Incipit / MB-MZ
Le frasi iniziali della letteratura di ogni tempo e paese.

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Ed McBain (Evan Hunter - Salvatore Lambino) (1926-2005)

The Frumious Bandersnatch
She came cruising downriver like the city personified, all bright lights and big bad music, banners and flags flying from bowsprits and railings, a hundred and sixty-three feet of sleek power and elegant design. It was costing Barney Loomis $6,000 to charter the yacht and its staff of twenty. The additional cost of catering food and drink for a hundred and twelve music industry movers and shakers was close to $12,000. Add the cost of the tenpiece orchestra, and a 15% service charge, and the 8.25% city tax, and Loomis figured the launch of Bandersnatch would cost Bison Records something like twenty-five grand overall. But it would be worth ten times that amount if the CD jumped to the top of the charts.
Il party
Scendeva lenta lungo il fiume come la personificazione stessa della città, tutta luci sfavillanti, brutta musica ad alto volume, striscioni e bandiere svolazzanti dal bompresso e dalle ringhiere, cinquanta metri di lussuosa potenza e di elegante design. Il noleggio della barca e dell'equipaggio, venti persone, era costato a Barney Loomis seimila dollari. La spesa aggiuntiva del servizio di catering per centododici pezzi grossi dell'industria della musica si aggirava sui dodicimila dollari. Se si considerava poi il compenso per l'orchestra di dieci elementi, un 15 per cento di spese bancarie e l'8,25 per cento di tasse locali, Loomis aveva calcolato che il lancio di
Bandersnatch sarebbe costato alla Bison Records qualcosa come venticinquemila dollari. Ma se il CD fosse balzato in cima alle classifiche di vendita, ne sarebbe valsa la pena.
(Traduzione: Nicoletta Lamberti)

The Last Best Hope
Occasionally, Florida could be glorious in January.
When Matthew moved down here from Chicago, more years ago than he could remember, Joanna was a little girl, and there were oranges on the tree in front of the house. He would pick them for breakfast, and Susan would squeeze them for juice while Joanna swam in the pool out back. There were cardinals in the trees and the air was balmy and the sky was blue and life was sweet and lazy and Florida was all that it should be.
That was a long time ago.
Ultima speranza
Ogni tanto la Florida può essere stupenda in gennaio.
Quando Matthew ci si era trasferito da Chicago, più anni prima di quanti potesse ricordare, Joanna era ancora una bambina e sugli alberi davanti a casa c'erano le arance. Lui usciva a raccoglierle per la colazione e Susan le spremeva, mentre Joanna nuotava nella piscina sul retro. I cardinali svolazzavano sugli alberi, l'aria era profumata, il cielo azzurro, la vita dolce e pigra e la Florida era tutto ciò che doveva essere.
Questo succedeva molto tempo prima.

(Traduzione: Nicoletta Lamberti)

Money, Money, Money
The two men on the narrow dirt strip were both wearing white cotton pants and shirts. They stood beside the Piper Warrior III in broad daylight, waiting for Cass to hand over the locked aluminium suitcase. She gave it to the larger of the two men, and watched as they walked to a dark blue Mercedes-Benz glistening in the sun alongside the cornfield. The doors on either side slammed shut into the stillness, and then there was only the sound of insects racketing in the scraggly woods nearby.
Money
Entrambi gli uomini sulla stretta pista in terra battuta indossavano pantaloni e camicia bianchi, di cotone. In piedi accanto al Piper Warrior III, aspettavano che la donna consegnasse la valigetta d'alluminio chiusa a chiave. Cass la porse al più robusto dei due e li guardò andare verso la Mercedes-Benz blu che scintillava al sole sul bordo del campo di granoturco. Le portiere sbatterono nel silenzio e poi ci fu soltanto il rumore degli insetti tra gli alberi vicini, stentati e macilenti.

(Traduzione: Nicoletta Lamberti)


James McBride (1957)

Miracle at St. Anna
All the guy wanted was a twenty-cent stamp. That's all he wanted, but when he slid his dollar bill across the post office at Thirty-fourth Street in Manhattan, the diamond in the gold ring of his finger was so huge that postal clerk Hector Negron wanted to see whom the finger was connected to. Hector normally never looked at the faces of customers. In thirty years of working behind the window at the post office, he could think of maybe three customers whose faces he could actually remember, and two of them were relatives.
Miracolo a sant'Anna
Tutto ciò che voleva era un francobollo da venti centesimi. Quello e nient'altro, ma quando allungò la banconota da un dollaro sul banco dell'ufficio postale del 34ª Strada, a Manhattan, il brillante sull'anello d'oro che portava al dito era tanto grande che l'impiegato, Hector Negron, volle vedere a chi appartenesse quel dito. Hector, di solito, non guardava mai i clienti in faccia. Dopo trent'anni di lavoro allo sportello dell'ufficio postale c'erano forse tre clienti di cui ricordava veramente il volto, due dei quali erano suoi parenti.

(Traduzione: Adria Tissoni)


Patrick McCabe (1955)

The Stray Sod Country (...)
Who says a policeman's life is not a happy one?
Certainly not PC Jimmy Upton of Margate who had just scooped £252,984 on a Littlewoods first dividend payout.


Alexander McCall Smith (1948)

The Careful Use of Compliments
"Take one hundred people." Said Isabel.
Jamie nodded. "One hundred."
"Now, out of those one tundre," Isabel continued, "how many will mean well?"
It was tipical of the sort of trying question Isabel asked herself, in the way in which we sometimes ask ourselves questions tha admit of no definitive answer. She was an optimist when it came ti humankind, unfashionably so, and so she thought the answer was ninety-eight, possibly ninety-nine. Jamie, the realist, after a few moments' thought, said eighty.
L'uso sapiente delle buone maniere
"Prendiamo un campione di cento persone." Aveva detto Isabel.
Jamie aveva annuito. "D'accordo."
"Di quelle cento" aveva proseguito lei "quante saranno ben intenzionate?"
Isabel si arrovellava spesso su questo tipo di problemi irrisolvibili, anche se capita a tutti di porsi domande cui non si sa dare una risposta definitiva. Sull'umanità, lei tendeva all'ottimismo, anche se un atteggiamento simile non era più di moda: perciò la sua risposta al quesito era un bel novantotto per cento. Se non addirittura novantanove. Jamie, più concreto, dopo averci riflettuto su, aveva risposto: "Ottanta".

(Traduzione: Giovanni Garbellini)

Espresso Tales
It was summer. The forward movement of the year, so tentative in the early months of spring, now seemed quite relentless. The longest day, which always seemed to arrive indecently early, had passed in a bluster of wind and light rain, but had been followed by a glorious burst of warmth that penetrated the very stones of Edinburgh. Out on the pavements, small clusters of tables and chairs appeared here and there, populated by knots of people who could hardly believe that they were sitting outside, in Scotland, in late summer. All of them knew that this simply could not last.
Semiotica, pub e altri piaceri
Era estate. L'avanzata dell'anno, così timida nei primi mesi di primavera, ora sembrava procedere implacabile. Il giorno più lungo, che dava sempre l'idea di presentarsi con un anticipo indecente, era trascorso tra raffiche di vento e una lieve pioggia, ma era stato seguito da una meravigliosa esplosione di caldo, penetrata fin dentro le pietre stesse di Edimburgo. Qua e là sui marciapiedi era comparsa una manciata di sedie tavolini, popolati da gruppetti di persone incredule di potersi sedere all'aperto, in Scozia, a fine estate. Non poteva durare, lo sapevano tutti.

(Traduzione: Giovanni Garbellini)

44 Scotland Street
Pat stood before the door at the bottom of the stair, reading the names underneath the buttons. Syme, Macdonald, Pollock, and the name she was looking for: Anderson. that would be Bruce Anderson, the surveyor, the person to whom she had spoken on telephone. He was the one who collected the rent, he said, and paid the bills. He was the one who had said that she could come and takes a look at the place and see whether she wanted to live there.
"And we'll take a look at you," he had added. "If you don't mind."
44 Scotland Street
Pat era davanti al portone in fondo alla scala e leggeva i nomi sotto i campanelli. Syme, Macdonald, Pollock, e poi quello che stava cercando: Anderson. Cioè Bruce Anderson, perito immobiliare, la persona con cui aveva parlato al telefono. Era lui che raccoglieva i soldi dell'affitto, le aveva detto, e pagava le bollette. Era lui che le aveva suggerito di venire a dare un'occhiata al posto e vedere se le andava di abitarci.
"E noi daremo un'occhiata a te" aveva aggiunto. "Se non ti dispiace."

(Traduzione: Elisa Banfi)

Friends, Lovers, Chocolate
The man in the brown Harris tweed overcoat - double breasted with three small leather-covered buttons on the cuffs - made his way slowly along the street that led down the spine of Edinburgh. He was aware of the seagulls which had drifted in from the shore and which were swooping down onto the cobblestones, picking up fragments dropped by somebody who had been careless with a fish. Their mews were the loudest sound in the street at the moment, as there was little traffic and the city was unusually quiet. It was October, it was mid-morning, and there were few people about.
Amici, amanti, cioccolato
L'uomo con il cappotto marrone (un doppiopetto in Harris tweed con tre bottoni di pelle ai polsi) scendeva lentamente lungo la via che formava la dorsale di Edimburgo. Si era già accorto dei gabbiani arrivati dalla costa, che piombavano in picchiata sul selciato a raccogliere i resti lasciati cadere da qualche sbadato mangiatore di pesce. I loro versi erano il rumore più forte che si udiva nella via in quel momento, il traffico era ridotto e la città stranamente tranquilla. Era ottobre, metà mattina, c'era poca gente in giro.

(Traduzione: Giovanni Garbellini)

Love Over Scotland
Pat let her gaze move slowly round the room, over the figures seated at the table in the seminar room. There were ten of them; eleven if one counted Dr Fantouse himself, although he was exactly the sort of person one wouldn't count. Dr Fantouse, reader in the history of art and author of The Discerning Gaze in the Quattrocento, was a mild, rather mousy man, who for some reason invariably evoked the pity of students. It was not that they disliked him — he was too kind and courteous for that — they just felt a vague, inexpressible regret that he existed, with his shabby jacket and his dull Paisley ties; no discernment there, one of them had said, with some satisfaction at the wit of the remark.
Lettera d'amore dalla Scozia
Pat lasciò vagare lo sguardo posandolo sulle figure sedute intorno al tavolo dell'aula dove si teneva il seminario. Erano in dieci; undici, se si contava il professor Fantouse, il quale però era il tipo di persona che si tendeva a non prendere in considerazione. Docente di storia dell'arte e autore di
Perspicacia dello sguardo quattrocentesco, era un ometto modesto, scialbo, che immancabilmente suscitava la compassione degli studenti. Non si può dire che lo trovassero antipatico - era troppo gentile e affabile - ma la sua sola esistenza suscitava nei ragazzi un vago, inesprimibile rammarico, con quelle giacche sgualcite e le cravatte a motivi cachemire; e che perspicacia nel vestire!, aveva detto uno di loro una volta, compiaciuto per la propria spiritosaggine.
(Traduzione: Elisa Banfi)

The Right Attitude to Rain
To take an interest in the affairs of the others is entirely natural: so natural, in fact, that even a cat, lying cat-nipping on top of a wall, will watch with half an eye the people walking by below. But between such curiosity, which is permissible, and nosiness, which is not, there lies a dividing line that some people simply miss - even if it is a line that is painted red and marked by the very clearest of warning signs.
Il piacere sottile della pioggia
Interessarsi agli affari altrui è cosa del tutto naturale. Persino a un gatto che sonnecchia in cima a un muretto, per esempio, capita di socchiudere un occhio per guadare la gente che passa sotto di lui. Però tra una curiosità di questo tipo, ammissibile, e il vizio imperdonabile di andare a ficcanasare, c'è un confine che certe persone ignorano completamente. Non lo vedono, anche se è contrassegnato da una linea rossa e indicato a chiare lettere su un cartello.

(Traduzione: Giovanni Garbellini)

The Sunday Philosophy Club
Isabel Dalhousie saw the young man fall down from the edge of the upper circle, from the gods. His fly was so sudden and short, and it was for less than a second that she saw him, hair tousled, upside down, his shirt and jacket up around his chest so that his midriff was exposed. And then, striking the edge of the circle, he disappeared headfirst towards the stalls below.
Il club dei filosofi dilettanti
Isabel Dalhousie vide il ragazzo cadere dalla balconata superiore, quella del loggione. Fu un volo improvviso, brevissimo, e il corpo rimase davanti ai suoi occhi per meno di un secondo: capelli scompigliati, a testa in giù, camicia e giacca rovesciate sul petto tanto da mostrare l’ombelico. Poi il ragazzo andò a sbattere contro il bordo della balconata centrale e scomparve verso la platea.

(Traduzione: Giovanni Garbellini)

The World According to Bertie
Pat saw Bruce at ten o'clock on a Saturday morning, or at least that is when she thought she saw him. An element of doubt there certainly was. This centred not on the time of the sighting, but on the identity of the person sighted; for this was one of those occasions when one wonders whether the eye, or even the memory, has played a trick. And such tricks can be extraordinary, as when one is convinced that one has seen the late General de Gaulle coming out of a cinema, or when, against all reasonable probability, one thinks one has spotted Luciano Pavarotti on a train between Glasgow and Paisley; risible events, of course, but ones which underline the proposition that one's eyes are not always to be believed.
Il mondo secondo Bertie
Pat vide Bruce alle dieci di un sabato mattina, o almeno le sembrò di vederlo. C'era senz'altro un margine di dubbio. Non sull'orario dell'avvistamento, bensì sull'identità della persona avvistata; si trattò infatti di uno di quei momenti in cui viene da chiedersi se l'occhio o magari la memoria non ci abbiano giocato un tiro. Alle volte tali tiri posso essere straordinari, come quando si è convinti di aver visto il defunto generale De Gaulle uscire dal cinema o quando, contrariamente a ogni logica, si pensa di aver scorto Luciano Pavarotti su un treno fra Glasgow e Paisley; eventi risibili, ovvio, ma utile a sottolineare che non sempre dobbiamo credere ai nostri occhi.

(Traduzione: Elisa Banfi)


Cormac McCarthy (1933-2023)

Blood Meridian
See the child. He is pale and thin, he wears a thin and ragged linen shirt. He stokes the scullery fire. Outside lie dark turned fields with rags of snow and darker woods beyond that harbor yet a few last wolves. His folk are known for hewers of wood and drawers of water but in truth his father has been a schoolmaster. He lies in drink, he quotes from poets whose names are now lost. The boy crouches by the fire and watches him.
Night of your birth. Thirty three. The Leonids they were called. God how the stars did fall. I looked for blackness, holes in the heavens. The Dipper stove.
The mother dead these fourteen years did incubate in her own bosom the creature who would carry her off.
Meridiano di sangue
Eccolo, il ragazzino. È pallido e magro, indossa una camicia di lino lisa e sbrindellata. Attizza il fuoco nel retrocucina. Fuori si stendono i campi arati, scuri e cosparsi di chiazze di neve, e poi boschi più scuri che celano ancora i pochi lupi rimasti. I suoi sono noti come taglialegna e venditori d'acqua, ma in realtà suo padre era maestro di scuola. Sdraiato, ubriaco, cita versi di poeti i cui nomi sono ormai andati perduti. Il ragazzo si rannicchia accanto al fuoco e lo guarda.
La notte in cui sei nato. Trentatré. Leonidi, le chiamavano. Dio, come cadevano le stelle. Con lo sguardo cercavo il buio, buchi nel cielo. L'Orsa correva.
La madre morta da quattordici anni aveva incubato nel ventre proprio la creatura che l'avrebbe uccisa.

(Traduzione: Raul Montanari)

No Country for Old Men
I sent one boy to the gaschamber at Huntsville. One and only one. My arrest and my testimony. I went up there and visited with him two or three times. Three times. The last time was the day of his execution. I didnt have to go but I did. I sure didnt want to. He'd killed a fourteen year old girl and I can tell you right now I never did have no great desire to visit with him let alone go to his execution but I done it. The papers said it was a crime of passion and he told me there wasnt no passion to it. He'd been datin this girl, young as she was. He was nineteen. And he told me that he had been plannin to kill somebody for about as long as he could remember.
Non è un paese per vecchi
Un ragazzo ho mandato alla camera a gas di Huntsville. Uno e soltanto uno. Su mio arresto e mia testimonianza. Sono andato a trovarlo due o tre volte. Tre volte. L'ultima volta il giorno dell'esecuzione. Non ero tenuto ad andarci, ma ci sono andato lo stesso. E non avevo certo voglia. Aveva ammazzato una ragazzina di quattordici anni e posso dirvi subito che non ho mai avuto questa gran voglia di andarlo a trovare né tantomeno di assistere all'esecuzione però ci sono andato lo stesso. I giornali scrissero che era un crimine passionale e lui mi disse che la passione non c'entrava niente. Lui con quella ragazzina ci usciva insieme, anche se era così piccola. Il ragazzo aveva diciannove anni. E mi disse che da quando si ricordava aveva sempre avuto in mente di ammazzare qualcuno.

(Traduzione: Martina Testa)

The Road
When he woke in the woods in the dark and the cold of the night he'd reach out to touch the child sleeping beside him. Nights dark beyond darkness and the days more gray each one than what had gone before. Like the onset of some cold glaucoma dimming away the world. His hand rose and fell softly with each precious breath. He pushed away the plastic tarpaulin and raised himself in the stinking robes and blankets and looked toward the east for any light but there was none. In the dream from which he'd wakened he had wandered in a cave where the child led him by the hand. Their light playing over the wet flowstone walls. Like pilgrims in a fable swallowed up and lost among the inward parts of some granitic beast.
La strada
Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte allungava la mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato. Come l'inizio di un freddo glaucoma che offuscava il mondo. La sua mano si alzava e si abbassava a ogni prezioso respiro. Si tolse di dosso il telo di plastica, si tirò su avvolto nei vestiti e nelle coperte puzzolenti e guardò verso est in cerca di luce ma non ce n'era. Nel sogno da cui si era svegliato vagava in una caverna con il bambino che lo guidava tenendolo per mano. Il fascio di luce della torcia danzava sulle pareti umide piene di concrezioni calcaree. Come viandanti di una favola inghiottiti e persi nelle viscere di una bestia di granito.

