicità… è svegliarsi un luminoso mattino di primavera, dopo una faticosa nottata trascorsa con una bella… appassionata… pluriomicida.»
«… Merda, è tutto
qui
(Traduzione: Gianluigi Zuddas)


Anna Banti (Lucia Lopresti) (1895-1985)

L'ammiraglio
Maritata ragionevolmente in Italia la figlia Natascia (una spina, quel suo testardo lavorare nell'alta moda francese) la principessa Sonia D. tirò un sospiro di sollievo. Le rimanevano due cari figli, Grigori e Vassili, eredi del titolo e del nome illustre. Erano due giovani moderni e, ciascuno alla sua maniera, mostravano un'impazienza e un fastidio grandissimi quando la loro madre si commoveva al ricordo delle sterminate proprietà ucraine, delle miniere caucasiche e dei palazzi a Mosca e a Pietroburgo: essi respingevano con malagrazia sin le fotro ingiallite di quei beni e dei gioielli di famiglia, venduti, via via, a Costantinopoli, a Berlino, a Parigi, per campare. Morto il principe padre, specchio di inutile assennatezza, i due giovani s'erano abbandonati alle loro inclinazioni che erano diversissime, anzi opposte: piccolo borghesi e conformiste quelle del primogenito, avventurose e azzardose quelle di Vassili.

Arabella e affini
"Children, don't play with children you don't know": ogni mattina le stesse parole, in tono più lamentoso che autorevole, e che la vastità della spiaggia inghiottiva e disperdeva senza eco. I due ragazzi, un maschio e una femmina, erano avvezzi a riceverla come un segno di stanco commiato che significava, in sostanza, "fate il comodo vostro e non seccate". Fin da quando non avevano che cinque o sei anni le avevano interpretate così, sebbene allora le ascoltassero a capo chino, sotto il cappellaccio di tela bianca, e movendo nervosamente coi piedi appena liberati dai sandali la rena già calda. Come ultimo gesto di premura, miss Clark pettinava la frangetta di Maria Sofia, a Stefano il ciuffo, mentre loro si divincolavano e via correvano verso la battuta da cui poi si sarebbero allontanati alla chetichella, ognuno per conto proprio, a destra, a sinistra.

Artemisia
"Non piangere." Nel silenzio che divide l'uno dall'altro i miei singhiozzi, questa voce figura una ragazzetta che abbia corso in salita e voglia scaricarsi subito di un'imbasciata pressante. Non alzo la testa. "Non piangere": la rapidità dello sdrucciolo rimbalza ora come un chicco di grandine, messaggio, nell'ardore estivo, di alti freddi cieli. Non alzo la testa, nessuno mi è vicino.
Poche cose esistono per me in quest'alba faticosa e bianca di un giorno d'agosto in cui siedo in terra, sulla ghiaia di un vialetto di Boboli, come nei sogni, in camicia da notte. Dallo stomaco alla testa mi strizzo in lagrime, non posso farne a meno, in coscienza, e ho il capo sulle ginocchia.

La camicia bruciata
Non parla, ronza sibila punge. Non vede la finestra aperta, sbatte sui vetri. Qui c'è sangue da succhiare, fuori la luce dove tutto dilegua le è nemica. Aspetta il buio per abbassarsi a volo radente, minimo vampiro protetto da un nome, Marguerite Louise: il guscio dove si crede ancora una principessa.
Significa qualcosa, questo nome? Non ne dubita, per lei è il nome di una eroina vittima illustre della ingiustizia e della ipocrisia. Nel suo secolo era deplorata e messa al bando, il nostro le appartiene di diritto, ci si troverebbe benissimo. La data della sua nascita è uno sbaglio, reclama un rimedio drastico, l'inserimento in un mondo liberato dai pregiudizi.

Campi Elisi
Che sole, sugli Aliscamps, pareva che tutto l'ardore estivo della più arida Viennese accendesse le pietre del viale, il marmo abbacinante delle tombe scottava. Intimidito, frastornato, oppresso, Marco Gellio batteva le palpebre, incapace di seguire, sia pur da spettatore curioso, i gesti e le parole del rito, quella cantilena orientale che l'aria pigra e torrida schiacciava contro il suolo. Si rimproverava. "un uomo come me, senza ambizioni né politiche né letterarie, da anni ritirato a vita privata, mai avrebbe dovuto arrendersi alle convenienze per seguire il feretro di una donna che non mi era niente, una seconda cugina di mia moglie, buona memoria". Tutta colpa dei suoi figlioli, quei ragazzi non smettevano di sperare che un giorno o l'altro l'elegante Marco Gellio si decidesse a prendere il battesimo e a far vita devota nel cerchio del vescovo Cesario.

La casa
Orfana di madre, educata in collegio, Lisetta non si è mai accorta di non avere ragione, questo scrupolo le è ignoto come, d'altronde, ogni scrupolo o vizio. Dei vizi, infatti non ha avuto mai che un concetto esterno e generico, come si sa che ci sono i leoni e le pantere, ma nessuno li tiene per casa. Quanto agli scrupoli, li ha sempre immaginati come formiche noiose che serbar la credenza pulita e senza briciole per esserne immuni. Ragazza, non ha mai avuto da vergognarsi di niente, neppure con sé stessa: la somma delle qualità richieste a una giovane modello le fu facile e naturale. Studiosa, laboriosa, casta anche nell'immaginazione, servizievole ma guardinga. Quel che le spiegavano capiva, quel che le comandavano eseguiva, anche se le costava fatica: il sacrificio le era piacevole come un esercizio ginnico che le riuscisse bene.

Il colonnello
"Questo è" conclude il colonnello, ogni volta che l'ozio lo porta a metter insieme il solito lungo ragionamento sui fatti di oggi e di ieri, cosa si doveva fare, cosa si dovrebbe fare: e, tutto insieme, espone contrasta ribatte perora giudica. "Questo è" sta seduti nei suoi panni oramai consunti, dopo due anni d'uso, ma sempre irrigiditi in pieghe poco persuase e, in qualche modo, forzate. Un tavolino davanti ce l'ha e spesso anche un vermut come, in altri tempi, a mezzogiorno; ma qui finisce la tastiera delle sue antiche abitudini tra caserma e maneggio. Gli ascoltatori, infatti, di qualunque specie li trovi, cittadini o villici, e di qualunque classe, non azzeccheranno mai le risposte che attende. Essi prestano orecchio, lo guardano: lo guardano soprattutto e non lo contraddicono mai. Poi quando si son riposati o hanno sostato quel che conviene per non essere scortesi, eccoli lontani alle loro faccende, e, fra loro, pieni di sussurri.

Conosco una famiglia
Conosco una famiglia, rigogliosa di fatto, virtuosa all'apparenza, che coi tempi presenti non ha nulla a che fare: vivaio di costumi o di attitudini che si penserebbero o d'altri climi o scomparsi affatto; cui, del resto, a farla lunga, non rimarranno, si spera, dieci anni di vita. Pure il vigore dei suoi sistemi non accennando per ora a esaurirsi, meriterebbe un po' di storia: sistemi di pascolo privato e di segrete violenze per cui l'aria di oggi, entrando in quelle stanze, risulta subito alterata, corrotta. Non bisogna dunque pensare a nostalgiche reliquie di pieno e onesto ottocento, a fragili romanticherie: l'aria che s'è detto e che si difende a ogni costo è quella di "prima della guerra" che pensiamo dovessero respirare certi borghesi ambiziosi fra il 1900 e il 1915: un'aria tenerono, grassa di bacilli che scodinzolano addomesticati e col fiocco al collo, come fox terriers.

Il coraggio delle donne
La compagnia veniva su, sbandata, per la scorciatoia che infila il crinale del colle: tanta era la fretta che i sassi rimossi dai ragazzi, rotolando in giù e urtando i piedi delle tre signore, non parevano nemmeno avvertiti. I primi grilli della sera cominciavano a chiamarsi, qualche uliva rinsecchita, nei campi al di là dei muriccioli, crocchiava cadendo dal ramo sulle stoppie. Nessuno chiacchierava o cantava più come un'ora fa, sotto i castagni, solo le due bambine, più svagate, si permettevano ancora la stretta del braccio e la parolina all'orecchio. Poi quando il silenzio della campagna diventava più denso, quasi notturno, e il rumore di tutti quei passi pareva ciecamente meccanico, la donna più pallida e bassa si scansava dal volto la eterna ciocca sfilacciata fino al labbro, e cominciava la sua litania: "Dio mio, speriamo che non sia già a casa..."

Un cuore avvelenato
D'autunno, la Maria dice: "A casa mia, quando ero giovane, che bei fochi di questa stagione. Castagne arrosto, sanguinacci e schidionate di uccelli che non si riparava a mangiarli. La legna non costava nulla, si raccattava nel bosco: e il babbo era cacciatore". in piedi o a sedere che sia mentre parla, guarda in su con gli occhi lustri come se vedesse gli angioli o fosse affamata. Invece è cuoca, cuoca di casa signorile, e mangia quel che vuole, ma ha sempre la bocca amara. Serve da trent'anni; una donna ormai privata d'innocenza, ma come per distrazione la pratica in certe pause di umore infantile che alleggeriscono il suo corpo grasso. "Marta!" chiama la eterna padrona: e lei, con quel suo sorriso fatto per piacere ai signori: "Comandi". Le padrone son tutte eguali, durano buone per quindici giorni, poi a cominciano a scoprir le magagne, impazienze, pretese e quell'alzar di spalle maledetto per far capire che non sono contente.

Le disgrazie di Miccioli
Si diceva alla Corona, quartiere periferico di operai e di piccoli impiegati: "A Miccioli, gente da non fidarsi"; per parlar chiaro, ladri. Eppure da Miccioli provenivano parecchie famiglie sistematine, con lo zerbino alla porta di casa, e i figlioli alle scuole secondarie. Qualcuno, ci aveva lassù una mamma o una zia, coraggiosa vecchietta che si guadagnava ancora il pane e non chiedeva nulla a nessuno; quelle parenti venivano buone la domenica, se c'erano ragazzi da contentarsi, invece del cinematografo, d'una bella girata in campagna: e la campagna era questa strada polverosa che infilava Miccioli. Stretta fra case piccine da non starci in piedi. Fuori da ogni uscio, se il freddo non era insopportabile, c'era una seggiola o un panchetto e ci sedeva una donna.

Le donne muoiono
Il 16 luglio 2617, a Valloria, città lacustre presso le rovine dell'antica Venezia, tale Mariano Pietrangeli fu ricoverato in una clinica sperimentale per malati di mente. Era un ragazzo di vent'anni, di professione studente, e la sua anomalia fu definita di visionario lucido, anzi logico. Ragionava benissimo e, fino ad un certo punto, deplorava coi medici quella che non rifuggiva dal chiamare la sua infermità. Tuttavia, proprio nei momenti che meglio si adoperava per analizzarla e dominarla, lo vedevi battersi la fronte come uno che all'improvviso viene assalito da un ricordo preciso e urgente, e giù a ragionare di cose e di fatti di cui nessuno dei presenti aveva nozione. Anche il suo linguaggio si alterava, egli si esprimeva con termini antiquati, quasi leggesse da un vecchio libro: ed era da notarsi come soccorresse allo stupire degli astanti traducendo in lingua corrente le espressioni meno comprensibili che gli uscivano di bocca.

Felicina
I nomi dei giorni della settimana, a forza di battere sulle stesse sillabe, son sempre riusciti ad avere una faccia, anzi molte facce a seconda dei paesi, dei tempi e del tempo che fa. Di ottobre, nel 1880, un venerdì ebbe quella, eccitante di lieti raffronti, che il favore d'un autunno sereno e la contingenza del giorno di mercato a Firenze potevano concedere agli abitanti d'una piccola città di Toscana, appunto in quegli anni. "Aria fresca e sole caldo" si disse quella mattina aprendo le imposte e uscendo fuori; davvero quasi tutti dissero così, o pressappoco. Scantonando dalle strade sulle piazze si constatò anche che c'era vento, ma distrattamente; ché già nella gran pianura sotto la Caldana, senza vento non si sta mai e i bianchi lastroni spolpati, per terra, non sanno trattenere né un grano di polvere né un seme d'erba.

Inganni del tempo
"Arriverò a Genova col treno delle undici e trentasette, mercoledì prossimo quattro giugno." Per poco Teresa non aggiunse il millesimo: 1904. Tanta precisione, in una lettera alle cugine, era indice di fervore, di ansietà e del desiderio superstizioso di sfatare ogni possibile impedimento. Sul calendarietto Bertelli, uno stellone inchiodava da un mese quella data: se le avessero proposto di rimandarla, Teresa avrebbe pianto e preferito rinunziare al viaggio. Se la ripeteva mentalmente e volava con essa dalla stazione di partenza alla stazione d'arrivo. Quel fabbricato pedante, scopo e offesa al più triste dei giardinetti, avrebbe imparato finalmente che la più avvilita delle ragazze può muoversi e montare in treno come chiunque altro: tutto sta a cominciare.

Lavinia fuggita
Fu un miracolo che Iseppo Pomo, battellante chiozzotto, imboccasse diritto il rio della Pietà: dalla laguna la nebbia colmava ogni fessura dell'abitato e passar sotto il ponte e trovarsi nel rio non cambiò nulla, soltanto le voci che volavano per l'aria, fitte e allegre come fosse bel tempo, risuonavano in una maniera diversa, più stipata. Erano voci di donne: forse sul ponte, forse alle finestre, e parlavano svelto come a Chioggia non si usa. Iseppo vogava lento e cauto, il barco era pesante e bisognava stesse accorto che il portello dell'Ospedale non gli sfuggisse. Intanto prestava orecchio alle voci e specialmente a quella che aveva detto:"nato di domenica sempre ride". Perché anche Iseppo è nato di domenica, e questa di novembre è proprio la sua, una combinazione, lui compie oggi diciotto anni e gli pare che la donna che parla ne sia informata. Inoltre questo proverbio non l'aveva mai sentito e riflette che è una sciocchezza: non si ricorda di aver riso più degli altri.

La libertà di Giacinta
Fino ai cinquant'anni Giacinta Cavalli abitò la casa dov'era nata, e fu infelice. Quando, la mattina alle sei, estate come inverno, lisciava col pettine le bende precocemente brizzolate dei suoi capelli d'ebano, lo specchio si appannava del suo sospiro: un'altra giornata di lavoro. Scivolava poi sui suoi sottanoni che radevano la terra, stando bene attenta che la sorella Marietta non avesse a svegliarsi, nervosa com'era, e con tanto bisogno di sonno. Adesso erano sette in famiglia, cinque ragazze e i genitori, delle figlie lei era la più anziana. Ma erano stati nove, due maschi mancavano, malmaritati e maledetti, che nessuno si azzardava più a nominarli.

I porci
Le ultime miglia del loro viaggio di profughi, Lucilio e Priscilla le fecero in carro da buoi, lentamente. Il Po non era lontano, la pianura era rasa, scarsissima di culture e d'alberi; e nella stagione d'autunno precoce quei pochi, altissimi e brulli, avevano più l'apparenza di ordigni che di piante. Da tre mesi il viaggio durava, e nessun accidente pareva più naturale: oramai la misura del naturale era perduta. Esaurite, consumate le reazioni dei primi giorni e delle prime marce, il raccapriccio della fuga, il rancore per l'invasione, lo sgomento di Roma e della casa perduta non eran più che ricordo cupo e fiacco, maceria arida, sterile. La lunga avventura non aveva più nulla d'avventuroso, la paura medesima affondava nel disagio, cedeva all'irritazione, al malumore: in cui, peraltro, il livello delle esigenze si abbassava, giorno per giorno.

Vocazioni indistinte
Passato il tifo, l'Ofelia fu promossa, in città e in casa, a bella ragazza. Le erano spuntati sul capo certi riccioloni opachi che guarnivano un viso di topo, prima malamente stirato alle tempie dall'urgenza delle treccioline strette. Per le guance le si andava diffondendo una floridezza molliccia che, se accentuava la patatina del naso, nell'insieme alleggeriva i contorni e non poteva dispiacere. Il corpo non prometteva gran che, ma l'andatura puerile di prima, a passetti precipitosi di scolara zelante, aveva dato luogo a una lentezza trasandata che evocava, senza proporle, le grazie di un'altezza eccessiva, in attesa di suggerire più tardi il languore di una donna affaticata dai troppi parti. In città si diceva che il dottore suo padre stesse accumulando certe leggendarie economie per farle una gran dote: sicché arrivò il momento che la sua fama crebbe, come avviene in provincia, smisuratamente; e l'Ofelia fu quasi di moda.


John Banville (1945)

The Sea
They departed, the gods, on the day of the strange tide. All morning under a milky sky the waters in the bay had swelled and swelled, rising to unheard-of heights, the small waves creeping over parched sand that for years had known no wetting save for rain and lapping the very bases of the dunes. The rusted hulk of the freighter that had run aground at the far end of the bay longer ago than any of us could remember must have thought it was being granted a relaunch. I would not swim again, after that day. The seabirds mewled and swooped, unnerved, it seemed, by the spectacle of that vast bowl of water bulging like a blister, lead-blue and malignantly agleam. They looked unnaturally white, that day, those birds. The waves were depositing a fringe of soiled yellow foam along the waterline. No sail marred the high horizon. I would not swim, no, not ever again.
Someone has just walked over my grave. Someone.
Il mare
Se ne andarono, gli dei, il giorno della strana marea. Per tutta la mattina sotto un cielo lattiginoso le acque della baia si erano ingrossate sempre più, raggiungendo altezze inaudite, e le piccole onde avevano pian piano sommerso una sabbia riarsa, per anni bagnata dalla sola pioggia, fino a lambire la base delle dune. Lo scafo arrugginito del cargo, che si era arenato all’altro capo della baia talmente tanto tempo addietro da non far parte dei ricordi di nessuno di noi, avrà pensato di aver ottenuto in sorte un secondo varo. Non volli più fare il bagno, da quel giorno. Gli uccelli marini gemevano e si lanciavano a precipizio, apparentemente spaventati dallo spettacolo di quell’immenso bacino d’acqua gonfio come una vescica, color azzurro piombo e con un luccichio maligno. Parevano di un bianco innaturale quel giorno, gli uccelli. Le onde depositavano un orlo di schiuma gialla e sudicia lungo la battigia. Nessuna vela deturpava la linea dell’orizzonte. Non volevo più fare il bagno, no, mai più.
Qualcuno è appena passato sulla mia tomba. Qualcuno.

(Traduzione: Eva Kampmann)

Shroud
Who speaks? It is her voice, in my head. I fear it will not stop until I stop. It talks to me as I haul myself along these cobbled streets, telling me things I do not want to hear. Sometimes I answer, protest aloud, demanding to be left in peace. Yesterday in the baker's shop that I frequent on the Via San Tommaso I must have shouted out something, her name, perhaps, for suddenly everyone in the crowded place was looking at me, as they do here, not in alarm or disapproval but simple curiosity.
L'invenzione del passato
Chi parla? E' la voce di lei, nella mia mente. Temo che non si fermerà finché non mi fermerò io. Mi parla mentre mi trascino lungo queste strade acciottolate, dicendomi cose che non voglio sentire. A volte reagisco, protesto a gran voce, chiedendo di essere lasciato in pace. Ieri nella panetteria che frequento, in via San Tommaso, devo aver gridato qualcosa, il nome di lei forse, perché in quel luogo affollato tutti mi hanno guardato come fanno qui, non con aria allarmata o di disapprovazione, ma con semplice curiosità.

(Traduzione: Marcella Dallatorre)

The Untouchable
First day of the new life. Very strange. Feeling almost skittish all day. Exhausted now yet feverish also, like a child at the end of a party. Like a child, yes: as if I had suffered a grotesque form of rebirth. Yet this morning I realised for the first time that I am an old man. I was crossing Gower Street, my former stamping ground. I stepped off the path and something hindered me.
L'intoccabile
Primo giorno della vita nuova. Molto strano. È tutto il giorno che mi sento quasi frenetico. Esausto adesso ma anche febbrile, come un bambino alla fine di una festa. Come un bambino, sì: come se fossi passato attraverso una grottesca forma di rinascita. Eppure proprio questa mattina mi sono reso conto per la prima volta di essere vecchio. Stavo attraversando Gower Street, il mio covo preferito dei vecchi tempi. Sul passaggio pedonale qualcosa mi ha frenato.

(Traduzione: Birattari Massimo)


Massimo Baraldi (1966)

One for the road ­ Soliloquio da bancone in 19 giri e un brindisi
fa caldo quaggiù. un caldo fottuto, e quest'umidità mi sta uccidendo, poco a poco... paludi del cazzo...
...già. da quando sono in 'sta latrina del tubo non ricordo un solo giorno nel quale non abbia visto la pioggia cadere! 'fanculo.
...lontano da casa, così lontano da casa... che per quanto ne so l'acqua potrebbe aver cancellato la via del ritorno. all'intorno non vi è che pantano, ed il sordo disarmonico gracidare dei corvi, a far da contrappunto al cupo crepitio della pioggia. altro non vi è che l...
...sst! zitto, ora! eccola, la sento. muoversi oltre la porta... sulla veranda... sbirciare dagli infissi...
...è nella stanza... e so che mi sta fissando, strisciando piano lungo la parete... ma non ho il coraggio di fronteggiarne lo sguardo...
come una vecchia amica, che non ha bisogno di annunciarsi né di chiedere permessi... lei sa quando trovarmi.


Anne Letitia Barbauld (1743-1825)

Sir Bertrand (Sir Bertrand)
Sir Bertrand volse il cavallo verso l'aperta campagna, sperando di riuscire ad attraversare quella landa desolata prima di notte. Ma non era ancora arrivato a mezza strada che si trovò smarrito di fronte a un dedalo di sentieri; e poiché, anche aguzzando la vista, non riusciva a scorgere intorno a sé che la monotona distesa della brughiera, alla fine non seppe più da che parte dirigersi. Il buio lo colse in questa situazione. Era una di quelle notti in cui la luna lasciava filtrare solo una debole luce diffusa attraverso i nuvolosi neri in un cielo basso e pesante.
(Traduzione: Chiara Zanolli)


Alessandro Barbero (1959)

Le ateniesi
Il sole cuoceva la campagna. I campi di grano e d'orzo erano stati mietuti da un pezzo, restavano solo le stoppie riarse. La polvere si sollevava a ogni raffica di vento: il mare non era lontano. Gli opliti ateniesi erano quasi tutti sdraiati all'ombra dei lecci, gli elmi e gli scudi di bronzo accatastati per terra, e finivano di mangiare la focaccia e il formaggio della razione quotidiana.

Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo
L'anno 1848 finirà presto. Le foglie degli aceri sono morte, e il vento che le spazza via odora già di neve. Ho settantotto anni, che sono una bella età anche in questo secolo di progresso, e credo che anch'io finirò presto. Può darsi che l'elettricità, il vapore e la strada ferrata permettano un giorno agli uomini di vivere più a lungo, ma mi sembra più probabile il contrario, nonostante le chiacchiere dei giornalisti; ad ogni modo, io non lo saprò mai. La gotta ha preso possesso del mio piede sinistro, e sta scavandosi la via verso l'alto, sicché un giorno o l'altro arriverà a bussare al cuore; non lo rimpiango, perché penso a tutto il roast-beef che ho mangiato, a tutto il Bordeaux che ho bevuto, e credo che ne sia valsa la pena, ma non posso nascondermi che sarò fortunato se arriverò a vedere un altro autunno.

Romanzo russo
Quando si atterra a Mosca col buio, mentre l'aeroplano vira lentamente sulla città in attesa che trasmettano il segnale di via libera, è facile che l'occhio incontri dal finestrino il grattacielo dell'Università, sui Monti dei Passeri. Le luci sono accese dietro innumerevoli finestre, fioche, è vero, ma nella notte brillano; e sulla guglia più alta brucia ancora la stella rossa, come una volta. Per adesso il grattacielo sta lì può anche darsi che un giorno lo facciano saltare con la dinamite, e al suo posto scavino, chissà, una piscina, ma non mi pare che se ne sia ancora parlato seriamente, e del resto sarebbe un peccato.

L'ultimo rosa di Lautrec
Il nano procedeva cautamente, puntando davanti a sé il bastone da passeggio, come se sperasse di tenere a distanza l'acciottolato. Ci voleva poco per inciamparci, del resto: la ripida stradina di periferia scendeva a precipizio verso la place Blanche, e alzando gli occhi da terra ci si smarriva subito nel candore ovattato d'un cielo invernale, striato dal fumo dei camini. Poco sicuro delle proprie gambe, il nano cercava di tenersi accostato alle case, ma senza sfiorarle, per non sporcarsi; perché erano assai sudicie.


Muriel Barbery (1969)

L'élégance du hérisson
- Marx change totalement ma vision du monde, m'a déclaré ce matin le petit Pallières qui ne m'adresse d'ordinaire jamais la parole.
Antoine Pallières, héritier prospère d'une vieille dynastie industrielle, est le fils d'un de mes huit employeurs. Dernière éructation de la grande bourgeoisie d'affaires - laquelle ne se reproduit que par hoquets propres et sans vices -, il rayonnait pourtant de sa découverte et me la narrait par réflexe, sans même songer que je puisse y entendre quelque chose. Que peuvent comprendre les masses laborieuses à l'oeuvre de Marx? La lecture en est ardue, la langue soutenue, la prose subtile, la thèse complexe.
L'eleganza del riccio
"Marx cambia completamente la mia visione del mondo" mi ha dichiarato questa mattina il giovane Pallières che di solito non mi rivolge nemmeno la parola.
Anoine Pallières, prospero erede di un'antica dinastia industriale, è il figlio di uno dei miei otto datori di lavoro. Ultimo ruttino dell'alta borghesia degli affari - la quale si riproduce unicamente per singulti decorosi e senza vizi -, era tuttavia raggiante per la sua scoperta e me la narrava di riflesso, senza sognarsi neppure che io potessi capirci qualcosa. Che cosa possono mai comprendere le masse lavoratrici dell'opera di Marx? La lettura è ardua, la lingua forbita, la prosa raffinata, la tesi complessa.

(Traduzione: Cinzia Poli)

Une gourmandise (Una golosità)
È da re che prendevo possesso della tavola. Eravamo i monarchi, gli astri di qualche ora di banchetto che avrebbe deciso il loro futuro, disegnato l'orizzonte, tragicamente vicino o deliziosamente lontano e radioso, delle loro speranze di cuochi. Entravo in sala come il console entra nell'arena per essere acclamato e ordinavo che la festa iniziasse.
(Traduzione: Roberto Rossi)


Jules-Amédée Barbey d'Aurevilly (1808-1889)

Les diaboliques
Il y a terriblement d'années, je m'en allais chasser le gibier d'eau dans les marais de l'Ouest, - et comme il n'y avait pas alors de chemins de fer dans le pays où il me fallait voyager, je prenais la diligence de *** qui passait à la patte d'oie du château de Rueil et qui, pour le moment, n'avait dans son coupé qu'une seule personne. Cette personne, très remarquable à tous égards, et que je connaissais pour l'avoir beaucoup rencontrée dans le monde, était un homme que je vous demanderai la permission d'appeler le vicomte de Brassard. Précaution probablement inutile! Les quelques centaines de personnes qui se nomment le monde à Paris sont bien capables de mettre ici son nom véritable...
Le diaboliche
Molti, troppi anni fa, me ne andavo a cacciare acquatici nelle paludi dell'Ovest, e non esistendo allora nel paese strada ferrata, al crocevia del castello di Rueil presi la diligenza di ***, che per il momento era occupata da un solo viaggiatore. Questa persona, notevolissima sotto ogni aspetto, la conoscevo per averla spesso incontrata in società ma, se lo permettete, la chiamerò visconte de Brassard. Precauzione probabilmente inutile! Le poche centinaia di persone che a Parigi sono dette "la società" possono benissimo sostituirvi il nome vero.

(Traduzione: Elena Giolitti)


Mara Barbuni (1980)

La rivoluzione segreta
Henry chiuse gli occhi, ma la forsennata sequenza delle luci non smise di abbagliare il suo sguardo interno. Un'acuta emicrania gli era crollata addosso come una frana, e per quanto si schermasse le palpebre abbassate con la mano, le schegge di illuminazione urbana penetravano come lame tra le fessure delle fita, aggravando il dolore fino a renderlo insopportabile. Era da una settimana che Henry Walden tentava invano di svincolarsi dalla catena di pensieri che fracassava nella sua testa; sette giorni di penosa insonnia, e di una inquietudine febbrile diurna così intensa da sfiorare il deliquio nell'ora del crepuscolo.


Alessandro Baricco (1958)

Castelli di rabbia
-Allora, non c'è nessuno qui?...BRATH!...Ma che canchero, sono diventati tutti sordi quaggiù... BRATH!
-Non strillare, ti fa male strillare, Arold.
-Dove diavolo ti eri cacciato... è un'ora che sto qui a...
-Il tuo calesse è a pezzi, Arold, non dovresti andare in giro così...
-Lascia perdere il calesse e prendi 'sta roba piuttosto...
-Cos'è?
-Non lo so cos'è, Brath... che ne so io... è un pacco, un pacco per la signora Rail...
-Per la signora Rail?
-È arrivato ieri sera... Ha l'aria di venire da lontano...
-Un pacco per la signora Rail...

City
- Allora, signor Klauser, deve morire Mami Jane?
- Che vadano tutti a cagare.
- È un sì o un no?
- Lei che ne dice?
Nell'ottobre del 1987, la CRB - casa editrice da ventidue anni delle avventure del mitico Ballon Mac - decise di indire un referendum tra i suoi lettori per stabilire se fosse il caso di far morire Mami Jane. Ballon Mac era un supereroe cieco che di giorno faceva il dentista e di notte combatteva il Male grazie ai poteri molto particolari della sua saliva. Mami Jane era sua madre.

Mr Gwyn
Mentre camminava per Regent's Park - lungo un viale che sempre sceglieva, tra i tanti - Jasper Gwyn ebbe d'un tratto la limpida sensazione che quanto faceva ogni giorno per guadagnarsi da vivere non era più adatto a lui. Già altre volte lo aveva sfiorato quel pensiero, ma mai con simile pulizia e tanto garbo.

Omero, Iliade
Tutto iniziò in un giorno di violenza.
Erano nove anni che gli Achei assediavano Troia: spesso avevano bisogno di viveri o animali o donne, e allora lasciavano l'assedio e andavano a procurarsi quel che volevano saccheggiando le città vicine. Quel giorno toccò a Tebe, la mia città. Ci presero tutto e se lo portarono alle loro navi.

Novecento
Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa... e la vedeva. È una cosa difficile da capire. Voglio dire... Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi... Eppure c'era sempre uno, uno solo, uno che per primo... la vedeva. Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte... magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni... alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare... e la vedeva. Allora si inchiodava, lì dov'era, gli partiva il cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava (piano e lentamente): l'America. Poi rimaneva lì, immobile come se avesse dovuto entrare in una fotografia, con la faccia di uno che l'aveva fatta lui, l'America. La sera, dopo il lavoro, e le domeniche, si era fatto aiutare dal cognato, muratore, brava persona... prima aveva in mente qualcosa in compensato, poi... gli ha preso un po' la mano, ha fatto l'America...

Oceano mare
Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare - il mare - nell'aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord.
La spiaggia. E il mare.
Potrebbe essere la perfezione - immagine per occhi divini - mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità - verità - ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un'inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfezione della spiaggia sterminata. A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero: nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore.

Questa storia
Tiepida la notte di maggio a Parigi, mille novecento tre.
Dalle loro case, centomila parigini lasciarono a metà la notte, scolando in massa verso le stazioni Saint-Lazare e Montparnasse, stazioni ferroviarie.
Alcuni neanche andarono a dormire, altri puntarono la sveglia a un'ora assurda per poi scivolare via dal letto, lavarsi senza far rumore e sbattere nelle cose, cercando la giacca. In alcuni casi erano intere famiglie a venir via, ma per lo più furono singoli individui a intraprendere il viaggio, spesso contro ogni logica o buon senso.

Senza sangue
Nella campagna, la vecchia fattoria di Mato Rujo dimorava cieca, scolpita in nero contro la luce della sera. L'unica macchia nel profilo svuotato della pianura.
I quattro uomini arrivarono su una vecchia Mercedes. La strada era scavata e secca - strada povera di campagna. Dalla fattoria, Manuel Roca li vide.
Si avvicinò alla finestra. Prima vide la colonna di polvere alzarsi sul profilo del mais. Poi sentì il rumore del motore. Nessuno aveva più macchine, da quelle parti. Manuel Roca lo sapeva. Vide la Mercedes spuntare lontano e poi scomparire dietro a un filare di querce. Poi non guardò più.
Tornò verso la tavola e posò la mano sulla testa della figlia. Alzati, le disse. Prese una chiave dalla tasca, la appoggiò sul tavolo e fece un cenno col capo al figlio. Subito, disse il figlio. Erano bambini, due bambini.

Seta
Benché suo padre avesse immaginato per lui un brillante avvenire nell'esercito, Hervé Joncour aveva finito per guadagnarsi da vivere con un mestiere insolito, cui non era estraneo, per singolare ironia, un tratto a tal punto amabile da tradire una vaga intonazione femminile.
Per vivere, Hervé Joncour comprava e vendeva bachi da seta.
Era il 1861. Flaubert stava scrivendo Salammbò, l'illuminazione elettrica era ancora un'ipotesi e Abramo Lincoln, dall'altra parte dell'Oceano, stava combattendo una guerra di cui non avrebbe mai visto la fine.
Hervé Joncour aveva 32 anni.
Comprava e vendeva.
Bachi da seta.


Pat Barker (1943)

Regeneration
A Soldier's Declaration
I am making this statement as an act of wilful defiance of military authority, because I believe the war is being deliberately prolonged by those who have the power to end it.
I am a soldier, convinced that I am acting on behalf of soldiers. I believe that the purposes for which I and my fellow soldiers entered upon this war should have been so clearly stated as to have made it impossible to change them, and that, had this been done, the objects which actuated us would now be attainable by negotiation.
Rigenerazione
Dichiarazione di un soldato
Rendo pubbliche le mie opinioni, come consapevole atto di sfida alle autorità militari, perché penso che la guerra venga volontariamente prolungata da coloro che avrebbero il potere di porle termine.
Sono un soldato, e credo di parlare a nome dei soldati. Ritengo che questa guerra, cominciata come guerra di difesa e liberazione, si sia trasformata in guerra di aggressione e conquista. Credo che i propositi per i quali io e i miei commilitoni ci siamo arruolati avrebbero dovuto essere espressi con chiarezza, in modo che divenisse impossibile modificarli, e che, se ciò fosse stato fatto, gli obiettivi da noi perseguiti apparirebbero ora raggiungibili per via diplomatica.

(Traduzione: Norman Gobetti)

The Silence of the Girls
Great Achilles. Brilliant Achilles, shining Achilles, godlike Achilles...How the epithets pile up. We never called him any of those things; we called him "the butcher."
Swift-footed Achilles. Now there's an interesting one. More than anything else, more than brilliance, more than greatness, his speed defined him. There's a story that he once chased the god Apollo all over the Plains of Troy.
Cornered at last, Apollo is supposed to have said: "You can't kill me, I'm immortal." "Ah, yes," Achilles replied. "But we both know if you weren't immortal, you'd be dead.
Nobody was ever allowed the last word; not even a god.
Il silenzio delle ragazze
Il grande Achille. Il luminoso, splendido Achille; Achille simile a un dio. Montagne di epiteti che le nostre labbra non hanno mai pronunciato. Per noi era solo un macellaio.
Il piè veloce Achille. Ecco, questo sì che è interessante. Più di ogni altra qualità, più dello splendore e della grandezza, era la velocità a definirlo. Si raccontava che una volta avesse inseguito il dio Apollo per le pianure di Troia. Trovandosi infine con le spalle al muro, Apollo gli disse: «Non puoi uccidermi: sono immortale». E Achille: «Oh, certo. Ma sappiamo entrambi che se non lo fossi saresti già morto».
Con lui nessuno poteva avere l'ultima parola: neppure un dio.

(Traduzione: Carla Palmieri)


Julian Barnes (1946)

Arthur & George
A child wants to see. It always begins like this, and it began like this then. A child wanted to see.
He was able to walk, and could reach up to a door handle. He did this with nothing that could be called a purpose, merely the instinctive tourism of infancy. A door was there to be pushed; he walked in, stopped, looked. There was nobody to observe him; he turned and walked away, carefully shutting the door behind him.
Arthur e George
I bambini vogliono vedere. Incomincia sempre così, e cominciò così anche quella volta. Un bambino voleva vedere.
Sapeva camminare, e arrivava già alla maniglia della porta. E lo fece, ma non certo con quello che si potrebbe definire un proposito; fu per sempice istinto turistico infantile. C'era una porta da aprire: lui entrò, si fermò, guardò. Nessuno che lo osservasse; si volse e uscì, facendo ben attenzione a richiudersi la porta alle spalle.

(Traduzione: Susanna Basso e Daniela Fargione)

Love, etc.
Stuart     Hello!
We've met before. Stuart. Stuart Hughes.
Yes, I am sure. Positive. About ten years ago.
It's all right - it happens. You don't have to pretend. But the point is, I remember you. I remember you. I'd hardly forget, would I? A bit over ten years, now I come to think of it.
Well, I've changed. Sure. This is all grey for a start. Can't even call it pepper-and-salt any more, can I?
Oh, and by the way, you've changed too. You probably think you're pretty much the same as you were back then. Believe me, you aren't.
Amore, dieci anni dopo
STUART     Salve!
Noi ci conosciamo. Stuart. Stuart Hughes.
Altroché. Certissimo. Sarà una decina d'anni fa.
Non fa niente - succede. Non occorre fingere. Il punto è che io di te mi ricordo. I remember you. Come potrei dimenticare, giusto? Forse un po' più di dieci anni, ora che ci penso.
Be', sono cambiato. Certo. Per cominciare quassù è tutto grigio. Non li si può neanche più definire sale e pepe, dico bene?
Oh, a proposito, sei cambiato anche tu. Magari sei convinto di essere lo stesso di allora. Dammi retta, non è vero.

(Traduzione: Susanna Basso)

The Sense of an Ending (...)
I remember, in no particular order:
- a shiny inner wrist;  - steam rising from a wet sink as a hot frying pan is laughingly tossed into it;
- gouts of sperm circling a plughole, before being sluiced down the full length of a tall house;
- a river rushing nonsensically upstream, its wave and wash lit by half a dozen chasing torchbeams;
- another river, broad and grey, the direction of its flow disguised by a stiff wind exciting its surface;
- bathwater long gone cold behind a locked door.
This last isn't something I actually saw, but what you end up remembering isn't always the same as what you have witnessed.


Robert Barr (1850-1912)

The Absent-Minded Coterie
I well remember the November day when I first heard of the Summertrees case, because there hung over London a fog so thick that two o three times I lost my way, and no cab was to be had at any price. The few cabmen then in the streets were leading their animals slowly along, making for their stables.
La compagnia dei distratti
Ricordo bene quel giorno di novembre quando sentii parlare per la prima volta del caso Summertrees perché Londra era avvolta da una nebbia così fitta che due o tre volte persi la strada, e non era possibile trovare una carrozza a nessun costo. I pochi cocchieri che si trovavano per strada conducevano i loro cavalli a mano, lentamente, verso le scuderie.

(Traduzione: Tracy Lord)


Eaton Stannard Barrett (1786-1820)

The Heroine, or Adventures of a Fair Romance Reader
Attend, gentle and intelligent reader; for I am not the fictitious personage whose memoirs you will peruse in 'The Heroine;' but I am a corporeal being, and an inhabitant of another world.
Know, that the moment a mortal manuscript is written out in a legible hand, and the word End or Finis annexed thereto, whatever characters happen to be sketched in it (whether imaginary, biographical, or historical), acquire the quality of creating and effusing a sentient soul or spirit, which instantly takes flight, and ascends through the regions of air, till it arrives at the MOON; where it is then embodied, and becomes a living creature; the precise counterpart, in mind and person, of its literary prototype.
L'eroina, ovvero: Le avventure di una bella lettrice di romanzi
Attenzione, gentile e intelligente lettore, perché io non sono il personaggio fittizio le cui memorie leggerai ne "L'eroina", ma un essere reale, e un abitante di un altro mondo.
Sappi che nel momento in cui il manoscritto di una persona mortale è vergato da mano leggibile, e vi è aggiunta la parola Fine o Finis, qualsivoglia personaggio vi sia abbozzato (sia esso immaginario, biografico o storico), acquisisce la capacità di creare ed effondere un'anima o uno spirito senziente, che all'istante prende il volo e ascende, attraverso le eteree regioni, fino ad arrivare sulla LUNA, dove poi prende corpo e diventa una creatura vivente; l'esatta controparte, anima e corpo, del suo prototipo letterario.


James Matthew Barrie (1860-1937)

Peter Pan and Wendy
All children, except one, grow up. They soon know that they will grow up, and the way Wendy knew was this. One day when she was two years old she was playing in a garden, and she plucked another flower and ran with it to her mother. I suppose she must have looked rather delightful, for Mrs. Darling put her hand to her heart and cried, "Oh, why can't you remain like this for ever!" This was all that passed between them on the subject, but henceforth Wendy knew that she must grow up. You always know after you are two. Two is the beginning of the end.
Peter Pan
Tutti i bambini, tranne uno, crescono. Lo sanno presto che cresceranno e Wendy lo seppe a questo modo. Un giorno, quando aveva due anni, giocando in un giardino, colse un fiore e lo portò di corsa a sua madre. C'è da pensare che la bimba, in quell'atteggiamento, sembrasse deliziosa poché la signora Darling appoggiò le mani al cuore ed esclamò: "Oh, perché non puoi restare così per sempre?" Questo fu tutto quanto passò tra di loro sull'argomento, ma, da allora, Wendy seppe che sarebbe dovuta crescere. Tutti, dopo i due anni, scopriamo questa verità. I due anni sono il principio della fine.

(Traduzione: Pina Ballario)

Peter Pan in Kensington Gardens
You must see for yourselves that it will be difficult to follow Peter Pan's adventures unless you are familiar with the Kensington Gardens. They are in London, where the King lives, and I used to take David there nearly every day unless he was looking decidedly flushed. No child has ever been in the whole of the Gardens, because it is so soon time to turn back. The reason it is soon time to turn back is that, if you are as small as David, you sleep from twelve to one. If your mother was not so sure that you sleep from twelve to one, you could most likely see the whole of them.
Peter Pan nei giardini di Kensington
Dovete convincervi che vi sarà difficile seguire le avventure di Peter Pan se non conoscete a menadito i Giardini di Kensington, che si trovano a Londra, dove vive il re. Io avevo l'abitudine di portarci David quasi ogni giorno a meno che non fosse proprio febbricitante. Nessun bambino ha mai visto i Giardini per intero perché presto è tempo di tornare indietro. E l'ora di tornare indietro viene presto perché se siete piccoli come David dovete dormire dalle dodici all'una. Se vostra mamma non fosse così decisa a farvi dormire dalle dodici all'una, è probabile che potreste vederli tutti.

(Traduzione: Renato Gorgoni)


Anton Giulio Barrili (1836-1908)

Le confessioni di fra Gualberto
Nessuna cosa ad uno scrittore, dopo il titolo del suo libro, è più bisognevole d'una buona protasi, o cominciamento che dir si voglia. Anche un adagio, prezioso stillato di scienza popolare, ammonisce che "chi ben comincia è a metà dell'opra"; il che per altro non s'intenderà esser vero, se non ammettendo che si possa tirare innanzi a furia di sciocchezze, pur di aver fatto bella comparsa in principio. Facciamoci vivi alle mosse; per tutto il rimanente della via è lecito impoltrire, appisolarsi a cassetta (vedete Orazio che ne concede larga perdonanza ad Omero); l'essenziale sta nello svegliarsi, da bravi cocchieri, in prossimità della posta, e, con alto schioccar di frusta e galoppar di cornipedi, mettere il borgo a romore.

Il tesoro di Golconda
Viadarma, il bègari, andava innanzi a piedi, scalzo, semplicemente vestito del duti tradizionale dei poveri indiani, che è una lunga e larga fascia di stoffa, girata intorno alle reni e ricadente fino al ginocchio. Il viaggiatore, europeo all'aspetto, chiuso in un tutto vestito di pannolano grigio, lo seguiva in carrozza.
Come potessero andar di pari, con mezzi tanto diversi di locomozione, vi sarà facilmente chiarito da due notizie, di poco momento per la storia. La strada era pessima, e la carrozza, che meglio sarebbe di chiamare col suo vero nome di carretta, era tirata, non già da cavalli (che il viaggiatore non ne aveva trovati a Sciolapur) ma da due bianchi zebù, specie di buoi dalle gobbe penzoloni e dalle corna attorcigliate.


Stephanie Barron (1963)

Jane and the Barque of Frailty (...)
Conceive, if you will, of the Theatre Royal, Covent Garden, on an evening such as this: the celebrated Mrs. Siddons being rumoured to appear, after too many months’ absence from the stage; the play Macbeth, with all the hideous power of Shakespeare’s verse and Sarah Siddons’s art; and the Polite World of London brawling in the midst of Bow Street, in an effort to reach its place in the box before the curtain should rise.

Jane and the Genius of the Place
Miss Jane Austen - late of Green Park Buildings, Bath, but presently laying claim to nowhere in particular, given her esteemed father's recent death, and the subsequent upheaval in domestic arrangements - might never be accused of dissipation. Not for Jane the delights of the ton, who may dance until dawn at the most select assemblies, or haunt the private gaming hells where hazard is played so scandalously high. At her time in life - and she is hard on the heels of thirty - there is something a little unseemly in a desire for modish dress, or a taste for fashionable watering-places, or a reckless disregard for social convention.
Jane e lo spirito del Male
Miss Jane Austen, domiciliata in precedenza a Green Park Buildings, Bath, e attualmente senza fissa dimora a causa della recente dipartita del suo stimatissimo padre e del conseguente sconvolgimento della sua vita famigliare, non avrebbe mai potuto essere accusata di dissolutezza. Non contavano per lei le delizie del
ton, poter danzare sino all'alba ai ricevimenti più raffinati o frequentare le bische in cui si scommettevano somme scandalosamente elevate. In quel periodo della sua vita, quasi trentenne, trovava che vi fosse qualcosa di alquanto disdicevole nel desiderare abiti eleganti, frequentare località balneari alla moda, o trascurare le convenzioni sociali.
(Traduzione: Alessandro Zabini)

Jane and the Ghosts of Netley
There are few prospects so replete with romantic possibility - so entirely suited to a soul trembling in morbid awe - as the ruins on an English abbey. Picture, if you will, the tumbled stone where once a tonsured friar muttered matins; the echoing coruscation of the cloister, now opened to the sky; the soaring architraves of Gothick stone that oppress one's soul as with the weight of tombs. Vanished incense curling at the nostril - the haunting memory of chanted prayer, sonorous and unintelligible to an ear untrained in Latin - the ghostly tolling of a bell whose clapper is muted now forever!
Jane e i fantasmi di Netley
Esistevano pochi panorami tanto colmi di possibilità romantiche, tanto adatti a un'anima fremente di morboso timore reverenziale, quanto le rovine di un'abbazia inglese. Immaginate, se lo desiderate, i cumuli di pietre dove un tempo un frate in tonsura mormorava i mattutini; i riverberi fulgidi del chiostro, ormai aperto al cielo; gli alti archi gotici che opprimevano l'anima con il peso della tomba; l'incenso svanito che si arricciava intorno alle narici; il ricordo ossessivo delle preghiere, altisonanti e inintelligibili alle orecchie non educate al Latino; i rintocchi spettrali di una campana il cui battaglio era ammutolito per sempre!

(Traduzione: Alessandro Zabini)

Jane and His Lordship's Legacy
I came into my kingdom today at half-past two – or so much of one as shall ever be granted me on this earth. Four square brick walls, half a dozen chimneys, a simple doorway fronting on the London to Gosport road and a clutch of outbuildings behind: such is Chawton Cottage.
"Lord, Jane," my mother breathed as she surveyed the unadorned façade of her future abode from the vantage of our hired pony trap, "I should not call it charming, to be sure – but beggars cannot be choosers, you know, and we must admit ourselves infinitely obliged to your excellent brother. Observe, a new cesspit has been dug, and the privy painted! I declare, is nothing forgot that might contribute to our comfort?"
Jane e l'eredità di Sua Signoria
Alle due e mezzo, giunsi nel mio regno, o almeno quanto di più prossimo a un regno mi sarà mai concesso di possedere su questa terra: quattro pareti in mattoni, sei camini, una semplice porta che si apre sulla strada tra Londra e Gosposrt, e alcune dipendenze. Ecco il nostro cottage a Chawton.
"Mio Dio, Jane", sospirò mia madre nell'osservare dal calessino a noleggio la facciata disadorna della nostra futura dimora. "Di sicuro non la definirei una casa
incantevole! D'altronde, o mangi questa minestra o salti questa finestra, e dobbiamo essere infinitamente grate al tuo eccellente fratello. Guarda! È stato scavato un nuovo pozzo nero e la latrina è stata imbiancata! Non è stata dunque dimenticata nessuna delle comodità che ci potevano essere offerte?"
(Traduzione: Alessandro Zabini)

Jane and the Man of the Cloth
It is a truth universally acknowledged, that the expectation of pleasure is generally preferred to its eventual attainment - the attainment being marred, at its close, by the resumption of quotidian routine made onerous by the very diversions so lately enjoyed. But as I gaze upon the tortured aspect of my dearest sister, her head bound round in a makeshift bandage, her pallor extreme, and her features overlaid with suffering, I must declare all such nice distinctions the indulgence of a frivolous mind. For how much more melancholy still, to fiond pleasure usurped entirely by the advent of disaster!
Jane e il mistero del Reverendo
È una verità universalmente riconosciuta che un'aspettativa piacevole è di solito preferita alla sua eventuale realizzazione, poiché a tale realizzazione segue inevitabilmente il ripristino delle abitudini quotidiane, rese ancora più gravose dai diversivi medesimi di cui si è beneficiato di recente. Tuttavia, mentre osservo la mia più cara sorella, con la testa avvolta in una benda improvvisata e il volto pallidissimo, velato dal tormento, sono costretta ad affermare che tali squisite distinzioni non sono altro se non i compiacimenti di una mente frivola. È di gran lunga più malinconico, infatti, scoprire che l'avvento del disastro usurpa il piacere!

(Traduzione: Alessandro Zabini)

Jane and the Prisoner of Wool House
Had I suffered the misfortune to be born a man, I should have torn myself early from the affections of my family and all the comforts of home, and thrown my fate upon the mercy of the seas.
That fresh salt slap, as bracing as a blow; the bucking surge of wave upon wave, a riderless herd never to be bribed or charmed into complaisance; the endless stretch curbed by no horizon, that must unfold an infinite array of wonders, before the eyes - exotic climes, benighted peoples, lost cities set like rubies among the desert chasms - oh, to sail the seas as my brothers have done before me!
Jane e il prigioniero di Wool House
Se avessi avuto la sfortuna di nascere uomo, mi sarai strappata preso agli affetti della mia famiglia e a tutte le comodità di casa per affidare il mio destino alla misericordia dei mari.
Il fresco schiaffo del vento salato, violento come una percossa; il sussultante susseguirsi delle onde, mandria senza governo che non può mai essere ammansita né attraverso l'inganno né attraverso la seduzione; l'infinita distesa priva di orizzonte che dispiega allo sguardo un infinito assortimento di prodigi: climi esotici, popoli primitivi, città perdute incastonate come rubini tra gli abissi deserti... Oh, navigare sul mare come hanno fatto prima di me i miei fratelli!

(Traduzione: Alessandro Zabini)

Jane and the Stillroom Maid
Mr. Edward Cooper - Rector of Hamstall Ridwarem Staffordshire, Fellow of All Souls, devoted supplicant before his noble patron, Sir George Mumps, and my first cousin - is possessed of a taste of hymn. He sings without the slightest encouragement or provocation, in a key entirely of his own choosing. Were he content to sing alone, in a subdued undertone befitting one of his dignity and station, all might be well. But Mr. Cooper has achieved a modest sort of fame as the composer of sacred music; and like the ardent shepherd of many a flock, must needs have company in his rejoicing.
Jane e l'arcano di Penfolds Hall
Mr. Edward Cooper, rettore di Hamstall Ridware, Staffordshire, e membro dell'All Souls College di Oxford, nonché devoto supplice del suo nobile patrono, Sir George Mumps, e mio cugino di primo grado, era appassionato di inni e ne cantava senza il minimo incoraggiamento o pretesto, in tonalità di sua scelta esclusiva. Sarebbe stato perfetto se si fosse accontentato di farlo in solitudine e sottovoce, come sarebbe convenuto alla sua dignità e condizione, Purtroppo, aveva conseguito una modesta fama quale compositore di musica sacra e, come fervido pastore di molte greggi, sentiva la necessità di condividere la propria esultanza.

(Traduzione: Alessandro Zabini)

Jane and the Unpleasantness at Scargrave Manor
"What do you make of it, Jane?" the Countess of Scargrave asked. Her fingers gripped my elbow painfully.
I gazed at the recumbent form of her husband with dismay. Frederick, Lord Scargrave, was decidedly unwell - so unwell that I had been called to his bedside an hour before dawn, an indiscretion the Earl would never have allowed while possessed of his sense. I pulled the collar of my dressing gown about my neck and placed my free hand over the Countess's.
"I believe thet your husband is dying, Isobel," I told her.
Jane e la disgrazia di Lady Scargrave
"Che ne pensi, Jane" chiese la Contessa di Scargrave, afferrandomi per un braccio con una stretta dolorosa.
Allora fissai con sgomento il corpo immobile di suo marito, Frederick, Lord Scargrave, evidentemente malato; tanto malato che ero stata chiamata al suo capezzale un'ora prima dell'alba, con un'indiscrezione che il conte non avrebbe mai tollerato, se fosse stato in pieno possesso delle sue facoltà. Chiudendomi il colletto della vestaglia, posai l'altra mano su quella della contessa. "Credo che tuo marito stia morendo, Isobel", risposi.

(Traduzione: Alessandro Zabini)

Jane and the Wandering Eye
A rout-party, when depicted by a pen more accomplished than my own, is invariably a stupid affair of some two or three hundred souls pressed elbow-to-elbow in the drawing-rooms of the great. Such an efflorescence of powder shaken from noble wigs! Such a crush of silk! And what general heartiness of laughter and exclamation – so that the gentler tones of one’s more subdued companions must be raised to a persistent roar, rendering most of the party voiceless by dawn, with only the insipid delights of indifferent negus and faltering meat pasties as recompense for all one’s trials.
Jane e il segreto del Medaglione
Una festa del bel mondo, se descritta da una penna più abile della mia, è invariabilmente lo stupido raduno di due o trecento anime accalcate in un aristocratico salotto. Quale fioritura di cipria caduta da nobili parrucche! Quale frusciar di sete! E quale impeto di risa e di esclamazioni, tanto da costringere i più sommessi conversatori a innalzare il loro tono più gentile sino a un ruggito persistente e tanto da privare della voce quasi tutti i presenti prima dell’alba, offrendo come unica ricompensa agli sforzi di ciascuno le insipide delizie di un negus scadente e di un pasticcio di carne tremolante

(Traduzione: Alessandro Zabini)


Brunonia Barry (1950)

The Fifth Petal
Isn't it a little late for praying? Tom Dayle thought but did not say. The child sat on a gurney just behind the privacy curtain in one of Salem Hospital's ER stalls, clutching what, to his lapsed Catholic eyes, appeared to be rosary beads.
It was an odd picture: a young girl, not more than five or six, prayer beads dangling from clenched and whitened fingers that were holding on to the crucifix part of the rosary so hard it drew blood, trails of dried reddish brown branching down her forearms and into the cracks between her fingers. Meanlooking scratches covered the child's arms and legs. If you could ignore the blood, she looked like one of Botticelli's angels: dark curls cascading down her back, alabaster skin not yet marred by tanning beds or summer sun.
La narratrice sconosciuta
“Non è un po' tardi per pregare?” pensò Tom Dayle, ma non lo disse. La bambina era seduta su una barella, nel box di uno dei reparti del pronto soccorso del Salem Hospital, e stringeva convulsamente quello che ai suoi occhi di cattolico non praticante sembravano i grani di un rosario.
Era uno strano quadretto: una bimba di non più di cinque o sei anni, con la corona del rosario penzolante dalle dita serrate ed esangui che stringevano il crocefisso con tanta forza da far sanguinare la mano, mentre strisce di sangue rappreso, di un marrone rossastro, si ramificavano lungo l'avambraccio. Gli arti erano coperti di brutti graffi. Se non si teneva conto delle ferite, somigliava a uno degli angeli di Raffaello: riccioli scuri che ricadevano sulla schiena, la pelle d'alabastro non ancora sciupata dai lettini abbronzanti o dal sole d'estate.

(Traduzione: Elisabetta Valdrè)


Catherine Barry (1963)

The House That Jack Built
I lost my virginity on 31 December 1978. I lost my knickers too. When I stepped out of the blue Fiat van, they hula-hooped around my knees, worked their way down my calves and finally crash-landed on the moonlit beach. The whole ordeal had taken exactly three minutes. I, Jacqueline Joyce, of Clontarf, Dublin, had waited fifteen years for this momentous occasion, and I had been saving myself for the right man. My accomplice in crime was my brother's friend Matt. As he was one year older than me, I expected him to be fully experienced in the art of love-making. Wrong.
Mai più sola
Il 31 dicembre del 1978 persi la verginità. Persi anche le mutande. Quando misi i piedi giù dal furgoncino Fiat blu, come un hula hoop rotolarono fino alle ginocchia e continuarono imperterrite lungo i polpacci atterrando di schianto sulla spiaggia illuminata dal chiaro di luna. Quella tragica esperienza si era svolta nel giro di tre minuti esatti. Io, Jacqueline Joyce, di Clontarf, sobborgo di Dublino, avevo atteso la memorabile occasione per quindici anni, durante i quali mi ero mantenuta intatta per l'uomo giusto. Il mio compagno di sventura era Matt, un amico di mio fratello. Dato che aveva un anno più di me, lo credevo esperto nell'arte di fare l'amore.
Errato.
(Traduzione: Daniela Pizzagalli)


Sebastian Barry (1955)

The Secret Scripture
Roseanne's Testimony of Herself
(Patient, Roscommon Regional Mental Hospital, 1957.)
The world begins anew with every birth, my father used to say. He forgot to say, with every death it ends. Or did not think he needed to. Because for a goodly part of his life he worked in a graveyard.
That place where I was born was a cold town. Even the mountains stood away. They were not sure, no more than me, of that dark spot, those same mountains.
There was a black river that flowed through the town, and if it had no grace for mortal beings, it did not for swans, and many swans resorted there, and even rode the river like some kind of plunging animals, in floods.
Il segreto
Testimonianza autobiografica di Roseanne
(Paziente dell'Ospedale psichiatrico di Roscommon dal 1957)
Mio padre era solito dire che il mondo ricomincia da capo a ogni nascita. Si dimenticò di dire che finisce a ogni morte. Oppure pensò che non ce ne fosse bisogno. Visto che per buona parte della sua vita lavorò in un cimitero.
Il posto in cui sono nata era una fredda cittadina. Persino le montagne se ne stavano alla larga, non si fidavano, non più di me, di quel posto oscuro.
Un fiume nero la attraversava, e se per gli esseri umani era privo di bellezza, non era così per i cigni, che lo popolavano numerosi, tuffandosi a frotte nelle sue acque.

(Traduzione: Licia Vighi)


John Barth (1930-2024)

The Floating Opera
To someone like myself, whose literary activities have been confined since 1930 mainly to legal briefs and Inquiry-writing, the hardest thing about the task at hand - viz, the explanation of a day in 1937 when I changed my mind - is getting into it. I've never tried my hand at this sort of thing before, but I know enough about myself to realize that once the ice is broken the pages will flow all too easily, for I'm not naturally a reticent fellow, and the problem then be to stick to the story and finally to shut myself up. I've no doubts on that score: I can predict myself correctly almost every time, because opinion here in Cambridge to the contrary, my behavior is actually quite consistent.
L'opera galleggiante
Per uno come me, le cui attività letterarie dal 1920 in poi si sono limitate alla stesura di documenti giudiziari e alla raccolta di materiale per l'
Indagine, la parte più difficile dell'impresa imminente - ossia il resoconto di un giorno del 1937 in cui cambiai idea - è proprio cominciarla. Mai ho tentato nulla di simile ma mi conosco abbastanza per sapere che, rotto il ghiaccio, tutto diventerà facile, anche troppo, giacché di natura sono un tipo espansivo, e anzi il problema sarà quello di non perdere il filo della storia, e di sapermi azzittire alla fine. Non ho dubbi al riguardo: riesco quasi sempre a prevedere con esattezza il mio comportamento, perché, nonostante qui a Cambridge l'opinione comune sostenga il contrario, sono di fatto una persona molto coerente.
(Traduzione: Henry Furst e Martina Testa)


Donald Barthelme (1933-1989)

Come Back, Dr. Caligari (Ritorna, dottor Caligari)
Florence Green ha ottantun anni
A cena con Florence Green. La vecchia è su di giri stasera:
Voglio andare in qualche altro paese, annuncia. Tutti si domandano che vuol dire. Ma Florence non dice altro: nessuna spiegazione, nessun particolare, dopo aver lanciato uno sguardo soddisfatto attorno alla tavola, bum! si addormenta di nuovo. La ragazza alla destra di Florence è nuova qui e non capisce. Le rivolgo uno sguardo accattivante (uno sguardo che dice: "Non preoccupatevi, vi spiegherò tutto più tardi nell'intimità del mio appartamento, Kathleen"). Nelle profondità del quarto fiume del mondo per lunghezza, l'Ob, in Siberia, 5120 chilometri, crescono le lenticchie.
(Traduzione: Claudio Gorlier)


Daniello Bartoli (1608-1685)

L'uomo di lettere difeso ed emendato
Le calunnie degl'Ignoranti, e i vizj de' Letterati, questi sono i due nodi, che fanno eclissi alla gloria delle Lettere, e tolgono il suo splendore a questo unico Sole del Mondo. Gl'Ignoranti odian le Lettere, e non le posson vedere; e perché non le posson vedere, per questo le odiano: ché se le Nottole avessero occhi con che mirar fiso nel Sole, Nottole non sarebbon, ma Aquile. Gli altri, male adoperando le Lettere, sì come certe Stelle malefiche usan la luce per veicolo di mortali influenze, rendono odiosa al Mondo la più bella e la più innocente cosa del Mondo. Così alle Lettere la loro integrità non giova per renderle amabili; mentre l¹altrui giudicio, senza giudicio, le fa ree; e le altrui colpe, a chi non ha buon'occhio, colpevoli le persuadono.


Fabio Bartolomei (1967)

La banda degli invisibili
I pomeriggi in poltrona, le interminabili partite a carte e le crociate contro i vicini di casa rumorosi non hanno nulla a che vedere con i capelli bianchi, le dentiere e i femori in titanio. Mi rifiuto di considerarli tutti e senza distinzioni sintomi della vecchiaia. Per come la vedo io, decadimento fisico e degrado mentale richiedono approcci diametralmente opposti: dignitosa accettazione il primo, fiera opposizione il secondo.