(Traduzione: Martina Testa)

Sunset Limited
   Black
So what am I supposed to do with you, Professor?
   White
Why are you supposed to do anything?
   Black
I done told you. This aint none of my doin. I left out of here this mornin to go to work you wasnt no part of my plans at all. But here you is.
   White
It doesnt mean anything. Everything that happens doesnt mean something else.>BR>   Black
Mm hm. It dont.
   White
No. It doesnt.
   Black
What's it mean then?
   White
It doesnt mean anything. You run into people and maybe some of them are in trouble or whatever but it doesnt mean that you're responsible for them.
   Black
Mm hm.
Sunset Limited
NERO   Allora professore, che cosa devo fare con te?
BIANCO   Perché dovrebbe fare qualcosa?
NERO   Te l'ho detto. Io non c'entro niente. Quando stamattina sono uscito di casa per andare al lavoro tu mica c'eri nei miei programmi. E invece eccoti qua.
BIANCO   Non significa nulla. Niente di quello che succede significa qualcos'altro.
NERO   Mm hm. No, eh?
BIANCO   No, infatti.
NERO   E allora che significa?
BIANCO   Non significa nulla. Capita di incontrare delle persone e capita che qualcuna di queste sia nei guai per un motivo o per l'altro, ma non significa che dobbiamo assumercene la responsabilità.
NERO   Mm hm.

(Traduzione: Martina Testa)

Suttree
Dear friend now in the dusty clockless hours of the town when the streets lie black and steaming in the wake of the watertrucks and now when the drunk and the homeless have washed up in the lee of walls in alleys or abandoned lots and cats go forth highshouldered and lean in the grim perimeters about, now in these sootblacked brick or cobbled corridors where lightwire shadows make a gothic harp of cellar doors no soul shall walk save you.
Suttree
Caro amico adesso nelle polverose ore senza tempo della città quando le strade si stendono scure e fumanti nella scia delle autoinnaffiatrici e adesso che l'ubriaco e il senzatetto si sono arenati al riparo di muri nei vicoli o nei terreni incolti e i gatti avanzano scarni e ingobbiti in questi lugubri dintorni, adesso in questi corridoi selciati o acciottolati neri di fuliggine dove l'ombra dei fili della luce disegna arpe gotiche sulle porte degli scantinati non camminerà anima viva all'infuori di te.
(Traduzione: Maurizia Balmelli)


Mary McCarthy (1912-1989)

The Group
Il was June 1933, one week after Commencement, when Kay Leiland Strong, Vassar '33, the first of her class to run around the table at the Class Day dinner, was married to Harald Petersen, Reed '27, in the chapel of St. George's Church, P.E., Karl F. Reiland, Rector. Outside, in Stuyvesand Square, the trees were in full leaf, and the wedding guests arriving by twos and threes in taxis heard the voices of children playing round the statue of Peter Stuyvesant in the park. Paying the driver, smoothing out their gloves, the pairs and trios of young women, Kay's classmates, stared about them curiously, as though they were in a foreign city.
Il gruppo
Era il giugno del 1933, una settimana dopo la cerimonia delle lauree, quando Kay Leiland Strong, Vassar '33, la prima del suo corso a correre intorno al tavolo alla cena d'addio, andò in sposa a Harald Petersen, diplomato a Reed nel '27, nella cappella della chiesa episcopale di Saint George, di cui era pastoreKarl F. Reiland. Fuori, in Stuyvesant Square, gli alberi erano carichi di foglie, e gli invitati, che arrivavano a due o tre per volta in tassì, sentivano le voci dei bambini che giocavano nel parco intorno alla statua di Peter Suyvesant. Mentre pagavano il conducente e si lisciavano i guanti, quei duetti e terzetti di giovani donne, compagne di corso di Kay, si guardavano intorno con curiosità, come si trovassero in una città nuova.

(Traduzione: Elena Dal Pra)


Frank McCourt (1930-2009)

Angela's Ashes
My father and mother should have stayed in New York where they met and married and where I was born. Instead, they returned to Ireland when I was four, my brother, Malachy, three, the twins, Oliver and Eugene, barely one, and my sister, Margaret, dead and gone.
When I look back on my childhood I wonder how I survived at all. It was, of course, a miserable childhood: the happy childhood is hardly worth your while. Worse than the ordinary miserable childhood is the miserable Irish childhood, and worse yet is the miserable Irish Catholic childhood.
People everywhere brag and whimper about the woes of their early years, but nothing can compare with the Irish version: the poverty; the shiftless loquacious alcoholic father; the pious defeated mother moaning by the fire; pompous priests; bullying schoolmasters; the English and the terrible things they did to us for eight hundred long years.
Above all - we were wet.
Le ceneri di Angela
Era meglio se i miei restavano a New York dove si erano conosciuti e sposati e dove sono nato io. Invece se ne tornarono in Irlanda che io avevo quattro anni, mio fratello Malachy tre, i gemelli Oliver e Eugene appena uno e mia sorella Margaret era già morta e sepolta.
Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, e un'infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora.
Gente che si vanta o si lamenta delle tribolazioni patite nei primi anni di vita se ne trova dappertutto, ma niente regge il confronto con la versione irlandese: la povertà; il padre alcolizzato chiacchierone e buono a nulla; la madre pia e derelitta che geme accanto al fuoco; i preti boriosi; i maestri arroganti; gli inglesi e le cose tremende che ci hanno fatto per ottocento lunghi anni...
E poi, tutta quell'umidità.

(Traduzione: Claudia Valeria Letizia)

'Tis
That's your dream out now. That's what my mother would say when we were children in Ireland and a dream we had came true. The one I had over and over was where I sailed into New York Harbor awed by the skyscrapers before me. I'd tell my brothers and they'd envy me for having spent a night in America till they began to claim they'd had that dream, too. They knew it was a sure way to get attention even though I'd argue with them, tell them I was the oldest, that it was my dream and they'd better stay out of it or there would be trouble.
Che paese l'America
Adesso ti è uscito il sogno. Così diceva mia madre a noi bambini quando abitavamo in Irlanda e un nostro sogno si realizzava. Il sogno che facevo io in continuazione era quello in cui arrivavo con la nave nel porto di New York e guardavo ammirato i grattacieli. Quando lo raccontavo, i miei fratelli mi invidiavano la notte passata in America, finché un giorno non cominciarono a raccontare anche loro di aver fatto quel sogno, sapendo che era un sistema sicuro per mettersi in mostra anche se poi litigavamo e io dicevo che il più grande ero io, che il sogno era mio e guai a loro se ci entravano.

(Traduzione: Claudia Valeria Letizia)


Colleen McCullough (1937-2015)

A Creed for the Third Millennium
The wind was particulary bitter, even January in Holloman, Connecticut. When Dr.Joshua Christian strode round the corner from Cedar Street onto Elm Street it hit him full in the face, a stream of arctic air with fangs and talons of ice chewing and clawing at the little sections of facial skin he had to expose to see where he was going. Oh, he knew where he was going; he just wished it wasn't necessary to see his way.
La passione del dr. Christian
Anche per essere gennaio, a Holloman, nel Connecticut, il vento risultava particolarmente fastidioso. Svoltando all'angolo di Cedar Street per entrare in Elm Street, il dottor Joshua Christian lo prese direttamente in faccia, una folata di aria artica, irta di denti e di unghie di ghiaccio, che azzannarono e artigliarono la ridottissima zona del viso che gli toccava lasciare esposta per vedere dove stava andando. Oh, sì, dov'era diretto lo sapeva; avrebbe solo voluto non dover guardare dove metteva i piedi.

(Traduzione: Mario Biondi)

The First Man in Rome
Having no personal commitment to either of the new consuls, Gaius Julius Caesar and his sons simply tacked themselves onto the procession which started nearest to their own house, the procession of the senior consul, Marcus Minucius Rufus. Both consuls lived on the Palatine, but the house of the junior consul, Spurius Postumius Albinus, was in a more fashionable area. Rumor had it Albinus's debt were esacalating dizzily, no surprise; such was the price of becoming consul.
Not that Gaius Julius Caesar was worried about the heavy burden of debt incurred while ascending the political ladder; nor, it seemed likely, would his sons ever need to worry on that score.
I giorni del potere
Non avendo obblighi personali nei confronti dell'uno o dell'altro dei nuovi consoli, Caio Giulio Cesare e i suoi figli si limitarono ad accodarsi alla processione che si formava più vicino alla loro casa: quella del console più anziano, Marco Minucio Rufo. Entrambi i consoli abitavano sul Palatino, ma la casa del più giovane, Spurio Postumio Albino, era sita in un quartiere più elegante. Correva voce che i debiti di Albino fossero saliti alle stelle, ma non c'era da stupirsene: era il prezzo da pagare per l'elezione al consolato.
Dal canto suo, Caio Giulio Cesare non si preoccupava del greve fardello di debiti che bisognava contrarre per dare la scalata alle cariche politiche: e sembrava probabile che neppure i suoi figli avrebbero dovuto preoccuparsi in tal senso.

(Traduzione: Adriana Dell'Orto)

Fortune's Favorite
Though the steward held his five-flamed lamp high enough to illuminate the two recumbent figures in the bed, he knew its light had not the power to waken Pompey. For this, he would need Pompey's wife. She stirred, frowned, turned her head away in an effort to remain asleep, but the vast house was murmuring beyond the open door, and the stewart was calling her.
"Domina! Domina!"
Even in confusion modest - servants did not make a habit of invading Pompey's bedchamber - Antistia made sure she was decently covered before she sat up.
I favoriti della fortuna
L'intendente sapeva che la luce non avrebbe svegliato Pompeo, anche se teneva il lume a cinque fiamme abbastanza in alto da illuminare i due corpi sdraiati sul letto. Solo sua moglie sarebbe stata in grado di farlo. Lei si mosse, aggrottò la fronte, voltò la testa dall'altra parte nel tentativo di continuare a dormire, ma l'ampia casa mormorava oltre la porta aperta, e l'intendente la stava chiamando.
"
Domina! Domina!"
Pudica anche se colta di sorpresa - i servi non erano soliti entrare senza annunciarsi nella stanza da letto di Pompeo - Antistia si accertò di essere convenientemente coperta prima di tirarsi a sedere sul letto.

(Traduzione: Alessandra Cremonese Cambieri)

The Grass Crown
"The most exciting thing that's happened during the last fifteen months"" said Gaius Marius "is the elephant Gaius Claudius showed at the ludi Romani"
Aelia's face lit up. "Wasn't it wonderful?" she asked, leaning forward in her chair to reach the dish of huge green olives imported from Further Spain. "To be able to stand on its back legs and walk! And dance on all four legs! And sit on a couch and feed itself with its trunk!"
Turning a contemptuous face to his wife, Lucius Cornelius Sulla said very coldly, "Why is it people are charmed to see animals aping men? The elephant is the noblest creature in the world. Gaius Claudius Pulcher's beast I found a double travesty - of man and elephant both"
I giorni della gloria
"La cosa più emozionante degli ultimi quindici mesi" disse Caio Mario"È stato l'elefante che Caio Claudio ha messo in campo ai
ludi Romani."
Il volto di Elia s'illuminò. "Non era meraviglioso?" chiese, protendendosi dalla sedia per raggiungere il piatto di enormi olive verdi importate dalla Spagna Ulteriore. "Era capace di stare in piedi sulle zampe posteriori e camminare! E di danzare sulle quattro zampe! E di stare seduto e di mangiare portandosi il cibo alla bocca con la proboscide!"
Volgendo uno sguardo sdegnoso verso la moglie, Lucio Cornelio Silla disse, con estrema freddezza:"Perché mai la gente rimarrà affascinata dal vedere animali che scimmiottano gli uomini? L'elefante è la più nobile creatura del mondo. Io ho trovato l'animale di Caio Claudio Pulcher una doppia presa in giro, dell'uomo e dell'elefante".

(Traduzione: Marco Barbi)

An Indecent Obsession
The young soldier stood looking doubtfully up at the unlabelled entrance to ward X, his kit bag lowered to the ground while he assessed the possibility that this was indeed his ultimate destination. The last ward in the compound, they had said, pointing him gratefully off down a path because they were busy and he had indicated he could find his one way. Everything save the armaments his battalion gunsmith had taken from him only yesterday was disposed about his person, a burden with which he was so familiar he didn't notice it. Well, this was the last building, all right, but if it was a ward it was much smaller than the ones he had passed along his way. Much quieter, too. A troppo ward. What a way to end the war! Not that it mattered how it ended. Only that it end.
L'altro nome dell'amore
Il giovane soldato guardava dubbioso l'entrata anonima del Reparto; con lo zaino a terra, si chiedeva se quella era proprio la sua destinazione finale. L'ultimo reparto del campo, gli avevano detto, indicandogli il sentiero, ben contenti di non doverlo accompagnare, visto che loro avevano da fare e lui aveva l'aria di sapersela cavare. A parte le armi che l'armaiolo del suo battaglione gli aveva portato via il giorno prima, aveva tutte le sue cose addosso, un fardello così familiare che non ci faceva nemmeno più caso. Bene, questo era l'ultimo edificio; se poi si trattava di un reparto, allora era molto più piccolo di tutti gli altri superati strada facendo, e molto più quieto. Un reparto
tropo. Che razza di modo di finire la guerra! Non che avesse importanza, come finiva. Purché finisse.
(Traduzione: Marina Bianchi)

The Independence of Miss Mary Bennet
The long, late light threw a gilt mantle over the skeletons of shrubs and trees scattered through the Shelby Manor gardens; a few wisps of smoke, smudged at their edges, drifted from the embers of a fire kindled to burn the last of the fallen leaves, and somewhere a stay-behind bird was chattering the tuneless nocturne of late autumn. Watching the sunset from her usual seat in the bay window, Mary felt a twisting of her heart at is blue-gold glory, soon to be a memory banked inside the echoing spaces of her mind. How much longer? Oh, how much longer?
L'indipendenza della signorina Bennet
La luce della sera indugiava sugli scheletri degli alberi e dei cespugli dei giardini di Shelby Manor, ammantandoli di uno splendore metallico. Impalpabili spirali di fumo salivano dalle ceneri di un fuoco acceso per ardere le ultime foglie cadute, e da qualche parte un uccello attardato cantava il notturno disarmonico di fine autunno. Mentre osservava il tramonto seduta come sempre nel bovindo, Mary ebbe un tuffo al cuore davanti a quel tripudio oro e blu, destinato ben presto a diventare un ricordo nei meandri echeggianti della sua mente. Per quanto tempo? Per quanto tempo ancora?

(Traduzione: Roberta Zuppet)

Morgan's Run
"We are at war!" cried Mr. James Thiftlethwaite.
Every head save Richard Morgan's lifted and turned toward the door, where a bulky figure stood brandishing a sheet of flimsy. For a moment a pin might have been heard dropping, then a confused babble of exclamations erupted at every table in the tavern except for Richard Morgan's. Richard had paid the stirring announcement scant heed: what did war with the thirteen American colonies matter, compared to the fate of the child he held on his lap? Cousin James-the-druggist had inoculated the little fellow against the smallpox four days ago, and now Richard Morgan waited, agonized, to see if the inoculation would take.
L'altra parte del mondo
"Siamo in guerra!" gridò Mr. James Thiftlethwaite.
Tutti, tranne Richard Morgan, sollevarono il capo e si voltarono in direzione della porta, ingombra di una figura corpulenta che agitava in aria un foglio di carta. Per un attimo il silenzio fu tale che si sarebbe sentito cadere in terra uno spillo. Poi da ogni tavolo della taverna, fatta eccezione per quello a cui sedeva Richard Morgan, si levarono esclamazioni confuse. Richard non aveva prestato troppa attenzione all'annuncio che aveva destato così tanto scalpore: che importanza poteva avere la guerra con le tredici colonie d'America in confronto alla sorte del bimbo che teneva sulle ginocchia? Quattro giorni prima suo cugino James, il farmacista, aveva somministrato al piccolo il vaccino contro il vaiolo e ora Richard Morgan attendeva con ansia crescente che la sostanza iniettata facesse il suo effetto.

(Traduzione: Giovanna Scocchera e Fabio Melatti)

Tim
Harry Markham and his crew arrived on the job at exactly seven o'clock that Friday morning. Harry and his foreman Jim Irvine sitting inside the pickup cabin and Harry's three men in the open back of the truck, perched wherever they could find a level space for their behinds. The house they were renovating lay on Sidney's North Shore in the suburb of Artarmon, just behind the spreading desolation of the brick pits.it was not a big job, even for a small-time builder like Harry; merly covering the red brick bungalow with stucco and adding a Sleepout to the back veranda, the kind of job Harry welcomed from time to time because it filled in the gaps between larger commissions.
Tim
Quel venerdì mattina Harry Markham e la sua squadra arrivarono al lavoro alle sette in punto. Harry e Jim Irvine, il caposquadra, sedevano sui sedili anteriori del furgone scoperto, mentre i tre uomini di Harry stavano dietro, appollaiati alla meno peggio in mezzo agli attrezzi. La casa che stavano rimodernando sorgeva sulla costa a nord di Sidney, nel quartiere residenziale di Artarmon, proprio dietro la distesa desolata della cava di mattoni. Non era un grosso lavoro, persino per un'impresa di costruzioni di dimensioni modeste come quella di Harry; si trattava solo di ricoprire con uno strato di intonaco la casetta di mattoni rossi e aggiungere alcune vetrate per chiudere la veranda sul retro. Era però il genere di lavoro che Harry gradiva di tanto in tanto per riempire gli intervalli fra contratti più importanti.

(Traduzione: Maria Grazia Prestini)

The Thorn Birds
On December 8th, 1915, Meggie Cleary had her fourth birthday. After the breakfast dishes were put away her mother silently thrust a brown paper parcel into her arms and ordered her outside. So Meggie squatted down behind the gorse bush next to the front gate and tugged impatiently. Her fingers were clumsy, the wrapping heavy; it smelled faintly of the Wahine general store, which told her that whatever lay inside the parcel had miraculously been bought, not homemade or donated.
Uccelli di rovo
L'8 dicembre 1915, Meggie Cleary festeggiò il quarto compleanno. Dopo la colazione, sua madre sparecchiò, e senza una parola, le mise sulle braccia un pacco avvolto in carta marrone; poi le ordinò di uscire. E così, Meggie si inginocchiò dietro il cespuglio di ginestra, accanto al cancello principale, e diede strattoni impazienti. Le dita erano goffe, la carta era robusta; sapeva vagamente dell'emporio di Vahiné, e questo le disse che, qualsiasi oggetto potesse trovarsi entro il pacco, miracolosamente era stato comperato, e non fatto in casa, o regalato da altri.