Giovambattista Basile (1575-1632)

Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de li peccerille
Fu proverbeio de chille stascionato, de la maglia antica, che chi cerca chello che non deve trova chello che non vole e chiara cosa è che la scigna pe cauzare stivale restaie 'ncappata pe lo pede, come soccesse a na schiava pezzente, che non avenno portato maie scarpe a li piede voze portare corona 'n capo. Ma, perché tutto lo stuorto ne porta la mola e una vene che sconta tutte, all'utemo, avennose pe mala strata osorpato chello che toccava ad autro, 'ncappaie a la rota de li cauce e quanto se n'era chiù sagliuta 'mperecuoccolo tanto fu maggiore la vrociolata, de la manera che secota.
Il racconto dei racconti ovvero il passatempo per i più piccoli
C'era un proverbio di quelli stagionati, di vecchio conio, che diceva:
chi cerca quello che non deve trova quello che non vuole e inevitabilmente la scimmia che vuole infilarsi gli stivali rimane presa per il piede, come capitò a una stracciona di schiava che non aveva portato mai scarpe ai piedi e voleva portare una corona in testa. Ma, poiché la mola raschia via tutte le asperità e ne capita una che le fa pagare tutte, alla fine, per avere preso con l'inganno quello che toccava ad altri, finì in mezzo alla ruota dei calci e quanto più era salita in alto tanto maggiore fu la sua caduta, nel modo che segue.
(Traduzione: Michele Rak)


Giorgio Bassani (1916-2000)

Cinque storie ferraresi
LIDA MANTOVANI
Finché visse, Lida Mantovani ricordò sempre il breve periodo di tempo che aveva preceduto il parto. Ogni volta che ci ripensava, si commuoveva. Eppure, quei giorni non erano certo stati densi di avvenimenti e di sensazioni. Era vissuta per un mese distesa in un letto, in fondo a un corridoio. Da una finestra che dava nel giardino della Maternità, i suoi occhi si posavano sulle foglie lustre di una grande magnolia. Era aprile: ma faceva già caldo, e la finestra restava aperta tutto il giorno. Poi, verso la fine, aveva perduto interesse anche per le foglie nere, come unte, della magnolia. I dolori la assalirono con molto ritardo; non capiva né sentiva più in modo normale.

Il romanzo di Ferrara: Dentro le mura
Riandando agli anni lontani della giovinezza, sempre, finché visse, Lida Mantovani ricordò con emozione l'evento del parto, e, in ispecie, i giorni che l'avevano immediatamente preceduto. Ogni qualvolta ci ripensava, si commuoveva.
Per oltre un mese era vissuta stesa su un letto, in fondo a un corridoio, e per tutto quel tempo non aveva fatto altro che fissare attraverso la finestra di contro, in genere spalancata, le foglie della grande magnolia secolare che sorgeva giusto nel mezzo del giardino sottostante. Poi, verso la fine, tre o quattro giorni prima che le cominciassero i dolori, d'un tratto aveva perduto interesse anche per le foglie nere e lustre, come unte, della magnolia.

Il romanzo di Ferrara: Gli occhiali d'oro
Il tempo ha cominciato a diradarli, eppure non si può ancora dire che siano pochi, a Ferrara, quelli che ricordano il dottor Fadigati (Athos Fadigati, sicuro - rievocano -, l'otorinolaringoiatra che aveva studio e casa in via Gorgadello, a due passi da piazza delle Erbe, e che è finito così male, poveruomo, così tragicamente, proprio lui che da giovane, quando venne a stabilirsi nella nostra città dalla nativa Venezia, era parso destinato alla più regolare, più tranquilla, e per ciò stesso più invidiabile delle carriere...).

Il romanzo di Ferrara: Il giardino dei Finzi-Contini
Da molti anni desideravo scrivere dei Finzi-Contini - di Micòl e di Alberto, del professor Ermanno e della signora Olga -, e di quanti altri abitavano o come me frequentavano la casa di corso Ercole I d'Este, a Ferrara, poco prima che scoppiasse l'ultima guerra. Ma l'impulso, la spinta a farlo veramente, li ebbi soltanto un anno fa, una domenica d'aprile del 1957.
Fu durante una delle solite gite di fine settimana. Distribuiti in una decina d'amici su due automobili, ci eravamo avviati lungo l'Aurelia subito dopo pranzo, senza una meta precisa.

Il romanzo di Ferrara: Dietro la porta
Sono stato molte volte infelice, nella mia vita, da bambino, da ragazzo, da giovane, da uomo fatto; molte volte, se ci ripenso, ho toccato quello che si dice il fondo della disperazione. Ricordo tuttavia pochi periodi più neri, per me, dei mesi di scuola fra l'ottobre del 1929 e il giugno del '30, quando facevo la prima liceo. Gli anni trascorsi da allora non sono in fondo serviti a niente: non sono riusciti a medicare un dolore che è rimasto là come una ferita segreta, sanguinante in segreto. Guarirne? Liberarmene? Non so se sarà mai possibile.

Il romanzo di Ferrara: L'airone
Non subito, ma risalendo con una certa fatica dal pozzo senza fondo dell'incoscienza, Edgardo Limentani sporse il braccio destro in direzione del comodino. La piccola sveglia da viaggio che Nives, sua moglie, gli aveva regalato tre anni fa a Basilea in occasione del suo quarantaduesimo compleanno, continuava, nel buio, a emettere a brevi intervalli il suo suono acuto e insistente, anche se discreto. Bisognava farla tacere. Limentani ritirò il braccio, aprì gli occhi, e si volse, gravando col fianco sul gomito e allungando il braccio sinistro.

Il romanzo di Ferrara: L'odore del fieno
Molti e molti anni fa, quando ero un ragazzo, viveva a Ferrara una signorina ebrea non brutta, né povera, né sciocca, né matura - non specialmente appetibile, se vogliamo, però neanche da buttar via -, alla quale, per strano che ciò possa sembrare, la famiglia non era ancora riuscita a trovare un marito. Strano? Ebbene sì, strano. Nell'ambito della nostra Comunità, la cosa presentava a quell'epoca tutti i caratteri dell'eccezione.


Annagrazia Bassi (1939)

Mayflowers
Una mattina bianca. Immersi in una nebbia leggera che avvolgeva il mare, il cielo e noi, eravamo i passeggeri di un veliero che da più di novanta giorni navigava verso l’altra sponda dell’Atlantico. Batteva la bandiera di Sua Maestà Giacomo I sovrano d’Inghilterra e di Scozia. Era stato acquistato da un gruppo di mercanti di Southampton e restaurato alla meglio in pochi mesi.
Qualcuno aveva proposto di chiamarlo Sunflower, in onore del santo veliero di separatisti da pochi mesi partito per la stessa rotta, ma i viaggi della speranza erano tanti in quegli anni: non un solo Mayflower, ma un gran numero di Mayflowers avrebbero attraversato l’oceano, e noi eravamo uno di quelli.


Remo Bassini (1956)

Bastardo posto
Sotto i portici, di notte passate le tre, il manichino nudo e senza sesso del negozio d'abbigliamento non si vergogna, come succede di giorno, se qualcuno, per caso, si ferma e lo guarda.
È una notte di marzo. Sta diluviando.
In questo momento Paolo Limara, fissando la vetrina col manichino nudo, ha appena incrociato i suoi occhi. Non l'ha fatto apposta, non avrebbe voluto, eppure è successo. Fissando le palpebre di plastica, socchiuse e spente del manichino, è successo che Limara ha visto i suoi, di occhi, persi come due monete nel, bersagliato dalla pioggia e che, proprio adesso, è stato scosso violentemente da un'auto in corsa.
Non vuole guardare, Limara, né il tombino traballante né la strada riflessa sul vetro. Preferisce star lì impalato, davanti al manichino senza sesso del negozio, che è chiuso da quattro anni, con l'insegna spenta.

La notte del santo
L'uomo si alza a fatica dalla poltrona, le gambe malferme sembrano cedere, invece, trascinando i piedi, muove qualche passo verso la finestra, scosta la tendina, guarda le poche case ancora illuminate, controlla l'orologio. Ha fissato il niente per ore, senza accorgersi che era sopraggiunta la notte. Finalmente. Perché la notte porta il silenzio e il silenzio può portare le voci.
Torna a sedersi sulla poltrona color cremisi. Nella stanza semibuia arriva un po' di luce fioca dai lampioni. C'è afa stanotte a Torino, eppure la finestra è chiusa. L'uomo — dalle movenze sembra un vecchio, e invece ha poco più di cinquant'anni — sta sudando, ma sembra non curarsi del caldo. Ha i calzoni grigi un po' spiegazzati, una camicia bianca con le maniche lunghe tutta abbottonata, fin sotto il pomo d'Adamo; i polsini no, almeno quelli sono slacciati. Sta bevendo whisky a garganella, neanche fosse gazzosa, e sta fumando incessantemente; di tanto in tanto tossisce.

Vicolo del precipizio
La tazza è quella del latte, dei biscotti e della voce spazientita della mamma: «Sbrigati, Tiziano, sei sempre l'ultimo, guarda che chiudono la scuola».
Sta sorseggiando il suo caffè forte e amaro, è in piedi, è sul terrazzino. Quando avrà finito di bere, porterà la tazza in cucina, la laverà, la asciugherà con cura, quindi si metterà a scrivere, fino all'alba, fino allo sfinimento. La tazza è sorretta con la sinistra; la destra è sotto, per precauzione, metti che caschi. Non è un gesto di sempre: è di stasera. Stasera, per la prima volta ha pensato che questa vecchia tazza bianca con il manico nero lo ha seguito, sempre. Dovrebbe essere nata prima di lui, dalle mani di un cocciaio.


Jean-François de Bastide (1724-1798)

La petite maison (La petite maison)
Mélite intratteneva rapporti scherzosamente amichevoli con gli uomini, e solamente le persone di animo retto e i suoi amici più intimi non l'accusavano di condurre vita galante. Il suo modo di fare, le sue battute di spirito, le sue maniere disinvolte davano adito a questo pregiudizio. Il Marchese di Trémicour aveva deciso di sedurla e si era vantato di riuscire con facilità in tale impresa. Costui poteva pretendere più di altri dal capriccio delle donne. Era magnifico, generoso, dotato di spirito e di buon gusto, pochi uomini avrebbero potuto vantarsi a giusto titolo di uguagliarlo in tante doti gradevoli. Tuttavia, nonostante tutte queste qualità, Mélite resisteva, ed egli non si capacitava di tanta bizzarria.
(Traduzione: Barbara Briganti)


Brian Bates (1944)

The Way of Wyrd
"Waste-dweller, why do you spin yor spell?"
The sorcerer's voice rasped from gaping fangs as he crouched over the sick woman like a giant Wolfman. He looked awesome, wrapped in an enormous gray wolf-skin, the wolf-head resting on top of his own so that he towered at least seven feet tall.
The Spirit House was crowed with the entire population of the settlement, including children and even babes-in-arms, but no one moved or made a sound.. people sat still as carved icons, fire-shadows dancing on faces crammed three deep around the walls. Inside the Spirit Circle bounded by ropes suspended from stakes pounded into the earth floor, only I sat next to the sorcerer, drymouthed, gripped by the imminent presence of the pagan powers of darkness.
La via del Wyrd
"Abitatore delle terre aride, perché tessi il tuo incantesimo?"
La voce dello stregone, travestito da gigantesco uomo-lupo, usciva stridente dalle zanne spalancate, mentre si chinava sopra la donna malata. Aveva un aspetto terrificante, avvolto com'era in un'enorme pelle di lupo grigio, con la testa della belva appoggiata sopra la sua così da superare almeno i due metri di altezza.
La Casa degli Spiriti era affollata da tutta la popolazione del villaggio, compresi i bambini e persino i lattanti, ma nessuno si muoveva o faceva rumore. Sedevano immobili come icone scolpite, stipati su tre file lungo le pareti, e le ombre proiettate dal fuoco danzavano sui loro volti. Dentro il Cerchio degli Spiriti, delimitato da funi appese a pali conficcati nel pavimento di terra, io soltanto sedevo vicino allo stregone, con la bocca secca, in preda alla presenza incombente dei poteri pagani delle tenebre.

(Traduzione: Brunello Lotti)


Fabrizio Battistelli (1948)

Il candidato perfetto. Consigli a un figlio che vuol fare carriera in politica
1° settembre

Caro Enrico,
sono le otto di sera. Le giornate si sono accorciate e ormai è buio. Non c'è nessuno; anche Brasini, che è sempre l'ultimo a lasciare lo studio, è andato via. Giocherello con la posta elettronica; questa storia della e-mail - l'Emilio, come lo chiamano gli spagnoli - ha finito per catturare anche me. Tengo nascosta questa piccola debolezza e, quando non mi vede nessuno, scrivo agli amici.
Oggi ho deciso di scrivere a te, spinto da un improvviso moto di passione civile.

Il Conclave
In un chiaro mattino del novembre 1739 Riziero si presentò al portone di Sant'Anna. Il portiere era avvertito della sua visita: chiamò un valletto assonnato che lo scortò per i solenni meandri del Palazzo Apostolico.
L'ufficio di suo fratello Oliviero era al terzo piano sul lato di Piazza San Pietro. Vi si accedeva da un interminabile corridoio che, a quell'ora, appariva deserto e avvolto nella penombra, interrotta a intervalli regolari dalle cavità luminose delle stanze. Una lunga guida rossa felpava i loro passi. La porta di monsignor Pietracuta era socchiusa: il valletto bussò e annunciò Riziero.


Charles Baudelaire (1821-1867)

Amœnitates belgicæ
Venus Belga
(Montagne de la Cour)

Ces mollets sur ces pieds montés,
Qui vont sous ces cottes peu blanches,
Ressemblent à des troncs plantés
Dans des planches.

Les seins des moindres femmelettes,
Ici, pèsent plusieurs quintaux,
Et leurs membres sont des poteaux
Qui donnent le goût des squelettes.

Il ne me suffit pas qu'un sein soit gros et doux;
Il le faut un peu ferme, ou je tourne casaque.
Car, sacré nom de Dieu! je ne suis pas Cosaque
Pour me soûler avec du suif et du saindoux.

Amœnitates belgicæ
Venus Belga
(Montagna della Corte)

Guarda quei polpacci montati su quei piedi
Che vanno sotto gonne poco pulite,
Sembrano tronchi ficcati
Sopra tavole!

I seni delle più piccole connette
Qui, poi, pesano quintali,
E le loro membra sono travi
Che danno il piacere degli scheletri.

Non mi basta che sia grosso e dolce un seno,
occorre sia un po' sodo, sennò cambio casacca!
Perché, per Dio! mica sono un Cosacco
Che si rimpinza di strutto e di sego!

(Traduzione: Claudio Rendina)

La Fanfarlo
Samuel Cramer, qui signa autrefois du nom de Manuela de Monteverde quelques folies romantiques, - dans le bon temps du romantisme, - est le produit contradictoire d'un blêmeAllemand et d'un brune Chillienne. Ajoutez à cette double origine une éducation française et une civilisation littéraire, vous serez moins surpris, - sinon satisfait et édifié, - des complications bizarres de ce caractére. - Samuel a le front pur et noble, les jeux brilliants comme des gouttes de café, le nez taquin et railleur, les lévres impudentes et sensuelles, le menton carré et despote, la chevelure prétentieusement raphaélesque.
La Fanfarlo
Samuel Cramer, che ha pubblicato con lo pseudonimo di Manuela de Monteverde alcune stravaganti romanticherie (ai bei tempi del romanticismo!), è il contraddittorio prodotto di un pallido tedesco e di una bruna cilena. Se a questa doppia origine aggiungete un'educazione francese ed una cultura letteraria, sarete meno sospresi, se non soddisfatti o edificati, delle bizzarre complicazioni del suo carattere. Samuel ha una fronte pura e nobile, occhi lucenti come gocce di caffè, un naso prepotente e beffardo, labbra impudenti e sensuali, un mento quadrato e dispotico, e una capigliatura pretenziosamente raffaellesca.

(Traduzione: Massimo Colesanti)

Les fleurs du mal
AL LETTORE

La sottise, l'erreur, le péché, la lésine,
Occupent nos esprits et travaillent nos corps,
Et nous alimentons nos aimaible s remords,
Comme les mendiants nourrisent leur vermine.

Nos péchés sont têtus, nos repentirs sont lâches;
Nous nous faisons payer grassement nos aveux,
Et nous rentrons gaiement dans le chemin bourbeux,
Croyant par de vils pleurs laver toutes nos taches.

I fiori del male
AL LETTORE

La stoltezza, l'errore, il peccato, l'avarizia
Occupano gli spiriti tormentando i corpi
E noi alimentiamo gli amabili rimorsi,
Come i mendicanti nutrono i loro insetti.

Caparbi i peccati, fiacchi i pentimenti;
Ci pagano lautamente le nostre confessioni,
e sul sentiero di fango ritorniamo lieti,
credendo che vili lacrime lavino ogni colpa.

(Traduzione: Claudio Rendina)

Un mangeur d'opium
1. Précautions oratoires

"Ô juste, subtil et puissant opium! Toi qui, au cœur du pauvre comme du riche, pour les blessures qui ne se cicatriseront jamais et pour les angoisses qui induisent l'esprit en rébellion, apportes un baume adoucissante; éloquent opium! toi qui, par ta puissante rhétorique, désarmes les resolutions de la rage, et qui, pour une nuit, rends à l'homme coupable les espérances de sa jeunesse et ses anciennes mains pures de sang; qui, à l'homme orgueilleux, donnes un oubli passager
               Des torts non redresses et des insultes non vengées;

Un mangiatore d'oppio
1. Precauzioni oratorie

"O giusto, raffinato, potente oppio! Tu che al povero come al ricco infondi il balsamo dolce, per ferite che non cicatrizzeranno mai e per angosce che conducono gli animi alla rivolta, oppio parlante! Tu, che con la tua ineccepibile retorica annulli le decisioni della rabbia e che, per una notte, ridai al colpevole le speranze della giovinezza e le mani d'un tempo, purificate dal sangue; tu, che all'uomo orgoglioso concedi un passeggero oblio
               
Dei torti non composti, degli invendicati insulti;
(Traduzione: Paolo Guzzi)

Le spleen de Paris
I - L'ETRANGER
- Qui aimes-tu le mieux, homme énigmatique, dis? Ton père, ta mère, ta soeur, ou ton frère?
- Je n'ai ni père, ni mère, ni soeur, ni frère.
- Tes amis?
- Vous vous servez là d'une parole dont le sens m'est resté jusqu'à ce jour inconnu.
- Ta patrie?
- J'ignore sous quelle latitude elle est située.
- La beauté?
- Je l'aimerais volentieres, déesse et immortelle.
- L'or?
- Je le hais comme vous haissez Dieu.
- Eh! Qu'aimes-tu donc, extraordinaire étranger?
- J'aime les nuages... les nuages qui passent... là-bas... là-bas... les merveilleux nuages!
Lo spleen di Parigi
I - LO STRANIERO
Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più? Tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?
- Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.
- I tuoi amici?
- Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto.
- La patria?
- Non so sotto quale latitudine si trovi.
- La bellezza?
- L'amerei volentieri, ma dea e immortale.
- L'oro?
- Lo odio come voi odiate Dio.
- Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero?
- Amo le nuvole... Le nuvole che passano... laggiù... Le meravigliose nuvole!

(Traduzione: Alfonso Berardinelli)


Lyman Frank Baum (1856-1919)

The Marvelous Land of Oz
In the Country of the Gillikins, which is at the North of the Land of Oz, lived a youth called Tip. There was more to his name that that, for old Mombi often declared that his whole name was Tippetarius; but no one was expected to say such a long word when "Tip" would do just as well.
This boy remembered nothing of his parents, for he had been brought when quite young to be reared by the old woman known as Mombi, whose reputation, I am sorry to say, was none of the best. For the Gillikin people had reason to suspect her of indulging in magical arts, and therefore hesitated to associate with her.
Mombi was not exactly a Witch, because the Good Witch who ruled that part of the Land of Oz had forbidden any other Witch to exist in her dominions. So Tip's guardian, however much she might aspire to working magic, realized it was unlawful to be more than a Sorceress, or at most a Wizardess.
Il meraviglioso Paese di Oz
Nel Paese dei Gillikin, a nord del Paese di Oz, viveva un giovane chiamato Tip. Il suo nome per intero era Tippetarius, come affermava spesso la vecchia Mombi, ma non ci si aspettava che qualcuno pronunciasse un nome così lungo: 'Tip' sarebbe andato altrettanto bene.
Il ragazzo non ricordava niente dei suoi genitori, perché era stato portato in questo paese quando era molto giovane, per essere allevato dalla vecchia conosciuta come Mombi, la cui reputazione, mi spiace dirlo, non era affatto delle migliori. I Gillikin avevano ragione di sospettare che si dedicasse alle arti magiche e quindi non volevano avere niente a che fare con lei.
Mombi non era esattamente una strega, perché la Strega Buona, che governava quella parte del Paese di Oz, aveva proibito a qualunque altra strega di vivere nei suoi domini. Così la tutrice di Tip, nonostante aspirasse a praticare la magia, si rendeva conto che sarebbe stato illegale essere più di una fattucchiera o di una maga.

(Traduzione: Monica Guido)


Hedwig (Vicki) Baum (1888-1960)

Menschen im Hotel (Grand Hotel)
Quando uscì dalla cabina n. 7 il portiere era un po' pallido; cercò il berretto che aveva posato sul termosifone nella stanza dei telefoni.
"Di che si trattava?" chiese il telefonista, seduto al suo pannello di comando, la cuffia alle orecchie e le dita ingombre di spinotti rossi e verdi.
"Mia moglie, l'hanno portata in ospedale, all'improvviso. Non capisco proprio che senso abbia. Lei dice che ci siamo. Ma non è possibile che sia già a quel punto, santo Dio!" disse il portiere.
Il telefonista lo ascoltò soltanto a metà, dato che stava collegando qualcuno. Disse di sfuggita: "Calma, calma e gesso, signor Senf. Vedrà che domattina avrà il suo bambino..."

(Traduzione: Mario Rubino)


Sylvia Beach (1887-1962)

Shakespeare and Company
My father, the Reverend Sylvester Woodbridge Beach, D.D., was a Presbyterian minister who for seventeen years was pastor of the First Presbyterian Church in Princeton, New Jersey.
According to an article in Munsey's Magazine on curious family trees in America, the Woodbridges, Father's maternal ancestors, were clergymen from father to son for some twelve or thirteen generations. My sister Holly, who prefers the truth at all costs, has gone into and, alas, debunked the story. She had reduced the ministers to nine, and we have to be content with that.
Shakespeare and Company
Mio padre, il reverendo Sylvester Woodbridge Beach, dottore in teologia, era un ministro del culto presbiteriano che per diciassette anni fu pastore della prima chiesa presbiteriana di Princeton, nel New Jersey.
A prestar fede a un articolo apparso nel "Munsey's Magazine" sui più curiosi alberi genealogici d'America, i Woodbridge, antenati di papà dal lato materno, si sarebbero tramandati di padre in figlio il ministero sacerdotale per dodici o tredici generazioni. Ma mia sorella Holly, che vuole la verità a qualunque costo, ha preteso di vederci chiaro e, ahimè, ha sfatato la leggenda riducendo il numero a nove; e di tanto dobbiamo accontentarci.

(Traduzione: Elena Spagnol Vaccari)


Aubrey Beardsley (1872-1898)

Under the Hill (Story of Venus and Tannhäuser) (Venere e Tannhäuser)
Il cavaliere Tannhäuser, sceso da cavallo, restò un istante pensieroso sotto l'oscuro arco che portava alla collina misteriosa, vivamente turbato dal timore che il viaggio di un intero giorno avesse troppo crudelmente compromesso la studiata eleganza del suo vestito. La sua mano, sottile e aggraziata come quella della Marquise du Deffand nel disegno di Carmontelle, giocava nervosamente con le ciocche bionde che gli ricadevano sulle spalle come i riccioletti di una parrucca, e le dita si muovevano qua e là per un'accurata toilette, pronte a domare piccole rivolte del collare e delle gale.
(Traduzione: Alberto Episcopi)


M. C. Beaton (Marion McChesney) (1936-2019)

Serie 67 Clarges Street

The Miser of Mayfair
It had been a long winter, and the spring of 1807 seemed an unconscionable time in coming. The days were blustery and cold, the skies leaden and dismal.
But in the heart of London's Mayfair there were already signs that spring was struggling through the gloom. Daffodils were blowing in the tussocky grass of Hyde Park, and a cherry tree at the corner of South Audley Street raised its weighted branches of pink blossom to the lowering sky.
L'avaro di Mayfair
Era stato un lungo inverno, e la primavera del 1807 sembrava non dovesse mai arrivare. Le giornate erano fredde e ventose, il cielo basso e plumbeo.
Ma nel cuore di Mayfair, a Londra, c'erano segni che la primavera tentava di farsi faticosamente strada attraverso il grigiore. I narcisi ondeggiavano al vento tra i ciuffi d'erba di Hyde Park, e un ciliegio all'angolo di South Audley Street levava verso il cielo minaccioso i suoi rami carichi di fiori rosa.

(Traduzione: Simona Garavelli)

Plain Jane
the beginning of 1808, fog turned London into a nightmare city. It was not that a London fog was a rarity. What was so odd, so dismal, and so depressing was that it should last so long.
A choking yellow-grey blanket lay over the metropolis, turning day into night. Never had the link boys been so much in demand as they guided their charges through the stifling fog, lighting their way, their blazing torches reduced to mere red eyes of light through the encircling gloom.
Jane la bruttina
All'inizio del 1808 la nebbia trasformava Londra in una città da incubo. Non che la nebbia fosse una rarità, a Londra. La cosa strana, tetra e deprimente era che durasse così tanto.
Una soffocante coltre giallo-grigia si stendeva sulla metropoli, trasformando il giorno in notte. I tedofori non erano mai stati così richiesti; facevano strada ai mezzi attraverso la nebbia opprimente illuminando la via con le loro torce ridotte a niente di più che rossi fanalini luminosi nell'oscurità circostante.

(Traduzione: Simona Garavelli)

The Wicked Godmother
The sleepy little village of Upper Marcham had never before enjoyed such a juicy scandal.
Widower and local worthy Sir Benjamin Hayner died and left the management of his vast estates and all his fortune to an impoverished gentlewoman, Harriet Metcalf. Miss Metcalf was to hold control of said estates and fortune until Sir Benjamin's twin daughters, Sarah and Annabelle, should reach the age of twenty-one. The twins were only eighteen years old. Harriet Metcalf, their godmother, was a mere twenty-five years old.
La perfida madrina
Il villaggio sonnolento di Upper Marchant non aveva mai assaporato uno scandalo così ghiotto.
Il vedovo e notabile locale sir Benjamin Hayner era morto, e aveva lasciato l'amministrazione di tutti i suoi beni e delle immense tenute a una gentildonna decaduta di nome Harriet Metcalf. Miss Metcalf avrebbe dovuto esercitare il controllo di detti beni e tenute fino a quando le figlie di sir Benjamin, le gemelle Sarah e Annabelle, non avessero compiuto ventun anni. Al momento ne avevano soltanto diciotto. Harriet Metcalf, la loro madrina, non ne aveva che venticinque.

(Traduzione: Simona Garavelli)

Rake's Progress
Reputed to be haunted, damned as unlucky, a tall thin town house at Number 67 Clarges Street in London's Mayfair, nonetheless, on that spring day of 1810, looked as if the curse had been lifted and the tide of ill fortune had turned.
La carriera di un libertino
Seppur ritenuta infestata a perseguitata dalla cattiva sorte, quel mattino di primavera del 1810 la casa alta e stretta di 67 Clarge Street nel quartiere londinese di Mayfair aveva tutta l'aria di essersi liberata dalla maledizione, dando l'impressione che le sue sfortunate sorti si fossero alfine rovesciate.

(Traduzione: Simona Garavelli)

The Adventuress
Although darkness still fell early across the neat streets and squares of London's West End, although fog hung in smoky wreaths around the dingy globes of the parish lamps, and not one leaf was to be seen on the trees in Hyde Park, there was an undercurrent of excitement, a rustling, not of leaves, but of taffetas and silks being pinned and fitted. Delicately scented silk blossoms burst out everywhere. That artificial spring, that preparation for the London Season, was making the blood quicken.
L'avventuriera
Sebbene l'oscurità scendesse ancora presto sulle vie e sulle piazze linde del West End di Londra, sebbene la nebbia aleggiasse in volute fumose attorno ai globi dei lampioni di quartiere scuriti dallo sporco, e sugli alberi di Hyde Park non si vedesse neppure una foglia, si avvertiva come una corrente sotterranea di eccitazione, come un fruscio, non però di foglie, bensì dei taffetà e delle sete che venivano puntati con gli spilli e messi in prova. Quella primavera artificiale, quel prepararsi alla Stagione londinese, acceleravano il ritmo.

(Traduzione: Simona Garavelli)

Rainbird's Revenge
"What do you mean, fellow, by telling me there is no room to be had in this inn?" The landlord of The Bell glanced nervously up at the tall figure on the inn threshold.
"Just like I said, sir. An assembly is being held here tonight, and folks have come from far and wide to attend it. All the rooms are taken, Mr. --?
"John," said the tall gentleman. "Mr. John. Double your price, landlord, if you find me a room. I shall wait in the tap while you go about arranging it."
La vendetta di Rainbird
"Come sarebbe a dire, amico, che in questo albergo non ci sono camere disponibili?"
Il proprietario del Bell lanciò uno sguardo nervoso all'alta figura ritta sulla soglia della locanda. "Semplicemente quel che ho detto, signore. Questa sera ci sarà un ballo, qui da noi, e la gente è arrivata da ogni dove per parteciparvi. Tutte le stanze sono occupate, Mr....?"
"John," rispose il gentiluomo alto. "Mr. John. Ti pagherò il doppio, oste, se mi rimedi una stanza. Aspetterò al pub, mentre ti organizzi."

(Traduzione: Simona Garavelli)

Serie Agatha Raisin

Agatha Raisin and the Quiche of Death
Mrs. Agatha Raisin sat behind her newly cleared desk in her office in South Molton Street in London's Mayfair. From the outer office came the hum of voices and the clink of glasses as the staff prepared to say farewell to her.
For Agathe was taking early retirement. She had built up the public-relations firm over long hard years of work. She had come a long way from her working-class background in Birmingham. She had survived an unfortunate marriage and had come out of it, divorced and battered in spirit, but determined to succeed in life. All her business efforts were to one end, the realization of a dream - a cottage in the Cotswolds.
Agatha Raisin e la quiche letale
Agatha Raisin era alla scrivania, nel suo ufficio di South Molton Street a Mayfair. L'aveva appena sgomberata. Da fuori giungevano un ronzare di voci e il tintinnio dei bicchieri, mentre il personale si preparava a dirle addio.
Agatha se ne stava andando in pensione prima del tempo. Aveva lavorato sodo per parecchi anni, mettendo in piedi la sua società di pubbliche relazioni. Certo che ne aveva fatta di strada, da quando era uscita dal quartiere operaio di Birmingham. Era sopravvissuta a un matrimonio sciagurato, e ne era uscita sola e ammaccata nello spirito, ma determinata a d avere successo nella vita. I suoi sforzi professionali miravano tutti a un unico scopo, alla realizzazione di un sogno - l'acquisto di un cottage nei Cotswolds.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Vicious Vet
Agatha Raisin arrived at London's Heathrow Airport with a tan outside and a blush of shame inside. She felt an utter fool as she pushed her load of luggage towards the exit.
She had just spent two weeks in the Bahamas in pursuit of her handsome neighbour, James Lacey, who had let fall that he was going to holiday there at the Nassau Beach Hotel. Agatha in pursuit of a man was as ruthless as she had been in business.
Agatha Raisin e il veterinario crudele
Agatha arrivò all'aeroporto di Heathrow abbronzata fuori e rossa per la vergogna dentro. Spinse i bagagli verso l'uscita, sentendosi un'idiota totale.
Aveva appena trascorso due settimane alle Bahamas sulle tracce del suo bel vicino, James Lacey, che aveva buttato lì un vago accenno al fatto di essere in partenza per una vacanza presso l'hotel Naussau Beach. Quando Agatha dava la caccia a un uomo era implacabile come lo era stata negli affari.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Potted Gardener
A mild, damp winter was edging towards spring when Agatha Raisin motored slowly homeward to the village of Carsely after a long holiday. She persuaded herself that she had had a wonderful time far away from this grave of a village. She had gone to New York, then to Bermuda,. then to Montreal, and then straight to Paris, and so on to Italy, Greece, and Turkey. Although she was a wealthy woman, she was not used to spending all that amount of money on herself and felt obscurely guilty. Before, she had nearly always gone on the more expensive arranged package holidays where she was with a group. This time she had been on her own.
Agatha Raisin e la giardiniera invasata
Agatha Raisin guidava lentamente verso il villaggio di Carsely, al ritorno da una lunga vacanza, quando ormai l'inverno mite e piovoso cedeva il passo alla primavera. Si era autoconvinta di essersi divertita un sacco, lontana da quel mortorio. Era stata a New York, poi alle Bermude e poi a Montréal, e da qui dritta a Parigi per visitare in seguito l'Italia, la Grecia e la Turchia. Pur essendo benestante, non era abituata a spendere tutti quei soldi per sé, e si sentiva vagamente in colpa. In passato aveva partecipato quasi sempre a viaggi di gruppo, costosissimi e organizzati. Questa volta era partita da sola.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Walkers of Dembley
AGATHA Raisin watched the sunlight on the wall of her office in the City of London.
It was shining through the slats on the venetian blind, long arrows of light inching down the wall as the sun sank lower, the sundial of Agatha's working day.
Agatha Raisin e i Camminatori di Dembley
Agatha Raisin osservava la luce del sole sulla parete del suo ufficio nella City londinese.
I raggi filtravano attraverso la veneziana come lunghe frecce luminose che piano piano, al calare del sole, si muovevano lungo il muro diventando la meridiana della sua giornata lavorativa.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Murderous Marriage
It was a week before the wedding of Agatha Raisin to James Lacey. The villagers of Carsely in the Cotswolds were disappointed that Agatha was not to be married in the village church but in the registry office in Mircester, and Mrs Bloxby, the vicar's wife, was puzzled and hurt.
Agatha Raisin e il matrimonio assassino
Mancava una settimana al matrimon io di Agatha Raisin con James Lacey. Gli abitanti del villaggio di Carsely erano delusi perché la cerimonia nuziale non si sarebbe svolta presso la chiesa del villaggio ma in municipio a Mircester, e la signora Bloxby, la moglie del pastore, era perplessa e ferita.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Terrible Tourist
AGATHA Raisin was a bewildered and unhappy woman. Her marriage to her next-door neighbour, James Lacey, had been stopped by the appearance of a husband she had assumed - hopefully - to be dead. But he was very much alive, that was, until he was murdered.
Agatha Raisin e la turista terribile
Agatha Raisin era una donna confusa e infelice. Il suo matrimonio con il vicino di casa James Lacey era andato a monte sul più bello a causa della ricomparsa di un marito che lei aveva - troppo speranzosamente - creduto morto. E invece lui era molto vivo, o almeno lo era stato finché qualcuno non lo aveva assassinato.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Wellspring of Death
Agatha Raisin was bored and unhappy. Her neighbour, James Lacey, had returned at last to the cottage next door to her own in the Cotswold village of Carsely. She tried to tell herself that she was no longer in love with him and that his coldness towards her did not matter.
Agatha Raisin e la Sorgente della morte
Nel suo cottage di Carsely, villaggio dei Costwolds, Agatha Raisin era annoiata e infelice. Il vicino della porta accanto, James Lacey, finalmente era tornato a casa. Agatha tentava di dirsi che l'amore per James era svanito e che della freddezza che lui le dimostrava non le importava un fico secco.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Wizard of Evesham
The weather was tropical. And this was England and this was Evesham in the Cotswolds. Agatha Raisin drove into the car park at Merstow Green, turned off the air-conditioning, switched off the engine and braced herself to meet the wall of soupy heat which she knew would greet her the minute she stepped out of the car.
Agatha Raisin e il mago di Evesham
Il clima era tropicale. E sì che eravamo in Inghilterra, e quella era la cittadina di Eversham, nei Costwolds. Agatha Raisin entrò con l'auto nel parcheggio di Merstow Green, chiuse l'aria condizionata, spense il motore e si preparò ad affrontare la muraglia di caldo brodoso che l'avrebbe accolta, lo sapeva, all'uscita dell'abitacolo.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Witch of Wyckhadden
THERE is nothing more depressing for a middle-aged lovelorn woman with bald patches on her head than to find herself in an English seaside resort out of season. Wind ripped along the promenade, sending torn posters advertising summer jollities flapping, and huge waves sent spray high into the air.
Agatha Raisin e la strega di Wickhadden
Non c'è niente di più deprimente per una donna di mezza età in preda a pene d'amore e con la testa mezza spelacchiata del ritrovarsi in una località marittima inglese in periodo di bassa stagione. Il vento schiaffeggiava il lungomare, facendo svolazzare brandelli di cartelloni che annunciavano piacevolezze estive, e ondate gigantesche riempivano l'aria di spruzzi.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Fairies of Fryfam
Agatha Raisin was selling up and leaving Carsely for good.
Or rather, that had been the plan.
She had already rented a cottage in the village of Fryfam in Norfolk. She had rented blind. She knew neither the village nor anywhere else in Norfolk. A fortune-teller had told her that her destiny lay in Norfolk.
Agatha Raisin e le fate di Fryfam
Agatha Raisin era in procinto di vendere casa e lasciare per sempre Carsely.
O meglio, il piano originario era quello.
Aveva già preso in affitto un cottage nel villaggio di Fryfam, nel Norfolk. Lo aveva preso alla cieca. Non conosceva né il villaggio né alcun altro luogo del Norfolk. Un'indovina le aveva detto che proprio lì, nel Norfolk, stava il suo destino.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Love of Hell
It was supposed to be the end of a dream — the perfect marriage. Here was Agatha Raisin married to the man she had longed for, had fantasized about. Her neighbour, James Lacey. And yet she was miserable.
It had all started with one incident two weeks after they had returned from their honeymoon. The honeymoon in Vienna and then Prague had been taken up with sightseeing and sex, and so no real day to-day life together had really bothered them. Agatha had kept her own cottage next door to James's in the village of Carsely in the Cotswolds. The idea was to make it a thoroughly modern marriage and give each other some space.
Agatha Raisin e l'amore infernale
Sarebbe dovuta essere la conclusione di un sogno, il matrimonio perfetto. Eccola là la nostra Agatha Raisin, sposata con l'uomo tanto agognato, tanto fantasticato. Il suo vicino, James Lacey. Eppure Agatha era molto infelice.
I problemi erano cominciati dopo il loro ritorno dalla luna di miele. Il viaggio a Vienne a poi a Praga era stato all'insegna delle visite turistiche e del sesso, quindi Agatha e James non avevano dovuto affrontare il tran-tran della vita quotidiana. Agatha aveva tenuto per sé il cottage accanto a quello di James nel villaggio di Carsely, nei Costwolds. L'idea era quella che il matrimonio fosse assolutamente moderno, e che ognuno lasciasse spazio all'altro.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Day the Floods Came
It was one of those grey days where misty rain blurs the windscreen and the bare branches of the winter trees mournfully drip water into puddles on the road as if weeping for summer past.
Agatha Raisin turned on the switch to demist the windscreen of her car. She felt that inside her was a black hole to complement the dreariness of the day. She was heading for the travel agent in Evesham, one thought drumming in her head. Get away ... get away ... get away ...
Agatha Raisi e i giorni del diluvio
Era una di quelle giornate grigie in cui una pioggerella leggera ti vela il parabrezza e i rami degli alberi spogliati dall'inverno sgocciolano tristi, formando pozzanghere che sembrano un pianto per l'estate perduta.
Agatha Raisin accese la ventola per disappannare il vetro dell'auto. Sentiva di avere dentro di sé un buco nero, il complemento perfetto per la cupezza della giornata. Era diretta all'agenzia di viaggi di Evesham, con un unico pensiero martellante in testa. Andare via... andare via... andare via.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Case of the Curious Curate
Agatha Raisin was beginning to feel that nothing would ever interest her again. She had written to a monastery in France, to her ex-husband, James Lacey, who, she believed, was taking holy orders, only to receive a letter a month later saying that they had not heard from Mr Lacey. Yes, he had left and promised to return, but they had heard or seen nothing of him.
Agatha Raisin e il caso del curioso curato
Agatha Raisin stava cominciando a presentire che non le sarebbe mai importato più nulla di nulla. Aveva scritto una lettera indirizzata all'ex marito James Lacey, che a quel che lei sapeva aveva preso gli ordini in un monastero in Francia, solo per ricevere un mese dopo un'altra lettera in cui i monaci le dicevano di non aver più avuto notizie del signor Lacey. Sì, era partito e aveva promesso che sarebbe tornato, ma da allora non si era né visto né sentito.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Haunted House
Foot-and-mouth disease had closed down the countryside. Country walks and farm gate were padlocked. The spring was chilly and wet, with the first daffodils hanging their yellow heads under torrents of rain.
The thatch on Agatha Raisin’s cottage dripped mournfully. She sat on the kitchen floor with her cats and wondered what to do to ward off a familiar feeling of approaching boredom. With boredom came nervous depression, as she well knew.
Agatha Raisin e la casa infestata
L’afta epizootica aveva paralizzato la campagna. I cancelletti lungo i sentieri e i cancelli delle tenute erano tutti chiusi con i lucchetti. La primavera era gelida e umida, le prime giunchiglie avevano reclinato le testoline gialle sotto i torrenti di pioggia.
La paglia del tetto sul cottage di Agatha Raisin sgocciolava mestamente. Lei era seduta sul pavimento della cucina in compagnia dei gatti e si chiedeva come tenere a bada quella sensazione familiare di noia incombente. E con la noia arrivava la depressione, Agatha lo sapeva bene.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Deadly Dance
The thing that finally nudged Agatha Raisin into opening her own detective agency was what she always thought of as the Paris Incident.
Made restless by the summer torpor blanketing the village od Carsely in the Cotswold, Agatha decided to take a week’s holiday in Paris.
She was a rich woman, but like all rich people was occasionally struck by periods of thrift, and so she had booked into a small hotel off Saint Germain des Prés in the Latin Quarter. She had visited Paris before and seen all the sights; this time wanted only to sit in cafés and watch the people go by or take long walks by the Seine.
Agatha Raisin e il ballo mortale
La cosa che diede la spinta finale ad Agatha, inducendola ad aprire un’agenzia investigativa tutta sua, fu quello che in cuor suo avrebbe sempre chiamato l’Incidente di Parigi.
Resa irrequieta dal torpore estivo che avvolgeva come una coperta il villaggio di Carsely nei Cotswold, Agatha aveva deciso di farsi una settimana di vacanza a Parigi.
Era ricca, ma ome tutti i ricchi di tanto in tanto cadeva preda di raptus di parsimonia, e dunque aveva prenotato un alberghetto dietro Saint-Germain-des-Prés, nel Quartiere Latino. Aveva già visitato Parigi, in passato, e visto le cose che andavano viste; questa volta desiderava solo sedersi nei caffè e osservare i passanti oppure fare lunghe passeggiate sulle rive della Senna.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin and the Perfect Paragon
Everyone in the village of Carsely in the English Cotswolds was agreed on one thing – no one had ever seen a spring before.
Mrs. Bloxby, the vicar’s wife, stepped out into her garden and took a deep breath of fresh-scented air. Never had there been so much blossom. The lilac trees were bent down under the weight of purple and white blooms. White hawthorn hedges formed bridal alleys out of the country lanes. Celmatis spilled over walls like flowery waterfall, and wisteria decorated the golden stone of the cottages with showers of delicate purple blooms. All the trees were covered in bright, fresh green. It was as if the countryside were clothed like an animal in a deep, rich pelt of leaves and flowers.
Agatha Raisin e il modello di virtù
Nel villaggio di Carsely, tra le colline inglesi dei Cotswolds, su una cosa erano tutti d’accordo: non si era mai vista una primavera così, prima d’allora.
La signora Bloxby, la moglie del pastore, uscì in giardino e si riempì i polmoni d’aria fresca e profumata. Non c’era mai stata una fioritura come quella. I rami dei lillà erano curvi sotto il peso dei fiori viola e bianchi. Lungo i viottoli di campagna le siepi di biancospino formavano viali da cerimonia niziale. Le clematidi ricadevano sui muri, come cascate d’acqua fiorite, il glicine ornava la pietra dorata dei cottage con piogge di delicati fiori violetti. Gli alberi erano vestiti di un verde nuovo e brillante. La campagna sembrava un animale coperto da una folta e sontuosa pelliccia di fiori e foglie.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Agatha Raisin. Love, Lies and Liquor
James Lacey, Agatha Raisin’s ex-husband with whom she was still in love, had come back into her life. He had moved into his old cottage next door to Agatha’s.
But although he seemed interested in Agatha’s work at her detective agency, not a glint of love lightened his blue eyes. Agatha dressed more carefully than she had done in ages and spent a fortune at the beautician’s, but to not avail. This was the way, she thought sadly, that things had been before. She felt as if some cruel hand had wound the clock of time backwards.
Agatha Raisin. Amore, bugie e liquori.
James Lacey, l’ex marito di Agatha, di cui lei era ancora innamorata, era rientrato nella sua vita. Si era trasferito nel suo vecchio cottage, lo stesso di un tempo, accanto a quello di Agatha.
Ma per quanto apparisse interessato al lavoro di Agatha e all’agenzia investigativa, nei suoi occhi azzurri non c’era nemmeno una scintilluzza d’amore. Agatha si vestì con cura assai maggiore di quella mostrata negli ultimi anni e spese una fortuna dall’estetista, ma completamente invano. Tutto va come prima, pensò tristemente. Le pareva che una mano crudele avesse tirato indietro le lancette dell’orologio del tempo.

(Traduzione: Marina Morpurgo)

Serie A Hamish Macbeth Mistery

Death of a Perfect Wife
It was another day like the morning of the world.
Police Constable Hamish Macbeth, his dog at his Heels, sauntered along the waterfront of Lochdubh, a most contented man. For two whole weeks the weather had been perfect.
Above was a cerulean sky and before him the bustling little harbor and beyond that the blue of the sea, incredible blue, flashing with diamonds as the sun sparkled on the choppy surface of the water. Around the village rose the towering mountains of Sutherland, the oldest in the world, benign in the lazy light. Across the sea loch was Gray Forest, a cool dark cathedral of tall straight pines. Early roses tumbled over garden fences and sweet peas fluttered their Edwardian beauty in the faintest of breezes. On the flanks of the mountains, bell heather, the early heather that blossom in June, coloured the green and brown camouflage of the rising moors with splashes of deepest pink. Hairbells, the bluebells of Scotland, trembled at the roadside among the blazing twisted yellow and purple of vetch and the white trumpets of convolvulus.
Morte di una moglie perfetta
Era un altro giorno bello come il primo giorno della creazione.
L’agente di polizia Hamish Macbeth, con il cane Towser alle calcagna, passeggiava senza fretta sul lungomare di Lochdubh, felice come una pasqua. Da due intere settimane il tempo era perfetto.
Sopra di lui il cielo ceruleo, davanti il porticciolo operoso e dietro l’azzurro del mare, un azzurro incredibile, come punteggiato di diamanti per il sole che brillava sulla superficie increspata dell’acqua. Alle spalle del villaggio si innalzavano le altissime montagne del Sutherland, le più antiche del mondo, dolci e benevole nella luce pigra. Al di là del braccio di mare che formava il lago c’era la Foresta Grigia, una fresca e scura cattedrale di alti pini svettanti. Le rose precoci ricadevano sulle recinzioni dei giardini e alla più lieve brezza i piselli odorosi tremolavano nella loro gloria edoardiana. Sui fianchi delle montagne la prima edera che fiorisce a giugno colorava con chiazze rosa scuro il verde e il marrone che mimetizzavano le brughiere. Le campanule scozzesi fremevano ai bordi delle strade tra il giallo vivace e l’intreccio porpora della vicia e le bianche trombette del convolvolo.

(Traduzione: Chiara Libero)

Death of a Hussy
“You might have known people really do dress up for dinner in the Highlands.” Maggie Baird shifted her large bulk irritably in the driving seat and crashed the gears horribly.
Beside her in the passenger seat of the battered Renault 5, her niece, Alison Kerr, sat in miserable silence. Her Aunt Maggie had already gone on and on and on about Alison’s shabby appearance before they left house. Alison had tried to protest that, had she been warned about this dinner invitation to Tommel Castle, she would have washed and set hair and possibly bought a new dress. As it was, her black hair was lank and greasy and she wore a plain navy skirt and a white blouse.
Morte di una sgualdrina
“Avresti dovuto sapere che qui nelle Highlands ci si mette in tiro per la cena.” Maggie Baird spostò irritata la sua massiccia corporatura sul sedile del guidatore e diede una tremenda grattata al cambio.
Accanto a lei, sul sedile del passeggero della malconcia Renault 5, sua nipote, Alison Kerr, sedeva in silenzio, mogia mogia. La zia Maggie aveva già concionato abbondantemente sul suo aspetto trasandato ancora prima che uscissero di casa. Alison aveva provato a obiettare che, se l’avessero avvertita dell’invito a cena a Tommel Castle, si sarebbe lavata e sistemata i capelli e magari avrebbe anche comprato un abito nuovo. Così come stavano le cose, i suoi capelli scuri erano unticci e dritti come spaghetti, e indossava una normalissima gonna blu con una camicetta bianca.

(Traduzione: Chiara Libero)


Paul Beatty (1962)

The Sellout
This may be hard to believe, coming from a black man, but I've never stolen anything. Never cheated on my taxes or at cards. Never snuck into the movies or failed to give back the extra change to a drugstore cashier indifferent to the ways of mercantilism and minimum-wage expectations. I've never burgled a house. Held up a liquor store. Never boarded a crowded bus or subway car, sat in a seat reserved for the elderly, pulled out my gigantic penis and masturbated to satisfaction with a perverted, yet somehow crestfallen, look on my face. But here I am, in the cavernous chambers of the Supreme Court of the United States of America, my car illegally and somewhat ironically parked on Constitution Avenue, my hands cuffed and crossed behind my back, my right to remain silent long since waived and said goodbye to as I sit in a thickly padded chair that, much like this country, isn't quite as comfortable as it looks.
Lo schiavista
So che detto da un nero è difficile da credere, ma non ho mai rubato niente. Non ho mai evaso le tasse, non ho mai barato a carte. Non sono mai entrato al cinema a scrocco, non ho mai mancato di ridare indietro il resto in eccesso a un cassiere di supermercato, incurante delle regole del mercantilismo e delle prospettive di salario minimo. Non ho mai svaligiato una casa, né rapinato un negozio di alcolici. Non mi sono mai seduto in un posto riservato agli anziani su un autobus o su un vagone della metropolitana strapieni, per poi tirare fuori il mio pene gigantesco e masturbarmi fino all'orgasmo con un'espressione depravata e un po' avvilita sul volto. Eppure eccomi qui, nelle cupe sale della Corte Suprema degli Stati Uniti d'America, con l'auto, quasi per ironia della sorte, parcheggiata in divieto di sosta su Constitution Avenue, le mani ammanettate dietro la schiena, il diritto di restare in silenzio che mi ha detto addio da un bel pezzo; seduto su una sedia dall'imbottitura spessa che, proprio come questo paese, non è affatto comoda come sembra.

(Traduzione: Silvia Castoldi)


Simone de Beauvoir (1908-1986)

La femme rompue (Una donna spezzata)
Lunedí 13 settembre. Les Salines
È uno scenario piuttosto straordinario quest'abbozzo di città abbandonata ai bordi di un villaggio e al margine dei secoli. Ho percorso una metà dell'emiciclo, ho salito la gradinata del padiglione centrale, e per un pezzo sono rimasta a contemplare questi edifici costruiti per fini utilitari e che non sono mai serviti a niente. Sono solidi, esistono, eppure il fatto di essere abbandonati li trasforma in un simulacro fantastico; di che cosa, non si sa.

(Traduzione: Bruno Fonzi)


Carrie Bebris (19??)

The Matters at Mansfield
It is a truth less frequently acknowledged, that a good mother in possession of a single child, must be in want of sleep.
Whatever the habits or inclinations of such a woman might have been prior to her first entering the maternal state, in very short order her feelings and thoughts are so well fixed on her progeny that at any given hour she is considered, at least in the young minds pf the principals, as the rightful property of some one or other of her offspring.
L'enigma di Mansfield Park
È una verità scarsamente riconosciuta che una brava madre in possesso di 'unica figlia abbia bisogno di dormire.
Quali che siano state le sue abitudini o le sue inclinazioni prima della maternità, in breve tempo i suoi sentimenti e i suoi pensieri si fissano a tal punto sulla progenie che quest'ultima considera la madre come una proprietà di cui ha il diritto di disporre a proprio piacimento e a qualunque ora.

(Traduzione: Alessandro Zabini)

North by Northanger
Less than a year into the marriage that made her mistress of one of England's finest house, Elizabeth Darcy knew she still had much to learn about the place she now called home. Of one thing, however, she was certain.
A ghost haunted Pemberley.
She was not a ghost in the traditional sense. She did not moan, or shriek, or rattle chains. She did not cause rooms to grow cold, objects to fall, or fires to sputter. She did not manifest at midnight to pace on creaking floorboards, visiting in death the rooms she had occupied in life.
Le ombre di Pemberley
A meno di un anno dal matrimonio che l'aveva resa padrona di una delle più belle dimore d'Inghilterra, Elizabeth Darcy era consapevole di avere ancora molto da imparare a proposito della residenza che ormai chiamava casa. Di una cosa, tuttavia, era certa.
Uno spettro infestava Pemberley.
Non era uno spettro in senso tradizionale. Non gemeva, né strillava, né scuoteva catene. Non diffondeva il gelo nelle stanze, non rovesciava soprammobili, non induceva il fuoco a crepitare in maniera inquietante. Non passeggiava a mezzanotte sui tavolati scricchiolanti per visitare di nuovo, nella morte, le stanze che aveva occupato in vita.

(Traduzione: Alessandro Zabini)

Pride and Prescience
On the day Miss Elizabeth Bennet wed Mr. Fitzwilliam Darcy, she did not mind dividing with her elder sister, Jane, the notice due a bride. Indeed, she had been delighted when Jane chose to marry Mr. Charles Bingley in a double ceremony. It seemed only right that two sisters and two men who were themselves particular friends should all embark on their new lives together, and she hoped the event presaged many happy hours spent in each other's company in the years ahead.
Elizabeth did mind, however, sharing the stage with Mr. Bingley's sister Caroline.
Orgoglio e preveggenza
Il giorno in cui sposò Mr. Fitzwilliam Darcy, Miss Elizabeth Bennet non provò alcun dispiacere nel condividere con la sorella maggiore, Jane, l'attenzione dovuta a una sposa. In verità, era stata felice quando Jane aveva scelto di sposare Mr. Charles Bingley lo stesso giorno celebrando una doppia cerimonia. Era sembrato più che giusto che due sorelle, e due uomini che erano intimi amici, iniziassero insieme le loro nuove vite, e lei aveva sperato che tale evento avrebbe annunciato, per gli anni futuri, molte ore felici trascorse in reciproca compagnia.
Le dispiacque, invece, di dividere il palcoscewnico con la sorella di Mr. Bingley, Caroline.

(Traduzione: Alessandro Zabini)

Suspense and Sensibility
'Damn this mortal coil.'
Sir Francis Dashwood muttered the words under his breath, though he had no audience. He sat alone in his bedchamber, surrounded by the opulence he'd enjoyed all his life but experiencing the poverty every man knows when his years on earth run out. Time was no longer his to command. Once he'd had it in abundance, spent it as liberally and recklessly as any other commodity in his possession. Now it was in dreadfully short supply.
Sospetto e sentimento
«Accidenti a questo baccano infernale!» mormorò Sir Francis Dashwood, anche se nessuno poteva sentirlo.
Sedeva solo, infatti, nella sua camera da letto, circondato dall’opulenza di cui aveva goduto per tutta la vita, ma patendo la sofferenza e la disperazione di tutti coloro che sono consapevoli di avere ancora pochi anni da trascorrere su questa terra. Il tempo non era più a sua disposizione. Una volta, quando ne aveva avuto in abbondanza, lo aveva consumato senza ritegno, come qualunque altro bene. Ormai, però, gliene rimaneva una provvista davvero esigua.

(Traduzione: Alessandro Zabini)


Cesare Beccaria (1738-1794)

Dei delitti e delle pene
Alcuni avanzi di leggi di un antico popolo conquistatore fatte compilare da un principe che dodici secoli fa regnava in Costantinopoli, frammischiate poscia co' riti longobardi, ed involte in farraginosi volumi di privati ed oscuri interpreti, formano quella tradizione di opinioni che da una gran parte dell'Europa ha tuttavia il nome di leggi; ed è cosa funesta quanto comune al dì d'oggi che una opinione di Carpzovio, un uso antico accennato da Claro, un tormento con iraconda compiacenza suggerito da Farinaccio sieno le leggi a cui con sicurezza obbediscono coloro che tremando dovrebbono reggere le vite e le fortune degli uomini. Queste leggi, che sono uno scolo de' secoli i piú barbari, sono esaminate in questo libro per quella parte che risguarda il sistema criminale, e i disordini di quelle si osa esporli a' direttori della pubblica felicità con uno stile che allontana il volgo non illuminato ed impaziente.


Samuel Beckett (1906-1989)

All Strange Away
Imagination dead imagine. A place, that again. Never another question. A place, then someone in it, that again. Crawl out of the frowsy deathbed and drag it to a place to die in. Out of the door and down the road in the old hat and coat like after the war, no, not that again. Five foot square, six high, no way in, none out, try for him there. Stool, bare walls when the light comes on, women's faces on the walls when the light comes on. In a corner when the light comes on tattered syntaxes of Jolly and Draeger Praeger Draeger, all right. Light off and let him be, on the stool, talking to himself in the last person, murmuring, no sound, Now where is he, no, Now he is here.
Quello che è strano, via
Immaginazione morta immagina. Un luogo, ancora quello. Mai un'altra domanda. Un luogo, poi qualcuno, ancora quello. Striscia fuori dal sudicio letto di morte e trascinalo a un luogo per morirvi. Fuori dalla porta e giù per la strada nel vecchio cappello e cappotto come dopo la guerra, no, non più quello. Quadrato cinque piedi, altezza sei, niente ingresso niente uscita, cerca lui in quel luogo. Sgabello, pareti nude quando la luce si accende, facce di donne sulle pareti quando la luce si accende. In un angolo quando la luce si accende sintassi a brandelli di Jolly e Draeger Praeger Draeger, molto bene. Luce spenta e fa' che sia lì, sullo sgabello, che parla a se stesso all'ultima persona, mormora, nessun suono. Adesso dove è lui, no. Adesso è qui.

(Traduzione: Roberto Mussapi)

assez
Tout ce qui précède oublier. Je ne peux pas beaucoup à la fois. Ça laisse à la plume le temps de noter. Je ne la vois pas mais je l'entends là-bas derrière. C'est dire le silence. Quand elle s'arrête je continue. Trop de silence je ne peux pas. Ou c'est ma voix trop faible par moments. Celle qui sort de moi. Voilà pour l'art et la manière.
basta
Tutto ciò che precede dimenticare. Molte cose alla volta non riesco. Così resta alla penna il tempo di prendere nota. Non la vedo ma la sento laggiù dietro. Per dire il silenzio. Quando si ferma, continuo io. Qualche volta si rifiuta. Quando si rifiuta continuo io. Troppo silenzio non riesco. O è la mia voce troppo debole a volte. La voce che esce da me. Questo per l'arte e il modo.

(Traduzione: Valerio Fantinel e Guido Neri)

Comment c'est
comment c'était je cite avant Pim avec Pim après Pim comment c'est trois parties je le dis comme je l'entends
Come è
io cito com'era prima di Pim con Pim dopo Pim com'è tre parti lo dico come lo sento

(Traduzione: Franco Quadri)

Company (Compagnia)
Una VOCE arriva a qualcuno nel buio. Immagina.
(Traduzione: Roberto Mussapi)

From an Abandoned Work
Up bright and early that day. I was young then, feeling awful, and out, mother hanging out of the window in her nightdress weeping and waving. Nice fresh morning, bright too early as so often. Feeling really awful, very violent. The sky would soon darken and rain fall and go on falling, all day, till evening. Then blue and sun again a second, then night. Feeling alla this, how violent and the kind of day, I stopped and turned. So back with bowed head on the look out for a snail, slug or worm.
Da un'opera abbandonata
In piedi fresco e di buon'ora quel giorno, ero giovane allora, pieno di inquietudini, e via, mia madre sporgendosi dal balcone in camicia da notte piangeva e gesticolava. Dolce fresco mattino, chiaro troppo per tempo come sempre. Avevo una tarantola di inquietudini in corpo, molto rabbiose. Il cielo sarebbe presto incupito e la pioggia a cadere, cadendo tutto il giorno, fino a sera. Poi azzurro e il sole ancora per un secondo, quindi notte. Sentendo tutto questo, con estrema intensità e come sarebbe stato il giorno, mi fermavo e mi giravo. Indietro, con la testa in giù per scoprire chiocciola, lumaca o verme.

(Traduzione: Valerio Fantinel)

Imagination Dead Imagine
No trace anywhere of life, you say, pah, no difficulty there, imagination not dead yet, yes, dead, good, imagination dead imagine. Islands, waters, azure, verdure, one glimpse and vanished, endlessly, omit. Till all white in the whiteness the rotunda. No way in, go in, measure. Diameter three feet, three feet from ground to summit of the vault. Two diameters at right angles AB CD divide the white ground into two semicircles ACB BDA. Lying on the ground two white bodies, each in its semicircle. White too the vault and the round wall eighteen inches high from which it springs.
Immaginazione morta immaginate
Da ogni parte non una traccia di vita, voi dite, bah, e con questo, immaginazione mai morta, ma sì, appunto, immaginazione morta immaginate. Isole, acque, azzurro, verzura, attenzione, pfff, via tutto, un'eternità, zitti ora. Finché tutta bianca dentro il bianco la rotonda. Non c'è entrata, entrate, misurate. Diametro 80 centimetri, stessa distanza dal suolo alla sommità della volta. Due diametri ad angolo retto AB CD dividono in semicerchi ACB BDA il suolo bianco. A terra due corpi bianchi, ciascuno nel suo semicerchio. Bianchi anche la volta e il muro circolare su cui poggia alto 40 centimetri.

(Traduzione: Valerio Fantinel e Guido Neri )

L'Innommable (L'Innominabile)
E adesso dove? Quando? Chi? Senza chiedermelo. Dire io. Senza pensarlo. Chiamarle domande, ipotesi. Procedere innanzi, e, questo, definirlo andare, definirlo procedere. Può darsi che un giorno, fatto il primo passo, io ci sia semplicemente rimasto: rimasto, dove, invece di uscire, com'era mia vecchia consuetudine, per trascorrere giorno e notte il più lontano possibile da casa mia, ma non era poi tanto lontano. Può essere cominciato così. Non mi rivolgerò più domande.
(Traduzione: Giacomo Falco)

Mal vu mal dit
De sa couche elle voit se lever Vénus. Encore. De sa couche par temps clair elle voit se lever Vénus suivie du soleil. Elle en veut alors au principe de toute vie. Encore. Le soir par temps clair elle jouit de sa revanche. A Vénus. Devant l'autre fênetre. Assise raide sur sa vieille chaise elle guette la radieuse. Sa vieille chaise en sapin à barreaux et sans bras. Elle émerge des derniers rayons et de plus en plus brillante décline et s'abîme à son tour. Vénus. Encore. Droite et raide elle reste là dans l'ombre croissante.
Ill seen ill said
From where she lies she sees Venus rise. On. From where she lies when the skies are clear she sees Venus rise followed by the sun. Then she rails at the source of all life. On. At evening when the skies are clear she savours its star's revenge. At the other window. Rigid upright on her old chair she watches for the radiant one. Her old deal spindlebacked kitchen chair. It emerges from out the last rays and sinking ever brighter is engulfed in its turn. On. She sits on erect and rigid in the deepening gloom.