(Traduzione: Bruno Oddera)


Alice McDermott (1953)

After This
Leaving the church, she felt the wind rise, felt the pinprick of pebble and grit against her stockings and her cheeks - the slivered shards of mad sunlight in her eyes. She paused, still on the granite steps, touched the brim of her hat and the flying hem of her skirt - felt the wind rush up her cuffs and rattle her sleeves.
And all before her, the lunch-hour crowd bent under the April sun and into the bitter April wind, jackets flapping and eyes squinting, or else skirts pressed to the backs of legs and jacket hems pressed to bottoms. And trailing them, outrunning them, skittering along the gutter and the sidewalk and the low gray steps of the church, banging into ankles and knees and one another, scraps of paper, newspaper, candy wrappers, what else? - office memos?
Dopo tutto questo
Uscendo dalla chiesa sentì il vento che si alzava, sentì le raffiche pungenti di ghiaia e polvere sulle calze e sulle guance, le schegge di sole impazzito negli occhi. Si fermò un attimo sugli scalini di granito, toccandosi la tesa del cappello e l'orlo svolazzante della gonna; sentì il vento correrle su per i polsini e scuoterle le maniche.
E davanti a lei, ovunque, la folla dell'ora di pranzo piegata sotto il sole di aprile e nel vento aspro di aprile, giacche che sbattevano e occhi strizzati, gonne premute sul dietro delle gambe e orli di giacca incollati ai sederi. E al seguito, più veloce, lungo i canali di scolo e i marciapiedi e sui bassi scalini grigi della chiesa, un turbinio di cartacce, giornali, carte di caramella - e cos'altro?... appunti d'ufficio? liste della spesa? - che investiva caviglie e ginocchia.

(Traduzione: Monica Pareschi)


Jack McDevitt (1935)

The Hercules Text
Harry Carmichael sneezed. His eyes were red, his nose was running, and his head ached. It was mid-September, and the air was full of pollen from ragweed, goosefoot, and thistle. He'd already taken his medication for the day, the latest antiallergen. It seemed to accomplish little other than to make him drowsy.
Through the beveled stained-glass windows of the William Tell, he watched the Ramsay Comet. It was now little more than a bright smudge, wedged in the bare, hard branches of the elms lining the parking lot. Its cool, unfocused light was not unlike the cool glow of Julie's green eyes, which seemed preoccupied with the long, graceful stem of her wineglass. She'd abandoned all attempts to keep the conversation going and sat frozen in a desperate solitude.
Codice Hercules
Harry Carmichael starnutì. Aveva gli occhi rossi, il naso che colava e il mal di testa. A metà settembre, l’aria era piena di pollini, e l’antistaminico che aveva preso riusciva soltanto a dargli un senso di sonnolenza.
Dalle finestre del William Tell, osservava la cometa Ramsay: poco più che uno sbaffo luminoso tra i rami spogli degli olmi nel parcheggio. La sua luce fredda e sfocata si rifletteva nel gelo degli occhi verdi di Julie, concentrata sullo stelo elegante del suo bicchiere da vino. Aveva rinunciato a tenere viva la conversazione e sembrava rinchiusa in una solitudine disperata.

(Traduzione: Marcello Jatosti)


Ian McDonald (1960)

Desolation Road
For three days Dr. Alimantando had followed the greenperson across the desert. Beckoned by a finger made from articulated runner beams, he had sailed over the desert of red grit, the desert of red stone, and the desert of red sand in pursuit of it. And each night, as he sat by his fire built from scraps of mummified wood writing in his journals, the moonring would rise, that tumbling jewel-stream of artificial satellites, and It would draw the greenperson out of the deep places of the desert.
On the first night the meteors were flickering high in the stratosphere when the greenperson came to Dr. Alimantando.
Desolation Road
Per tre giorni il dottor Alimantado aveva inseguito il pelleverde attraverso il deserto. Richiamato da un dito intrecciato di fagioli scarlatti aveva solcato il deserto dl rena rossa, il deserto dl pietra rossa, il deserto dl sabbia rossa, solo per raggiungerlo.
Ogno notte, mentre seduto accanto a un focolare di legna fossile scriveva 11 suo diario, sorgeva l'anello lunare, 1a mobile scia dei satelliti artificiali, attirando il pelleverde fuori dalle profondità del deserto.
La prima notte che il pelleverde giunse dal dottor Alimantado le meteore tremolavano alte nella stratosfera.

(Traduzione: Chiara Reali)

Planesrunner Everness, Book 1 (Terra incognita)
L’auto era nera. Nere la carrozzeria e le ruote, neri i paraurti e i finestrini. Gocce di pioggia splendevano come olio nero sulla sua pelle lucida. Un’auto nera in una notte nera. Everett Singh si tirò su la zip del parka fino al mento, sollevò il cappuccio per ripararsi dal vento freddo e osservò l’auto nera seguire lentamente suo padre mentre risaliva pedalando il Mall. Brutta notte per andarsene in giro in bicicletta. I rami degli alberi sferzavano l’aria con violenza. Il vento è il nemico numero uno dei ciclisti. Le decorazioni festive aconfessionali dell’Istituto d’arte contemporanea sbatacchiavano rumorosamente.
(Traduzione: Alessandro Vezzoli)


Michael McDowell (1950-1999)

Blackwater I: The Flood
At dawn on Easter Sunday morning, 1919, the cloudless Sky over Perdido, Alabama, was a pale translucent pink not reflected in the black waters that for the past week had entirely flooded the town. The Sun, immense and reddish-orange, had risen just above the pine forest on the far side of what had been Baptist Bottom. This was the low-lying area of Perdido where all the emancipated blacks had huddled in 1865, and where their children and grand-children huddled still. Now it was only a murky swirl of planks and tree limbs and bloated dead animals.
Blackwater I. La piena
All'alba della domenica di Pasqua del 1919 il cielo sopra Perdido, in Alabama, era terso, di un pallido rosa traslucido che non rifletteva sulle acque nere che la settimana precedente avevano allagato del tutto la città. Il sole, immenso e di un colore rosso-arancio, si era appena levato sopra le cime dei pini nella foresta ai margini di quella che era stata Baptist Bottom. Era la zona più bassa di Perdido, dove nel 1865 si erano stabiliti in massa gli schiavi neri appena affrancati, e dove ancora vivevano ammassati i loro figli e nipoti. Adesso era ridotta a un torbido vortice di assi, rami divelti e carcasse gonfie di animali.

(Traduzione: Elena Cantoni)

Blackwater II: The Levee (Blackwater II. La diga)
«O Signore, proteggici dalle inondazioni, dagli incendi, dagli animali con la rabbia e dai fuggiaschi negri».
Era questa la preghiera che Mary-Love recitava prima di ogni pasto. L'aveva appresa da sua madre, che aveva nascosto l'argenteria, gli schiavi e le galline sottraendoli alle razzie dei nordisti stremati dalla fame. Ultimamente, però, nella sua mente e in quella di Sister si era aggiunto un silenzioso appello contro un quinto pericolo:
O Signore proteggici da Elinor Dammert Caskey.
(Traduzione: Elena Cantoni)

Blackwater III: The House (Blackwater II. La casa)
Miriam e Frances Caskey erano sorelle e avevano appena un anno di differenza. Vivevano l'una accanto all'altra, a poche decine di metri di distanza. Eppure i contatti tra le rispettive case erano così sporadici che quando si incontravano - nelle rare riunioni di famiglia dei Caskey - le due bambine si guardavano con timidezza e diffidenza.
(Traduzione: Elena Cantoni)

Blackwater IV: The War (Blackwater IV. La guerra)
Erano passati due anni dalla morte di Mary-Love. Nei mesi successivi al funerale i Caskey erano rimasti vigili, pronti a cogliere i mutamenti e le trasformazioni desti a verificarsi nell'assetto della famiglia. Le alterazioni furono lente e sottili. Elinor, Oscar e Frances erano gli stessi di sempre, anche se Elinor appariva più rilassata, ora che la sua rivale e nemica era stata sconfitta dalla morte.
(Traduzione: Elena Cantoni)

Blackwater V: The Fortune (Blackwater V. La fortuna)
Tutti i Caskey piansero sinceramente la scomparsa di James. Per quanto vecchio e fragile, nessuno aveva immaginato che sarebbe morto. Era il più anziano del clan, e tuttavia non ne era mai stato il capo, in nessun senso. Forse, se avesse rivestito una posizione di maggior rilievo, tutti si sarebbero chiesti: Chi prenderà il suo posto quando James non ci sarà più? Invece, di fatto, la sua morte non determinò un rimpasto di ruoli e di status, ma solo la presa di coscienza del vuoto che aveva lasciato dietro di sé.
(Traduzione: Elena Cantoni)

Blackwater VI: Rain (Blackwater II. Pioggia)
Forse erano soltanto questo: due signore attempate intente a pettegolare, spettegolare all'infinito, in una stanza da letto affacciata sul retro di una vecchia casa in un angolo remoto dell'Alabama. Nel 1958 Sister Haskew aveva sessantasei anni ed era invalida, allettata, querula, debole, dipendente ed esigente. Queenie Strickland di anni ne aveva sessantotto, ed era grassa, felice, indaffarata, devota e allegra. Entrambe erano immensamente ricche, e nessuna delle due doveva mai preoccuparsi dei soldi di cui disponeva.
(Traduzione: Elena Cantoni)


Ian McEwan (1948)

Amsterdam
Two former lovers of Molly Lane stood waiting outside the crematorium chapel with their backs to the February chill. It had all been said before, but they said it again.
"She never knew what hit her."
"When she did it was too late."
"Rapid onset."
"Poor Molly."
"Mmm."
Poor Molly. It began with a tingling in her arm as she raised it outside the Dorchester Grill to stop a cab - a sensation that never went away. Within weeks she was fumbling for the names of things.
Amsterdam
Due ex amanti di Molly Lane aspettavano davanti alla cappella del crematorio dando le spalle al gelo di febbraio. Si erano già detti tutto, ma vollero ricominciare da capo.
-Non ha neanche avuto il tempo di capire che cosa le succedeva.
-E quando l'ha capito era troppo tardi.
-Se ne è andata così in fretta.
-Povera Molly.
-Mmm.
Povera Molly. Tutto era cominciato con un formicolio mentre alzava il braccio per fermare un taxi fuori del Dorchester Grill; quella sensazione non l'aveva più abbandonata. Nel giro di qualche settimana già faticava a ricordare i nomi delle cose.

(Traduzione: Susanna Basso)

Atonement
The play - for which Briony had designed the posters, programmes and tickets, constructed the sales booth out of a folding screen tipped on its side, and lined the collection box in red crepe paper - was written by her in a two-day tempest of composition, causing her to miss a breakfast and a lunch.
When the preparations were complete, she had nothing to do but contemplate her finished draft and wait for the appearance of her cousins from the distant north. There would be time for only one day of rehearsal before her brother arrived. At some moments chilling, at others desperately sad, the play told a tale of the heart whose message, conveyed in a rhyming prologue, was that love which did not build a foundation on good sense was doomed.
Espiazione
Lo spettacolo per il quale Briony aveva ideato le locandine, programmi e biglietti, costruito il botteghino con un paravento sbilenco e foderato di carta rossa la cassetta dei soldi, era opera sua, frutto di due giornate di una creatività tanto burrascosa da farle saltare una colazione e un pranzo.
Quando ebbe concluso i preparativi, non le restò altro da fare che contemplarne la stesura definitiva e aspettare di veder comparire i suoi cugini dal lontano nord. Ci sarebbe stato un solo giorno di tempo per le prove, prima dell'arrivo di suo fratello. A tratti pungente, spesso disperatamente triste, il dramma narrava una storia di cuore il cui messaggio, racchiuso nel prologo in rima, era che un amore non costruito su fondamenta di grande buonsenso ha il destino segnato.

(Traduzione: Susanna Basso)

Black Dogs
Ever since I lost mine in a road accident when I was eight, I have had my eye on other people's parents. This was particularly true during my teens, when many of my friends were casting off their own folk, and I did rather well in a lonely, hand-me-down way. In our neighborhood there was no shortage of faintly dejected fathers and mothers only too happy to have at least one seventeen-year-old around to appreciate their jokes, advice, cooking, even their money. At the same time I was something of a parent myself
Cani neri
È da quando ho perso i miei in un incidente stradale all'età di otto anni che ho incominciato a interessarmi ai genitori degli altri. Il fenomeno ha conosciuto il suo momento di massimo sviluppo durante la mia prima giovinezza quando molti amici cercavano di scrollarsi di dosso i vecchi e io me la cavavo piuttosto bene nei panni del solitario affamato di protezione. Nel nostro quartiere non mancavano certo padri e madri vagamente scoraggiati ai quali non pareva vero di ritrovarsi fra i piedi almeno un diciassettenne disposto ad accettare da loro di tutto: battute, consigli e, perché no, anche soldi. Del resto ero anch'io un genitore per certi versi.

(Traduzione: Susanna Basso)

In Between the Sheeets, and other Stories
Pornografia
O'Byrne walked through Soho market to his brother's shop in Brewer Street. A handful of customers leafing through the magazines and Harold watching them through pebble-thick lenses from his raised platform in the corner. Harold was barely five foot and wore built-up shoes. Before becoming his employee O'Byrne used to call him Little Runt.
Fra le lenzuola e altri racconti
Pornography
O'Byrne attraversò il mercato di Soho diretto al negozio di suo fratello. Pochi clienti che sfogliano le riviste e Harold che li guarda dalla sua piattaforma attraverso lenti spesse un dito. Harold non era alto neanche uno e sessanta e portava scarpe rialzate. Prima di diventare suo dipendente O'Byrne lo chiamava Tappo. Accanto al gomito di Harold una radiolina gracchiava notizie sulle corse del pomeriggio.

(Traduzione: Stefania Berola)

The Cement Garden
I did not kill my father, but I sometimes felt I had helped him on his way. And but for the fact that it coincided with a landmark in my own physical growth, his dead seemed insignificant compared to what followed. My sisters and I talked about him the week after he died, and Sue certainly cried when the ambulance men tucked him up in a bright red blanket and carried him away. He was a frail, irascible, obsessive man with yellowish hands and face. I am only including the little story of his death to explain how my sisters and I came to have such a large quantity of cement ad our disposal.
Il giardino di cemento
Non ho ucciso mio padre, ma certe volte mi sembra quasi di avergli dato una mano a morire. E se non fosse capitata in coincidenza con una pietra miliare nel mio sviluppo fisico, la sua morte sembrerebbe un fatto insignificante in confronto a quello che è successo dopo. Parlai di lui con le mie sorelle pere tutta la settimana seguente al giorno in cui morì, e Sue di sicuro pianse un po' quando gli uomini dell'ambulanza lo rimboccarono in una vivace coperta rossa e portarono via. Era un uomo fragile, irascibile e ossessivo, con le mani e il viso giallastri. Incluso qui la breve storia della sua morte solo per spiegare come mai le mie sorelle e io ci trovammo con tanto cemento a nostra disposizione.

(Traduzione: Stefania Bertola)

The Child in Time
Subsidizing public transport had long been associated in the minds of both government and the majority of its public with the denial of individual liberty. The various services collapsed twice a day at rush hour when it was quicker, Stephen found, to walk from his flat at Whitehall than to take a taxi. It was late May, barely nine-thirty, and already the temperature was nudging the eighties. He strode to Vauxhall Bridge past double and treble files of trapped, throbbing cars, each with its solitary driver.
Bambini nel tempo
Da tempo ormai, tanto il governo quanto la maggioranza dei cittadini associavano mentalmente le sovvenzioni ai trasporti pubblici con la negazione della libertà individuale. I vari servizi subivano due regolari collassi giornalieri nelle ore di punta ed era opinione di Stephen che si impiegasse meno tempo a raggiungere Whitehall a piedi che prendendo un taxi. Era fine maggio, da poco passate le nove e mezza e la temperatura sfiorava già i 25°. Stephen si diresse sul Vauxhall Bridge superando doppie e triple file di vibranti automobili intrappolate, ciascuna abitata da un conducente solitario.

(Traduzione: Susanna Basso)

The Children Act
London. Trinity Term one week old. Implacable June weather. Fiona Maye, a High Court judge, at home on Sunday evening, supine on a chaise longue, staring past her stockinged feet towards the end of the room, towards a partial view of recessed bookshelves by the fireplace and, to one side, by a tall window, a tiny Renoir lithograph of a bather, bought by her thirty years ago for fifty pounds. Probably a fake. Below it, centred on a round walnut table, a blue vase. No memory of how she came by it. Nor when she last put flowers in it.
La ballata di Adam Henry
Londra. Giugno. Una settimana dall'inizio del Trinity Term. Tempo inclemente. Quella domenica sera Fiona Maye, giudice dell'Alta Corte, era a casa, sdraiata su una chaise longue a fissare in fondo alla stanza, oltre i propri piedi scalzi, lo scorcio di una libreria a incasso accanto al camino e, sul lato di una vetrata alta, la piccola litografia di bagnante, a firma Renoir, acquistata trent'anni prima per cinquanta sterline. Un falso, probabilmente. Poco sotto, al centro di un tavolo rotondo in legno di noce, un vaso azzurro. Scomparsa ogni memoria di come ne fosse venuta in possesso. Come pure dell'ultima volta in cui ci aveva messo a bagno dei fiori.

(Traduzione: Susanna Basso)

The Cockroach
That morning, Jim Sams, clever but by no means profound, woke from uneasy dreams to find himself transformed into a gigantic creature. For a good while he remained on his back (not his favourite posture) and regarded his distant feet, his paucity of limbs, with consternation. A mere four, of course, and quite unmoveable. His own little brown legs, for which he was already feeling some nostalgia, would have been waving merrily in the air, however hopelessly. He lay still, determined not to panic.
Lo scarafaggio
Quella mattina Jim Sams, un tipo perspicace ma niente affatto profondo, si svegliò da sogni inquieti per ritrovarsi trasformato in una creatura immane. Per un pezzo rimase disteso sul dorso (non precisamente la sua posizione preferita) a osservarsi costernato i piedi lontanissimi, l’esiguità degli arti. Appena quattro, naturalmente, e pressoché inamovibili. Le sue zampette brune, per le quali già provava una certa nostalgia, si sarebbero agitate disinvoltamente in aria, seppure invano. Si mantenne immobile, deciso a non lasciarsi prendere dal panico.

(Traduzione: Susanna Basso)

The Comfort of Strangers
Each afternoon, when the whole city beyond the dark green shutters of their hotel windows began to stir, Colin and Mary were woken by the methodical chipping of steel tools against the iron barges which moored by the hotel café pontoon. In the morning these rusting, pitted hulks, with non visible cargo or means of propulsion, would be gone; towards the end of each day they reappeared, and their crews set to inexplicably with their mallets and chisels. It was at this time, in the clouded, late afternoon heat, that customers began to gather on the pontoon to eat ice cream at the tin tables, and their voices too filled the darkened hotel room, rising and falling in waves of laughter and dissent, flooding the brief silences between each piercing blow of the hammers.
They woke, so it seemed to them, simultaneously, and lay still on their separate beds. For reasons they could not longer define clearly, Colin and Mary were not on speaking terms.
Cortesie per gli ospiti
Ogni pomeriggio, quando la città oltre le scure persiane verdi cominciava ad animarsi, Colin e Mary si svegliavano al metodico picchiettio degli arnesi d'acciaio contro le chiatte di ferro ormeggiate accanto al bar galleggiante del loro albergo. Al mattino i barconi rugginosi e butterati, senza alcun carico o mezzo di propulsione visibile, non c'erano più; ricomparivano sul finire della giornata, e gli uomini dell'equipaggio si mettevano inspiegabilmente all'opera con martello e scalpello. Era l'ora, nel caldo rannuvolato del tardo pomeriggio, che i clienti cominciavano ad affluire sul pontone per mangiare un gelato seduti ai tavolini di metallo, e anche le loro voci riempivano l'oscurità della stanza, sollevandosi e abbassandosi in ondate di allegria e discordia, sommergendo i brevi silenzi tra un penetrante colpo di martello e l'altro.
Si svegliarono simultaneamente, o questa fu la loro impressione, e restarono immobili sui letti separati. Per motivi che non era ormai possibile definire con chiarezza, Colin e Mary non si parlavano più.

(Traduzione: Stefania Bertola)

The Daydreamer
When Peter Fortune was ten years old grown-up people sometimes used to tell him he was a 'difficult' child. He never understood what they meant. He didn't feel difficult at all. He didn't throw milk bottles at the garden wall, or tip tomato ketchup over his head and pretend it was blood, or slash at his granny's ankle with his sword, though he occasionally thought of these things. Apart from all vegetables except potatoes, and fish, eggs and cheese, there was nothing he would not eat. He wasn't noisier or dirtier or more stupid than anyone he knew. His name was easy to say and spell. His face, which was pale and freckled, was easy enough to remember. He went to school every day like all other children and never made that much fuss about it. He was only as horrid to his sister as she was to him. Policemen never came knocking at the front door wanting to arrest him. Doctors in white coats never offered to take him away to the madhouse. As far as Peter was concerned, he was really quite easy. What was difficult about him?
L'inventore dei sogni
Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile. Lui però non capiva in che senso. Non si sentiva per niente difficile. Non scaraventava le bottiglie del latte contro il muro del giardino, non si rovesciava in testa il ketchup facendo finta che fosse sangue, e neppure se la prendeva con le caviglie di sua nonna quando giocava con la spada, anche se ogni tanto aveva pensato di farlo. Mangiava di tutto, tranne, s'intende il pesce, le uova, il formaggio, e tutte le verdure eccetto le patate. Non era più rumoroso, più sporco o più stupido degli altri bambini. Aveva un nome facile da dire e da scrivere e una faccia pallida e lentigginosa, facile da ricordare. Andava tutti i giorni a scuola come gli altri e senza fare poi tante storie. Tormentava sua sorella non più di quanto lei tormentasse lui. Nessun poliziotto era mai venuto a casa per arrestarlo. Nessun dottore in camice bianco aveva mai proposto di farlo internare in un manicomio. Gli pareva, tutto sommato, di essere un tipo piuttosto facile. Che cosa c'era in lui di così complicato?

(Traduzione: Susanna Basso)

Enduring Love
The beginning is simple to mark. We were in sunlight under a turkey oak, partly protected from a strong, gusty wind. I was kneeling on the grass with a corkscrew in my hand, and Clarissa was passing me the bottle - a 1987 Daumas Gassac. This was the moment, this was the pinprick on the time map: I was stretching out my hand, and as the cool neck and the black foil touched my palm, we heard a man's shout. We turned to look across the field and saw the danger. Next thing, I was running toward it.
L'amore fatale
L'inizio è facile da individuare. Eravamo al sole, vicino a un cerro che ci proteggeva in parte da forti raffiche di vento. Io stavo inginocchiato sull'erba con un cavatappi in mano, e Clarissa mi porgeva la bottiglia - un Daumas Gassac del 1987. L'istante fu quello, quella la bandierina sulla mappa del tempo: tesi la mano e, nel momento in cui il collo freddo e la stagnola nera mi sfioravano la pelle, udimmo le grida di un uomo. Ci voltammo a guardare dall'altra parte del prato, e intuimmo il pericolo. L'attimo dopo, correvo in quella direzione.

(Traduzione: Susanna Basso)

The Innocent
It was Lieutenant Lofting who dominated the meeting. "Look here, Marnham. You've only just arrived, so there's no reason why you should know the situation. It's not the Germans or the Russians who are the problem here. It isn't even the French. It's the Americans. They don't know a thing. What's worse they won't learn, thay won't be told. It's just how they are."
Leonard Marnham, an employee of the Post Office, had never actually met an American to talk to, but he had studied them in depth at his local Odeon.
Lettera a Berlino
Fu il tenente Lofting a dominare l'incontro. - Ascolti Marnham. Lei è appena arrivato e non si vede come potrebbe essere al corrente della situazione. Il problema qui non sono né i Russi né i Tedeschi. E neppure i Francesi. Sono gli Americani. Non capiscono niente. E quel che è peggio, si rifiutano di imparare, non vogliono aggiornarsi. Sono fatti cosí.
In realtà Leonard non aveva mai incontrato un americano in vita sua, ma per anni li aveva studiati a fondo nella sala cinematografica vicino a casa.

(Traduzione: Susanna Basso)

Machines Like Me and People Like You
It was religious yearning granted hope, it was the holy grail of science. Our ambitions ran high and low - for a creation myth made real, for a monstrous act of self love. As soon as it was feasible, we had no choice but to follow our desires and hang the consequences. In loftiest terms, we aimed to escape our mortality, confront or even replace the Godhead with a perfect self. More practically, we intended to devise an improved, more modern version of ourselves and exult in the joy of invention, the thrill of mastery.
Macchine come me e persone come voi
Era anelito religioso corroborato dalla speranza, era il sacro graal della scienza. Le nostre ambizioni in corsa su un ottovolante: un mito della creazione trasformato in realtà, un atto di mostruoso narcisismo. Non appena divenne fattibile non ci restò altra scelta che provarci, e al diavolo le conseguenze. A dirla nel piú nobile dei modi, cercavamo di sottrarci alla nostra condizione mortale, di affrontare se non di sostituire la divinità con un io esemplare. In parole piú povere, intendevamo ideare una versione migliore e piú moderna di noi stessi e gioire del trionfo dell’estro, del brivido della nostra maestria.

(Traduzione: Susanna Basso)

Nutshell
So here I am, upside down in a woman. Arms patiently crossed, waiting, waiting and wondering who I'm in, what I'm in for. My eyes close nostalgically when I remember how I once drifted in my translucent body bag, floated dreamily in the bubble of my thoughts through my private ocean in slow motion somersaults, colliding gently against the transparent bounds of my confinement, the confiding membrane that vibrated with, even as it muffled, the voices of conspirators in a vile enterprise. That was in my careless youth.
Nel guscio
Dunque eccomi qui, a testa in giú in una donna. Braccia pazientemente conserte ad aspettare, aspettare e chiedermi dentro chi sono, dentro che guaio mi sto per cacciare. Mi si chiudono gli occhi di nostalgia al ricordo di quando fluttuavo libero nel mio sacco opalescente, a spasso dentro la bolla sognante dei miei pensieri, tra capriole al ralenti in un oceano privato, e delicate carambole contro i confini trasparenti della mia prigione, quella membrana sicura che, pur attutendole, vibrava insieme alle voci di cospiratori intenti a una macchinazione odiosa. Succedeva nella spensierata stagione della mia giovinezza.

(Traduzione: Susanna Basso)

On Chesil Beach
They were young, educated, and both virgins on this, their wedding night, and they lived in a time when a conversation about sexual difficulties was plainly impossibile. But it is never easy. They had just sat down to supper in a tiny sitting room on the first floor of a Georgian inn. In the next room, visible through the open door, was a four-poster bed, rather narrow, whose bedcover was pure white and stretched startlingly smooth, as though by non human hand.
Chesil Beach
Erano giovani, freschi di studi, e tutti e due ancora vergini in quella loro prima notte di nozze, nonché figli di un tempo in cui affrontare a voce problemi sessuali risultava semplicemente impossibile. Anche se facile non lo è mai. Si erano appena seduti a cena nella saletta minuscola al primo piano di una locanda in stile georgiano. Dalla stanza accanto, attraverso la porta aperta, si scorgeva un letto a baldacchino, piuttosto stretto, dalla sopraccoperta candida e tesa con una perfezione pressoché innaturale.

(Traduzione: Susanna Basso)

Saturday
Some hours before dawn Henry Perowne, a neurosurgeon, wakes to find himself already in motion, pushing back the covers from a sitting position, and then rising to his feet. It's not clear to him when exactly he became conscious, nor does it seem relevant. He's never done such a thing before, but he isn't alarmed or even faintly surprised, for the movement is easy, and pleasurable in his limbs, and his back and legs feel unusually strong. He stands there, naked by the bed - he always sleeps naked - feeling his full height, aware of his wife's patient breathing and of the wintry bedroom air on his skin. That too is a pleasurable sensation.
Sabato
Qualche ora prima dell'alba Henry Perowne, un neurochirurgo, si sveglia per ritrovarsi già in movimento, seduto nell'atto di scostare le coperte e quindi di alzarsi in piedi. Non sa esattamente da quanto è cosciente, né del resto la cosa risulta avere rilevanza. Non gli è mai successo nulla di simile ma non è allarmato e neppure vagamente sorpreso, perché si muove con assoluta disinvoltura, provando un piacere diffuso agli arti, e sentendosi schiena e gambe insolitamente vigorose. Eccolo in piedi, nudo accanto al letto - si corica sempre nudo - in tutta la sua statura, consapevole del placido respiro di sua moglie e dell'aria invernale della stanza sulla pelle. Anche quella è una sensazione gradevole.

(Traduzione: Susanna Basso)

Solar
He belonged to that class of men - vaguely unprepossessing, often bald, short, fat, clever - who were unaccountably attractive to certain beautiful women. Or he believed he was, and thinking seemed to make it so. And it helped that some women believed he was a genius in need of rescue. But the Michael Beard of this time was a man of narrowed mental condition, anhedonic, monothematic, stricken. His fifth marriage was disintegrating, and he should have known how to behave, how to take the long view, how to take the blame. Weren't marriages, his marriages, tidal, with one rolling out just before another rolled in? Bur this one was different.
Solar
Apparteneva a quella categoria di uomini - tendenzialmente spiacevoli, quasi sempre calvi, bassi, grassi, intelligenti - che, per ragioni misteriose, attraggono certe belle donne. O così credeva, e pensarlo pareva bastare. Aiutava inoltre il fatto che alcune lo considerassero un genio bisognoso di redenzione. Ma l'attuale Michael Beard era un soggetto in condizioni mentali limitate, anedonico, monotematico, sofferente. Il suo quinto matrimonio si andava disgregando e lui avrebbe dovuto sapere come comportarsi, assumere una prospettiva lungimirante, riconoscere la propria colpa. I matrimoni, i suoi perlomeno, non si susseguivano forse l'uno all'altro al pari di fenomeni ondosi, o di maree? L'ultimo tuttavia era diverso.

(Traduzione: Susanna Basso)

Sweet Tooth
My name is Serena Frome (rhymes with plume) and almost forty years ago I was sent on a secret mission for the British Security Service. I didn't return safely. Within eighteen months of joining I was sacked, having disgraced myself and ruined my lover, though he certainly had a hand in his own undoing.
Miele
Mi chiamo Serena Frome (che fa rima con
plume) e poco meno di quarant'anni fa mi mandarono in missione segreta per il British Security Service. Non ne sono tornata illesa. Mi scaricarono nel giro di diciotto mesi, dopo che ebbi screditato me e distrutto il mio amante, che pure non fu estraneo alla propria rovina.
(Traduzione: Maurizia Balmelli)


Patrick McGrath (1950)

Asylum
The catastrophic love affair characterized by sexual obsession has been a professional interest of mine for many years now. Such relationship vary widely in duration and intensity but tend to pass through the same stages. Recognition. Identification. Assignation. Structure. Complication. And so on. Stella Raphael's story is one of the saddest I know. A deeply frustrated woman, she suffered the predictable consequences of a long denial collapsing in the face of sudden overwhelming temptation. And she was a romantic.
Follia
Le storie d'amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni. Si tratta di relazioni la cui durata e la cui intensità differiscono sensibilmente, ma tendono ad attraversare fasi molto simili: riconoscimento, identificazione, organizzazione, struttura, complicazione e così via. La storia di Stella Raphael è una delle più tristi che io conosca. Stella era una donna profondamente frustrata, che subì le prevedibili conseguenze di una lunga negazione e crollò di fronte a una tentazione improvvisa e soverchiante. Come se non bastasse era una romantica.

(Traduzione: Matteo Codignola)

Dr Haggard's Disease
I was in Elgin, upstairs in my study, gazing at the sea and reflecting, I remember, on a line of Goethe when Mrs Gregor tapped at the door that Saturday and said there was a young man to see me in the surgery, a pilot. You know how she talks. 'A pilot, Mrs Gregor?' I murmured. I hate being disturbed on my Saturday afternoons, especially if Spike is playing up, as he was that day, but of course I limped out on to the landing and made my way downstairs.
Il morbo di Haggard
Traduzione: Quel sabato ero a Elgin, nel mio studio al piano di sopra, e osservavo il mare, ricordo, riflettendo su un verso Gorthe, quando la signora Gregor ha bussato alla porta per dire che in ambulatorio c'era un ragazzo che desiderava vedermi, un pilota. Sai come parla, lei. "Un
pilota, signora Gregor?" ho mormorato. Odio che mi si disturbi il sabato pomeriggio, specie se Spike fa il diavolo a quattro, come appunto quel giorno, ma naturalmente sono uscito dalla stanza e ho sceso le scale.
(Annamaria Raffo)

The Grotesque (Grottesco)
Ho avuto molto tempo libero, negli ultimi mesi, per riflettere sul mio primo incontro con Fledge e sul perché egli abbia sviluppato nei miei confronti un'antipatia così immediata e intensa. Maggiordomo, a mio parere, si nasce, non si diventa; le doti di un bravo maggiordomo - deferenza, capacità, un certo servilismo dignitoso - sono qualità caratteriali che si manifestano nelle culture in cui da secoli esiste, sostanzialmente indisturbata, una gerarchia sociale stabile. È raro, ad esempio, trovare un bravo maggiordomo in Francia, e un bravo maggiordomo americano è una contraddizione in termini. Fledge non è un maggiordomo nato: non è deferente per natura, né gli è naturale servire. Nel suo intimo, anzi, credo che nutra un furibondo risentimento per il fatto di dover svolgere questo lavoro.
(Traduzione: Claudia Valeria Letizia)


William McIlvanney (1936-2015)

Laidlaw
Running was a strange thing. The sound was your feet slapping the pavement. The lights of passing cars batted your eyeballs. Your arms came up unevenly in front of you, reaching from nowhere, separate from you and from each other. It was like the hands of a lot of people drowning. And it was useless to notice these things. It was as if a car had crashed, the driver was dead, and this was the radio still playing to him.
Come cerchi nell'acqua
Correre era strano. Il rumore dei piedi contro l'asfalto. I fari delle auto colpivano le pupille. Le braccia salivano davanti al corpo, scomposte, separate tra loro e anche da te. Come fossero mani altrui, le mani di gente sul punto di annegare. E notare tutto questo era inutile. Era come la radio dell'auto che continua a trasmettere musica dopo un incidente, anche se il conducente è morto.

(Traduzione: Alfredo Colitto)

The Papers of Tony Veitch
It was Glasgow on a Friday night, the city of the stare. Getting off the train in Central Station, Mickey Ballater had a sense not only of having come north but of having gone back into his own past. Coming out on to the concourse, he paused briefly like an expert reminding himself of the fauna special to this area.
Il caso Tony Veitch
Glasgow di venerdì sera, la città della gente che ti fissa. Scendendo dal treno alla stazione centrale, Mickey Ballater ebbe la sensazione di essere tornato non solo al Nord, ma nel proprio passato. Nell'atrio della stazione si fermò un attimo, come un esperto che volesse fare mente locale sulla fauna del territorio.

(Traduzione: Alfredo Colitto)

Strange Loyalties
I woke up with a head like a rodeo. Isn't it painful having fun? Mind you, last night hadn't been about enjoyment, just whisky as anaesthetic. Now it was wearing off, the pain was worse. It always is.
I didn't want this day. Who sent for it? Try the next house. I burrowed into the pillow. It was no use. A sleepless pillow. What was it they called that? Transferred epithet? My teachers. They taught me everything I don't need to know.
Strane lealtà
Mi svegliai con la testa che sembrava un rodeo. Non è doloroso divertirsi? Badate, la notte precedente non era stata un divertimento, il whisky l'avevo preso come anestetico. Ora che la sbronza stava passando, il dolore era peggiorato. È sempre così.
Non volevo quella giornata. Chi l'aveva chiesta? Bussate alla casa accanto. Affondai la testa nel cuscino. Non servì. Un cuscino insonne. Come la chiamavano, questa? Ipallage? I miei professori, intendo. Mi hanno insegnato tutto quello che non mi serve sapere.