(Traduzione: Samuel Beckett)
Mal visto mal detto
Dal suo giaciglio ella vede spuntare Venere. Ancora. Dal suo giaciglio con cielo sereno vede levarsi Venere seguita dal sole. E allora se la prende con il principio di ogni vita. Ancora. La sera con cielo sereno assapora la sua rivincita. A Venere. Davanto all'altra finestra. Seduta diritta sulla sua vecchia sedia spia la radiosa. La sua vecchia sedia di abete con spalliera e senza braccioli. Emerge dagli ultimi raggi sempre più luminosa declina e s'inabissa a sua volta. Venere. Ancora. Diritta e impalata resta là nell'ombra che cresce.

(Traduzione: Renzo Guidieri)

Malone meurt (Malone muore)
Comunque, fra poco sarò morto del tutto, finalmente. Il mese venturo, forse. E allora sarebbe il mese di aprile, o di maggio. Perché l'anno è poco inoltrato, me lo dicono mille piccoli indizi. Può darsi che io mi sbagli e giunga anche più in là di San Giovanni, e anche del Quattordici Luglio, festa della libertà. Ma cosa dico mai, sono capace di arrivare sino alla Trasfigurazione, mi conosco bene, o all'Assunzione. Ma non credo, non credo di ingannarmi dicendo che queste solennità si celebreranno senza di me, quest'anno.
(Traduzione: Giacomo Falco)

Mercier et Camier (Mercier e Camier)
Il viaggio di Mercier e Camier posso, se voglio, raccontarlo perché sono rimasto sempre con loro.
Fu un viaggio di nessuna difficoltà materiale, senza mari o frontiere da superare, attraverso regioni poco accidentate anche se deserte per collocazione geografica. Restarono a casa loro, Mercier e Camier, ebbero questa inestimabile occasione. Non dovettero cimentarsi, con maggiore o minor fortuna, con modi di vita stranieri, con una lingua, un codice, un clima e una cucina bizzarri, in ambienti che avessero, dal punto di vista della somiglianza, un sia pur minimo rapporto con quello a cui l'infanzia prima e l'età matura poi li avevano abituati.

(Traduzione: Luigi Buffarini)

Molloy (Molloy)
Sono nella stanza di mia madre. Sono proprio io a viverci adesso. Non so come ci sono arrivato. Forse in un'ambulanza, certamente un mezzo qualsiasi. Mi hanno aiutato. Da solo non ci sarei arrivato. Quell'uomo che viene ogni settimana, forse son qua proprio per merito suo. Lui dice di no. Mi dà un po' di soldi e si porta via i fogli. Tanti fogli, tanti soldi. Sì, adesso lavoro, un po' come una volta, soltanto che non so più lavorare. Ciò non ha importanza, sembra. Quanto a me ora vorrei parlare delle cose che mi restano, congedarmi, finir di morire. Loro non vogliono. Sì, sono in molti, pare. Ma a venire è sempre lo stesso.
(Traduzione: Piero Carpi De' Resmini)

Murphy
The sun shone, having no alternative, on the nothing new. Murphy sat out of it, as though he were free, in a mew in West Brompton. Here for what might have been six months he had eaten, drunk, slept, and put his clothes on and off, in a medium-sized cage of north-western aspect commanding an unbroken view of medium-sized cages of south-eastern aspect. Soon he would have to make other arrangements, for the mew had been condemned. Soon he would have to buckle to and start eating, drinking, sleeping, and putting his clothes on and off, in quite alien surroundings.
Murphy
Splendeva il sole, non avendo alternative, sul niente di nuovo. Al riparo da questo, quasi fosse libero, se ne stava Murphy in un vicolo nel West Brompton. Lí, in una muda di medie dimensioni esposta a nord-ovest che dava su una serie ininterrotta di mude di medie dimensioni esposte a nord-est, per circa sei mesi aveva mangiato, bevuto, dormito, e messo e levato abiti. Ben presto avrebbe dovuto cercare un'altra sistemazione, perché il caseggiato era stato dichiarato inagibile. Ben presto sarebbe stato costretto a prendere a mangiare, bere, dormire, e mettere e levare abiti in un ambiente del tutto estraneo.

(Traduzione: Gabriele Frasca)

Premier amour (Primo amore)
Associo, a torto o a ragione, il mio matrimonio con la morte di mio padre, nel tempo. Che esistano altri legami su altri piani, tra queste due faccende, è possibile. Mi è già difficile dire quel che credo di sapere.
(Traduzione: Franco Quadri)

Watt (Watt)
Il signor Hackett girò l'angolo e, nella luce che si affievoliva, vide, poco distante, la propria panchina. Sembrava occupata. Questa panchina, di proprietà molto probabilmente del comune o del pubblico, naturalmente non era sua, ma egli la considerava sua. Tale era l'atteggiamento del signor Hackett verso le cose che gli piacevano. Sapeva che non erano sue, ma le considerava sue. Sapeva che non erano sue, perché gli piacevano.
(Traduzione: Cesare Cristofolini)

Worstward ho (Worstward ho)
Avanti. Dire avanti. Essere detto avanti. In qualche modo avanti. Finché in nessun modo avanti. Detto in nessun modo avanti.
(Traduzione: Roberto Mussapi)


William Beckford (1759-1844)

Biographical Memoirs of Extraordinary Painters
Aldrovandus Magnus.
This illustrious artist was one of the first who brought the art of painting in oil to a degree of perfection. It is well known, that Hubert and John Van-eyck in a manner discovered this admirable secret, the finding of which occasioned almost as much trouble as the researches after the philosopher's stone; but though the Van-eycks succeeded to the admiration of all Europe, still the most experienced colourists unanimously allow Aldrovandus to have exceeded them in every respect.
Vite immaginarie di pittori straordinari
Aldrovandus Magnus
Questo illustre artista fu uno dei primi a portare a livello di perfezione l'arte della pittura a olio. È risaputo che sono stati Hubert e John Van-Eyck a scoprire, per così dire, questo mirabile segreto il cui ritrovamento richiese travagli paragonabili quasi alla ricerca della pietra filosofale; ma, per quanto i Van-Eyck si siano guadagnati l'ammirazione dell'Europa intera, i coloristi più competenti riconoscono all'unanimità che Aldrovandus li ha superati sotto ogni aspetto.

(Traduzione: Mariapaola Dèttore)

The History of the Caliph Vathek
Vathek, ninth Caliph of the race of the Abassides, was the son of Motassem, and the grandson of Haroun Al Raschid. From an early accession to the throne, and the talents he possessed to adorn it, his subjects were induced to expect that his reign would be long and happy. His figure was pleasing and majestic; but when he was angry one of his eyes became so terrible that no person could bear to behold it, and the wretch upon whom it was fixed instantly fell backward, and sometimes expired. For fear, however, of depopulating his dominions and making his palace desolate he but rarely gave way to his anger.
Vathek
Vathek, nono califfo della stirpe degli Abbassidi, era figlio di Matassem, e nipote di Harunal-Rascid. Salito al trono nel fiore dell'età, le sue grandi doti facevano sperare ai sudditi un regno lungo e felice. Era d'aspetto avvenente e maestoso, ma, quando andava in collera, uno dei suoi occhi diventava così terribile che non si poteva sostenerne lo sguardo, e lo sventurato sul quale quell'occhio si posava cadeva riverso e talvolta moriva all'istante. Perciò, per paura di spopolare i suoi stati e fare del suo Palazzo un deserto, quel principe sfogava la sua collera solo molto di rado.

(Traduzione: Aldo Camerino)


Max Beerbohm (1872-1956)

Zuleika Dobson
That old bell, presage of a train, had just sounded through Oxford station; and the undergraduates who were waiting there, gay figures in tweed or flannel, moved to the margin of the platform and gazed idly up the line. Young and careless, in the glow of the afternoon sunshine, they struck a sharp note of incongruity with the worn boards they stood on, with the fading signals and grey eternal walls of that antique station, which, familiar to them and insignificant, does yet whisper to the tourist the last enchantments of the Middle Age.
Zuleika Dobson
La vecchia campana, che annunciava l'arrivo del treno, aveva risuonato nella stazione di Oxford, e gli studenti che stavano aspettando, vivaci figure in tweed o flanella, si spostarono verso il bordo della banchina fissando pigramente la fila. Giovani e sbadati, nel calore del sole pomeridiano, reappresentavano uno spiccato contrasto rispetto alle logore tavole di legno sulle quali aspettavano, agli sbiaditi segnali e alle interminabile pareti grigie di quell'antica stazione, che, consueta e insignificante per loro, era ancora capace di evocare, per un estraneo, il fascino perduto del passato.


Aphra Behn (1640-1689)

Oroonoko or The Royal Slave
I do not pretend, in giving you the History of this Royal Slave, to entertain my Reader with the Adventures of a feign'd Hero, whose Life and Fortunes Fancy my manage at the Poet's Pleasure; not in relating the Truth, design to adorn it with any Accidents, but such as arriv'd in earnest to him: And it shall come simply into the World, recommended by its own proper Merits, and natural Intrigues; there being enough of Reality to support it, and to render it diverting, without the Addition of Invention.
I was my self an Eye-Witness to a great part, of what you will find here set down; and what I cou'd not be Witness of, I receiv'd from the Mouth of the chief Actor in this History, the Hero himself, who gave us the whole Transactions of his Youth;
Oroonoko schiavo di sangue reale
Nel raccontare la storia di questo schiavo di sangue reale, non fingerò di intrattenere il mio lettore con le avventure di un eroe immaginario, la cui vita e le cui sorti siano lasciate alla mercé della fantasia del poeta; né ho intenzione, nel riferire la verità, di adornarla con avvenimenti che non siano quelli a lui realmente accaduti: questa storia verrà al mondo senza artifici, grazie ai suoi propri meriti e all'intreccio suo naturale, poiché vi è in essa realtà sufficiente a sorreggerla e renderla dilettevole, senza alcun ausilio di invenzione.
Io stessa fui testimone oculare di gran parte di ciò che qui troverete scritto; e ciò di cui non potei essere testimone mi giunse dalla viva voce del primo attore di questa vicenda, l'eroe in persona, che mi narrò l'intera storia della sua giovinezza.

(Traduzione: Maria Antonietta Saracino)


George Bellairs (Harold Blundell) (1902-1982)

Death in High Provence
As was his custom on arriving outside his flat in Hampstead, Littlejohn knocked out his pipe against the street-lamp by the door. It was a mild evening in early summer, and he paused to sniff the fresh air of the Heath, which smelled good after the petrol-laden atmosphere of London itself. He was a bit late home and the church clock at the end of the road struck seven as he started to climb the stairs to the first floor.
Morte in Provenza
Com'era abituato a fare quando arrivava davanti al suo appartamento di Hampstead, Littlejohn batté il fornello della pipa contro il lampione accanto alla porta. Era una mite serata di inizio estate e lui si fermò per annusare l'aria fresca dello Heath, che aveva un bon odore dopo l'atmosfera satura di gas di scarico presente a Londra. Era un po' in ritardo, e l'orologio della chiesa alla fine della strada batté le sette proprio mentre lui cominciava a salire le scale fino al primo piano.

(Traduzione: Dario Pratesi)


Edward Bellamy (1850-1898)

Looking Backward. From 2000 to 1887
Historical Section Shawmut College, Boston,
December 26, 2000
Living as we do in the closing year of the twentieth century, enjoying the blessings of a social order at once so simple and logical that it seems but the triumph of common sense, it is no doubt difficult for those whose studies have not been largely historical to realize that the present organization of society is, in its completeness, less than a century old. No historical fact is, however, better established than that till nearly the end of the nineteenth century it was the general belief that the ancient industrial system, with all its shocking social consequences, was destined to last, with possibly a little patching, to the end of time.
Guardando indietro. Dal 2000 al 1887
Dipartimento di Storia dello Shawmut College, Boston,
26 dicembre 2000
Vivendo come noi nell'anno che conclude il ventesimo secolo, godendo il dono dell'ordine sociale a un tempo così naturale e logico da sembrare niente di più del trionfo del buon senso, è senza dubbio difficile, per quelli i cui studi non sono stati soprattutto storici, rendersi conto che l'attuale organizzazione sociale ha, nel complesso, meno di un secolo. Nessun dato storico è tuttavia più riconosciuto del fatto che, alla fine del diciannovesimo secolo, era universalmente dato per certo che il vecchio sistema industriale, con tutte le sue traumatiche conseguenze sociali, fosse destinato a durare, magari con eventuali aggiustamenti marginali, per un tempo indefinito.


Maria Bellonci (1902-1986)

Rinascimento privato
Stanza degli orologi
anno 1533

Il mio segreto è una memoria che agisce a volte per terribilità. Isolata, immobile, sul punto di scattare, sto al centro di correnti vorticose che girano a spirali in questa stanza dove i miei cento orologi sgranano battiti diversi in diversi timbri. Se alzo il capo li vedo fiammeggiare, e ad ogni tocco di fuoco corrisponde un'immagine. Sempre sono trascinata fuori di me dalla tempesta di vivere. Che cosa è il tempo, e perché deve considerarsi passato? Fino a quando viviamo esiste un solo tempo, il presente. Una forza struggente mi prende alle viscere: costruttiva o devastatrice non mi è dato di sapere; è senza regola, almeno apparente.

Segni sul muro: Telefilm su due amanti
Non importa dirlo. Noi sappiamo però di essere a Milano, in via Principe Amedeo 1, strada breve verso i giardini pubblici di Porta Venezia. Il palazzo, dell'ultimo Ottocento, ha un suo decoro; non troppo alto - tre piani e un attico - ha finestre rettangolari strette e lunghe, alternate, al piano rialzato, con finestre d'arco rotondo. L'anno è il 1917; il mese un chiaro settembre; il tempo è di guerra, e c'è nell'aria un sordo torpore; siamo alla vigilia di Caporetto. Può darsi che un manifesto patriottico sia incollato sul basamento, sotto le finestre del piano rialzato. Entriamo in azione dietro la macchina da presa, guidati da una mano di donna, sottile, guantata, dal gesto espressivo nelle brevi indicazioni. Le cinque del pomeriggio; ora quieta col sole in alto che si sfuma in una diffusa chiarità e raggiunge le finestre più basse alle quali si può bussare dalla strada. Apriamo il nostro copione.

Segni sul muro: Storia segreta di una cortigiana
Sulla metà del Cinquecento tra le sonore didascalie linguistiche dl Bembo e le potenti fosche protervie dell'Aretino, si alza dal fitto brusio dai petrarchisti italiani una voce di donna; e, quietamente perentorio, prende il suo posto un libro di versi di accento caldo e turbato: le Rime di Gaspara Stampa, nata a Padova e vissuta a Venezia dove morì, giovane di circa trent'anni, nel 1554.
Gaspara, detta dai suoi contemporanei Gasparina, la maggiore poetessa del suo tempo e a parere di molti (anche mio) la maggiore poetessa italiana in assoluto, sta sotto un segno che oggi possiamo riconoscere e circoscrivere esattamente: il segno della diffidenza dell'ostilità e della propensione magari inconscia alla condanna che accompagna ogni opera compiuta da una donna specie se si tratta di un'opera libera.

Segni sul muro: Trafitto a Canossa
"Qui il vento non smette mai di soffiare" dice il mio accompagnatore con una frase che potrebbe essere la traduzione, ridotta all'approssimativo, di un frammento shakespeariano. Proprio Shakespeare verrebbe fatto di evocare - o Dante, naturalmente - su questo gran dirupo di Canossa che resta solenne e fantastico anche se il turismo ha costruito ai suoi piedi un "accoglimento" di piazzale e di ristorante (si capisce: gradevoli).
Per arrivare in alto occorre affrontare il ripido camminamento che in alcuni punti rivela la cerchia avvolgente - un tempo triplice - delle compatte mura difensive che avevano resistito tre anni all'assedio di Berengario II, come intonava, facendosi tronfio con le parole, il cronista Donizone: "O re Berengario, puoi prima morire che rompere la nostra mole; né ariete, né volpe, né altra macchina riuscirà a raggiungere i nostri eccelsi tetti".


Saul Bellow (1915-2005)

Henderson the Rain King (Il re della pioggia)
Perché ho fatto questo viaggio in Africa? La spiegazione non è semplice. Le mie cose andavano sempre peggio e a un certo punto erano diventate un viluppo inestricabile.
Se ripenso alla mia situazione all'età di cinquantacinque anni, quando comprai il biglietto, vedo solo dolore. I fatti mi si affollano addosso, sì che ne avverto l'oppressione sul petto. Irrompono in fretta disordinata: i miei genitori, le mie mogli, le mie ragazze, la mia fattoria, i miei animali, le mie abitudini, i miei soldi, le mie lezioni di musica, i miei denti, la mia faccia, l'anima mia! Ed io urlo: "No, no, via maledetti, lasciatemi stare!". Ma non possono lasciarmi stare. Fanno parte di me. Son cose mie. E mi si ammucchiano addosso da ogni parte. E ne viene il caos.

(Traduzione: Luciano Bianciardi)

Herzog
If I am out of my mind, it's all right with me, thought Moses Herzog.
Some people thought he was cracked and for a time he himself had doubted that he was all there. But now, though he still behaved oddly, he felt confident, cheerful, clairvoyant, and strong. He had fallen under a spell and was writing letters to everyone under the sun. He was so stirred by these letters that from the end of June he moved from place to place with a valise full of papers. He had carried this valise from New York to Martha Vineyard, but returned from the Vineyard immediately; two days later he flew to Chicago, and from Chicago he went to a village in western Massachusetts. Hidden in the country, he wrote endlessly, fanatically, to the newspapers, to people in public life, to friends and relatives and at last to the dead, his own obscure dead, and finally the famous dead.
Herzog
Se sono matto, per me va benissimo, pensò Moses Herzog. C'era della gente che pensava che fosse toccato, e per qualche tempo persino lui l'aveva dubitato. Ma adesso, benché continuasse a comportarsi in maniera un po' stramba, si sentiva pieno di fiducia, allegro, lucido e forte. Gli pareva d'essere stregato, e scriveva lettere alla gente più impensata. Era talmente infatuato da quella corrispondenza, che dalla fine di giugno, dovunque andasse, si trascinava dietro una valigia piena di carte. Se l'era portata, quella valigia, da New York a Martha's Vineyard. Ma da Martha's Vineyard era riscappato indietro subito; due giorni dopo aveva preso l'aereo per Chicago, e da Chicago era filato in un paesino del Massachussets occidentale. Lì, nascosto in mezzo alla campagna, scriveva a più non posso, freneticamente, ai giornali, agli uomini pubblici, ad amici e parenti e finì per scrivere pure ai morti, prima ai suoi morti e poi anche ai morti famosi.

(Traduzione: Letizia Ciotti Miller)

Humboldt's gift
The book ob ballads published by Von Humboldt Fleisher in the Thirties was an immediate hit. Humboldt was just what everyone had been waiting for. Out in the Midwest I had certainly been waiting eagerly, I can tell you that. An avant-garde writer, the first of a new generation, he was handsome, fair, large, serious, witty, he was learned. The guy had it all. All the papers reviewed his book. His picture appeared in Time witouth insult and in Newsweek with praise. I read Harlequin Ballads enthusiastically. I was a student at the University of Wisconsin and thought about nothing but literature day and night.
Il dono di Humboldt
Il libro di ballate pubblicato da Von Humboldt Fleisher negli anni Trenta riscosse un immediato successo. Humboldt era, appunto, colui che tutti quanti attendevano. Io per me l'aspettavo ardentemente, dal mio fondo di provincia del Midwest, ve l'assicuro. Scrittore d'avanguardia - il primo della sua generazione - era bello, era biondo, corpulento, serio e insieme spiritoso, ed era colto. Insomma aveva tutto. Nessun giornale mancò di recensire il suo libro. La sua foto comparve sulla rivista
Time senza ingiurie, su Newsweek con elogi. Io le lessi con trasporto, le Ballate di Arlecchino. Ero studente all'Università del Wisconsin e non pensavo ad altro, giorno e notte, che alla letteratura.
(Traduzione: Pier Francesco Paolini)

Mr. Sammler's Planet
Shortly after dawn, or what would have been dawn in a normal sky, Mr. Artur Sammler with his bushy eye took in the books and papers of his West Side bedroom and suspected strongly that they were the wrong books, the wrong papers.
Il pianeta di Mr. Sammler
Poco dopo l'alba, o quella che sarebbe stata l'alba in un cielo normale, Mr. Arthur Sammler col suo occhio cespuglioso percepì la presenza dei libri e delle carte nella sua camera da letto di West Side e sospettò fortemente che si trattasse di libri sbagliati, di carte sbagliate.

(Traduzione: Letizia Ciotti Miller)

Ravelstein
Odd that mankind's benefactors should be amusing people. In America at least this is often the case. Anyone who wants to govern the country has to entertain it. During the Civil War people complained about Lincoln's funny stories. Perhaps he sensed that strict seriousness was far more dangerous than any joke. But critics said that he was frivolous and his own Secretary of War referred to him as an ape.
Among the debunkers and spoofers who formed the tastes and minds of my generation H. L. Mencken was the most prominent. My high school friends, readers of the American Mercury, were up on the Scopes trial as Mencken reported it.
Ravelstein
Non è strano che i benefattori dell'umanità siano persone divertenti? In America, almeno, spesso è così. Chi vuole governare questo paese lo deve divertire. Durante la Guerra Civile la gente si lagnava delle facezie di Lincoln. Ma forse lui sentiva che la troppa serietà era di gran lunga più pericolosa di qualunque barzelletta. I suoi critici, invece, dicevano che era frivolo e lo stesso ministro della Guerra lo paragonava a una scimmia.
Tra i dissacratori e gli stroncatori che hanno formato il gusto e lo spirito della mia generazione il più illustre era H. L. Mencken. I miei compagni di liceo, lettori dell'"American Mercury", seguirono il processo Scopes leggendo le sue cronache

(Traduzione: Vincenzo Mantovani)


Pietro Bembo (1470-1547)

De Aetna Ad Angelum Chabrielem Liber (...)
Factum a nobis pueris est, et quidem fedulo Angele; quod meminisse te certo scio; ut fructum studiorum nostrorum, quos ferebat illa aetas nó tam maturos, q uberes, semper tibi aliquos promeremus: nam siue dolebas aliquid, siue gaudebas; quae duo sunt tenerorum animorum maxime propriae affectiones; continuo habebas aliquid a me, quod legeres, uel gratulationis, uel consolationis; imbecillum tu quidem illud, et tenue; sicuti nascentia omnia, et incipientia; sed tamen quod esset fatis amplum futurum argumentum amoris summi erga te mei. Verum postea, q annis crescentibus et studia, et iudicium increuere; nósq; totos tradidimus graecis magistris erudiendos; remissiores paulatim facti sumus ad seribendum, aciam etiam minus quotidie audentiores.

Gli Asolani
Suole a' faticosi navicanti esser caro, quando la notte, da oscuro e tempestoso nembo assaliti e sospinti, né stella scorgono, né cosa alcuna appar loro che regga la lor via, col segno della indiana pietra ritrovare la tramontana, in guisa che, quale vento soffi e percuota conoscendo, non sia lor tolto il potere e vela e governo là, dove essi di giugnere procacciano o almeno dove più la loro salute veggono, dirizzare; e piace a quelli che per contrada non usata caminano, qualora essi, a parte venuti dove molte vie faccian capo, in qual più tosto sia da mettersi non scorgendo, stanno in sul piè dubitosi e sospesi, incontrare chi loro la diritta insegni, sì che essi possano all'albergo senza errore, o forse prima che la notte gli sopragiunga, pervenire.

Prose della volgar lingua
Se la natura, Monsignor messer Giulio, delle mondane cose producitrice e de' suoi doni sopra esse dispensatrice, sí come ha la voce agli uomini e la disposizione a parlar data, cosí ancora data loro avesse necessità di parlare d'una maniera medesima in tutti, ella senza dubbio di molta fatica scemati ci avrebbe e alleviati, che ci soprastà. Con ciò sia cosa che a quelli che ad altre regioni e ad altre genti passar cercano, che sono sempre e in ogni parte molti, non converrebbe che, per intendere essi gli altri e per essere da loro intesi, con lungo studio nuove lingue apprendessero. Anzi sí come la voce è a ciascun popolo quella stessa, cosí ancora le parole, che la voce forma, quelle medesime in tutti essendo, agevole sarebbe a ciascuno lo usar con le straniere nazioni; il che le più volte, più per la varietà del parlare che per altro, è faticoso e malagevole come si vede.


Daniele Benati (1953)

Silenzio in Emilia
Ci sono molte credenze legate ai morti, che però in tempi moderni non valgono più. La gente non ci crede o non ci pensa, ecco il perché. Mi dice un tale dalle mie parti che i morti tornano spesso dove hanno vissuto, delle volte passandoci in treno di notte, oppure delle altre compiendo un'azione tipica della loro vita. Come quel muratore di Marmirolo che un giorno è tornato al suo paese dopo tanti anni che era morto, ha costruito una casa, poi è tornato via.


Aimee Bender (1969)

The Particular Sadness of Lemon Cake
It happened for the first time on a Tuesday afternoon, a warm spring day in the flatlands near Hollywood, a light breeze moving east from the ocean and stirring the black-eyed pansy petals newly planted in our flowers boxes.
My mother was home, baking me a cake. When I tripped up the walkway, she opened the front door before I could knock.
L'inconfondibile tristezza della torta al limone
È successo la prima volta di martedì pomeriggio, un caldo giorno di primavera sui pianori nei dintorni di Hollywood, dove una leggera brezza spirava verso l'est dall'oceano scompigliando i petali delle viole del pensiero da poco piantate nelle nostre cassette per i fiori.
Mia madre era a casa, mi stava preparando un dolce. Mentre risalivo saltellando il vialetto d'ingresso mi aprì la porta prima che arrivassi a bussare.

(Traduzione: Damiano Abeni e Moira Egan)


Carmelo Bene (1937-2002)

'l mal de' fiori
Coetera de troviero delle cose che non sono e
de impensata vida cuerpo ratt viandante
carnaschèlter vanzada d'ier polpetti de la capa l'inappresi
de imperiottuso mineral tradito 'n forme dall'arte Intento s'era
trascurare l'arbusti le casuole i vigni
fich d'India persich fiór d'naranz profumm
de rosmarin pour vous de' caldar 'l ramm e ' tant fastidi
di grì 'n del coo e issimissimo l'bell de usellin cantatusc stechii
mucho querido plato de garganta
d'Santambroeus la postalcartolinna
di barche dent 'l port inamorata il tutt
ch'è miserere de' poeti 'l più Per alter scriv
'me di súbito 'n voce dis-voruu attual

Sono apparso alla madonna
V'è una nostalgia delle cose che non ebbero mai un cominciamento.
Affondare la propria origine - non necessariamente connessa alla nascita - in terra d'Otranto è destinarsi un reale-immaginario. E lì appunto, nel primo dì di un settembre io fui nato. Otranto. Da sempre magnifico, religiosissimo bordello, casa di cultura tollerante influenze islamiche, ebraiche, arabe, turche, cattoliche. Ne è testimone la stupenda cattedrale. Il suo favoloso mosaico figurante l'«albero della vita», dell'anno 1100.


Mario Benedetti (1920-2009)

Gracias por el fuego (Grazie per il fuoco)
A Broadway, all'altezza della 113ma strada, non solo si parla uno spagnolo nasale e contaminato; si potrebbe anche dire che si pensa, si cammina e si mangia alla spagnola. Cartelli e insegne, che qualche isolato prima annunciavano ancora Groceries & Delicatessen, si sono trasformati qui in Groserías y Delicadezas. I cinema non annunciano, come quelli della 42ma strada, film di Marlon Brando, Kim Novak e Paul Newman, ma espongono grandi manifesti con le figure di Pedro Armendáriz, María Félix, Cantinflas o Carmen Sevilla.
(Traduzione: Gianni Guadalupi e Marcello Ravoni)

La tregua (La tregua)
Lunedì, 11 febbraio
Mi mancano solo sei mesi e ventotto giorni alla pensione. Devono essere almeno cinque anni che calcolo giorno per giorno quanto mi resta da lavorare. Ho davvero tanto bisogno di non far niente? Mi dico che no, che non tanto di ozio ho bisogno, quanto di un lavoro che mi piaccia. Ma quale? Per esempio, il giardinaggio, un'attività ideale la domenica, un antidoto alla vita sedentaria oltre che un'ottima prevenzione della mia futura e sicura artrite. Temo però di non poterla tollerare come occupazione giornaliera. Magari la chitarra. Credo che mi piacerebbe, anche se dev'essere avvilente cominciare a studiare solfeggio a quarantanove anni. E scrivere? Forse riuscirei a essere uno scrittore non troppo scadente; per lo meno, agli altri le mie lettere piacciono. Ma non vuol dir niente. Già vedo una noterella bibliografica sulle "innegabili qualità di questo nuovo autore vicino ai cinquanta", e basta questo a darmi la nausea. Che tuttavia ancor oggi io mi senta ingenuo e immaturo (con tutti i difetti della gioventù, voglio dire, ma con nessuna delle sue qualità), non significa che abbia il diritto di far sfoggio di quest'ingenuità e immaturità.

(Traduzione: Francesco Saba Sardi)


Alan Bennett (1934)

The Clothes They Stood Up In
The Ransomes had been burgled. "Robbed," Mrs. Ransome said. "Burgled," Mr. Ransome corrected. Premises were burgled; persons were robbed. Mr. Ransome was a solicitor by profession and thought words mattered. Though "burgled" was the wrong word too. Burglars select; they pick; they remove one item and ignore others. There is a limit to what burglars can take: they seldom take easy chairs, for example, and even more seldom settees. These burglars did. They took everything.
Nudi e crudi
Casa Ransome era stata svaligiata. "Rapinata" disse Mrs Ransome. "Svaligiata" la corresse il marito. Le rapine si fanno in banca; una casa si svaligia. Mr Ransome era avvocato e riteneva che le parole avessero la loro importanza. Anche se in questo caso era difficile trovare un termine preciso. Di solito un ladro sceglie, fa una cernita, prende un oggetto e ne lascia altri. C'è un limite a ciò che riesce a far sparire: per esempio, è raro che porti via una poltrona, ancor più raro un divano. Questi ladri, però, l'avevano fatto. Avevano preso tutto.

(Traduzione: Giulia Arborio Mella e Claudia Valeria Letizia)

The Lady in the Van
I ran into a snake this afternoon," Miss Shepherd said. "It was coming up Parkway. It was a long, gray snake - a boa constrictor possibly. It looked poisonous. It was keeping close to the wall and seemed to know its way. I've a feeling it may have been heading for the van." I was relieved that on this occasion she didn't demand that I ring the police, as she regularly did if anything out of the ordinary occurred. Perhaps this was too out of the ordinary (though it turned out the pet shop in Parkway had been broken into the previous night, so she may have seen a snake).
La signora nel furgone
"Oggi pomeriggio ho quasi inciampato in un serpente" mi ha detto Miss Shepherd. "Veniva su per la Parkway. Era lungo così, e grigio; un boa constrictor, casomai. Aveva l'aria velenosa. Strisciava contro il muro e sembrava che sapesse dove andava: secondo me puntava dritto verso il furgone". Per fortuna Miss Shepherd non ha preteso che chiamassi la polizia, come fa ogni volta che succede qualcosa di insolito. Forse questa del serpente era troppo insolita (anche se poi si è scoperto che avevano scassinato il negozio di animali della Parkway; magari il serpente lo aveva visto davvero).

(Traduzione: Giulia Arborio Mella)

The Laying on of Hands
Seated obscurely towards the back of the church and on a side aisle, Treacher was conscious nevertheless of being much looked at. Tall, thin and with a disagreeable expression, were this a film written forty years ago he would have been played by the actor Raymond Huntley who, not unvinegary in life, in art made a speciality of ill-tempered businessmen and officious civil servants. Treacher was neither but he, too, was nothing to look at. Yet several times he caught women (and it was women particularly) bending forward in their seats to get a better view of him across the aisle; a murmured remark passed between a couple in front, the woman then turning round, ostensibly to take in the architecture but actually to look at him, whereas others in the congregation dispensed with such polite circumspection and just stared.
La cerimonia del massaggio
Pur essendosi appartato in una navata laterale, verso il fondo della chiesa, Treacher si era accorto che lo guardavano tutti. Alto, magro e con quell'espressione antipatica, in un film di quarant'anni fa l'avrebbe interpretato Raymond Huntley, un attore già un po' acido di suo che sullo schermo faceva sempre l'uomo d'affari stizzoso e il burocrate prepotente. Treacher non era né l'uno né l'altro, ma anche lui non brillava per la sua avvenenza. Eppure sorprese parecchie donne (erano soprattutto donne) che allungavano il collo dall'altra parte della navata per vederlo meglio; una coppia nelle prime file si scambiò un sussurro, quindi la donna si girò, apparentemente per osservare l'architettura, in realtà per guardare lui. Altri fecero a meno di tante urbane cautele e lo fissarono apertamente.

(Traduzione: Giulia Arborio Mella e Marco Rossari)

Smut. Two Unseemly Stories: The Greening of Mrs. Donaldson (Due storie sporche: Mrs Donaldson ringiovanisce)
"Tu devi essere mia moglie," disse l'uomo in sala d'attesa "ma non credo di avere il piacere. Facciamo le presentazioni?".
Era un tipo di mezza età, un po' scalcagnato e senza pantaloni. Mrs Donaldson pensò che sotto quella vestaglietta corta poteva anche essere nudo.
"Donaldson".
"Ah, ecco. Io mi chiamo Terry. Sono appena tornato."
Mentre Mrs Donaldson gli stringeva brevemente la mano, la vestaglietta si aprì rivelando un paio di mutande arancioni con un telefonino infilato nell'elastico.

(Traduzione: Mariagrazia Gini)

Smut. Two Unseemly Stories: The Shielding of Mrs. Forbes (Due storie sporche: Mrs. Forbes non deve sapere)
Come molti uomini belli, Graham Forbes aveva scelto di sposare una donna meno bella di lui, e addirittura un po' più vecchia.
"Si sta buttando via: ecco cosa penso" dichiarò sua madre. Ovviamente Graham non le aveva chiesto un'opinione. "Che spreco. Che spre-co! Sono o non sono sua madre? Sono o non sono una bella donna? Mi sarei aspettata una nuora alla mia altezza. Siamo sempre stati attaccatissimi, io e lui".
"Il mio ragazzoner" lo chiamava. "Il mio cavaliere".
"Ci dicevamo tutto. Almeno credevo."
Non avendo nulla da ribattere, il padre di Graham tacque.

(Traduzione: Mariagrazia Gini)

The Uncommon Reader
At Windsor it was the evening of the state banquet and as the president of France took his place beside Her Majesty, the royal family formed up behind and the procession slowly moved off and through into the Waterloo Chamber.
"Now that I have you to myself," said the Queen, smiling to left and right as they glided through the glittering throng, "I've been longing to ask you about the writer Jean Genet."
"Ah, said the president. "Oui."
La sovrana lettrice
A windsor quella sera c'era il banchetto ufficiale, e mentre il presidente francese si affiancava a Sua Maestà la famiglia reale si schierò alle loro spalle, e la processione si avviò lentamente verso la sala Waterloo.
"Adesso che possiamo parlare a quattr'occhi," disse la regina sorridendo a destra e a sinistra mentre avanzavano fra gli ospiti sfolgoranti "vorremmo tanto chiederle la sua opinione sullo scrittore Jean Genet".
"Ah" disse il presidente. "Oui".

(Traduzione: Monica Pavani)


Arnold Bennett (1867-1931)

Imperial Palace
Evelyn came down by the lift into the great front-hall. One of the clocks there showed seven minutes to four; the other showed six minutes to four. He thought: "I should have had time to shave. This punctuality business is getting to be a mania with me." He smiled sympathetically, forgivingly, at his own weakness, which the smile transformed into a strength. He had bathed; he had drunk tea; he was correctly dressed, in the informal style which was his—lounge-suit, soft collar, soft hat, light walking-stick, no gloves; but he had not shaved. No matter. There are dark men who must shave every twelve hours; their chins are blue. Evelyn was neither dark nor fair, he might let thirty hours pass without a shave, and nobody but an inquisitive observer would notice the negligence.
Albergo imperiale
Evelyn scese con l'ascensore ed entrò nel grande atrio dell'albergo.
Un orologio segnava le quattro meno sette; un altro le quattro meno sei. Pensò: «Avevo il tempo di farmi la barba. La puntualità negli affari sta diventando una vera manìa per me». Sorrise con simpatica indulgenza a questa sua debolezza, che il suo sorriso trasformava in una qualità. Aveva fatto il bagno, preso il tè, si era vestito correttamente con quell'eleganza non ricercata e comoda che era costituita dal colletto floscio, dal cappello floscio, dalle scarpe chiare, da un bastone leggero e niente guanti; ma non si era fatto la barna. Non importa. Certi bruni dovrebbero radersi due volte al giorno: hanno il pelo quasi blu; ma Evelyn non era né bruno né biondo: poteva lasciar passare trenta ore senza radersi ed anche il più attento osservatore non avrebbe rilevato la negligenza.

(Traduzione: P. Micheli e A. Fontanelli)


Claire-Louise Bennett (19??)

Pond
First of all, it seemed to us that you were very handsome. And the principal windows of your house were perfectly positioned to display a blazing reflection at sunset. One evening while walking back from the fields this effect was so dramatic we thought your rooms were burning. We liked nothing better than to rake the tinkling gravel on your drive, then to climb an impeccable tree along its passage and wait. We would hear the engine loud in the valley, followed by a thrilling silence within which we would wave our boots and imagine the leather grip of your hands upon the steering wheel, left and right.
Stagno
Innanzitutto, ci è sembrato che fossi molto bella. E che le finestre principali della tua casa fossero perfettamente posizionate per sfoggiare un riflesso infuocato al tramonto. Una sera mentre tornavamo dai campi abbiamo pensato che le tue stanze stessero bruciando, tanto drammatico era l'effetto. Nulla ci piaceva di più che rastrellare la ghiaia tintinnante del tuo vialetto per poi arrampicarci su un albero impeccabile che lo fiancheggiava e aspettare. Sentivamo il chiasso del motore nella vallata, seguito da un silenzio eccitante al cospetto del quale agitavamo gli stivali e immaginavamo la presa delle tue mani inguantate di cuoio sul volante, a sinistra e a destra.

(Traduzione: Tommaso Pincio)


J. S. (Sophia) Bennett (1966)

A Three Dog Problem
Sir Simon Holcroft was not a swimmer. As a trainee pilot in the Royal Navy, about a thousand years ago, the Queen's Private Secretary had endured being dunked in the water on various training exercises. He could, if necessary, escape from a sinking helicopter in the Atlantic Ocean, but ploughing up and down an indoor pool held no allure for him. However, as he approached the grand old age of fifty-four, his trouser waistline was two inches larger than it should be and the palace GP was making noises about cholesterol levels. Something needed to give, and it wasn't just the button above his flies.
Un problema da tre cani
Sir Simon Holcroft non era un gran nuotatore. Secoli fa, quando era apprendista pilota della Royal Navy, il segretario privato della regina era sopravvissuto a varie esercitazioni a mollo nell’acqua. In condizioni estreme sarebbe riuscito a scappare da un elicottero che sta per affondare nell’oceano Atlantico, ma sguazzare in una piscina al coperto non lo attirava particolarmente. Tuttavia, ormai prossimo alla veneranda età di cinquantaquattro anni, il suo giro vita era almeno cinque centimetri di troppo, e il medico di palazzo l’aveva redarguito per il colesterolo alle stelle. Su qualcosa doveva pur cedere, e il primo bottone dei pantaloni da solo non bastava.

(Traduzione: Monica Pavani)

The Windsor Knot
It was an almost perfect spring day
The air was crisp and clear, the cornflower sky slashed with contrails. Ahead of her, above the treeline of Home Park, Windsor Castle glowed silver in the morning light. The Queen brought her pony to a standstill to admire the view. There is nothing as good for the soul as a sunny morning in the English countryside. After eighty-nine years, she still marvelled at God's work. Or evolution's, to be strictly accurate. But on a day like this, it was God who came to mind.
Il nodo Windsor
Era una giornata di primavera quasi perfetta.
L’aria era fresca e limpida, il cielo blu striato dalle scie di condensazione degli aerei. Davanti a lei, sopra le cime degli alberi di Home Park, il castello di Windsor splendeva argenteo nella luce dell’alba. La regina fermò il pony per ammirare la vista. Quale miglior balsamo per l’anima di un mattino irradiato di sole nella campagna inglese. Alla veneranda età di ottantanove anni, Sua Maestà si meravigliava ancora al cospetto della creazione di Dio. O dell’evoluzione, volendo essere più precisi. Eppure, in una giornata come quella, veniva da pensare che Dio ne fosse l’artefice.

(Traduzione: Monica Pavani)


Stefano Benni (1947)

Achille piè veloce
Cosa succede alle persone cosidette normali quando incontrano di colpo un matto che urla o le investe di un delirio incomprensibile? Quando vedono qualcuno crollato a terra, o inchiodato da uno spasmo sui gradini di una chiesa? Dopo l'incontro restano immobili, con un'espressione di disagio, di paura o di stordimento. Ma il loro volto è cambiato, è come se fossero state fotografate da una luce accecante, scuotono la testa, parlano da sole, per un attimo anche la loro normalità sembra incrinata. Cos'hanno visto nel lampo di quella luce, quale paesaggio, quale specchio, quale verità insostenibile che dimenticheranno subito dopo, ma la cui immagine resterà per sempre, in qualche recesso buio del loro cuore, nella biblioteca in fiamme della loro vita?

Bar Sport
Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai le conoscono una per una. Entrando dicono: "La meringa è un po' sciupata, oggi. Sarà il caldo". Oppure: "È ora di dar la polvere al krapfen". Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: "Hanno mangiato la Luisona!". La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella bacheca dal 1959.

Bar Sport duemila
Una strana e contagiosa malattia ha iniziato a colpire i bar e i locali pubblici verso la fine degli anni settanta: il suo nome è "sindrome del bancone", o megalobancomania. Questa sindrome porta a cambiare ossessivamente il bancone del bar ogni quattro-cinque anni. E ogni volta il bancone diventa più grande, più scomodo ed esteticamente incomprensibile. Si possono così incontrare, in piccoli bar di paese, dei monoliti di alabastro nero del peso di dieci tonnellate, portati lì da non si sa quale astronave. Parimenti dei bellissimi banconi di legno perfettamente funzionanti vengono sostituiti con banconi a "esse", a labirinto, pralinati con lapislazzuli, in materiali che vanno dalla bachelite arancione al vetro blindato. Gli stili passano dal rococò-maya al neo-torronico bugnato, dal liberty-linoleum al Barbie-Goodzilla, dal Cheope-Chippendale al post-Benito, dal gotico-zotico al Luigi-X-Files, dall'assiro-bullonese al techno-etrusco, in una gamma di orrori mineralogici e geometrici senza limiti di spesa, di tonnellaggio e di vergogna.

Le Beatrici
Beatrice
Una ragazza vestita con un bell'abito medioevale sta leggendo i tarocchi su un tavolino. Canta:

"Fior di vaniglia
Il tempo passa e nessuno mi si piglia
Si sposan tutte quante
E a me mi tocca di aspettare Dante".

[con lieve accento toscano] Oh, è curiosa la vita nel Medioevo. Che poi Medioevo lo dite voi, io dico milleduecentottantaquattro, poi voi lo chiamerete come vi pare, le epoche gli si dà nome dopo. Le dittature, ad esempio, se ne parla male solo dopo, intanto tutti se le puppano. Volete vedere?

Comici spaventati guerrieri
Lucio Lucertola festeggiò il suo settantesimo compleanno svegliandosi. Riteneva questo un fondamentale segreto della vita: svegliarsi e addormentarsi un numero di volte esattamente uguale. Se ci si sveglia anche solo una volta in meno non si recupera più, si sputa la pallina, consummatum est, diceva Lucio che era stato professore di latino e italiano, ed era inoltre Curioso in altre scienze, le naturali le filosofiche le zoologiche (in particolare i batteri), la botanica urbana, i cinesi, il concetto di inizio finale.

La compagnia dei celestini
"È stato calcolato che il peso delle formiche esistenti sulla terra è pari a venti milioni di volte quello di tutti i vertebrati."
Così lo scultore ottocentesco Amos Pelicorti detto il Mirmidone rispondeva a coloro che gli chiedevano perché componesse le sue opere in mollica di pane. Da quando aveva letto la notizia su un giornale era rimasto a tal punto folgorato da lasciare le predilette sculture in marmo per il candore alternativo della farina. I suoi capolavori venivano sfornati caldi e dati in pasto alle formiche.

Elianto
C'era un gran rumore negli universi. Generazioni di stelle nascevano e morivano sotto lo sguardo di telescopi assuefatti, fortune elettromagnetiche venivano dissipate in un attimo, sorgevano imperi d'elio e svanivano civiltà molecolari, gang di gas sovreccitati seminavano il panico, le galassie fuggivano rombando dal loro luogo d'origine, i buchi neri tracannavano energia e da bolle frattali nascevano universi dissidenti, ognuno con legislazione fisica autonoma.

Margherita Dolcevita
Sono andata a letto e le stelle non c'erano più. Ho pulito per bene il vetro della finestra, ma niente da fare. Erano sparite. Era sparita Sirio e Venere e Carmilla e Altazor. E anche Mab e Zelda e Bacbuc e Dandelion e la costellazione del Tacchino e la Croce di Lennon.
Non ditemi che alcune di queste stelle non esistono. Sono i nomi che gli ho dato io. Infatti rivendico il diritto di ognuno, specialmente delle fanciulle fantasiose come me, a chiamare le cose non soltanto con il nome del vocabolario, ma anche quello del vocabolaltro, cioè con un nome inventato e scelto.

Prima o poi l'amore arriva
A un passaggio a livello
lontano dal mondo
un giorno d'agosto assolato
un capostazione annoiato
vide a un finestreino
di un accelerato
una signora bruna
e più non lavorò
passava le serate
a guardare la luna
e i treni si scontravano
ma lui non li sentiva
prima o poi l'amore arriva.

Saltatempo
Quand'ero molto piccolo ho visto un Dio. Scarpagnavo verso la Bisacconi. Scarpagnare vuole dire camminare a saltelli per via del dislivello, io abitavo in montagna, la scuola era in basso. Si scarpagna senza pause, con l'inerzia della discesa che impedisce di fermarsi, un continuo scuotimento nei giovani marroni e un piccolo ansito nei polmoncini. Le Bisacconi sono le scuole elementari del paese, un cubo giallo vomito dentro un giardino di erbacce barbare, e devono il loro nome a un uomo di nome Lutilio Bisacconi ricordato per essere morto sull'uscio di casa, ucciso dal cugino fascista.
Sulla lapide infatti c'è scritto:
Lutilio Bisacconi, caduto.
Poi si vede che non hanno pagato lo scalpellino o c'è stato un litigio ideografologico ma è finita lì: caduto. Non è specificato se in guerra, per la Resistenza, nel fiore degli anni, niente: caduto e basta.

Spiriti
Una notte un uomo si svegliò in mezzo al deserto, senza sapere quanto aveva camminato, né perché.
Quando l'ultima nuvola scivolò via dalla luna, l'ombra dell'uomo si allungò come se sgorgasse dalla terra. Un filo d'acqua scorreva tenace nel greto screpolato del fiume, e non faceva più rumore di un respiro.
Alla nota del fiume si accordò un altro suono. L'uomo, con un bastoncino, batteva sul fango secco. Quel rumore ritmico, il pulsare di un cuore, richiamò qualcuno.
Dalle crepe della terra uscirono per prime le formiche rosse, dapprima in piccoli gruppi, poi in schiere compatte. Le seguirono le formiche nere dalle grosse teste dondolanti, le snelle dulciarie odorose di miele e le tagliatrici, reggendo le loro foglie come bandiere.

Terra!
La notte del trenta agosto 2039 un'ondata di caldo eccezionale soffocava gli Stati Uniti. Il termometro a New York segnò quarantadue gradi; a mezzanotte tutte le docce della città emisero un ululato di agonia, e il rantolo delle tubature annunciò che l'erogazione di acqua era sospesa fino alle otto di mattina. Metà degli abitanti invase le strade cercando scampo verso il mare. La Coca Cola vendette solo in quella notte quaranta milioni di litri di bibita, un lago nero e zuccherino che avrebbe potuto sostenere tutta la flotta Usa. I cubetti di ghiaccio valevano più dei diamanti, e si narra di famiglie che si bevvero la piscina di casa.


Pierre Benoît (1886-1962)

L'Atlantide (Atlantide)
Il sabato 6 giugno 1903, la vita monotona che si conduceva nel forte di Hassi-Inifel fu interrotta da due avvenimenti di importanza diversa: l'arrivo di una lettera della signorina Cécile de C... e dei numeri più recenti del "Journal Officiel" della Repubblica francese.
"Se il signor tenente permette..." disse il maresciallo d'alloggio Châtelain, mettendosi a sfogliare i giornali ai quali aveva tolto le fascette.
Acconsentii con un cenno della testa, già completamente immerso nella lettura della lettera appena arrivata.

(Traduzione: Gabriella Pesca Collina)


Benoît de Sainte-Maure (sec. XII)

Roman de Troie (Il romanzo di Troia)
Quando il popolo seppe la novella che morir doveva la donzella, tutti vi corrono, nessuno più rimane.
Ciascun la piange, e grida e lamenta; a ciascuno che rimira sua faccia, non può non recar dolore che la vogliano a morte abbandonare; a mille li vedreste piangere.
Pietà ne hanno, non è meraviglia. Il giglio e la rosa vermiglia son, di fronte a lei, scolorati; quanto ebbe Natura di beltà, lo mise in lei per gran gioia; di sua beltà convienmi tacere ché non la potrei neppur dire in mezza giornata e tutta d'un fiato.
Ahi! qual peccato e qual dolore! Sarebbero stati di tutti i migliori gli eredi che da lei fossero usciti ciò che vi era di bello in lei fu così perduto; più degli altri sarebbero stati mirabili e di beltà risplendenti quei che da lei fossero nati. Lasso! così doloroso giudizio! che mala morte e odiosa! Non l'aveva punto meritata; molto le pesò e nulla poté quando Paride uccise Achille; mai non gliene fu parlato ed anzi molto se ne dispiacque.

(Traduzione: Angela Bianchini)


Edward Frederic Benson (1867-1940)

Queen Lucia
Though the sun was hot on this July morning Mrs Lucas preferred to cover the half-mile that lay between the station and her house on her own brisk feet, and sent on her maid and her luggage in the fly that her husband had ordered to meet her. After those four hours in the train a short walk would be pleasant, but, though she veiled it from her conscious mind, another motive, sub-consciously engineered, prompted her action.
La regina Lucia
Sebbene quel mattino di luglio il sole fosse caldo, la signora Lucas, mandati avanti la cameriera e i bagagli con la carrozza che le era stata inviata dal marito, preferì percorrere a piedi il mezzo miglio che separava la stazione da casa sua. Dopo quelle quattro ore di treno una passeggiatina sarebbe stata piacevole; e per quanto lo celasse alla sua coscienza, un altro motivo la induceva ad agire così.

(Traduzione: Alessandra Osti)


Nina Berberova (1901-1993)

Borodin (Genio e regolatezza: Aleksandr Borodin)
La casa della madre, d'altronde Borodin non la chiamava mai mamma, bensì "zietta", un po' per scherzo, un po' sul serio, questa era l'abitudine sin dalla prima infanzia, la casa a quattro piani della madre, con il cancello in ghisa e gli stipiti arabescati, dava con le finestrelle quadrate, perfettamente pulite, direttamente sul cortile del reggimento Izmajlovskij, dove marciavano i soldati. Egli se ne stava a lungo a guardare le loro esercitazioni, senza sentire i comandi a causa delle doppie finestre, ma, soprattutto quando la finestrella era aperta, udiva il tamburo, il cui suono amava molto, e che si riversava nella stanza assieme al freddo intenso.
(Traduzione: Stefania Pavan)

Lakej i devka (Il lacché e la puttana)
Era la figlia di un funzionario pietroburghese che aveva raggiunto il grado di consigliere effettivo di V classe, un uomo dal viso lungo e stretto, diffidente, malaticcio, sempre scontento di tutto. Sua madre somigliava a tal punto alle mogli di altri funzionari pietroburghesi che dopo la sua morte (aveva quattordici anni compiuti quando la perse) Tanja non riusciva più a distinguerla nel ricordo dalle altre signore che frequentavano la loro casa, che la prendevano per il mento facendole male, che tra loro parlavano - con risatine isteriche, giocherellando leziosamente con le lorgnettes - di domestici, negozi e comitati di beneficenza.
(Traduzione: Donatella Sant'Elia)

Mysljascij trostnik (Il giunco mormorante)
Nella vita di ognuno esistono momenti - quando la porta sbattuta all'improvviso e senza alcun visibile motivo di colpo si riapre, quando lo spioncino chiuso un attimo fa viene di nuovo aperto, quando un brusco "no" che sembrava irrevocabile si muta in "forse" -, momenti in cui il mondo intorno a noi si trasfigura, e noi stessi ci riempiamo di speranza come di nuovo sangue. È stata concessa una proroga a qualcosa di ineluttabile, definitivo; il verdetto del giudice, del dottore, del console, è stato rinviato. Una voce ci avverte che non tutto è perduto. E con gambe tremanti e lacrime di gratitudine passiamo nel locale adiacente, dove ci pregano di "aspettare un poco" prima di spingerci nel baratro.
(Traduzione: Donatella Sant'Elia)


Pier Luigi Berbotto (1938-2020)

Concerto rosso
Uno scricchiolio d'uscio alle mie spalle, passi lievi ma affrettati che chiaramente puntano su di me; ce n'è abbastanza per scartare d'istinto contro la parete e proseguire senza il coraggio di girarmi a guardare. Ma quando i passi si fanno vicinissimi e dita gagliarde m'avvinghiano il braccio, non riesco a frenare un moto di sgomento.
"Che c'è?" ansimo, irrigidendomi e lasciando solo agli occhi il compito di volgersi all'estremità sinistra, in avanscoperta.
Le dita liberano il braccio e mi s'abbattono sulla spalla in una pacca fragorosa;
"Non dirmi che t'ho fatto paura!" esplode al mio orecchio la voce di Benzio, mentre la sua gran mole mi si para dinanzi, gioviale e compiacente.


Anya Bergman (1967)

The Witches of Vardø
The savage north held me captive. I was imprisoned in falling snow and blinded by glaring white light, empty of all shadows. I stood upon the ship's deck, and nothing was before me.
I could see no way forward.
Without shelter, the snow blanketed my cape. Impervious as alabaster, I was cold but not shivering, my knuckles blue and my heart hollowed out. The hours stretched on, but I was in no hurry to make landfall.
By the time I was caked in snow its falling had begun to falter. I shook my shoulders and snow tumbled from my cape as a few final spinning flakes descended. Bluish dusk emerged.
Finally, I could see our destination.
The harbour was barely that, with a small enclave of rudimentary dwellings encircling it. I was ordered to disembark and staggered down the gangway, my legs uncertain after so many weeks at sea. A biting wind urged me onto the bleak northern lands as if a man's hand were pushing me, yet again.
Il sussurro del fuoco
Il selvaggio Nord mi teneva prigioniera. Ero intrappolata nella neve che cadeva e accecata da una luce bianca sfolgorante, priva di ombre. Sul ponte della nave, non avevo che il nulla davanti.
Nessun futuro, nessuna via di fuga.
Senza riparo, la neve mi ricopriva il mantello. Impermeabile come alabastro, sentivo freddo, però non tremavo, anche se avevo le nocche blu e il cuore svuotato. Le ore sembravano dilatarsi, ma non avevo fretta di approdare.
Quando la neve mi si era ormai compattata addosso, la nevicata ha perso di intensità. Ho scosso le spalle, liberando il mantello mentre gli ultimi fiocchi cadevano vorticando nel crepuscolo bluastro.
Finalmente, sono riuscita a scorgere la nostra meta.
Il porto poteva dirsi tale a stento, circondato com'era da una piccola enclave di abitazioni rudimentali. Ricevuto l'ordine di sbarcare, sono scesa barcollando lungo la passerella, con le gambe rese incerte da tutte le settimane in mare. Un vento pungente mi sospingeva verso le desolate terre del Nord come se farlo fosse, per l'ennesima volta, la mano di un uomo.

(Traduzione: Giuseppe Maugeri)


Alessandro Bergonzoni (1958)

È già mercoledì e io no
"È un maschio!"
Ed estrasse il neonato, così come si leva una palla da bowling dal rullo girolone.
"Ce n'è un altro... un altro... un'altra, una bambina... un bambino, un altro..."
E l'ostetrica rideva, rideva come chi tra un po' avrebbe smesso di ridere.
"...un maschio ancora... una femmina... un'altra..." E quel corpo slot-machine espelleva a cascata come quando si abbassa la leva e si vince.


Anthony Berkeley (Anthony Berkeley Cox) (1893-1971)

Not to Be Taken (Il veleno è servito)
È la mia immaginazione, o anche altri hanno notato che c’è qualcosa di leggermente sinistro nel 3 settembre?
È una data che non riuscirò mai a considerare con indifferenza; e adesso che ritorna per l’ennesima volta, mi limito a osservare che si tratta di uno di quei giorni decadenti, per metà fine estate e per l’altra metà autunno, con le peggiori caratteristiche di entrambi: improvvise, forti e inesplicabili raffiche di vento che però non sembrano poter disperdere la presenza opprimente del tuono, sempre in agguato da qualche parte all’orizzonte; una pallida luce solare che filtra obliqua sotto una coltre di nuvole pesanti e uggiose; uno sgocciolio invisibile ma persistente della pioggia del giorno prima; fiori malconci, foglie prematuramente ingiallite e un senso generale di cattivi presagi e di rovina.

(Traduzione: Mauro Boncompagni)

The Poisoned Chocolates Case (Il caso dei cioccolatini avvelenati)
Roger Sheringham prese un sorso di brandy invecchiato dal bicchiere che aveva di fronte e si appoggiò allo schienale della sedia a capotavola.
Attraverso la nebbia del fumo di sigaretta gli giungevano alle orecchie voci eccitate che chiacchieravano allegramente di vari argomenti sempre collegati al tema dell'assassinio, dei veleni e della morte improvvisa. Questo, infatti, era il suo Circolo del Crimine - proprio il suo! - fondato, organizzato, messo insieme e gestito da lui solo; e cinque mesi prima, quando ne era stato eletto presidente all'unanimità durante la prima riunione, aveva provato lo stesso orgoglioso appagamento di quel giorno lontano in cui un angelo travestito da editore aveva accettato di pubblicare il suo primo romanzo

(Traduzione: Francesca Stignani)


Hector Berlioz (1803-1869)

Euphonia, ou la ville musicale (Eufonia o la città musicale)

Prima lettera

Sicilia, 7 giugno 2344

XILEF A SHETLAND

Ho appena fatto il bagno nell'Etna; o mio caro Shetland! che ora deliziosa ho trascorso a solcare a nuoto questo bel lago fresco, calmo e puro! il suo bacino è immenso, ma la sua forma circolare e lo scoscendimento dei bordi ne rendono la superficie a tal punto sonora che la mia voce giungeva senza sforzo dal centro alle parti più lontane della riva. Me ne sono accorto sentendo applaudire alcune donne siciliane che veleggiavano in pallone a più di una mezza lega dal luogo in cui mi trastullavo come un delfino felice.
(Traduzione: Francesco Sabbadini)


Georges Bernanos (1888-1948)

Journal d'un curé de campagne
Ma paroisse est une paroisse comme les autres. Toutes les paroisses se ressemblent. Les paroisses d’aujourd’hui, naturellement. Je le disais hier à M. le curé de Norenfontes : le bien et le mal doivent s’y faire équilibre, seulement le centre de gravité est placé bas, très bas. Ou, si vous aimez mieux, l’un et l’autre s’y superposent sans se mêler, comme deux liquides de densité différente. M. le curé m’a ri au nez. C’est un bon prêtre, très bienveillant, très paternel et qui passe même à l’archevêché pour un esprit fort, un peu dangereux. Ses boutades font la joie des presbytères, et il les appuie d’un regard qu’il voudrait vif et que je trouve au fond si usé, si las, qu’il me donne envie de pleurer.
Diario di un curato di campagna
La mia parrocchia è una parrocchia come tutte le altre. Si rassomigliano tutte. Le parrocchie d'oggi, naturalmente. Lo dicevo ieri al curato di Norenfontes: «Il bene e il male debbono equilibrarsi; senonché, il centro di gravità è collocato in basso, molto in basso. O, se lo preferite, si sovrappongono l'uno all'altro senza mescolarsi, come due liquidi di diversa densità». Il curato m'ha riso in faccia. È un buon prete, affabilissimo, molto paterno, che all'arcivescovado passa addirittura per un ingegno forte, un po' pericoloso. I suoi motti di spirito formano la gioia dei presbitèri, ed egli li sottolinea con uno sguardo che vorrebbe essere vivacissimo e che in fondo io trovo cosí frusto, cosí stanco da mettermi voglia di piangere.