(Traduzione: Alfredo Colitto)


Robert McLiam Wilson (1964)

Eureka Street
It was a late Friday night, six months ago, six months since Sarah had left. I was in a bar making talk with a waitress called Mary. She had short hair, a very round ass and the big eyes of a hapless child. I had known her three hours and I was getting the two-year blues already.
Chuckie Lurgan had sloped out of there half an hour previously after gracefully running out of cash and twenty minutes' worth of heavy hints from me.
In a bar full of waitresses, Mary had been one among many but I'd more than noticed her. She had started by not liking me. Maybe a lot of men might have suspected some reluctant attraction - me, I just thought she wanted to kill me and didn't bother to wonder why. She was hard. She bristled and showed me her sharp little spines. I'm sure she understood that this would make me fall in love with her. I'm sure she knew that.
Eureka Street
Venerdì sera. Sei mesi fa (Sarah se n'era andata da sei mesi). In un pub.
Stavo facendo la corte a una cameriera di nome Mary: capelli corti, culo a mandolino e due occhioni da bambino infelice. La conoscevo da tre ore e avevo già perso la testa per lei.
Chuckie Lurgan si era tolto dai piedi da una mezz'oretta, dopo aver beatamente ignorato almeno venti minuti di cenni impazienti da parte mia e non prima di aver elegantemente dato fondo al contenuto delle sue tasche e all'ultimo goccio di birra.
Mary era una delle tante cameriere del pub, ma aveva fatto in modo di farsi notare. Inizialmente sembrava non le andassi a genio. Forse un altro al mio posto avrebbe sospettato che lo facesse per attirare la mia attenzione, ma io no, io avevo semplicemente pensato che avrebbe preferito vedermi morto e non mi era neanche passato per la testa di chiedermi il perché. Era ostile, scontrosa, e ispida come un porcospino. Sono sicuro che aveva capito che così mi avrebbe fatto innamorare. Ne sono proprio sicuro.

(Traduzione: Lucia Olivieri)


Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico (1449-1492)

La Nencia da Barberino
Ardo d'amore, e conviemme cantare
per una dama che me strugge el cuore,
ch'ogni otta ch'i' la sento ricordare,
el cor me brilla e par ch'egli esca fuore.
Ella non truova de bellezze pare,
cogli occhi gitta fiaccole d'amore;
i' sono stato in città e 'n castella
e mai ne vidi ignuna tanto bella.


Eva Meijer (1980)

Het vogelhuis (Il cottage degli uccelli)
Jacob irrompe nel soggiorno, mi chiama e subito riesce. Questo nervosismo non è da lui, così come non lo è allontanarsi tanto dal nido quando le uova si sono già schiuse. Di solito si limita a venire alla mangiatoia un paio di volte la mattina per poi passare il resto della giornata intorno alla casetta di legno fissata alla betulla - è un uccello tranquillo, grande per essere una cincia, un buon padre.
(Traduzione: Stefano Musilli))


Mara Meimaridi (19??)

Οι Μαγισσες της Σμυρνης (Le streghe di Smirne)
"Butta qualche cosa, mamma! Ci verranno le pulci qua dentro!".
Mi ficcai per metà dentro il ripostiglio sotto le scale. Le vecchie travi scricchiolarono pericolosamente.
"Fammi il piacere, Maria! Vai a comandare a casa tua e non toccare le mie cose. Mi servono".
Dalle ragnatele venne fuori una bacinella sfondata.
"Anche questa?".Gliela agitai provocatoriamente sotto il naso e siccome non rispondeva la scaraventai in fondo al corridoio.
"Questo che è?".
"Il pappagallo del nonno".

(Traduzione: Luigina Giammatteo)


Piero Meldini (1941)

L'avvocata delle vertigini
Il sole di luglio allargava l'atrio. Attirato dalle grandi finestre, dardeggiava impietoso il pavimento di mattoni, i muri di calce, le pale; e ne cuoceva le croste. I santi, abbacinati, sospiravano alla Vergine, che grondava sudore sotto il pesante manto turchino, mentre sulle sue ginocchia, nudo, il Bambinello si abbronzava.
"Professor Dominici! Ma che bella sorpresa! Lo sa che stavo pensando proprio a lei?"
Aveva stentato a scorgerlo, dapprima, ché dalla sottile striscia d'ombra in cui stava rintanato spuntava appena il naso, solo tratto imponente della sua meschina figura. Monsignor Berlinghieri, in maniche di camicia, i capelli scompigliati da profeta irato, era, all'opposto un pezzo d'uomo, e i suoi modi erano spicci ed esuberanti quanto incerti e circospetti erano quelli del visitatore.
"Cosa aspetta? Entri, entri. Ho qualcosa da mostrarle, un vero colpo di fortuna. La fine del mondo!"


Giuseppe Melone (1964)

Niente altro che uno sguardo discreto
Un chiaro bagliore di luce penetrava da un angolo non propriamente chiuso della tenda a colori pastello, che pesantemente faceva da cortina alla grande finestra affacciata su una Londra ancora dormiente.
Nella lussuosa camera d'albergo tutto appariva statico, rarefatto, e quell'unica linea di colore nascente, appalesata da fasci di chiarore, disegnava un triangolo di luce che divideva in due la camera, lasciando un lato del letto nella penombra, dove Malley, ormai sveglio da ore, continuava a roteare nervosamente gli occhi, accarezzandosi ripetutamente la folta barba sotto il mento.


Herman Melville (1819-1891)

Bartleby the Scrivener
I am a rather elderly man. The nature of my avocations for the last thirty years has brought me into more than ordinary contact with what would seem an interesting and somewhat singular set of men, of whom, as yet, nothing that I know of has ever been written - I mean the law-copyists, or scriveners. I have known very many of them, professionally and privately, and, if I pleased, could relate divers histories at which good-natured gentlemen might smile and sentimental souls might weep. But I waive the biographies of all other scriveners for a few passages in the life of Bartleby, who was a scrivener, the strangest I ever saw or heard of.
Bartebly lo scrivano
Sono un uomo piuttosto anziano. La natura della mia professione, negli ultimi trent'anni, mi ha portato ad aver contatti fuor del comune con ciò che direbbesi un interessante ed alquanto singolare genere di individui, dei quali fino ad ora, ch'io sappia, nulla è stato scritto: mi riferisco ai copisti legali, ovvero scrivani. In gran numero ne ho conosciuti, sia per pratica di lavoro che a titolo personale, e, quando volessi, potrei narrare svariate storie, che forse farebbero sorridere le persone benevole, e forse farebbero piangere le anime sentimentali. Ma rinunzio alla biografia d'ogni altro scrivano per pochi momenti della vita di Bartebly, che fu scrivano, il più stravagante di quanti abbia mai veduto, o di cui abbia avuto notizia.

(Traduzione: Gianni Celati)

Benito Cereno
In the year 1799, Captain Amasa Delano, of Duxbury, in Massachusetts, commanding a large sealer and general trader, lay at anchor, with a valuable cargo, in the harbour of St. Maria - a small, desert, uninhabited island towards the southern extremity of the long coast of Chili. There he had touched for water.
On the second day, not long after dawn, while lying in his berth, his mate came below, informing him that a strange sail was coming into the bay. Ships were then not so plenty in those waters as now. He rose, dressed, and went on deck.
Benito Cereno
Nell'anno 1799, il capitano Amasa Delano, di Duxbury nel Massachusetts, comandante d'una grossa nave per la caccia delle foche e per il commercio in genere, era all'ancora con un carico di valore nel porto di S. Maria, un'isola piccola, desertica e inabitata verso l'estremità meridionale della lunga costa del Cile. Qui aveva fatto tappa per rifornirsi d'acqua.
Il secondo giorno, poco dopo l'alba, mentre stava disteso in cuccetta, il secondo scese a informarlo che una vela sconosciuta stava entrando nella baia. Le navi erano allora meno numerose in quelle acque di adesso. Egli si alzò, si vestì e salì sul ponte.

(Traduzione: Massimo Bacigalupo)

Billy Budd, Sailor
In the time before steamships, or then more frequently than now, a stroller along the docks of any considerable sea-port would occasionally have his attention arrested by a group of bronzed mariners, man-of-war's men or merchant-sailors in holiday attire ashore on liberty. In certain instances they would flank, or, like a body-guard quite surround some superior figure of their own class, moving along with them like Aldebaran among the lesser lights of his constellation. That signal object was the "Handsome Sailor" of the less prosaic time alike of the military and merchant navies. With no perceptible trace of the vainglorious about him, rather with the off-hand unaffectedness of natural regality, he seemed to accept the spontaneous homage of his shipmates
Billy Budd, marinaio
Prima che esistessero le navi a vapore, ovvero allora più frequentemente di oggi, avveniva a chi passeggiava sulle banchine di qualsiasi porto marittimo di una certa importanza di essere attirato dalla vista di gruppi di marinai appartenenti a navi da guerra o a mercantili, a terra in franchigia, abbronzati e tirati a lucido. In certi casi camminavano a fianco o addirittura circondavano, come una guardia del corpo, un personaggio superiore, della loro stessa classe, che si muoveva insieme con loro, come Aldebaran fra le stelle minori della sua costellazione. Questo personaggio straordinario era il "Bel Marinaio", di tempi meno prosaici, della marina militare o di quella mercantile. E senza traccia di vanagloria, anzi con la semplicità disinvolta della naturale regalità, egli sembrava accettare l'omaggio spontaneo dei suoi compagni.

(Traduzione: Massimo Bacigalupo)

Clarel
In chamber low and scored by time,
Masonry old, late washed with lime -
Much like a tomb new-cut in stone;
Elbow on knee, and brow sustained
All motionless on sidelong hand,
A student sits, and broods alone.
    The small deep casement sheds a ray
Which tells that in the Holy Town
It is passing of the day -
The Vigil of Epiphany.
Beside him in the narrow cell
His luggage lies unpacked; thereon
The dust lies, and on him as well -
  Clarel
In stanza bassa, segnata dal tempo,
Vecchi mattoni lavati a calce da poco,
Autentica tomba tagliata di fresco nella pietra,
Gomito sul ginocchio a reggere la fronte
Immota e fissa sulla mano sghemba,
Uno studente siede tutto solo, perso nei suoi pensieri
    La finestrella fonda a due battenti spruzza
Un raggio ad annunciare nella Città Santa
Il giorno che si muore:
È la vigilia dell'Epifania.
Accanto a lui, in quella cella angusta,
Giacciono non ancora sfatti i suoi bagagli
E su di essi la polvere si adagia a su lui pure -

(Traduzione: Ruggero Bianchi)

Mardi, and a Voyage Thither
We are off! The courses and topsails are set: the coral-hung anchor swings from the bow: and together, the three royals are given to the breeze, that follows us out to sea like the baying of a hound. Out spreads the canvas--alow, aloft-boom-stretched, on both sides, with many a stun' sail; till like a hawk, with pinions poised, we shadow the sea with our sails, and reelingly cleave the brine.
But whence, and whither wend ye, mariners?
We sail from Ravavai, an isle in the sea, not very far northward from the tropic of Capricorn, nor very far westward from Pitcairn's island, where the mutineers of the Bounty settled. At Ravavai I had stepped ashore some few months previous; and now was embarked on a cruise for the whale, whose brain enlightens the world.
Mardi, e un viaggio laggiù
Via! La vela di maestra e la vela di gabbia sono spiegate, e l'ancora incrostata di corallo dondola a prua, e velacci e contro-velacci si gonfiano insieme sotto il vento che ci segue sul mare ululando come un cane da caccia. Le vele si gonfiano - in basso, in alto - si piegano di colpo da una parte e dall'altra, poi, come un falco ad ali spiegate, noi oscuriamo il mare con la loro ombra e, oscillando, fendiamo le onde.
Ma da dove venite, marinai, dove andate?
Siamo salpati da Ravavai, un'isola non molto lontana, a nord, dal Tropico del Capricorno, e, ad ovest, dall'isola di Pitcairn, dove si erano stabiliti gli ammutinati del Bounty. Io ero sceso a terra a Ravavai qualche mese prima; e adesso sono imbarcato per una caccia al capodoglio, la bestia dal cervello che illumina il mondo.

(Traduzione: Emilio Tadini)

Moby Dick or the Whale
Call me Ishmael. Some years ago - never mind how long precisely - having little or no money in my purse, and nothing particular to interest me on shore, I thought I would sail about a little and see the watery part of the world. It is a way I have of driving off the spleen, and regulating the circulation. Whenever I find myself growing grim about the mouth; whenever it is a damp, drizzly November in my soul; whenever I find myself involuntarily pausing before coffin warehouses, and bringing up the rear of every funeral I meet; and especially whenever my hypos get such an upper hand of me, that it requires a strong moral principle to prevent me from deliberately stepping into the street, and methodically knocking people's hats off-then, I account it high time to get to sea as soon as I can.
Moby Dick o la balena
Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa - non importa quanti esattamente - avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m'interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m'accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell'anima mi scende come un novembre umido e piovviginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto.

(Traduzione: Cesare Pavese)

Redburn. His First Voyage
"Wellingborough, as you are going to sea, suppose you take this shooting-jacket of mine along; it's just the thing - take it, it will save the expense of another. You see, it's quite warm; fine long skirts, stout horn buttons, and plenty of pockets."
Out of the goodness and simplicity of his heart, thus spoke my elder brother to me, upon the eve of my departure for the seaport.
"And, Wellingborough," he added, "since we are both short of money, and you want an outfit, and I Have none to give, you may as well take my fowling-piece along, and sell it in New York for what you can get. - Nay, take it; it's of no use to me now; I can't find it in powder any more."
I was then but a boy.
Redburn. Il suo primo viaggio
"Dato che vai in mare, Wellingborough, prenditi il mio giaccone da caccia; è quel che ti ci vuole, ti risparmierai di comprarne un altro. Vedi, è bello caldo, lungo ed elegante, con questi bei bottoni d'osso e tutte queste tasche!"
Così mi disse mio fratello maggiore, con la più semplice bontà d'animo, alla vigilia della mia partenza per il porto.
"Un'altra cosa, Wellingborough" aggiunse, "visto che siamo entrambi senza soldi e ti serve un po' di corredo, siccome io non posso fartelo, eccoti anche il mio fucile da caccia: vendilo a New York e prendi quel che ti danno. Tienilo pure: adesso non mi serve, non potrò più usarlo".
Allora ero solo un ragazzo.

(Traduzione: Fabrizio Bagatti)

Typee
Six months at sea! Yes, reader, as I live, six months out of sight of land; cruising after the sperm-whale beneath the scorching sun of the Line, and tossed on the billows of the wide-rolling Pacific - the sky above, the sea around, and nothing else! Weeks and weeks ago our fresh provisions were all exhausted. There is not a sweet potato left; not a single yam. Those glorious bunches of bananas, which once decorated our stern and quarter-deck, have, alas, disappeared! and the delicious oranges which hung suspended from our tops and stays - they, too, are gone! Yes, they are all departed, and there is nothing left us but salt-horse and sea-biscuit.
Taipi
Sei mesi in mare! Sì, caro lettore, come è vero che sono al mondo, sei mesi senza veder terra; a caccia di capodogli sotto il sole torrido dell'equatore, sbattuti dalle ampie ondate del Pacifico... Sopra di noi il cielo, tutt'attorno il mare, e niente altro! Da molte settimane non abbiamo più cibi freschi. Non c'è rimasta nemmeno una patata dolce, nemmeno un ignamo. Quegli splendidi caschi di banane che ornavano la poppa e il cassero sono, ahimè, scomparsi! E le succose arance che erano appese ai supporti e alle sartie... anche di quelle non ce ne sono più! Sì, sono tutte finite e non c'è rimasto che un po' di carne salata e qualche galletta.

(Traduzione: Luigi Ballerini)

White Jacket, or The World in a Man-of-War
It was not a very white jacket, but white enough, in all conscience, as the sequel will show.
The way I came by it was this.
When our frigate lay in Callao, on the coast of Peru--her last harbour in the Pacific--I found myself without a grego, or sailor's surtout; and as, toward the end of a three years' cruise, no pea-jackets could be had from the purser's steward: and being bound for Cape Horn, some sort of a substitute was indispensable; I employed myself, for several days, in manufacturing an outlandish garment of my own devising, to shelter me from the boisterous weather we were so soon to encounter.
Giacchetta bianca, o del mondo d'una nave da guerra
Non era una giacchetta molto bianca, ma, in tutta coscienza, abbastanza bianca, come in seguito si dimostrerà.
Ed ecco come me la procurai.
Quando la nostra fregata ebbe perso di vista Callao, sulla costa del Perù - l'ultimo scalo del Pacifico - mi trovai senza un grego, o cappotta da marinaio; e siccome eravamo alla fine d'una crociera di tre anni e non avrei potuto avere un camiciotto dal segretario del commissario, e dato che navigavamo per il Capo Horn e un sostituto d'una qualche specie era indispensabile, m'adoperai per parecchi giorni a fabbricarmi una veste grossolana a mia idea, che mi riparasse dai cattivi tempi a cui andavamo incontro.

(Traduzione: Luigi Berti)


Giuseppe Menconi (1978)

Sangue del mio sangue
Appoggio la mano sulla parete e spingo.
Non si muove. Ostruisce con precisione la galleria e sale nell’oscurità. L’intonaco che la doveva mimetizzare con il resto della catacomba si è arricciato a causa dell’umidità, pezzi grossi quanto il palmo di una mano si sono staccati.
Poso lo zainetto sul pavimento.
Marmaduke è rimasto tre loculi più indietro. Con il naso rinsecchito annusa una lastra tombale.
Gli faccio cenno di avvicinarsi. “Duke, vieni qui.”
Emette un gemito, vola lungo la galleria. Un paio di bende di tela ingiallita gli penzolano dal collo tranciato. La polvere aleggia dappertutto, forma nuvole gialle attorno alla testa svolazzante e mi ha ricoperto i pantaloni di fustagno.


Daniel Mendelsohn (1960)

Three Rings: A Tale of Exile, Narrative, and Fate
A stranger arrives in an unknown city after a long voyage. He has been separated from his family for some time; somewhere there is a wife, perhaps a child. The journey has been a troubled one, and the stranger is tired. He stops before the building that is to be his home and then begins walking toward it: the final short leg of the improbably meandering way that has led him here. Slowly, he makes his progress through the arch that yawns before him, soon growing indistinguishable from its darkness, like a character in a myth disappearing into the jaws of some fabulous monster, or into the barren sea. He moves with difficulty, his shoulders hunched by the weight of the bags he is carrying. Their contents are everything he owns, now. He has had to pack quickly. What do they contain? Why has he come?
Tre anelli. Una storia di esilio, narrazione e destino
Uno straniero arriva in una città sconosciuta dopo un lungo viaggio. Da qualche tempo è stato separato dalla sua famiglia; da qualche parte c’è una moglie, forse un figlio. Il percorso è stato travagliato, e lo straniero è stanco. Si ferma davanti all’edificio che diventerà la sua casa e poi comincia ad avvicinarsi: l’ultimo breve tratto dell’itinerario imprevedibilmente zigzagante che l’ha portato fin lí. Adagio, passa sotto l’arco che gli si spalanca davanti, diventando presto indistinguibile dall’oscurità, come il personaggio di un mito che scompare nelle fauci di un mostro leggendario, o negli orridi gorghi del mare. Si muove con difficoltà, le spalle ingobbite dal peso delle valigie. Lí dentro c’è tutto ciò che ancora possiede. Ha dovuto fare i bagagli di fretta. Che cosa contengono? Perché è venuto?