(Traduzione: Adriano Grande)


Thomas Bernhard (1931-1989)

Alte Meister (Antichi maestri)
Pur avendo appuntamento con Reger soltanto per le undici e mezzo al Kunsthistorisches Museum, mi trovai là fin dalle dieci e mezzo per poterlo finalmente osservare, come già da tempo mi ero ripromesso, senza alcun disturbo e da un'angolazione possibilmente ideale, scrive Atzbacher. Poiché di mattina il suo posto riservato è nella cosiddetta Sala Bordone di fronte all'Uomo dalla barba bianca di Tintoretto, sulla panca rivestita di velluto dove ieri, dopo avermi illustrato la sonata chiamata Tempesta, ha continuato la sua conferenza sull'Arte della fuga da prima di Bach fino a dopo Schumann, come lui la definisce, pur non avendo fatto altro, spinto dal suo estro, che parlare di Mozart e non di Bach, io dovetti appostarmi nella cosiddetta Sala Sebastiano; a malincuore fui dunque costretto, per poter osservare Reger davanti all'Uomo dalla barba bianca di Tintoretto, a sorbirmi Tiziano...
(Traduzione: Anna Ruchat)

Der Atem (Il respiro)
Fu soltanto una logica conseguenza, come apparve ben presto al ragazzo non ancora diciottenne in seguito agli avvenimenti e accadimenti che sto per annotare con intento di verità e di chiarezza, che mi ammalassi anch'io dopo che mio nonno si era improvvisamente ammalato ed era dovuto andare all'ospedale situato a poche centinaia di passi da noi, lo ricordo bene e me lo vedo ancora oggi davanti agli occhi mentre, con addosso un cappotto invernale grigio scuro che gli era stato regalato da un ufficiale canadese delle truppe d'occupazione, camminando spedito e scandendo con il bastone il ritmo dei propri movimenti come per la solita passeggiata, egli passava davanti alla sua finestra, dietro la quale io, senza sapere dove quella passeggiata lo avrebbe condotto, lo stavo osservando in una disposizione di animo e di spirito senza dubbio tra il triste e il melanconico dopo che mi ero congedato da lui, l'unico essere umano che ho amato veramente.
(Traduzione: Anna Ruchat)

Die Billigesser (I mangia a poco)
Come faceva da varie settimane verso sera e da tre giorni regolarmente anche al mattino intorno alle sei, stava andando per motivi di studio nel Wertheimsteinpark, dove, grazie alle ideali condizioni naturali esistenti per l'appunto nel Wertheimsteinpark, diceva di essere nuovamente riuscito dopo molto tempo a passare, per quanto riguarda la sua fisiognomica, da pensieri assolutamente privi di valore a pensieri utili, anzi in fondo straordinariamente proficui, e quindi a riprendere quel suo scritto che, trovandosi in uno stato di incapacità di concentrazione, aveva abbandonato ormai da moltissimo tempo, scritto dalla cui stesura dipendeva in definitiva un altro scritto, dalla stesura del quale dipendeva in effetti un altro scritto ancora, scritti che occorreva assolutamente scrivere e dai quali dipendeva la stesura, basata su questi tre scritti, di un quarto scritto sulla fisiognomica che avrebbe determinato di fatto la sua futura attività scientifica e in genere perciò la sua futura esistenza, quand'ecco che, anziché andare come d'abitudine verso il vecchio frassino, lui tutto a un tratto e con mossa assolutamente repentina era andato verso la vecchia quercia e con ciò era arrivato a quelli che chiamava i mangia a poco, con i quali per diversi anni nei giorni feriali e quindi dal lunedì al venerdì aveva mangiato a poco prezzo alla Cucina Pubblica Viennese e quindi alla cosiddetta CPV e precisamente alla CPV della Döblinger Hauptstrasse.
(Traduzione: Eugenio Bernardi)

Ereignisse
Zwei Junge Leute
Zwei Junge Leute flüchten in einen Turm, der zur Verteidigung der Stadt diente, und besteigen ihn, ohne ein Wort zu sprechen. Sie wollen ihr Schweigen nicht durch einen Verrat auslöschen und gehen mit gedankenloser Schnelligkeit an ihr Vorhaben. In halber Höhe des Turms erblicken sie einen nicht errechenbaren Auschnitt der Landschaft, in welcher der Turm steht. Die Kälte der Mauern läßt sie wie in einem Eisklumpen zur Höhe taumeln: mit offenen Mündern und nach vorn ausgestreckten Armen, in der Idee, daß sie durch diese halbwahren Gebärden die Entfernung, die sie zurücklegen, wollen, künstlich verringern könnten.
Eventi
Due giovani
Due giovani fuggono in una torre, un tempo baluardo della città, e si arrampicana senza dir parola. Non permettono che il loro silenzio si dissolva in un tradimento, e si accingono al loro proposito con spensierata rapidità. A mezz altezza scorgono una prospettiva incalcolabile del paesaggio in cui si erge la torre. Il freddo della mura li fa barcollare verso l'alto come in un cubo di ghiaccio: a bocca aperta e con le braccia protese in avanti, nella convinzione che tali improbabili gesti possano artificialmente ridurre la distanza da percorrere.

(Traduzione: Luigi Reitani)

Frost (Gelo)
La pratica d'ospedale non sta solo nell'assistere a complicate operazioni intestinali, nell'incidere peritonei, nel pinzare lobi polmonari, nell'amputar piedi, non sta davvero soltanto nel chiuder gli occhi ai morti o nel tirar fuori bambini per farli venire al mondo. La pratica d'ospedale non è soltanto questo: buttare con noncuranza nel secchio smaltato gambe e braccia intere o tagliate a metà. Non sta nel continuare a correr dietro come un cretino al primario e all'assistente e all'assistente dell'assistente, far parte del codazzo durante le visite. Né può consistere solo nel nascondere la verità ai pazienti e nemmeno nel dire: "Il pus naturalmente si scioglierà nel sangue e Lei sarà completamente guarito". O in centinaia d'altre simili fandonie.
(Traduzione: Magda Olivetti)

Holzfällen (A colpi d'ascia)
Mentre tutti aspettavamo l'attore che aveva promesso di arrivare alla loro cena nella Gentzgasse verso le undici e mezzo, dopo la rappresentazione dell'Anitra selvatica, io osservavo i coniugi Auersberger dalla stessa bergère in cui stavo seduto quasi ogni giorno nei primi Anni Cinquanta, e pensavo che accettare l'invito degli Auersberger era stato un errore denso di conseguenze. Ho incontrato al Graben gli Auersberger, che non vedevo da vent'anni, proprio il giorno della morte della nostra comune amica Joana e ho accettato, senza tante cerimonie, l'invito alla loro cena artistica, come i coniugi Auersberger hanno chiamato quel loro pranzo serale.
(Traduzione: Agnese Grieco e Renata Colorni)

Das Kalkwerk (La fornace)
...quando Konrad cinque anni e mezzo fa comprò la fornace della calce, per prima cosa si procurò un pianoforte che fece installare nella sua camera situata al primo piano - si dice da Laska - non per un particolare amore dell'arte - racconta Wieser, l'amministratore della proprietà Mussner - ma per calmare i suoi nervi logorati da decenni di lavoro mentale - racconta Fro, l'amministratore della proprietà Trattner - con l'arte, che lui, Konrad, odiava, la sua abitudine di suonare il pianoforte non aveva proprio nulla a che fare, lui improvvisava - racconta Fro - e ogni giorno - racconta Wieser - di primo mattino e a tardissima sera a finestra spalancata e al ticchettio del metronomo, da dilettante si esercitava sullo strumento...
(Traduzione: Magda Olivetti)

Die Kälte (Il freddo)
Con quella che sul mio polmone fu detta ombra, un'ombra era di nuovo calata sulla mia esistenza. Grafenhof era una parola funesta, a Grafenhof dominavano in maniera esclusiva e con perfetta immunità il primario e il suo assistente e l'assistente di quest'ultimo, nonché le condizioni, tremende per un giovane come me, di un pubblico sanatorio per tubercolotici. Pur essendoci arrivato in cerca di aiuto, non ho trovato a Grafenhof che l'assenza di ogni speranza...
(Traduzione: Anna Ruchat)

Der Keller (La cantina)
Gli altri esseri umani li trovai nella direzione opposta, in quanto non andai più all'odiato ginnasio, ma, ciò che fu la mia salvezza, a fare l'apprendista, cioè al mattino presto, contro ogni ragionevolezza, non andai più con il figlio del consigliere governativo lungo la Reichenhaller Strasse verso il centro della città, ma andai lungo la Rudolf-Biebl-Strasse verso la periferia con il garzone del fabbro che abitava nella casa accanto, e non passai più attraverso i giardini incolti e davanti alle artistiche ville per andare all'Alta Scuola della borghesia e della piccola borghesia, ma passai davanti all'Istituto dei ciechi e a quello dei sordomuti e sopra il terrapieno della ferrovia e attraverso i giardini al margine della città e accanto alle staccionate del campo sportivo vicino al manicomio di Lehen per andare all'Alta Scuola dei reietti e dei poveri, all'Alta Scuola dei pazzi e di quelli che sono dichiarati pazzi, nel quartiere di Scherzhauserfeld, in quello che è per antonomasia il quartiere degli orrori della città, fonte di quasi tutti i processi giudiziari di Salisburgo e nella cantina adibita a negozio di generi alimentari di Karl Podlaha, il quale era un essere umano distrutto e un sensibile temperamento viennese che sarebbe voluto diventare un musicista e invece era sempre rimasto un piccolo bottegaio.
(Traduzione: Eugenio Bernardi)

Ein Kind (Un bambino)
All'età di otto anni, al Mercato dei piccioni di Traunstein proprio sotto casa nostra, nel deserto di un pomeriggio di provincia assorto in se stesso, feci il mio primo giro in bicicletta sulla vecchia Steyr-Waffenrad del mio tutore, che in quel periodo era stato chiamato sotto le armi in Polonia ed era in procinto di mettersi in marcia con l'esercito tedesco per invadere la Russia.
(Traduzione: Renata Colorni)

Das Stimmenimitator (L'imitatore di voci)
Vicino a Oslo abbiamo conosciuto un uomo sulla sessantina che a proposito di un certo ospizio ci ha raccontato più di quanto già sapevamo dagli appunti di Hamsun sul suo ultimo anno di vita, perché in quell'ospizio lui ci aveva lavorato esattamente nel periodo in cui vi aveva trascorso la sua esistenza anche il più grande scrittore norvegese.
(Traduzione: Eugenio Bernardi)

Ungenach (Ungenach)
7 aprile
... nella notte fra il 3 e il 4, diretto a Zurigo, da dove riparto in aereo per gli Stati Uniti, sono passato da mio zio Zumbusch a Coira, dove volevo riposarmi per un paio di giorni.
Dato però che mio zio non è affatto a Coira, in quanto, come mi rendo conto soltanto oggi, egli è evidentemente al funerale del mio tutore, io sono più o meno abbandonato a me stesso, con tutti i miei pensieri continuamente rivolti a Ungenach, alla sua liquidazione, donazione eccetera...

(Traduzione: Eugenio Bernardi)

Der Untergeher (Il soccombente)
Anche Glenn Gould, il nostro amico e il più importante virtuoso del pianoforte di questo secolo, è arrivato soltanto a cinquantun anni, pensai mentre entravo nella locanda.
Solo che non si è tolto la vita come Wertheimer, ma è morto, come si suol dire,
di morte naturale.
Quattro mesi e mezzo a New York suonando e risuonando le
Variazioni Goldberg e l'Arte della fuga, quattro mesi e mezzo di Klavierexerzitien, come Glenn Gould ripeteva di continuo e solo in tedesco, pensai.
(Traduzione: Renata Colorni)

Die Ursache (L'origine)
La città, popolata da due categorie di persone, gli affaristi e le loro vittime, è abitabile per colui che ci viene per imparare e per studiare soltanto in maniera dolorosa, disturbante ogni indole naturale, col tempo perturbante e devastante, molto spesso unicamente subdola e micidiale.
(Traduzione: Umberto Gandini)

Verstörung (Perturbamento)
Il ventisei mio padre già alle due del mattino prese la macchina e andò a Salla, da un maestro che trovò morente e lasciò morto, e ripartì subito dopo per Hüllberg per curarvi un bambino che in primavera era caduto in un mastello per maiali pieno di acqua bollente e che ora, dimesso dall'ospedale, già da parecchie settimane era di nuovo a casa dei suoi genitori. Andava volentieri da quel bambino e non perdeva occasione di fargli una visita. I genitori erano persone semplici, il padre minatore a Köflach, la madre domestica nella casa del macellaio a Voitsberg, il bambino però non veniva lasciato solo tutto il giorno, gli badava una sorella della madre. Quel giorno mio padre descrisse con più precisione del solito quel bambino e disse che temeva che gli restasse ancora poco tempo da vivere. Con sicurezza poteva dire che non avrebbe passato l'inverno, e lui adesso sarebbe andato a trovarlo il più spesso possibile.
(Traduzione: Eugenio Bernardi)

Wittgensteins Neffe (Il nipote di Wittgenstein)
Nel millenovecentosessantasette, nel Padiglione Hermann dell'Altura Baumgartner, una suora che vi svolgeva con solerzia infaticabile il suo lavoro di infermiera mi depose sul letto Perturbamento, il libro fresco di stampa che avevo scritto un anno prima a Bruxelles in rue de la Croix 60, ma io non ebbi neanche la forza di prendere in mano quel libro essendomi appena svegliato, erano passati solo pochi minuti, da un'anestesia totale durata parecchie ore che mi era stata praticata dagli stessi medici che mi avevano aperto il collo in modo da poter estrarre dalla gabbia toracica un tumore della grandezza di un pugno.
(Traduzione: Renata Colorni)


Michael André Bernstein (1947-2011)

Conspirators
Crossing into middle age, a successful writer is expected to enter his custodial phase, in which he services and maintains his prior accomplishments. Is that really what he was agreeing to now? The thought vexed Alexander too much for him to continue answering either of the letters lying open on his desk, so he got up from his chair by the window to stretch his legs, certain that at this hour he could walk down to the lake without meeting anyone.
I cospiratori
Ci si aspetta che, approssimandosi alla mezza età, uno scrittore di successo cominci a preoccuparsi di custodire i propri beni, di mantenere e difendere quanto ha realizzato fino a quel punto. Era entrato anche lui in quell'ordine di idee, adesso? Il pensiero lo angosciava troppo per consentirgli di continuare a rispondere alle due lettere che giacevano aperte sulla sua scrivania, perciò Alexander si alzò dalla sedia accanto alla finestra per sgranchirsi le gambe, convinto che a quell'ora sarebbe potuto arrivare fino al lago senza incontrare nessuno.

(Traduzione: Marcella Dallatorre)


Béroalde de Verville (François Brouart) (1556-1629)

Le moyen de parvenir (...)
Car est-il que ce fut au temps, au siecle, en l'indiction, en l'ere, en l'hegire, en l'ebdomade, au lustre, en l'olympiade, en l'an, au terme, au mois, en la sepmaine, au jour, à l'heure, à la minute, et justement à l'instant que, par l' advis et progrez du demon des spheres, les estoeufs descheurent de credit, et qu'au lieu d'eux furent avancées les molles balles, au prejudice de la noble antiquité, qui se jouoit si joliment.
Confus soyent ces inventeurs de nouveautez, qui gastent la jeunesse, et, contre les bonnes coustumes, troublent nos jeux. N'est-ce point au jeu où l'ame se dilate pour faire voir ses conceptions?


Béroul (sec. XII)

Roman de Tristan (Il romanzo di Tristano)
Signori, ciò fu in un giorno d'estate, in quel tempo in cui si miete, un poco dopo la Pentecoste. Un mattino, alla rugiada, gli uccelli cantano l'alba che sorge.
Tristano, dalla capanna ove giace, cinge sua spada, tutto solo se ne va; l'arco che non fallisce vuol riguardare, in mezzo al bosco va a cacciare.
Prima che tornasse, Isotta fu in tal pena, vi fu mai chi avesse tanta pena? Ma l'un per l'altro non la sente, ben ebbero il loro piacere. Anzi, dal tempo che nel bosco furono, non vi furono mai due che tanto di questo piacere gustassero; così come la storia dice, là ove Beroldo la vide scritta, mai che fra loro tanto si amarono, né così duramente se lo procurarono.

(Traduzione: Angela Bianchini)


Luigi Bertelli (pseud.: Vamba) (1858-1920)

Il giornalino di Giamburrasca
Ecco fatto. Ho voluto ricopiare qui in questo mio giornalino il foglietto del calendario d'oggi che segna l'entrata delle truppe italiane in Roma e che è anche il giorno che son nato io come ci ho scritto sotto perché gli amici che vengono in casa si ricordino di farmi il regalo.
LUNA PIENA
SETTEMBRE
20
MERCOLEDÌ
S. Eustachio, soldato e m.
1870. Entrata delle truppe italiane in Roma.
1897. Nascita di Giannino.
La mamma me ne ha fatto uno proprio bello dandomi questo giornalino perché ci scriva i miei pensieri e quello che mi succede. Che bel libro, con la rilegatura di tela rossa e tutte le pagine bianche che non so davvero come farò a riempire!


Francesca Bertini (Elena Seracini Vitiello) (1892-1985)

Il resto non conta
Scrivere la propria vita è un po’ come tentare di viverla una seconda volta, magari nello stesso modo.
La vita è una continuità: fragile e incerta; ma è una continuità: è un susseguirsi rapido, a volte simultaneo, di situazioni, di conflitti, di sensazioni, di vicende. A ciò che sta dentro di noi e cresce a dismisura con l’andar del tempo, s’interseca, favorevolmente o disastrosamente, ciò che avviene al di fuori di noi; sicché noi risultiamo sempre diversi da una intrinseca realtà individuale. Siamo, bene o male, gl’interpreti di una commedia di cui non siamo gli autori e di cui, al massimo, ci è concesso di collaborare alla sceneggiatura.


Giuseppe Berto (1914-1978)

Il brigante
Ricordo bene quand'egli arrivò la prima volta nel nostro paese: era primavera, poco tempo prima della Pasqua. Avevamo avuto un inizio di primavera confuso, quell'anno. Alla fine di gennaio c'erano state delle giornate proprio calde, e così il grano nei campi esposti al sole era cresciuto in fretta e le gemme degli alberi s'erano ingrossate fino a scoppiare. Ma poi durante tutto il mese di febbraio erano sopravvenute delle burrasche, una di seguito all'altra. Il vento aveva cominciato a soffiare portando nuvole scure, e l'aria che s'infiltrava nella nostra valle era gelata e carica di pioggia. I terreni da semina, che erano costruiti a terrazza contro il pendio della montagna, divennero pesanti e in molti punti franarono. Ovunque nelle campagne si dovettero sospendere i lavori.

La cosa buffa
In quel tempo di mezzo inverno benché si recasse ogni pomeriggio di sole sulla terrazza del Caffè alle Zattere, vale a dire in un luogo per niente spiacevole e anzi rallegrato dalle scarse cose liete che si possono trovare in una città umida qual è Venezia durante la brutta stagione, Antonio aveva soprattutto voglia di morire. Detto così il suo comportamento potrebbe benissimo apparire un po' scombinato e corrrispondente ad uno stato psicologico quantomeno confuso, a parte la considerazione che chi veramente aspira a partirsene dal mondo va d'ordinario a cercare giusto i luoghi dov'è meno gravoso rimanerci, nel caso di cui si tratta vì è d'illuminante la circostanza che Antonio proprio sulla terrazza del Caffè alle Zattere per la prima volta aveva visto Maria e precisamente a questa Maria per quanto senza molta colpa di lei si capisce era legata la sua occasionale e presente voglia di morire.

La gloria
Mai, in un momento della nostra dura storia, servitù d'Egitto o di Babilonia, travagliato cammino verso la terra promessa o mortale guerra di Saul contro il popolo dei filistei, mai eravamo stati così smarriti e divisi, mai le nostre anime tanto cascate nella polvere e sovrastante l'ombra della morte.
Perché dormi, o Signore? Perché la tua faccia distogli, la voce non fai sentire? Quale la colpa?

Il male oscuro
Penso che questa storia della mia lunga lotta col padre, che un tempo ritenevo insolita per non dire unica, non sia in fondo tanto straordinaria se come sembra può venire comodamente sistemata dentro schemi e teorie psicologiche già esistenti, anzi in un certo senso potrebbe perfino costituire un appropriata dimostrazione della validità perlomeno razionale di tali schemi o teorie, sicché, sebbene a me personalmente non ne venga un bel nulla, potrei benissimo sostenere che il mio scopo nello scriverla è appunto quello di fornire qualche altra pezza d'appoggio alle dottrine psicanalitiche che ne hanno tuttora più bisogno di quanto non si creda, senonché una tale supposizione non andrebbe poi d'accordo col sospetto che più d'uno potrà avere alla fine, ossia che la presente narrazione non sarebbe che un....."

Oh, Serafina!
C'era una volta, e ci sarà ancora probabilmente, ma chissamai quanto sarà cambiata adesso, una fabbrichetta di bottoni che si chiamava FIBA. L'aveva fondata, intorno al 1920, cioè in un'epoca di indiscusso e universale entusiasmo per il progresso tecnologico, un uomo straordinario, che si chiamava Augusto Valle.
Costui, ad un certo momento della sua vita, nella parte destra della sua casa, ch'era una costruzione abbastanza grande e già allora vecchiotta, con mezzo ettaro di parco alle spalle, una specie di villa ma con aria da casa colonica che sorgeva nella campagna intorno a Milano, dalle parti di Sesto pressappoco, lì insomma, aveva collocato in uno stanzone ch'era stato una stalla circa trenta tra operai e operaie e in più alcune macchine tedesche che, a prezzo di non poco rumore, fabbricavano bottoni, d'osso e di madreperla. Aveva inoltre messo in una stanza laterale, che fu chiamata Direzione, una scrivania, alcuni scaffali, un'altra scrivania più piccola, un ragioniere di nome Traversi, una segretaria di nome Rosa, a quei tempi adolescente e bella, e aveva chiamato tutto ciò FIBA.


Stefania Bertola (1952)

Ragione & sentimento
– Anche la Jaguar!!!
Maria Cristina vedova Cerrato lancia un urlo di autentico dolore. La Jaguar no. Comprata da neanche due mesi. Regalo del marito per i suoi cinquantatre anni.
– Mi spiace. Ma purtroppo…
Il notaio Galimberti è uno specialista in puntini. Quando una sua frase finisce con i puntini, i puntini si sentono. E nella professione di notaio, i puntini servono. Impossibile sbrigare testamenti e altre questioni ereditarie senza aver sempre a portata di mano una confezione King Size di puntini. Ma con questa storia della Fregatura Cerrato, il povero Galimberti rischia di esaurire la scorta.


Attilio Bertolucci (1911-2000)

La camera da letto
Dalle maremme con cavalli, giorno
e notte, li accompagnavano nuvole
da quando partirono lasciandosi
dietro una pianura
e dietro la pianura il mare e l'orizzonte
in un fermo pallore d'alba estiva.


Philippe Besson (1967)

En l'absence des hommes (Un amico di Marcel Proust)
Ho sedici anni. Sono nato con il secolo.
So che c'è la guerra, che dei soldati muoiono sui fronti di questa guerra, che dei civili muoiono nelle città e nelle campagne di Francia e di altri paesi, che la guerra - più delle distruzioni, più del fango, più del fischio delle pallottole che squarciano i petti, più dei visi avviliti delle donne che aspettano, talora senz'alcuna speranza, una lettera che non arriva, un ritorno sempre procrastinato, più del gioco della politica cui si dedicano le nazioni - è la morte nuda e cruda e triste e anonima dei soldati e dei civili di cui un giorno leggeremo i nomi sullo zoccolo dei monumenti, al suono di una marcia funebre.
Eppure non so cos'è la guerra. Vivo a Parigi. Studio al liceo Louis-le-Grand. Ho sedici anni.

(Traduzione: Francesco Bruno)

Les jours fragiles (I giorni fragili di Arthur Rimbaud)
Venerdì 22 maggio
Nella nostra famiglia, gli uomini non rimangono.
È vero, se ci si pensa: non hanno mai fatto altro che allontanarsi, darsela a gambe e liberarsi di noi donne, condannate a restare in paese, legate alla terra. Non ho mai smesso di domandarmi da cosa nasca in loro questa voglia di altri cieli, quando il cielo è lo stesso dappertutto.

(Traduzione: Francesco Bruno)


Don Betteridge (Bernard Charles Newman) (1897-1968)

Scotland Yard Alibi (L'alibi di Scotland Yard)
Subito dopo aver ucciso Monckham, andai direttamente a Scotland Yard. Mi sembrava il posto migliore per crearmi un alibi.
Chiesi dell’ispettore Duncan, che conoscevo bene. Non c’era, ma la cosa non aveva importanza. Perché il sergente Newcombe, che in genere lavorava con Duncan, era presente, e la mia domanda spontanea – quanto ci avrebbe messo ad arrivare Duncan – sarebbe stata importante per richiamare l’attenzione sul fattore tempo. Newcombe aveva una buona memoria, come sapevo, ed era improbabile che si dimenticasse di un simile particolare, sebbene vi avessi fatto cenno in un modo assolutamente casuale. In ogni caso, non mi aspettavo che sarebbe stato necessario fare affidamento sulla sua memoria. Monckham era il primo uomo che avessi mai ucciso, ma ero certo di non aver commesso alcun errore.

(Traduzione: Dario Pratesi)


Fabienne Betting (1962)

Bons basiers de Mesménie
Deux heures du matin
C'est une drôle d'heure pour commencer à chercher du boulot mais je n'arrive pas à trouver le sommeil, alors autant m'y atteler tout de suite. D'abord, je mets le cap sur le frigo pour y prendre une bière. Tiens, il ne doit y avoir aucun nuage là- dehors, car la lune suffit à éclairer l'appartement sans que j'aie à allumer le plafonnier. Tant mieux, je n'ai aucune envie de voir les murs lépreux de la cuisine.
Sandrine a raison de dire que la pièce a besoin d'un bon coup de peinture. Elle a raison aussi pour l'installation de la cabine de douche dans la salle de bains, la réparation de la chasse d'eau et la fixation des étagères du salon. Elle n'en parle plus depuis un bout de temps, mais elle lance les petits regards et les petites réflexions dont elle a le secret pour me le rappeler. Et je vais m'y mettre, bien sûr. Il faut juste que je trouve cinq minutes dans mon emploi du temps de ministre.
Tanti baci dalla Mesmenia
Due del mattino
È un orario strano per iniziare a cercare lavoro ma non riesco a dormire, quindi tanto vale che mi ci metta subito. Per prima cosa, mi dirigo verso il frigo in cerca di una birra. Pare che là fuori non ci sia nemmeno una nube... l'appartamento è rischiarato dalla luna e non devo accendere la luce. Meglio così, non ho alcuna voglia di vedere le pareti scrostate della cucina.
Sandrine ha ragione a dire che la stanza avrebbe bisogno di una mano di pittura. E anche che dovremmo installare la cabina della doccia in bagno, riparare lo sciacquone e montare delle mensole in soggiorno. Non ne parla da un po', ma sa sempre come ricordarmelo, lanciandomi occhiatacce e battutine. Lo farò, certo che lo farò. Devo solo trovare cinque minuti di tempo nella mia agenda fitta di impegni.

(Traduzione: Elena Cappellini)


Calixthe Beyala (1961)

Les Honneurs perdus (Gli onori perduti)
Sia chiaro: io mi chiamo Saïda Bénérafa. Non avevo mai lasciato New-Bell Douala n. 5, fino a quarant'anni o su di lì. Non ero ancora la ragazza di cinquant'anni che appassiona il quartiere di Belleville. Eppure facevo notizia anche allora. Perché? Sono nata qualche anno prima delle Indipendenze. Era nel '40-'45, ma le date precise non hanno importanza. Ho visto la luce in uno di quei quartieri-faro, di quegli ombelichi del mondo dove l'immaginazione e l'arte di arrangiarsi dell'uomo superano di gran lunga la fantasia. Là, l'istinto di sopravvivenza abolisce le nozioni di tempo e spazio.
(Traduzione: Gaia Amaducci e Monica Martignoni)


Luciano Bianciardi (1922-1971)

Aprire il fuoco
Tutto sommato io darei ragione al povero Ponzani, ingegnere civile e avveduto, quando per questa comunità di Nesci, al posto della pietra di Finale, che diede di sé prove assai grame, scelse la quarzite di Sanfront: non soltanto essa regge meglio allo sfrido, ma anche si presta benissimo a comporre i disegni su cui io leggo i pronostici del mio diverso esilio, e difatti a forza di pronosticare ci ho consumato sopra sette paia di scarpe e lo sa dio quante altre paia ce ne consumerò su. L'intera faccenda comincia ogni giorno proprio davanti ai caduti di tutte le guerre, proprio sotto casa Savoja, e questo è giusto, giacché un qualche Sanfront sarà pur morto, io spero, in qualche guerra regia. Figura sempre un marchese di Sanfront negli annuari dell'armata sarda, e fu anzi uno di loro, se ben rammentate, nel cinquantanove, che andò a ripigliare Garibaldi quand'egli dalla Romagne si era deciso a saltare il fosso della Cattolica, per schioppettare i soldatelli di Pionono, il Mastai Ferretti.

La battaglia soda
L'ultima volta che parlai con il gran vecchio fu il primo novembre del sessanta, davanti alle mura di Capua assediata. Ormai i generaloni piemontesi avevano deciso di bombardare, e difatti le batterie stavano già pronte in postazione, dietro i gabbioni di graticcio interrati, con le piramidi delle palle ben ravversate e le cataste delle cariche e gli artiglieri in pieno assetto, con le loro borse e gli alti cheppì dal pennacchietto di crine e gli scovoloni impugnati, quasi che volessero impressionarci con tanta ostentazione d'ordine e di perizia. E noi li stavamo a guardare, senza che tuttavia si barattasse una parola.
A quei tempi, come già ho spiegato, io comandavo un battaglione della brigata Basilicata, general Clemente Corte, primo reggimento. Le disposizioni erano che tutto il mio riparto avrebbe trascorso la notte accosto al cimitero di Santa Maria, e i miei uomini si andavano sistemando come meglio si poté, quando comparve Garibaldi in fondo allo stradone di Caserta. Comandai subito che tutti pigliassero le armi per salutare, e quand'egli fu dinanzi al battaglione schierato, fermò la cavalla e fe' cenno che mi avvicinassi.
"Vedete," mi disse con quella voce che innamorava "vogliono bombardare a tutti i costi e io me ne vado perché non ho cuore di assistere a tanto barbaro spettacolo. Nessuno deve avere diritto di chiamarmi bombardatore." Mi strinse la mano, salutò a voce alta i volontari che, rotte le file, gli si affollavano intorno: "Addio, figlioli, addio!" E sparì.

Daghela avanti un passo!
Anno nuovo vita nuova, si ripete ogni volta, e questo ormai è diventato un modo di dire, a cui si dà poca o nessuna importanza. Eppure quella volta i milanesi furono di parola. Tutti d'accordo: a Capodanno del Quarantotto si ripromisero di non fumare piú. Basta coi i sigari, basta con le pipe, basta con il macubino da annusare. Le sigarette a quei tempi non erano ancora state inventate: dovevano passare cinque anni, e scoppiare una guerra in Crimea perché nascesse l'abitudine "moderna" di avvolgere il tabacco nella carta. In Crimea volle il caso che si distribuisse ai soldati alleati, cioè inglesi, francesi, piemontesi e turchi (grandissimi fumatori, secondo il proverbio) una partita di tabacco sfuso, e siccome scarseggiavano, oltre ai viveri e ai medicinali, le pipe in dotazione alla truppa, questa seppe arrangiarsi e ricorrere alla carta. La carta non mancava, perché le dosi di polvere per i fucili ad avancarica stavano per l'appunto avvolte nella carta, e l'involtino era propriamente quel che si dice "cartuccia". Noi continuiamo a chiamare così la munizione del fucile o della pistola, anche se per la verità la carta non c'entra affatto.

Da Quarto a Torino. Breve storia della spedizione dei Mille
Il "casone bianco" a Quarto oggi non dà piú nell'occhio. Anche se l'edificio è cresciuto di un piano, ed ha cambiato colore, rimane ormai sommerso nel dilagare della grande Genova distesa fra Nervi e Pegli, ed oggi ospita gli scolaretti di un quartiere cittadino. Ma cento anni or sono il viaggiatore che uscisse da Porta Pila sulla strada del mare notava, subito dopo il villaggio di Quarto, quella tozza costruzione bianca, in mezzo al verde del parco, sotto il grigio delle rocce e dei forti che anche allora difendevano l'ingresso del golfo.
Dal nome del primo proprietario la villa si chiamava Spinola, ma da tempo vi abitava il marchigiano Candido Augusto Vecchi, buon patriota e gran signore, che occupava il suo non scarso tempo libero a studiare lettere, collezionare armi, educare il figlio all'amore dell'Italia e al gusto dell'avventura marinaresca. Con buoni risultati, perché il giovane diventerà poi una specie di minuscolo Conrad italiano, con uno pseudonimo d'invenzione: Jack La Bolina.Alla porta del gentiluomo la sera del 15 aprile 1860 bussava Giuseppe Garibaldi, scuro in volto e vestito di nero. Al Vecchi, che certamente non si aspettava la visita, il generale disse: "Vengo a voi come Cristo, poi che non ho ove posare il capo."

Il lavoro culturale
Il problema delle origini ha sempre sedotto e affaticato la mente di saggi, sapienti e intellettuali: origini dell’uomo, delle specie, della società; origini del male e della disuguaglianza. Dalle origini di una città o di una religione si son calcolati gli anni, e dire “originale” significa riconoscere un merito. Insomma pare – e chissà poi per quale ragione – che alla gente importi più del passato, del remoto passato incapace ormai di far male ad alcuno, che dell’avvenire, del prossimo avvenire, sempre, come ben sappiamo, minaccioso e incombente.

La vita agra
Tutto sommato io darei ragione all'Adelung, perché se partiamo da un alto-tedesco Breite il passaggio a Braida è facile, e anche il resto: il dittongo che si contrae in una e apertissima, e poi la rotacizzazione della dentale intervocalica, che oggi grazie al cielo non è più un mistero per nessuno. La si ritrova, per esempio, nei dialetti del Middle West americano, e infatti quel soldato di aviazione che conobbi a Manduria mi diceva "haspero" mostrandomi il ditone della mano destra ingessato, e io non capivo; ma poi non c'è nemmeno bisogno di scomodarsi a traversare l'Oceano, perché non diceva forse "Maronna mia" quell'altro soldato, certo Merola della compagnia comando, che era nato appunto a Nocera Inferiore?


Marthe-Lucile Bibesco (Lucile Decaux) (1888-1973)

Le Perroquet Vert (Il pappagallo verde)
A Antoine Bibesco
Ricordi, mio caro Antoine, quel mattino di primavera allorché io, tu e Georges risalivamo gli Champs-Elysées discutendo del genio russo, senza accorgerci, tanto era animata la nostra conversazione, che l'ora del pranzo doveva essere passata poiché eravamo soli sul grande viale?
Tu mi suggerivi di leggere subito tutto Dostoevskij. Ti ricordavo d'aver già letto, sempre su tuo consiglio, I fratelli Karamazov, e che ne avevo avuto abbastanza, che non avrei aperto un altro romanzo russo prima del successivo inverno; mi rifiutavo di star male volontariamente più di una volta all'anno; a fatica me ne ero appena ripresa. No, quest'anno non avrei letto L'idiota!
Georges trovò che esageravo l'impatto delle letture.

(Traduzione: Riccarda Marinelli e Rosetta Signorini)


Coralie Bickford-Smith (19??)

The Fox and the Star (La volpe e la stella)
C'era una volta una volpe che abitava nel profondo di una fitta foresta.
(Traduzione: Monica Romanò)


Earl Derr Biggers (1884-1933)

Behind That Curtain
Bill Rankin sat motionless before his typewriter, grimly seeking a lead for the interview he was about to write. A black shadow shot past his elbow and materialized with a soft thud on his desk. Bill's heart leaped into his throat and choked him.
Dietro quel sipario
Bill Rankin sedeva immobile dinanzi alla macchina per scrivere, sforzandosi di trovare un
incipit per l’intervista che doveva scrivere. Un’ombra scura gli sfrecciò accanto al gomito, materializzandosi sopra alla sua scrivania con un lieve tonfo. Il cuore di Bill diede un balzo e, per un attimo, smise di battere.
(Traduzione: Valeria Leotta)

The Black Camel
The Pacific is the loneliest of oceans, and travelers across that rolling desert begin to feel that their ship is lost in an eternity of sky and water. But if they are journeying from the atolls of the South Seas to the California coast, they come quite suddenly upon a half-way house. So those aboard the Oceanic had come upon it shortly after dawn this silent July morning.
Charlie Chan e il cammello nero
Il Pacifico è il più solitario degli oceani, tanto che i viaggiatori che solcano quel deserto ondeggiante hanno la sensazione che la loro nave si sia persa in un’eternità di cielo e di acqua. Ma se stanno viaggiando dagli atolli dei Mari del Sud alla costa della California, si trovano all’improvviso a metà strada. Così accadde ai passeggeri della
Oceanic, subito dopo l’alba, in una silenziosa mattina di giugno.
(Traduzione: Roberta Formenti)

Charlie Chan Carries on
Chief Inspector Duff, of Scotland Yard, was walking down Piccadilly in the rain. Faint and far away, beyond St. James's Park, he had just heard Big Ben on the Houses of Parliament strike the hour of ten. It was the night of February 6, 1930. One must keep in mind the clock and the calendar where chief inspectors are concerned, although in this case the items are relatively unimportant. They will never appear as evidence in court.
Charlie Chan e la tragica promessa
L’Ispettore capo Duff di Scotland Yard stava camminando a Piccadilly sotto la pioggia. Oltre il St James’s Park aveva appena sentito risuonare dalle Case del Parlamento, debole e lontano, il rintocco delle ventidue del Big Ben. Era la sera del 6 febbraio 1930. Gli ispettori devono sempre ricordare il giorno e l’ora di un avvenimento anche se, come in questo caso, è un particolare relativamente importante.

(Traduzione: Maila Tramontili)

The Chinese Parrot
Alexander Eden stepped from the misty street into the great, marble-pillared room where the firm of Meek and Eden offered its wares. Immediately, behind showcases gorgeous with precious stones or bright with silver, platinum and gold, forty resplendent clerks stood at attention. Their morning coats were impeccable, lacking the slightest suspicion of a wrinkle, and in the left lapel of each was a pink carnation, as fresh and perfect as though it had grown there.
Charlie Chan e il pappagallo cinese
Alexander Eden passò dalla strada nebbiosa all’immenso negozio marmoreo dove la ditta Meek & Eden offriva i suoi prodotti. Da dietro le vetrinette splendenti di pietre preziose o illuminate dall’argento, dal platino, dall’oro, quaranta azzimati commessi si misero immediatamente sull’attenti, con giacche impeccabili che mai avevano conosciuto piega, garofano rosa all’occhiello sinistro, fresco e perfetto come fosse cresciuto lì.

(Traduzione: Massimiliana Brioschi)

The House Without A Key
Miss Minerva Winterslip was a Bostonian in good standing, and long past the romantic age. Yet beauty thrilled her still, even the semi-barbaric beauty of a Pacific island. As she walked slowly along the beach she felt the little catch in her throat that sometimes she had known in Symphony Hall, Boston, when her favorite orchestra rose to some new and unexpected height of loveliness.
Charlie Chan e la casa senza chiavi
Miss Minerva Winterslip era di Boston, godeva di buona reputazione e aveva passato da un pezzo l’età delle romanticherie. Eppure la bellezza l’elettrizzava ancora, perfino la bellezza semibarbarica di un’isola del Pacifico. Mentre camminava lentamente lungo la spiaggia, sentì quella leggera sensazione alla gola che aveva provato qualche volta alla Symphony Hall di Boston, quando la sua orchestra preferita arrivava a qualche nuovo inaspettato vortice di bellezza.

(Traduzione: Sandro Fusani)

The Keeper of the Keys
The train had left Sacramento some distance behind, and was now bravely beginning the long climb that led to the high Sierras and the town of Truckee. Little patches of snow sparkled in the late afternoon sun along the way, and far ahead snow-capped peaks suddenly stood out against the pale sky of a reluctant spring.
Charlie Chan e il custode delle chiavi
Sacramento era ormai lontana, e ora il treno iniziava la lunga salita verso la Sierra alta e la città di Truckee. Lungo il percorso, piccoli cumuli di neve scintillavano al sole del tardo pomeriggio e, in lontananza, le cime innevate si stagliavano improvvise contro il cielo pallido di una primavera che tardava a venire.

(Traduzione: Donatella Molinari)


Romano Bilenchi (1909-1989)

Conservatorio di Santa Teresa
La villa era stata costruita oltre la città di P…, in solitaria, aperta campagna; ma già da qualche tempo prima che nascesse Sergio, agli abitanti di P… doveva essere piaciuto quel luogo se, un po’ da per tutto, senza alcun ordine come vengono le voglie, erano sorte altre ville.


Raphaëlle Billetdoux (1951)

Mes nuits sont plus belles que vos jours (Le mie notti sono più belle dei vostri giorni)
Per ora l'unica, vera difficoltà era distogliere gli occhi dall'ampio squarcio di cielo, profondo e velenoso, che accendeva su Parigi una sorta di braciere. Vi erano raffigurati i più violenti paesaggi terrestri e gli animali più straordinari, scolpiti nel rosso scarlatto degli angeli morenti, dei quali non si vedeva più brillare altro che il riflesso d'oro delle trombe. Sotto questa ultima, vivida luce gli esseri, gli uccelli, le macchine erano colti da follia. L'invasione dell'ombra e l'irrequietezza della gente davano soltanto un'illusione di vento, che non aveva sicuro effetto sulla calura. I bambini cadevano a faccia in giù e decidevano di piangere. I cani giravano su se stessi e alzavano il muso a guardare gli uomini negli occhi.
La giornata doveva essere lunga ed ecco, era trascorsa.

(Traduzione: Elena Bona)


Massimo Binarelli (1944)

Il mistero del collegio abbandonato
«Dove corri?».
Il vecchio, chiusa la porta di casa, fece in tempo a voltarsi per agguantare l’ultimo ragazzino della fila, proprio sull’orlo della rampa. Le gambette secche, fuori dai calzoncini, continuavano a scendere nell’aria. Gli altri s’erano dileguati e chiamavano dal portone: «Sbrighete, Alfrè, noi se n’annamo, nun c’avemo mica tempo da perde».
«Lassateme, brigadiè, lassateme, quelli se ne vanno. Devo core a vedé la mummia», strillò il prigioniero.
«Ahó, per correre quasi mi fai schiattare Pepe. Ma di che mummia parli?».


Laurent Binet (1972)

Civilizations
Il y avait une femme qui s'appelait Aude la Très-Sage, fille de Ketill au nez plat, qui avait été reine. C'était la veuve d'Olaf le Blanc, roi-guerrier d'Irlande. À la mort de son époux, elle était venue dans les Hébrides et jusqu'en Écosse où son fils, Thorstein le Rouge, devint roi à son tour, puis les Scots le trahirent et il périt dans une bataille.
Quand elle connut la mort de son fils, Aude prit la mer avec vingt hommes libres et partit en Islande où elle colonisa les territoires situés entre la rivière du Déjeuner et celle du Saut de Skrauma.
Arrivèrent avec elle beaucoup de nobles hommes qui avaient été faits prisonniers lors d'expéditions vikings à l'ouest et que l'on disait esclaves.
Il y avait un homme nommé Thorvald qui avait quitté la Norvège pour cause de meurtre, avec son fils, Erik le Rouge. C'étaient des fermiers qui cultivaient la terre. Un jour, Eyjolf la Fiente, parent d'un voisin d'Erik, tua des esclaves de ce dernier parce qu'ils avaient provoqué un glissement de terrain. Erik tua Eyjolf la Fiente. Il tua aussi Harfn le Duelliste.
Civilizzazioni
C'era una donna di nome Aud la Saggia, figlia di Ketil dal naso piatto, che era stata regina. Era la vedova di Olaf il Bianco, re-guerriero d'Irlanda. Alla morte del marito, andò nelle Ebridi, fino in Scozia, e lì suo figlio, Thorstein il Rosso, diventò re a sua volta, poi gli Scoti lo tradirono e lui perì in battaglia.
Quando seppe della morte del figlio, Aud si mise in mare con venti uomini liberi e andò in Islanda, dove colonizzò i territori tra i fiumi Dögurdara e Skraumuhlaupsa.
Con lei arrivarono molti nobiluomini che erano stati fatti prigionieri durante le spedizioni vichinghe in Occidente e che venivano detti schiavi.
C'era un uomo di nome Thorvald che aveva lasciato la Norvegia a causa di un omicidio, con suo figlio, Erik il Rosso. Erano contadini e coltivavano la terra. Un giorno, Eyjofl il Laido, parente di un vicino di casa di Erik, uccise gli schiavi di quest'ultimo perché avevano causato una frana. Erik uccise Eyjofl il Laido. E uccise anche Harfn il Duellante.

(Traduzione: Anna Maria Lorusso)


Carlo Bini (1806-1842)

Manoscritto di un prigioniero
Il cervello dell'uomo appena è in istato di esercitare le sue funzioni può rassegnarsi in tre scuole. Di queste una infallibilmente ne conoscete, - senz'altro le conoscerete anche tutte, perché non sono arcani di astronomia; - son cose semplici, e dappertutto si sentono dire. Io nondimeno, a scanso di equivoci, mi stimo in dovere di nominarvele tutte e tre, secondo l'ordine naturale in cui giacciono fino dal principio dei secoli. Elle pertanto son queste:
Scuola della Fede;
Scuola del Dubbio;
Scuola dell'Incredulità.
E in una di queste tre, suo malgrado o no, ha da rassegnarsi il cervello.


Gianni Biondillo (1966)

I cani del barrio
"Me lo racconti di nuovo, come se fossi un bambino di quattro anni."
"Ma dottore, quante volte ancora..."
"Su, non si faccia pregare."

Con la morte nel cuore
Lo scambio termico fra l'imboccatura metallica della pistola e la tempia sudata di Lanza aveva ormai raggiunto, per il noto principio termodinamico, un punto di equilibrio tale da permettere al malcapitato di evitare pensieri oziosi sull'argomento, offrendogli così l'opportunità di concentrarsi con più rigore sull'imminente stato entropico che avrebbe raggiunto da lì a poco.
In effetti il suo pensiero si era perduto su questioni risibili quali l'alta conducibilità termica del metallo, la composizione chimica delle polveri da sparo, il traffico illegale di armi nel bacino mediterraneo, proprio mentre l'assassino gli passava la canna della pistola sul volto per poi piazzargliela senza indugi sulla tempia che pulsava all'impazzata.

Il giovane sbirro
Questa volta erano i tre quarti d'ora di ritardo. Battuto ogni record.
Per ora, ben inteso. Poteva fare di meglio, ne aveva il talento, d'altronde.
Arrivò tutto sudato, di corsa, basso a tracolla.
Nel cortile Totino respirava.
L'aspiratore della sala prove, per quanto si impegnasse, non era tarato, non era intrinsecamente, ontologicamente pronto, viene da dire, a convogliare e disperdere nell'atmosfera tutto il fumo prodotto dalle esigenze autodistruttive tipiche del musicante postadolescenziale.

L'incanto delle sirene
Per quanto fosse ormai settembre inoltrato il rapporto fra l'interazione gravitazionale e il forzato trasferimento di masse d'aria con moti ascensionali continuava ad avere una altezza geopotenziale assai considerevole.

Per cosa si uccide
Tutto cominciò con quel cane sgozzato.
Se l'era fatto raccontare con calma da Comaschi. Pare che il padrone l'avesse relegato sul balcone. Non lo muoveva mai di lì, di giorno di notte, sempre. Cagava, pisciava, ululava a qualunque ora del giorno, un cagnone enorme, nero, spaventoso. I vicini non ce la facevano più. Dapprima gli insulti dal balcone, le minacce, le telefonate anonime, le dicerie, le cattiverie; poi gli esposti all'ALER, le telefonate alla Polizia, ai Carabinieri, alla Protezione Animali.

Il sapore del sangue
Un lenzuolo steso fra i tetti e le cimase, puntellato dai colmi, dalle canne fumarie, dai merli ghibellini, gonfio, pesante, pallido, striato di fuliggine, opprimente, un panno sporco, caliginoso, pronto a cedere, a rovinare sulle teste dei passanti, un sudario infetto, estenuante, che batteva nelle tempie, tagliava il fiato, escludeva l'orizzonte.


Adolfo Bioy Casares (1914-1999)

La invención de Morel (L'invenzione di Morel)
Oggi, in quest'isola, è accaduto un miracolo. L'estate è cominciata in anticipo. Ho messo il letto vicino alla piscina e ho fatto il bagno fino a tarda ora. Era impossibile dormire. Bastava restare fuori dalla piscina due o tre minuti perché l'acqua che doveva proteggermi dalla spaventosa calma si convertisse in sudore. All'alba mi svegliò un fotografo. Non potevo tornare al museo a prendere le mie cose. Fuggii per i dirupi. Ora sono nei bassi paludosi a sud dell'isola, tra piante acquatiche, indignato con le zanzare, immerso in ruscelli sporchi o nel mare fino alla cintura, e mi accorgo di avere anticipato assurdamente la mia fuga.
(Traduzione: Livio Bacchi Wilcock)


Elizabeth Bishop (1911-1979)

In Prison (In prigione)
Non vedo l'ora che arrivi il primo giorno della mia detenzione. Allora sì comincerà la mia vita, la mia vera vita. Come dice Nathaniel Hawthorne nell'Ufficio informazioni: "Voglio il mio posto!... Un posto tutto mio!... il mio vero posto nel mondo!... la mia sfera ideale!... il compito che mi spetta, che la Natura ha inteso assegnarmi... e che ho cercato invano per tutta la vita!". Ma io non ho tanti rimpianti, né l'ho cercato "invano per tutta la vita". Da molti anni so in quale direzione vanno i miei talenti e la mia "sfera ideale", e ho sempre desiderato tanto entrarvi. Quando verrà il momento, e una volta disbrigate le formalità, saprò esattamente come adempiere ai doveri che "la Natura ha inteso assegnarmi".
(Traduzione: Monica Pavani)

The Sea & Its Shore (Il mare e la sua sponda)
Un tempo, in una delle nostre ampie spiagge pubbliche, incaricarono un uomo di tenere la sabbia sgombra dalle carte. A tale scopo gli diedero un bastone - o asta - con un lungo chiodo di metallo lucido conficcato in punta.
Poiché lavorava soltanto di notte, quando la spiaggia era deserta, l'uomo ricevette anche una lanterna da portare con sé.
Il resto del suo equipaggiamento consisteva in un grande cesto di metallo dove bruciare le carte, una scatola di fiammiferi per appiccarvi fuoco, e una casa.

(Traduzione: Monica Pavani)


Nicholas Blake (Cecil Day Lewis) (1904-1972)

The Private Wound
It is time that I told this story. I do not know if I shall ever bring myself to publish it; not because of hurting the people involved–those it could have hurt most are dead; but because it is a sort of confession, and I dislike confessional writing.
When I remember that marvellous summer of 1939, in the West of Ireland almost thirty years ago, one picture always slips to the front of my mind. I am lying on a bed drenched with our sweat. She is standing by the open window to cool herself in the moonlight. I see again the hour-glass figure, the sloping shoulders, the rather short legs, that disturbing groove of the spine halfway hidden by her dark red hair which the moonlight has turned black. The fuchsia below the window will have turned to gouts of black blood. The river beyond is talking in its sleep. She is naked.
L'angelo della morte
È ora che racconti questa storia, anche se non so se mi deciderò mai a pubblicarla. E non per timore di ferire le persone che vi sono coinvolte – quelle che avrei potuto ferire di più ormai sono morte – ma perché è una specie di confessione, e io non sopporto le confessioni scritte.
Quando ripenso alla meravigliosa estate del 1939 nell'Irlanda occidentale, quasi trent'anni fa, mi ritorna subito un'immagine alla mente. Sono steso su un letto, madido di sudore. Lei è in piedi accanto alla finestra aperta e tenta di rinfrescarsi alla luce della luna. Rivedo quella figurina da clessidra, le spalle inclinate, le gambe un po' corte e quell'inquietante solco nella spina dorsale, seminascosto dai capelli rosso scuro che alla luce della luna appaiono neri. Dal basso, il fiume che parla nel sonno. Lei è nuda.

(Traduzione: Marilena Caselli)

There’s Trouble Brewing
Every dog, they say, has its day. Whether Truffles would have assented to this proposition during his lifetime is highly doubtful. Not for him the elusive rabbit, the ineffable dungheap, the hob-nobbing with loose companions at street corners that for upper-class dogs represent the illicit high-spots of cloistered lives. Truffes, like everything else that Eustace Bunnett had to do with, was kept very much at heel.
Le pentole del diavolo
Per ogni cane, dice il proverbio, arriva il giorno buono.
È molto dubbio che a Tartufo questo proverbio sembrasse giusto durante la sua vita. Infatti non aveva avuto, lui, la gioia della caccia all’agile selvaggina; non aveva potuto godere, con altri compagni liberi dal guinzaglio, di quel riunirsi agli angoli delle strade che per i cani di classe corrisponde a ciò che, per gli uomini, è qualche più o meno lecita distrazione a compenso di una vita troppo monotona. No. Come tutti coloro che avevano avuto a che fare col suo padrone, Eustace Bunnett, Tartufo aveva sentito ininterrottamente il pugno di ferro di lui.

(Traduzione: Alfredo Pitta)


Vicente Blasco Ibáñez (1867-1928)

La bodega
Apresuradamente, como en los tiempos que llegaba tarde a la escuela, entró Fermín Montenegro en el escritorio de la casa Dupont, la primera bodega de Jerez, conocida en toda España; «Dupont Hermanos», dueños del famoso vino de Marchamalo, y fabricantes del cognac cuyos méritos se pregonan en la cuarta plana de los periódicos, en los rótulos multicolores de las estaciones de ferrocarril, en los muros de las casas viejas destinados a anuncios y hasta en el fondo de las garrafas de agua de los cafés.
La bodega
Frettolosamente, come quando giungeva tardi alla scuola, Fermino Montenegro entrò nell'ufficio della Casa Dupont, la prima cantina di vini di Xeres, conosciuta in tutta la Spagna: «Dupont Hermanos» (Fratelli Dupont), padroni del famoso vino di Marchamalo e fabbricanti del cognac dei cui meriti si fa la réclame nella quarta pagina dei giornali, nei cartelli multicolori delle stazioni ferroviarie, sui muri delle vecchie case invasi dagli annunci, e perfino sul fondo delle bottiglie d'acqua dei caffé.

(Traduzione: Gustavo A. Marolla)

Cañas y barro (Fango e canneti)
Come tutti i pomeriggi, il battello postale annunziò il suo arrivo al Palmar con parecchi squilli di buccina.
Il barcaiolo, un omettino segaligno, con un orecchio mozzo, andava di porta in porta a ricevere le commissioni da sbrigare a Valenza, e quando arrivava nei larghi che s'aprivano sull'unica strada del paese, ridava fiato alla buccina per avvertire del suo arrivo le baracche sparse lungo la sponda del canale. Un nugolo di ragazzetti seminudi seguiva il barcaiolo con una certa ammirazione. Li colmava di rispetto l'uomo che attraversava l'Albufera quattro volte al giorno per portarsi a Valenza la miglior pesca della laguna e per riportarne i mille oggetti di una città che appariva misteriosa e fantastica a quei marmocchi cresciuti su un'isola fatta di fango e canneti.

(Traduzione: Antonio Gasparetti)

Los cuatro jinetes del Apocalipsis
Debían encontrarse a las cinco de la tarde en el pequeño jardín de la Capilla Expiatoria; pero Julio Desnoyers llegó media hora antes, con la impaciencia del enamorado que cree adelantar el momento de la cita presentándose con anticipación. Al pasar la verja por el bulevar Haussmann, se dio cuenta repentinamente de que en Paría el mes de julio pertenece al verano. El curso de las estaciones era para él en aquellos momentos algo embrollado que exigía cálculos.
Habían transcurrido cinco meses desde las últimas entrevistas en este square que ofrece a las parejas errantes el refugio de una calma húmeda y fúnebre junto a un bulevar de continuo movimiento y en las inmediaciones de una gran estación de ferrocarril. La hora de la cita era siempre las cinco.
I quattro cavalieri dell'Apocalisse
Dovevano incontrarsi alle cinque del pomeriggio nel piccolo giardino della Cappella dell'Espiazione, ma Julio Desnoyers giunse mezz'ora prima a causa di quell'impazienza da innamorato che crede di anticipare il momento dell'incontro arrivando presto. Mentre attraversava il cancello del boulevard Haussmann si rese conto all'improvviso che a Parigi il mese di luglio appartiene all'estate. L'avvicendarsi delle stagioni era per lui qualcosa di ingarbugliato in quel periodo, qualcosa che richiedeva dei calcoli.
Erano trascorsi cinque mesi dagli ultimi incontri in questa
square che offre alle coppie senza meta il rifugio di una calma umida e funerea a fianco di un boulevard sempre in movimento e vicino a una grande stazione ferroviaria. L'ora dell'incontro era sempre alle cinque.
(Traduzione: O. Borgia)

Sangre y arena (Sangue e arena)
Come sempre nei giorni di corrida, Juan Gallardo pranzò presto. Un pezzo di carne arrosto fu il suo unico piatto. Vino, nemmeno un assaggio: la bottiglia rimase intatta davanti a lui. Doveva restare sereno. Bevve due tazze di caffè nero e denso e si accese un enorme sigaro, rimanendo con i gomiti appoggiati sulla tavola e la mandibola sulle mani, guardando con occhi assonnati i clienti che via via entravano e si sedevano nella sala del ristorante.
Erano alcuni anni, da quando gli avevano dato "l'alternativa" nella Plaza de Toros di Madrid, che scendeva nello stesso albergo della Calle de Alcalà, dove i padroni lo trattavano come uno di casa e camerieri, portieri, sguatteri e vecchie cameriere lo adoravano come una gloria dell'esercizio.

(Traduzione: Elena Clementelli)


Luther Blissett (Roberto Bui, Giovanni Cattabriga, Luca Di Meo e Federico Guglielmi)

Q (1999)
Sulla prima pagina è scritto: Nell'affresco sono una delle figure di sfondo.
La grafia meticolosa, senza sbavature, minuta. Nomi, luoghi, date, riflessioni. Il taccuino degli ultimi giorni convulsi.
Le lettere ingiallite e decrepite, polvere di decenni trascorsi.
La moneta del regno dei folli dondola sul petto a ricordarmi l'eterna oscillazione delle fortune umane.
Il libro, forse l'unica copia scampata, non è più stato aperto.
I nomi sono nomi di morti. I miei, e quelli di coloro che hanno percorso i tortuosi sentieri.
Gli anni che abbiamo vissuto hanno seppellito per sempre l'innocenza del mondo.
Vi ho promesso di non dimenticare.
Vi ho portati in salvo nella memoria.


Karen Blixen-Finecke (1885-1962)

Out of Africa
I had a farm in Africa, at the foot of the Ngong Hills. The equator runs across these highlands, a hundred miles to the north, and the farm lay at an altitude of over six thousand feet. In the day-time you felt that you had got high up, near to the sun, but the early mornings and evenings were limpid and restful, and the nights were cold.
The geographical position and the height of the land combined to create a landscape that had not its like in all the world. There was no fat on it and no luxuriance anywhere; it was Africa distilled up through 6000 feet, like the strong and refined essence of a continent.
La mia Africa
In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong. A un centocinquanta chilometri più a nord su quegli altipiani passava l'equatore; eravamo a milleottocento metri sul livello del mare. Di giorno si sentiva di essere in alto, vicino al sole, ma i mattini, come la sera, erano limpidi e calmi, e di notte faceva freddo.
La posizione geografica e l'altezza contribuivano a creare un paesaggio unico al mondo, Nulla che fosse grasso e lussureggiante: era un'Africa distillata lungo tutti i suoi milleottocento metri di altitudine, quasi l'essenza forte e raffinata di un continente.

(Traduzione: Lucia Drudi Demby)

Babette Gaestebud (Il pranzo di Babette)
In Norvegia c'è un fiordo - un braccio di mare lungo e stretto chiuso tra alte montagne - che si chiama Berlevaag Fjord. Ai piedi di quelle montagne il paese di Berlevaag sembra un paese in miniatura, composto da cascine di legno tinte di grigio, di giallo, di rosa e di tanti altri colori.
Sessantacinque anni fa, in una delle casine gialle, vivevano due anziane signore. A quell'epoca altre signore portavano il busto e le due sorelle avrebbero potuto portarlo con altrettanta grazia, perché erano alte e flessuose. Ma non avevano mai posseduto un oggetto di moda, e per tutta la vita si erano vestite dimessamente, di grigio o di nero. Erano state battezzate col nome di Martina e Filippa, in onore di Lutero e del suo amico Filippo Melantone.

(Traduzione: Paola Ojetti)

Seven Gothic Tales (Sette storie gotiche)
Diluvio a Norderny
Durante il primo quarto del secolo scorso sorse in Europa la moda delle località balneari, anche in quei paesi nordici nella fantasia dei quali il mare, finora, aveva fatto sempre la parte del diavolo, il freddo e vorace nemico ereditario dell'umanità. Lo spirito romantico dell'epoca, che si beava di rovine, di fantasmi e di pazzi e che considerava una notte di tempesta sulla brughiera e i profondi conflitti delle passioni ben più esaltanti, per l'intenditore, delle grazie di un salotto e dell'armonia di un sistema filosofico, riconciliava anche i più raffinati con l'eterna desolazione delle coste selvagge e dei mari aperti. Dame e gentiluomini alla moda abbandonavano l'ombra dei loro parchi e andavano sulle squallide rive a contemplare la furia sfrenata dei marosi. Il luogo di un naufragio, dove al ritrarsi della marea si scorgeva ancora il relitto incagliato, come un nero scheletro calcinato e salino, diventava una delle mete preferite dei gitanti per le loro merende all'aperto, e i pittori vi piantavano i cavalletti.

(Traduzione: Alessandra Scalero)


Robert Bloch (1917-1994)

American Gothic (Gotico americano)
Il castello era immerso nell'ombra.
Mille, immobile sul marciapiede, alzò gli occhi verso le sue torrette svettanti mentre la carrozza ripartiva, risuonando sull'acciottolato. E il castello la fissò a sua volta. Due occhi spalancati e minacciosi che la guardavano dalla torretta più alta.
"Puaf!" borbottò Mille. "Sono soltanto luci."
Certo, soltanto questo erano - qualunque sciocco poteva capirlo - e non aveva senso parlare a se stessa. Ma mentre l'eco dello scalpitìo degli zoccoli dei cavalli svaniva nella notte, il suono della propria voce riuscì a rassicurarla.
Non pensava che la strada sarebbe stata così buia, così deserta; non credeva che il castello fosse così imponente.

(Traduzione: Annita Biasi Conte)

Psycho
Norman Bates heard the noise and a shock went through him.
It sounded as though somebody was tapping on the windowpane.
He looked up, hastily, half prepared to rise, and the book slid from his hands to his ample lap. Then he realized that the sound was merely rain. Late afternoon rain, striking the parlor window.
Norman hadn't noticed the coming of the rain, nor the twilight. But it was quite dim here in the parlor now, and he reached over to switch on the lamp before resuming his reading.
Psycho
Norman Bates udì il rumore e ne rimase sconvolto.
Sembrava che qualcuno stesse picchiando contro il vetro della finestra.
Sollevò la testa, di scatto, pronto ad alzarsi, e il libro gli scivolò di mano, in grembo. Pi si rese conto di che cosa era: soltanto pioggia. Pioggia del tardo pomeriggio che batteva, di traverso, contro i vetri del salotto.
Norman non si era accorto che aveva incominciato a piovere, che era calato il crepuscolo. Ma ora faceva piuttosto scuro, nel salotto, ed egli allungò un braccio per accendere la lampada prima di riprendere la lettura.

(Traduzione: Bruno Tasso)


Enid Blyton (1897-1968)

The Castle of Adventure
Two girls sat on a window-seat in their school study. One had red wavy hair, and so many freckles that it was impossible to count them. The other had dark hair that stuck up in front in an amusing tuft.
"One more day and then the hols begin," said red-haired Lucy Ann, looking at Dinah out of curious green eyes. "I'm longing to see Jack again. A whole terms is an awfully long time to be away from him."
Il castello dell'avventura
Due ragazze erano sedute presso la finestra nella sala di studio del collegio. Una aveva i capelli rossi ondulati e tante lentiggini ch'era assolutamente impossibile contarle. I capelli bruni dell'altra le formavano sulla fronte un ciuffo sbarazzino.
"Ancora un giorno e poi cominciano le vacanze" disse quella dai capelli rossi, Luciana, guardando Dina con i suoi strani occhi verdi. "Che voglia ho di rivedere Gianni! Sono stati lunghi questi mesi senza di lui."

(Traduzione: Ada Prospero)

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