(Traduzione: Norman Gobetti)


Eduardo Mendoza (1943)

El misterio de la cripta embrujada (Il mistero della cripta stregata)
Eravamo scesi in campo per vincere; e avremmo potuto farlo. La tattica, modestia a parte, da me ideata, il duro allenamento cui avevo sottoposto i ragazzi, l'illusione che avevo inculcato loro a forza di minacce erano altrettanti elementi a nostro favore. Tutto andava bene; eravamo sul punto di segnare; l'avversario si sgretolava. Era una bella mattina d'aprile, c'era il sole e mi accorsi di sfuggita che i gelsi ai bordi del campo apparivano coperti di una peluria giallognola e aromatica, indizio di primavera.
(Traduzione: Gianni Guadalupi)

Sin noticia de Gurb (Nessuna notizia di Gurb)
Giorno 9
00.01 (ora locale). Atterraggio effettuato senza difficoltà. Propulsione convenzionale (amplificata). Velocità di atterraggio: 6.30 della scala convenzionale (ridotta). Velocità al momento dell’ammaraggio: 4 della scala Bajo-Ul o 9 della scala Molina-Clavo. Cubatura: AZ-0.3. località di atterraggio: 63Ω(πß)28476394783639473937492749. Denominazione indigena della località di atterraggio: Sardanyola.

(Traduzione: Gianni Guadalupi)


Luigi Meneghello (1922-2007)

Libera nos a malo
S'incomincia con un temporale. Siamo arrivati ieri sera, e ci hanno messo a dormire come sempre nella camera grande, che è poi quella dove sono nato. Coi tuoni e i primi scrosci della pioggia, mi sono sentito di nuovo a casa. Erano rotolii, onde che finivano in uno sbuffo: rumori noti, cose del paese. Tutto quello che abbiamo qui è movimentato, vivido, forse perché le distanze sono piccole e fisse come in un teatro. Gli scrosci erano sui cortili qua attorno, i tuoni quassù sopra i tetti; riconoscevo a orecchio, un po' più in su, la posizione del solito Dio che faceva i temporali quando noi eravamo bambini, un personaggio del paese anche lui. Qui tutto è come intensificato, questione di scala probabilmente, di rapporti interni. La forma dei rumori e di questi pensieri (ma erano poi la stessa cosa) mi è parsa per un momento più vera del vero, però non si può più rifare con le parole.


Ana Menendez (1970)

Loving Che
Whenever I travel, I like to spend the last day of my journey in the old part of town, lingering for hours in junk stores whose dusty shelves, no matter where in the world they may be, always seem to be piled high with old magazines and books and yellowed photographs. I am a nervous flier, and this excavating into other people's memories never fails to soothe my fears on the eve of departure. The photographs of strangers, especially, have always brought me a gentle peace, and over the years I have amassed a large collection of serious and formal-looking people caught in the camera's moment.
Ho amato il Che
L'ultimo giorno di un viaggio mi piace trascorrerlo nela parte antica della città, curiosando nelle botteghe dei rigattieri dove, in qualunque parte del mondo, riviste e libri vecchi sono accatastati su scaffali polverosi insieme a fotografie ingiallite. Prendere l'aereo mi rende nervosa e scavare nella memoria altrui mi aiuta sempre ad alleviare l'ansia della vigilia. Le foto degli sconosciuti, in modo particolare, mi hanno sempre ispirato una grande serenità e negli anni ho raccolto moltissimi ritratti di persone dall'aria seria in posa davanti all'obiettivo.

(Traduzione: Silvia Orsi)


Maria Mercader (1918-2011)

La mia vita con Vittorio De Sica
Incontrai Vittorio De Sica, l’uomo con cui dovevo passare trentaquattro anni della mia vita, in mezzo a un incendio. Ero in Italia da pochi mesi e lavoravo in un film a Cinecittà, quando andò a fuoco il teatro di posa. Si sa come vanno queste cose: tutto accade d’improvviso, si sente un orrendo odore di bruciato, e subito si vedono le fiamme e si odono gli strilli.


Louis Sébastien Mercier (1740-1814)

L'an deux mille quatre cent quarante (...)
Fâcheux ami, pourquoi m'éveilles-tu? Ah, quel tort tu viens de me faire! Tu m'ôtes un songe dont je préférois la douce illusion au jour importun de la vérité. Que mon erreur étoit délicieuse, et que ne puis-je y demeurer plongé le reste de ma vie! Mais non, me voilà retombé dans le cahos affreux dont je me croyais dégagé. Assieds-toi et m'écoutes, tandis que mon esprit est encore plein des objets qui l'ont frapé. Je conversai hier fort tard avec ce vieil anglois dont l'ame est si franche. Tu sais que j'aime l'homme vraiment anglois. On ne trouve nulle part de meilleurs amis; on ne rencontre chez aucun autre peuple des hommes d'un caractère aussi ferme et aussi généreux.


Anne Meredith (Lucy Beatrice Malleson) (1899-1973)

Portrait of a Murder. A Christmas Crime Story
Adrian Gray was born in May 1862 and met his death through violence, at the hands of one of his own children, at Christmas, 1931. The crime was instantaneous and unpremeditated, and the murderer was left staring from the weapon on the table to the dead man in the shadow of the tapestry curtains, not apprehensive, not yet afraid, but incredulous and dumb.
Ritratto di un assassino. Un giallo di Natale
Adrian Gray nacque nel maggio 1862 e morì di morte violenta, per mano di uno dei suoi figli, la notte di Natale del 1931. L'omicidio fu improvviso e non premeditato, e l'assassino rimase fermo a guardare prima l'arma, poi il cadavere, all'ombra di tende damascate, senza angoscia né timore, ma incredulo e frastornato.

(Traduzione: Gioia Sartori)


George Meredith (1828-1909)

The Egoist (...)
There was an ominously anxious watch of eyes visible and invisible over the infancy of Willoughby, fifth in descent from Simon Patterne, of Patterne Hall, premier of this family, a lawyer, a man of solid acquirements and stout ambition, who well understood the foundation-work of a House, and was endowed with the power of saying No to those first agents of destruction, besieging relatives. He said it with the resonant emphasis of death to younger sons. For if the oak is to become a stately tree, we must provide against the crowding of timber. Also the tree beset with parasites prospers not.


Prosper Mérimée (1803-1870)

Carmen
J'avais toujours soupçonné les géographes de ne savoir ce qu'ils disent lorsqu'ils placent le champ de bataille de Munda dans le pays des Bastuli-Poeni, près de la moderne Monda, à quelque deux lieues au nord de Marbella. D'après mes propres conjectures sur le texte de l'anonyme, auteur du Bellum Hispaniense, et quelques renseignements recueillis dans l'excellente bibliothèque du duc d'Ossuna, je pensais qu'il fallait chercher aux environs de Montilla le lieu mémorable où, pour la dernière fois, César joua quitte ou double contre les champions de la république. Me trouvant en Andalousie au commencement de l'automne de 1830, je fis une assez longue excursion pour éclaircir les doutes qui me restaient encore.
Carmen
Avevo sempre sospettato i geografi di non sapere quel che dicano quando situano il campo di battaglia di Munda nella terra dei Bastuli-Poeni, nei pressi della moderna Monda, circa due leghe più a settentrione di Marbella. Secondo le mie personali congetture, fondate sul testo dell'anonimo autore del "Bellum Hispaniense" e sulle poche notizie raccolte nell'ottima biblioteca del duca d'Ossuna, ritenevo che bisognasse ricercare nei dintorni di Montilla il luogo memorando ove, per l'ultima volta, Cesare giocò uno contro due nella partita con i campioni della repubblica. Trovandomi in Andalusia al principio dell'autunno 1830, feci un'escursione abbastanza lunga per chiarire i dubbi che mi rimanevano ancora.

(Traduzione: Anton Francesco Filippini)

Colomba
Dans les premiers jours du mois d'octobre 181., le colonel sir Thomas Nevil, Irlandais, officier distingué de l'armée anglaise, descendit avec sa fille à l'hôtel Beauveau, à Marseille, au retour d'un voyage en Italie. L'admiration continue des voyageurs enthousiastes a produit une réaction, et, pour se singulariser, beaucoup de touristes aujourd'hui prennent pour devise le nil admirari d'Horace. C'est à cette classe de voyageurs mécontents qu'appartenait miss Lydia, fille unique du colonel. La Transfiguration lui avait paru médiocre, le Vésuve en éruption à peine supérieur aux cheminées des usines de Birmingham. En somme, sa grande objection contre l'Italie était que ce pays manquait de couleur locale, de caractère.
Colomba
Agli inizi dell'ottobre 181.., il colonnello irlandese sir Thomas Nevil, distinto ufficiale dell'esercito britannico, di ritorno da un viaggio in Italia, prendeva alloggio con la figlia all'hotel Beauveau di Marsiglia. La frenetica ammirazione dei viaggiatori entusiasti ha finito col provocare una reazione, ed oggi molti turisti, per distinguersi, prendono per motto l'oraziano
nil admirari. A tale categoria di viaggiatori insoddisfatti apparteneva Lydia, figlia unica del colonnello. La Trasfigurazione le era parsa mediocre, il Vesuvio in eruzione appena superiore ai fumaioli delle fabbriche di Birmingham. Insomma, la sua grande obiezione contro l'Italia era che questo paese mancava di colore locale, di carattere.
(Traduzione: Franco Montesanti)


Alda Merini (1931-2009)

Uomini miei
Mia sorella era una bambina perbene, coi capelli ben ravviati e il vestito alla marinara, e aveva un amore sconsiderato per me, che ero più piccola di quattro anni. A cinque anni ero già una bambina avida, tanto che per farmi una foto dovevano riempirmi le tasche di soldi perché altrimenti non sorridevo. Cercai di ammazzare mia sorella due o tre volte, ma senza risultato. Mia mamma mi difendeva e diceva che, essendo piccola, ero semplicemente gelosa; in realtà ero cattivissima.
Mia sorella impiegò tutta la vita per cercare di piacermi, ma io la mandavo al diavolo e pregavo il Signore che facesse morire tutta la mia famiglia.
A dieci anni cominciai a desiderare un figlio e non so da chi mi venne quell'idea malsana. Pensavo che la maternità mi avrebbe donato, e mangiavo a crepapelle e di tutto, fino ad avere un tifo petecchiale da cui mi salvarono per un pelo.


Robert Merle (1908-2004)

L'Idole (Il giardino del serpente)
Cinque anni fa - per l'esattezza il 5 dicembre 1572 alle sette del mattino -, mentre m'inerpicavo lungo gli scalini che conducono al Vaticano, sfortuna volle che cadessi a terra in modo tale da battere il collo contro lo spigolo di un gradino. L'impatto mi spezzò la laringe, e sarei morto all'istante per soffocamento se un cerusico che si trovava là non mi avesse aperto la gola con un paio di forbicine. La ferita guarì, ma io rimasi muto. A quell'epoca vi erano soltanto dieci cerusici a Roma. Giunsi alla conclusione che se la Provvidenza aveva posto sul mio cammino, a quell'ora mattutina, uno dei più abili, significava che la sequenza pressoché incredibile di avvenimenti che avrebbero segnato la mia vita era stata espressamente designata da Lei: la caduta, la rottura della laringe, l'intervento del barbiere, il mutismo e l'incontro col cardinal Montalto.
(Traduzione: Luca Carlo Rossi)


Jules Merleau-Ponty (1950)

Le chasseur de violons (Il cacciatore di violini)
Da gran tempo abbiamo dimenticato la caccia, e con essa sono scomparse alcune virtù.
È noto che l'uomo, creatura crudele, ha messo la catena al collo dell'orso e, al suono del violino, l'ha fatto danzare nelle fiere.
È noto anche che, affascinato dal suo mistero, ne ha tratto dei pupazzi destinati a consolare i suoi figli e che, sempre con la sua immensa tenerezza, Nanook ha asciugato le lacrime dei più piccini.

(Traduzione: Maria Letizia Zannoni)


Annie Messina (1910-1995)

Il mirto e la rosa
- Eccellentissimo signor principe! Baluardo dell'Islam! Campione dei credenti! A che cosa deve il tuo umilissimo servo l'onore di una tua visita?
Alto sul suo stallone roano, il principe Hâmid el-Ghâzî sorrise alla lode iperbolica, piegando appena le labbra tra i morbidi baffi bruni e la barba inanellata. Come sovrano di un piccolo stato di montagna e vassallo del Gran Califfo, la sua indipendenza dallo strapotere degli 'Abbassidi era un fatto problematico, che si reggeva più sul suo prestigio personale che non sulla forza del suo esercito agguerrito ma piccolo.

La principessa e il wâlî
Il leone
Nel sultanato del Khadyan è proibita la caccia al leone. E non soltanto i leoni non si possono cacciare, ma nemmeno catturare con trappole, né molestare in alcun modo. Qualche viaggiatore ignaro che trovandosene uno a tiro di lancia ha creduto di fare un bel colpo cogliendolo in pieno muso, ha pagato l'offesa con il taglio delle mani. Ogni nuovo sovrano che per diritto di sangue - ereditato o versato - ottiene dal Califfo di Baghdad l'investitura, è tenuto a fare, e far osservare, il giuramento di rispettare i leoni. Cosa che l'eletto fa tanto più volentieri in quanto si ritiene che il leone sia il genio protettore del Khadyan. Tale usanza risale al sultano al-Husein ibn Suleimân el-Karîm, che si dice essere stato ispirato e guidato da una di queste fiere. Ma la storia è tanto antica che nessuno più sa con esattezza come siano andate veramente le cose.


Claudio Maria Messina (1941)

Il libraio di viale Mazzini
Sarebbe stato difficile immaginare una giornata di maggio più perfetta. Il cielo era di quell'azzurro "cielo di Francia" che è privo delle sfumature e delle lattiginosità che quello mediterraneo in questa stagione già ha; paragonabile forse ad un cielo romano di marzo ma con una punta di luminosità in meno. Per averne una sensazione precisa bisogna immaginare un quadro di Corot. Un quadro di paesaggio francese, ma non uno di quelli con il cielo tempestoso; uno di quelli sereni, con l'orizzonte delimitato da colline larghe e intersecanti a formare declivi grassi e verdi, punticchiati di macchie bianche, che sono poi vacche sdraiate, e di macchie brune che sono invece quei sauri che, lasciati in libertà tutto l'anno, sono pronti, al minimo turbamento, ad iniziare una corsa in tondo, tesa a raggiungere un nuovo punto di quiete per il loro sofisticato sistema nervoso. Bisogna immaginare di porlo accanto a un olio del periodo romano: che so? Una "Primavera ai Castelli". Ecco, il cielo sarebbe lo stesso, la luce no.


Izrail' Metter (1909-1996)

Muchtar (Muchtar)
Muchtar fece la sua comparsa al centro di addestramento cinofilo in modo assolutamente inaspettato.
Una notte d'estate del 1950 l'ufficiale in servizio presso il Comando della milizia cittadina ricevette una telefonata dalla stazione ferroviaria di Finlandia. Si era già sul far del mattino; l'ufficiale, piuttosto stanco dopo una nottata tutt'altro che tranquilla, non comprese subito di che si trattava.
- Non capisco, - disse irritato, - Perché hanno sganciato il vagone? Quale cane, di chi?
Riappesa la cornetta, l'ufficiale disse al suo collega:
- A quelli gli ha dato completamente di volta il cervello! Di un cane hanno paura, figurarsi... Ci hanno preso gusto, quei diavoli, alla prima occasione giù a telefonare alla milizia!

(Traduzione: Anna Raffetto)

Pjatyj ugol (Il quinto angolo)
L'amico della mia lontana infanzia, Sasha Beljavskij, morí in combattimento vicino a Kiev durante il primo anno di guerra. Ma già molto tempo prima della sua morte ci vedevamo cosí di rado che, incontrandoci, provavamo entrambi una strana sensazione, come se la conoscenza di vecchia data ci obbligasse a una familiarità che però non esisteva proprio per via di quella medesima antica conoscenza.
Ci legavano ricordi d'infanzia, pietrificati come in una fotografia scattata da dilettanti. E tutti i nostri ricordi si potevano contare sulle dita di una mano: una dacha, ormai irreale, nei dintorni du Char'kov, un'amaca su cui ci eravamo dondolati, degli scarabei nelle scatole di fiammiferi, un temporale con la grandine, il gioco degli indiani. La buona, remota infanzia fuori dal mondo, protetta dal perfido flusso della informazioni esterne, come si usa dire oggi, non ci consentiva un'amicizia adulta.

(Traduzione: Anna Raffetto)


Stephenie Meyer (1973)

Twilight
My mother drove me to the airport with the windows rolled down. It was seventy-five degrees in Phoenix, the sky a perfect, cloudless blue. I was wearing my favorite shirt - sleeveless, white eyelet lace; I was wearing it as a farewell gesture. My carry-on item was a parka.
In the Olympic Peninsula of northwest Washington State, a small town named Forks exist under a near-constant cover of clouds. It rains on this inconsequential town more than any other place in the United States of America. It was from this town and its gloomy, omnipresent shade that my mother escaped with me when I was only a few months old.
Twilight
Io e mia madre viaggiavamo verso l'aeroporto con i finestrini dell'auto abbassati. A Phoenix c'erano venticinque gradi, il cielo era blu, terso e perfetto. Indossavo la mia camicia preferita, senza maniche, di sangallo bianco; la indossavo come un gesto d'addio. Il mio bagaglio a mano era una giacca a vento.
Nella penisola di Olympia, nel nordovest dello Stato di Washington, nascosta da una perpetua coltre di nuvole, esiste la cittadina di Forks. Questo insignificante agglomerato urbano registra in un anno il più alto numero di giorni piovosi di tutti gli Stati Uniti. Fu da quella città e dalla sua ombra cupa e onnipresente che mia madre fuggì, portandomi con sé quando avevo soltanto pochi mesi.

(Traduzione: Luca Fusari)

New Moon
I was ninety-nine point nine percent sure I was dreaming.
The reasons I was so certain were that, first, I was standing in a bright shaft of sunlight - the kind of blinding clear sun that never shone on my drizzly new hometown in Forks, Washington - and second, I was looking at my Grandma Marie. Gran had been dead for six years now, so that was solid evidence toward the dream theory.
New Moon
Ero sicura al novantanove virgola nove per cento che fosse un sogno.
Ne ero certa perché, innanzitutto, ero illuminata da un raggio di sole - accecante, limpido, impossibile a vedersi nella piovigginosa Forks, la cittadina dello Stato di Washington che mi aveva adottata - e poi perché guardavo in faccia mia nonna Marie: era morta da sei anni, perciò anche quella era una prova decisiva.

(Traduzione: Luca Fusari)

Eclipse
Bella,
I don't know why you're making Charlie carry notes to Billy like we're in second grade - if I wanted to talk to you I would answer the

You made the choice here, okay? You can't have it both ways when

What part of 'mortal enemies' is too complicated for you to

Look, I know I'm being a jerk, but there's just no way around

We can't be friends when you're spending all your time with a bunch of

Eclipse
Bella,
non capisco perché tu costringa Charles a passare bigliettini a Billy come fossimo alle elementari se volessi parlarti mi basterebbe rispondere al

È una scelta tua, no? Non puoi tenere il piede in due

Cos’è che ti sfugge del concetto "nemici mortali", e che

Senti, so che è una reazione idiota, ma davvero non si può

Non possiamo essere amici se tu passi il tuo tempo con un branco di
(Traduzione: Luca Fusari, con la collaborazione di Federica D’Alessio e Chiara Marmugi)

Breaking Dawn
No one is staring at you. I promised myself. No one is staring at you. No one is staring at you.
But, because I couldn't lie convincingly even to myself, I had to check.
As I sat waiting for one of the three traffic lights in town to turn green, I peeked to the right - in her minivan, Mrs. Weber had turned her whole torso in my direction. Her eyes bored into mine, and I flinched back, wondering why she didn't drop her gaze or look ashamed. It was still considered rude to stare at people, wasn't it? Didn't that apply to me anymore?
Breaking Dawn
Nessuno ti guarda, giurai a me stessa, davvero. Nessuno ti guarda. Nessuno ti guarda.
Però, siccome non riuscivo a mentire bene neanche a me stessa, decisi di controllare.
Mentre aspettavo che uno dei tre semafori della città diventasse verde, sbirciai alla mia destra: sul suo furgoncino, la signora Weber era voltata verso di me. Mi lanciava uno sguardo penetrante che mi fece trasalire. Che sfrontata: perché non abbassava gli occhi? Era ancora maleducazione guardar fisso qualcuno, o con me si poteva fare un'eccezione?

(Traduzione: Luca Fusari, con la collaborazione di Simona Adami, Federica D’Alessio, Chiara Manfrinato e Anna Mioni)


Denzil Meyrick (1965)

Whisky from Small Glasses
Lights sparked and flashed before her eyes. The movement of her limbs slowed as though of its own accord. The pain she had felt was dull now; the panic subsiding. She was aware that her bowels had opened; she no longer cared. Her last emotions were a fading mixture of anger, injustice and overwhelming sadness, the cause of which she could barely recall.
Là dove scorre il sangue
Sfavillii e lampi di luce davanti agli occhi. Senza più forza nelle membra, si mosse lentamente. Lo strazio avvertito in precedenza era adesso un dolore sordo; il panico la stava abbandonando. Aveva le budella dilaniate, ne era cosciente, ma non le importava più. Le sue emozioni erano un vago miscuglio di rabbia, senso d'ingiustizia, tristezza senza fine, anche se non riusciva più a ricollegarle a una causa precisa.

(Traduzione: Giuseppe Settanni)


Gustav Meyrink (1868-1932)

Walpurgisnacht (La notte di Valpurga)

L'attore Zrcadlo
Un cane abbaiò. Una volta. Un'altra volta. Poi silenzio assoluto, come se l'animale stesse ad ascoltare, nella notte, quello che stava per accadere.
"Mi sembra che Brock abbia abbaiato, - disse il vecchio barone Konstantin Elsenwanger, - probabilmente starà arrivando il signor consigliere di corte."
"Questo, anima mia, non è affatto un buon motivo per abbaiare!" ribatté severamente la contessa Zahradka, una donna anziana, con riccioli candidi, un pronunciato naso aquilino e folte sopracciglia sui grandi occhi neri dallo sguardo turbato. E, come offesa da una tale impertinenza, si mise a distribuire le carte del whist più velocemente di quanto stesse facendo già da mezz'ora.

(Traduzione: Albarosa Catelan)
Jules Michelet (1798-1874)

L'oiseau (...)
A mon public ami, fidèle, qui m'écouta si longtemps, et qui ne m'a point délaissé, je dois la confidence des circonstances intimes qui, sans m'écarter de l'histoire, m'ont conduit à l'histoire naturelle.
Ce que je publie aujourd'hui est sorti entièrement de la famille et du foyer. C'est de nos heures de repos, des conversations de l'après-midi, des lectures d'hiver, des causeries d'été, que ce livre peu à peu est éclos, si c'est un livre. Deux personnes laborieuses, naturellement réunies après la journée de travail, mettaient ensemble leur récolte, et se refaisaient le coeur par ce dernier repas du soir.


Roberto Michilli (1949)

Desideri
Valeria e Angelo
È vero, fui io a presentarli, e per questo mi sono sempre sentito un po' responsabile di quanto accadde in seguito. Ogni volta che ci ripenso, per alleggerire il mio senso di colpa mi ripeto che si trattò di un incontro fortuito, e che il mio ruolo fu secondario e strumentale.
È la pura verità, del resto: mi limitai a dire i loro nomi, e i due si strinsero la mano. Resta il fatto che nel vederli l'uno accanto all'altra, in quella caldissima sera del luglio '93, ebbi come un brivido, e avvertii una strana sensazione di pericolo, un senso di minaccia incombente. Sentii forte l'impulso di prenderlo sottobraccio e allontanarlo da lei, e ancora mi rimprovero per non averlo fatto.


China Miéville (1972)

The City & the City
I could not see the street or much of the estate. We were enclosed by dirt-coloured blocks, from windows out of which leaned vested men and women with morning hair and mugs of drink, eating breakfast and watching us. This open ground between the buildings had once been sculpted. It pitched like a golf course – a child's mimicking of geography. Maybe they had been going to wood it and put in a pond. There was a copse but the saplings were dead.
The grass was weedy, threaded with paths footwalked between rubbish, rutted by wheel tracks. There were police at various tasks. I wasn't the first detective there – I saw Bardo Naustin and a couple of others – but I was the most senior.
La città e la città
Non potevo vedere la strada né gran parte del complesso abitativo. Eravamo circondati da palazzoni color sporco dalle cui finestre si affacciavano uomini e donne in maglietta con i capelli del mattino e tazzone di bevande, che facevano colazione e ci osservavano. Un tempo questo spazio aperto tra i palazzi era stato scolpito. Si allungava come un campo da golf... una geografia scimmiottata da un bambino. Magari ci avevano piantato degli alberi e messo dentro anche un laghetto. C'era un boschetto, ma gli alberi erano morti.
L'erba era gialla e incolta, segnata dai sentieri pedonali che si snodavano in mezzo alla sporcizia, e scavata dai solchi delle ruote. C'erano dei poliziotti impegnati in diverse mansioni. Non ero il primo detective a trovarsi lì – vidi Bardo Naustin e un paio di altri – ma ero il più anziano in grado.

(Traduzione: Maurizio Nati)

The Last Days of New Paris
1950
A street in lamplight. Beyond a wall of ripped-up city, the Nazis were shooting.
Past the barricade and a line of tailors' mannequins assembled in a crude and motionless cancan, Thibaut could see the khaki of scattering Wehrmacht men, gray dress uniforms, SS black, the blue of the Kriegsmarine, all lit up by the flares of weapons. Something sped along the rue de Paradis, weaving in a howl of rubber between bodies and ruins, coming straight at the Germans.
Two women on a tandem? They came very fast on big wheels.
The soldiers shot, reloaded, and ran because the rushing vehicle did not turn or fall under their onslaught. There was a whir of chains.
Only one woman rode, Thibaut made out. The other was a torso, jutted from the bicycle itself, its moving prow, a figurehead where handlebars should be. She was extruded from the metal. She pushed her arms backward and they curled at the ends like coral. She stretched her neck and widened her eyes.
Thibaut swallowed and tried to speak, and tried again, and screamed, "It's the Vélo!"
Gli ultimi giorni della nuova Parigi
1950.
Una strada illuminata dai lampioni. Dietro un muro di una città frammentata, i nazisti stavano sparando.
Oltre la barricata e una linea di manichini da sarto assemblati in un'approssimativa e immobile imitazione del cancan, Thibaut poteva vedere gli uomini della Wehrmacht in color cachi che si disperdevano, alte uniformi grigie, SS in nero e quelli in blu della Kriegsmarine, tutti illuminati dagli scoppi delle armi. C'era qualcosa che sfrecciava lungo la via de Paradis, zigzagando con un gemito di gomma tra i cadaveri delle rovine, puntando dritta ai tedeschi.
Due donne su un tandem? Arrivavano a gran velocità su ruote molto grandi.
I soldati spararono, ricaricarono e poi corsero perché il veicolo in avvicinamento non aveva girato e non era caduto sotto il loro fuoco di sbarramento. Ci fu uno sferragliare di catene.
Era soltanto una donna a guidare, si rese conto Thibaut. L'altra era un torso, che usciva fuori dalla stessa bicicletta, la sua prua animata, una polena raffigurante una donna, dove ci sarebbe dovuto essere il manubrio. Sbucava dal metallo. Le sue braccia erano tirate indietro e alla fine si incurvavano come coralli. Aveva gli occhi spalancati e il collo teso.
Thibaut deglutì e provò a parlare, poi tentò di nuovo, e alla fine gridò: «È il
Vélo
(Traduzione: Pierluigi Fazzini)

Perdido Street Station
Veldt to scrub to fields to farms to these first tumbling houses that rise from the earth. It has been night for a long time. The hovels that encrust the river's edge have grown like mushrooms around me in the dark.
We rock. We pitch in a deep current.
Behind me the man tugs uneasily at his rudder and the barge corrects. Light lurches as the lantern swings. The man is afraid of me. I lean out from the prow of the small vessel across the darkly moving water.
Perdido Street Station
Da veld a boscaglia, da campi a fattorie, fino a queste prime case in rovina che si ergono dal terreno. È notte da tanto tempo. Nel buio, le stamberghe che incrostano la riva del fiume mi sono cresciute attorno come funghi.
Oscilliamo. Beccheggiamo spinti da una corrente profonda.
Alle mie spalle, impacciato e ansioso, l'uomo strattona il timone e la chiglia corregge la rotta. All'ondeggiare della lanterna la luce vacilla. L'uomo ha paura di me. Mi sporgo dalla prua della piccola imbarcazione protendendomi sulle acque scure in movimento.

(Traduzione: Elisa Villa)

Un Lun Dun
In an unremarkable room, in a nondescript building, a man sat working on very non-nondescript theories.
The man was surrounded by bright chemicals in bottles and flasks, charts and gauges, and piles of books like battlements around him. He propped them open on each other. He cross-referred them, seeming to read several at the same time; he pondered, made notes, crossed the notes out, went hunting for facts of history, chemistry and geography.
He was quiet but for the scuttling of his pen and his occasional murmurs of revelation. He was obviously working on something very difficult. From his mutters and the exclamation marks he scrawled though, he was slowly making progress.
The man had travelled a very long way to do the work he was doing. He was so engrossed it took him a long time to notice that the light around him was fading unnaturally fast.
Il libro magico
In una stanza ordinaria di un palazzo insignificante, un uomo era seduto e lavorava ad alcune teorie molto, molto insignificanti.
Era circondato da sostanze chimiche luminose raccolte in fiale e bottiglie, da mappe e strumenti di misurazione, e pile di libri come una merlatura tutto intorno. Li teneva aperti uno sull'altro. Faceva collegamenti, sembrava ne leggesse più di uno alla volta; rifletteva, prendeva appunti, li cancellava, andava a caccia di eventi storici, chimici e geografici.
L'uomo se ne stava in silenzio, gli unici rumori che si sentivano erano il fruscio della penna e i suoi sporadici mormorii di stupore. Era evidente che lavorava a qualcosa di molto difficile. Dai borbottii e dai punti esclamativi che scarabocchiava, però, si capiva che faceva lentamente progressi.
Aveva fatto un lungo viaggio per poter svolgere quel lavoro. Era così assorto che gli ci volle un po' di tempo per accorgersi che la luce attorno a lui stava calando, a una velocità innaturale.

(Traduzione: Nello Giugliano)


Immanuel Mifsud (1967)

Laqgħa ma' Mara Morbi (Appuntamento con Mara Morbi)
La radiosveglia si accende di colpo.
   
Amsterdam: 12 gradi C - poco nuvoloso - umidità 68% - vento da maestrale forza 11.
   Berlino: 15 gradi C - umidità 35% - vento da sud-est forz...
Me ne potesse fregar di meno di che tempo fa dai tedeschi e dagli olandesi.

(Traduzione: Mark Vella)


Silvio Mignano (1965)

Una lezione sull'amore
"Una frase? Vuol dirmi che lei cerca una frase?".
La donna lo guardò con gli occhi che aveva di un azzurro scuro e inclini non si sa se più a paziente commiserazione o a ironica irritazione. Attraversò la stanza senza aspettare l'invito e andò ad accomodarsi sul divano basso, scansando con sicura eleganza scartafacci e risme di carta, una valigetta di cuoio consunto, tazze piene di mozziconi di sigarette o incrostate di bevande ormai cristallizzatesi in poliedri irregolari. L'uomo la osservò a sua volta con l'involontaria espressione di un cane da fiuto ("di un vecchio bracco un po' triste", pensò lei), sembrò valutare il movimento con cui la sua ospite aveva steso le pieghe della gonna e soppesare il tacco affusolato in cui terminavano le gambe accavallate. Poi si riscosse improvvisamente infastidito da qualcosa e, dopo aver cercato invano l'espressione più opportuna per esordire, ripeté ancora la domanda:
"Ho capito bene, lei sta cercando una frase?".


Mino Milani (1928-2022)

Romanzo militare
Bussarono; e l'uscio si aprì ancor prima che Sacchi potesse alzare gli occhi; apparve sulla soglia il colonnello Ranza, e accennò con il pollice:
"C'è qui una cosa interessante, signor generale" fece, poi si passò la lingua sulle labbra screpolate: "L'hanno portata adesso".
"Che cos'è?" chiese Sacchi, ma Ranza già s'era girato, e diceva: "Avanti, caporale, vieni, vieni". Entrò poi, istintivamente aggiustandosi la giubba coperta di polvere. "Non lo sa nessuno" disse, "solo noi. Avanti, tu" e parlò al soldato che entrava con un grosso involto tra le mani, "mettilo sul tavolo. Lì. Fa' piano. Ecco, così. Va' pure, e chiudi la porta".
Il caporale se ne andò; Ranza fece una smorfia: "E vediamolo, 'sto Nancuzzo!" esclamò sommessamente, accentuando la sua parlata napoletana; scoccò una breve occhiata a Sacchi, tolse il telo grigio che avvolgeva il vaso di vetro, chiuso da una pergamena legata con un grosso spago: "Eccolo qui".
Nancuzzo. Pareva che gliel'avessero strappata, la testa.


Henry Miller (1891-1980)

Tropic of Cancer
I am living at the Villa Borghese. There is not a crumb of dirt anywhere, nor a chair misplaced. We are all alone here and we are dead.
Last night Boris discovered that he was lousy. I had to shave his armpits and even then the itching did not stop. How can one get lousy in a beautiful place like this? But no matter. We might never have known each other so intimately, Boris and I, had it not been for the lice.
Boris has just given me a summary of his views. He is a weather prophet. The weather will continue bad, he says. There will be more calamities, more death, more despair. Not the slightest indication of a change anywhere. The cancer of time is eating us away. Our heroes have killed themselves, or are killing themselves. The hero, then, is not Time, but Timelessness. We must get in step, a lock step, toward the prison of death. There is no escape. The weather will not change.
Tropico del Cancro
Abito a villa Borghese. Non un granello di polvere, non una sedia fuori posto. Siamo soli, e siamo morti.
Ieri sera Boris si è accorto di avere i pidocchi. Gli ho dovuto radere le ascelle, ma il prurito non ha smesso. Come si fa a prendere i pidocchi in un posto bello come questo? Ma non pensiamoci. Non ci si sarebbe mai conosciuti cosí intimamente, Boris ed io, se non fosse stato per i pidocchi.
Boris mi ha fornito poco fa un compendio di come la vede. È un profeta del tempo. Farà brutto ancora, dice. Ci saranno ancora calamità, ancora morte, disperazione. Non c'è il minimo indizio di cambiamento. Il cancro del tempo ci divora. I nostri eroi si sono uccisi, o s'uccidono. Protagonista, dunque, non è il Tempo, ma l'Atemporalità. Dobbiamo metterci al passo, passo serrato, verso la prigione della morte, Non c'è scampo. Non cambierà stagione.

(Traduzione: Luciano Bianciardi)

Tropic of Capricorn
Once you have given up the ghost, everything follows with dead certainty, even in the midst of chaos. From the beginning it was never anything but chaos: it was a fluid which enveloped me, which I breathed in through the gills. In the substrata, where the moon shone steady and opaque, it was smooth and fecundating; above it was a jangle and a discord. In everything I quickly saw the opposite, the contradiction, and between the real and the unreal the irony, the paradox. I was my own worst enemy. There was nothing I wished to do which I could just as well not do. Even as a child when I lacked for nothing, I wanted to die: I wanted to surrender because I saw no sense in struggling. I felt that nothing would be proved, substantiated, added or subtracted by continuing an existence which I had not asked for.
Tropico del Capricorno
Una volta mollata l'anima, tutto segue con assoluta certezza, anche nel pieno del caos. Dal principio non fu mai altro che caos: un fluido che mi avviluppava e io vi respiravo per branchie. Nei substrati, dove la luna brillava ferma e opaca, era liscio e fecondo; sopra era frastuono e discordanza. In tutte le cose io vedevo subito l'opposto, la contraddizione, e fra il reale e l'irreale l'ironia, il paradosso. Ero io il mio peggior nemico. Nulla c'era che volessi fare e che potessi anche non fare. Anche bambino, quando nulla mi mancava, io volevo morire; volevo arrendermi perché non vedevo senso nella lotta. Sentivo che nulla si sarebbe provato, sostanziato, aggiunto o sottratto continuando un'esistenza che io non avevo chiesto.

(Traduzione: Luciano Bianciardi)


Madeline Miller (1978)

Circe
When I was born, the name for what I was did not exist. They called me nymph, assuming I would be like my mother and aunts and thousand cousins. Least of the lesser goddesses, our powers were so modest they could scarcely ensure our eternities. We spoke to fish and nurtured flowers, coaxed drops from the clouds or salt from the waves. That word, nymph, paced out the length and breadth of our futures. In our language, it means not just goddess, but bride.
My mother was one ofthem, a naiad, guardian of fountains and streams. She caught my father's eye when he came to visit the halls of her own father, Oceanos. Helios and Oceanos were often at each other's tables in those days. They were cousins and equal in age, though they did not look it. My father glowed bright as just-forged bronze, while Oceanos had been born with rheumy eyes and a white beard to his lap. Yet they were both Titans, and preferred each other's company to those new-squeaking gods upon Olympus who had not seen the making of the world.
Circe
Nacqui quando ancora non esisteva nome per ciò che ero. Mi chiamarono ninfa, presumendo che sarei stata come mia madre, le zie e le migliaia di cugine. Ultime fra le dee minori, i nostri poteri erano così modesti da garantirci a malapena l'immortalità. Parlavamo ai pesci e coltivavamo fiori, distillavamo la pioggia dalle nubi e il sale dalle onde. Quella parola,
ninfa, misurava l'estensione e l'ampiezza del nostro futuro. Nella nostra lingua significa non solo dea, ma sposa.
Mia madre era una di loro, una naiade, guardiana di fiumi e sorgenti. Aveva catturato lo sguardo di mio padre quando lui era in visita al palazzo di Oceano, il padre di lei. In quei giorni, Elios e Oceano condividevano spesso il desco. Erano cugini, e pari di età, sebbene non lo sembrassero. Mio padre risplendeva luminoso come bronzo appena forgiato, mentre Oceano era nato con occhi rugiadosi e una barba bianca lunga fino alla cintola. Eppure erano titani entrambi, e preferivano la compagnia reciproca a quella degli dèi nuovi di zecca in cima all'Olimpo, che alla creazione del mondo non avevano assistito.

(Traduzione: Marinella Magrì)


Giles Milton (1966)

Edward Trencom's Nose
16 July 1969
When Edward finally stirred from his sleep, he found himself in a room that he thought he recognized. He rolled over, opened one eye. Yes, yes, just as he had hoped. Satisfied that he was indeed in familiar territory, he pulled up the blanket and allowed himself to drift gently back into the world of sleep.
He was caught in that blissful state of nonbeing that lies somewhere between slumber and wakefulness.
Delitti e formaggi
16 luglio 1969
Quando Edward si riscosse finalmente dal sonno, si ritrovò in una stanza che gli parve di riconoscere: si girò nel letto, aprì un occhio: esattamente quel che sperava! Soddisfatto di essere in un ambiente familiare, si coprì il viso col lenzuolo e sprofondò di nuovo nel dolce sonno.
Si crogiolò nella deliziosa indeterminatezza del dormiveglia.

(Traduzione: Elda Levi)


John Milton (1608-1674)

Paradise Lost
Of man's first disobedience, and the fruit
Of that forbidden tree, whose mortal taste
Brought death into the world, and all our woe,
With loss of Eden, till one greater Man
Restore us, and regain the blissful seat,
Sing, Heav'nly Muse, that on the secret top,
Of Oreb, or of Sinai, didst inspire
That sheperd who first taught the chosen seed
In the begninning how the heav'ns and earth
Rose out of Chaos; or if Sion hill
Delight thee more, and Siloa's brook that flowed
Fast by the oracle of God, I thence
Invoke thy aid to my advent'rous song,
That with no middle flight intends to soar
Above th'Aonian mount, while it pursues
Things unattempted yet in prose or rhyme.
Paradiso perduto
Della prima disobbedienza dell'uomo, e del frutto
dell'albero proibito, il cui gusto fatale condusse
la morte nel mondo, e con ogni dolore la perdita
dell'Eden, fin quando non giunga più grande
un Uomo a risanarci riconquistando il seggio benedetto,
canta, Musa Celeste, che sopra la vetta segreta
dell'Oreb o del Sinai donasti ispirazione a quel pastore
che per primo insegnò alla stirpe eletta
come in principio sorsero i cieli e la terra dal Caos;
o se il colle di Sion maggiormente ti aggrada,
e il ruscello di Siloe che scorreva rapido
presso l'oracolo di Dio, da questi luoghi
offri, ti prego, aiuto al canto avventuroso
che in alto volo aspira a sollevarsi
sul Monte Aonio, e si propone cose
mai tentate in passato in prosa o in rima.

(Traduzione: Roberto Sanesi)
  Paradiso perduto
Del primo atto di disobbedienza
che l'uomo ha commesso, e del frutto
dell'albero proibito, il cui fatale
sapore ci portò dolore e morte
e perdita dell'Eden, fino a quando
l'Uomo maggiore ci risanerà
riconquistandoci il luogo beato,
cantami o Musa, come sul nascosto
monte d'Orèb, o Sinai, hai ispirato
quel pastore che al popolo eletto
svelò per primo come cieli e terra
uscirono in origine dal Caos,
o, se ti piace di più la collina
di Sion, o il Sìloe, che scorreva
presso il tempio di Dio, io da laggiù
invoco il tuo aiuto sul mio canto
che avventurosamente tenta il volo
all'Elicona, per imprese ancora
non tentate in prosa, o in poesia.

(Traduzione: Roberto Piumini)

Paradise Regained (...)
I, who erewhile the happy Garden sung
By one man's disobedience lost, now sing
Recovered Paradise to all mankind,
By one man's firm obedience fully tried
Through all temptation, and the Tempter foiled
In all his wiles, defeated and repulsed,
And Eden raised in the waste Wilderness. Milton


Octave Mirbeau (1850-1917)

Le journal d'une femme de chambre
(14 septembre.):
aujourd'hui, 14 septembre, à trois heures de l'après-midi, par un temps doux, gris et pluvieux, je suis entré dans ma nouvelle place. C'est la douzième en deux ans. Bien entendu, je ne parle pas des places que j'ai faites durant les années précédentes. Il me serait impossible de les compter. Ah! Je puis me vanter que j'en ai vu des intérieurs et des visages, et de sales âmes... et ça n'est pas fini... à la façon, vraiment extraordinaire, vertigineuse, dont j'ai roulé, ici et là, successivement, de maisons en bureaux et de bureaux en maisons, du bois de Boulogne à la Bastille, de l'observatoire à Montmartre, des ternes aux gobelins, partout, sans pouvoir jamais me fixer nulle part, faut-il que les maîtres soient difficiles à servir maintenant! ... c' est à ne pas croire.
Le memorie di una cameriera
(14 settembre):
oggi, 14 settembre, alle tre di un pomeriggio dolce, grigio e piovoso, ho preso servizio nel mio nuovo posto di lavoro. È il dodicesimo in due anni. Beninteso, senza considerare i posti in cui sono stata negli anni precedenti: mi sarebbe impossibile contarli. Ah! Posso vantarmi di averne viste di case, di facce, di anime nere... e non è finita... visto il modo, veramente straordinario, vertiginoso, in cui mi sono avvicendata, qui e là, di volta in volta, dalle case agli uffici e dagli uffici alle case, dal bois de Boulogne alla Bastiglia, dall'observatoire a Montmartre, dai ternes ai gobelins, dappertutto, senza potermi mai fermare da nessuna parte. Bisogna proprio dire che i padroni sono difficili da servire al giorno d'oggi!... c'è da non crederci.


Yukio Mishima (Kimitake Hiraoka) (1925-1970)

The Decay of the Angel (Lo specchio degli inganni)
Al largo, la bruma incupiva le navi lontane. Nondimeno la luce appariva più intensa di ieri. Si poteva distinguere il crinale dei monti della penisola di Izu. Era un mare placido di maggio. Il sole era ardente, il cielo turchino, non c'era che qualche esile striatura di nubi.
Onde minute si frangevano sulla riva. Sotto di loro, prima di disgregarsi, apparivano sgradevoli tinte ventrali d'usignolo, come se in loro si fossero accentrate tutte le alghe di varietà meno accattivante.
L'agitarsi e il sommuoversi del mare, giorno dopo giorno, ripetizione quotidiana del mare di latte che si trasforma in burro nella leggenda indiana. Forse il mondo non voleva concedergli il riposo. C'era, forse, in quello spettacolo, qualcosa che evocava tutto il male della natura.

(Traduzione [dall'inglese]: Riccardo Mainardi)

Kamen no kokuhaku (Confessioni di una maschera)
Per molti anni continuai a sostenere ch'ero capace di ricordare cose viste all'epoca della mia nascita. Da principio, ogni volta che lo dicevo, i grandi si mettevano a ridere, ma poi, sospettando la velleità di raggirarli, guardavano con astio la faccia pallida di quel fanciullino senza fanciullezza. Di quando in quando mi capitava di dirlo in presenza di visitatori che non erano intimi amici di famiglia; allora la mia nonna, per paura che mi giudicassero un idiota, mi dava seccamente sulla voce ordinandomi di andar a giocare altrove.
(Traduzione [dall'inglese]: Marcella Bonsanti)

Runaway Horses (Cavalli in fuga)
Era il 1932. Shigekuni Honda aveva trentotto anni. In concomitanza con il procedere dei suoi studi di diritto all'università imperiale di Tokyo, aveva vinto il concorso che gli consentiva di accedere ai ranghi della magistratura, e una volta ottenuto il diploma era entrato come praticante al tribunale distrettuale di Osaka. Dalla città non si era più allontanato. Nel 1929 aveva raggiunto il grado di consigliere di corte, e l'anno prima, già promosso primo consigliere aggiunto alla corte distrettuale, era stato destinato alla corte d'appello di Osaka in qualità di viceconsigliere aggiunto.
(Traduzione [dall'inglese]: Riccardo Mainardi)

Shiosai (La voce delle onde)
Uta-jima - Isola del canto - ha solo millequattrocento abitanti e una costa lunga meno di tre miglia.
In due punti dell'isola la vista è di una bellezza incomparabile. Uno è quello dove sorge il santuario di Yashiro, che guarda verso nord-ovest e si trova nei pressi del crinale più alto dell'isola. Il tempio domina il panorama dell'ampia distesa del golfo di Ise, e l'isola è situata proprio nello stretto che unisce questo golfo all'oceano Pacifico. Da nord si allunga la penisola di Chita, mentre quella di Atsumi si spinge verso nord-est. A ovest s'intravede la linea della costa, fra i porti di Yamada e di Yokkaichi a Tsu.

(Traduzione [dall'inglese]: Liliana Frassati Sommavilla)

Spring Snow (Neve di primavera)
Allorché a scuola la conversazione cadde sulla guerra russo-giapponese, Kiyoaki Matsugae domandò a Shigekuni Honda, il suo più caro amico, che cosa riuscisse a ricordarsene. I ricordi di Shigekuni erano vaghi. Rammentava a stento che una volta lo avevano portato davanti al cancello d'ingresso per osservare un corteo che sfilava alla luce delle torce. L'anno della fine della guerra avevano entrambi undici anni, e a giudizio di Kiyoaki avrebbero dovuto conservarne un ricordo un po' più netto. I loro compagni di classe che parlavano disinvoltamente della guerra in tono da conoscitori, in genere arricchivano le loro nebulose sensazioni mnemoniche per mezzo di episodi attinti ai discorsi degli adulti.
(Traduzione [dall'inglese]: Riccardo Mainardi)

The Temple of Dawn (Il tempio dell'alba)
Era la stagione delle piogge, a Bangkok. L'aria era satura di una tenue pioggerella che fluiva incessante. Spesso tuttavia le gocce danzavano in un raggio di sole smagliante. Qua e là si aprivano, sempre visibili, brevi squarci di azzurro, e anche quando le nubi si addensavano, convergendo attorno al sole, nell'area periferica esterna il cielo era sempre di un turchino vivido e intenso. Poi, all'approssimarsi di una burrasca, s'incupiva diventando sinistro e minaccioso. Una sorta di funesto auspicio sembrava gravare sul verde dominante della città coi suoi tetti bassi, contrappuntata da palmizi sparsi.
(Traduzione [dall'inglese]: Riccardo Mainardi)

Yukio Mishima on Hagakure - The Samurai Ethic and Modern Japan (La via del Samurai)
I compagni spirituali della gioventù sono gli amici e i libri. Gli amici hanno corpi in carne e ossa e mutano di continuo. Gli entusiasmi che ardono in una fase si raffreddano in quella successiva, cedendo ad altri ardori e ad altri amici. In certo senso, ciò vale anche per i libri. Può darsi che un libro, che ci esaltò da ragazzi, riletto anni dopo perda tutto il suo fascino e risulti soltanto il cadavere del libro che ricordavamo. Ma la grossa differenza, fra gli amici e i libri, è che gli amici cambiano, i libri no. Anche quando sta a raccogliere polvere, negletto, in un canto della scansia, un libro conserva accanitamente il suo carattere e la sua filosofia. Può solo cambiare il nostro atteggiamento verso di esso, se lo accettiamo o lo rifiutiamo, se lo leggiamo o no, e questo è tutto.
(Traduzione [dall'inglese]: Pier Francesco Paolini)


Giuseppe Misso (1947)

I Leoni di Marmo
Napoli, 1979. Dopo due anni mi ritrovai fuori al portone del carcere di Poggioreale, in libertà provvisoria, con l’obbligo di andare a firmare al commissariato. Indossavo un vestito grigio scuro, leggermente rigato, il collo della camicia era slacciato, non avevo cravatta. Molti altri uscivano quel giorno e tutti avevano qualcuno che stava lì ad aspettarli. Si udivano le grida di commozione e di gioia dei parenti di coloro che riacquistavano la tanto sospirata libertà... Che allegra confusione... Si abbracciavano ballando, fischiando e piangendo... Lungo la via, come sempre, le autovetture e i camion viaggiavano a passo d’uomo. I clacson suonavano ad intermittenza. Lo stridio del tram. Una strada di periferia...


Margaret Mitchell (1900-1949)

Gone with the wind
Scarlett O'Hara was not beautiful, but men seldom realized it when caught by her charme as the Tarleton twins were. In her face were too sharply blended the delicate features of her mother, a Coast aristocrat of French descent, and the heavy ones of her florid Irish father. But it was an arresting face, pointed of chin, square of jaw. Her eyes were pale green without a touch of hazel, starred with bristly black lashes and slightly tilted at the ends. Above them, her thick black brows slanted upward, cutting a startling oblique line in her magnolia-white skin - that skin so prized by Southern women and so carefully guarded with bonnets, veils and mittens against hot Georgia suns.
Via col vento
Rossella O'Hara non era una bellezza; ma raramente gli uomini se ne accorgevano, quando, come i gemelli Tarleton, subivano il suo fascino. Nel suo volto si fondevano in modo troppo evidente i lineamenti delicati della madre - un'aristocratica della Costa, oriunda francese - con quelli rudi del padre, un florido irlandese. Ma era un viso che, col suo mento aguzzo e le mascelle quadrate, non passava inosservato. Gli occhi verde chiaro, senza sfumature nocciola, ombreggiati da ciglie nere e folte, avevano gli angoli volti leggermente all'insù. Le sopracciglia nere e folte piegavano anch'esse verso l'alto, tracciando una strana linea obliqua sulla sua candida pelle di magnolia - quella pelle così apprezzata dalle donne del Mezzogiorno, che la riparano con infinita cura dai raggi ardenti del sole della Georgia mediante cuffie, veli e mezzi guanti.

(Traduzione: Ada Salvatore e Enrico Piceni)


Nancy Mitford (1904-1973)

Love in a Cold Climate
I am obliged to begin this story with a brief account of the Hampton family, because it is necessary to emphasize the fact once and for all that the Hamptons were very grand as well as very rich. A glance at Burke or at Debrett would be quite enough to make this clear, but these large volumes are not always avail able, while the books on the subject by Lord Montdore's brother-in-law, Boy Dougdale, are all out of print.
L'amore in un clima freddo
Mi sento in dovere di cominciare questa storia con una breve descrizione della famiglia Hampton, perché è necessario sottolineare una volta per tutte che gli Hampton, oltre che molto ricchi, erano anche molto illustri. La lettura di qualche pagina di Burke o Debrett sarebbe più che sufficiente per chiarirlo, ma i loro imponenti volumi non sono sempre facili da reperire, e i libri sull'argomento scritti dal cognato di Lord Montdore, Boy Dougdale, sono tutti fuori commercio.

(Traduzione: Silvia Pareschi)


Miyuki Miyabe (1960)

Kasha (Il passato di Shoko)
Appena il treno ebbe lasciato la stazione di Ayase, cominciò a piovere. Era una pioggia gelida. Doveva essere per quello che il ginocchio sinistro gli faceva male dal mattino. Shunsuke Honma stava in piedi accanto alla porta centrale della prima carrozza; con la mano destra stringeva la maniglia, con l'altra l'ombrello. Lo teneva puntato come un bastone, e guardava fuori dal finestrino.
(Traduzione: Vanessa Zuccoli)


Federico Moccia (1969)

Tre metri sopra il cielo
"Cathia ha il più bel culo d'Europa." Il rosso graffito splende in tutta la sua sfacciataggine su una colonna del ponte di Corso Francia.
Vicino, un'aquila reale, scolpita tanto tempo fa, ha sicuramente visto il colpevole, ma non parlerà mai. Poco più sotto, come un piccolo aquilott protetto dai rapaci artigli di marmo, c'è seduto lui.
Capelli corti, quasi a spazzola, sfumatura dietro il collo come quella di un marine, un giubbotto Levi's chiaro.
Il colletto tirato su, una Marlboro in bocca, i Ray-Ban agli occhi. Ha un'aria da duro, anche se non ne ha bisogno. Un sorriso bellissimo, ma sono pochi quelli che hanno avuto la fortuna di apprezzarlo.


Mo Yan (1955)

Feng ru fei tun (Grande seno, fianchi larghi)
Nello spazio liscio e immacolato innumerevoli corpi celesti si muovevano avanti e indietro come le spolette di un telaio. Mandavano una calda luce rosata, alcuni avevano forma di seni, altri di glutei. Sembravano muoversi a loro piacere, ma in realtà seguivano ciascuno un'orbita precisa. Ognuno cantava la sua melodia, e sfrecciava seguendo il proprio cammino lungo le traiettorie incrociate. Contemplando questa grande armonia, padre Ma Luoya gridò, con gli occhi pieni di lacrime: - Signore, ci sei solo tu, tu solo! - E il suo grido lo svegliò di soprassalto.
Il prete stava tranquillamente sdraiato sul kang. Ammirava gli scintillanti raggi rossi splendere sul seno rosato della Vergine Maria, e sul volto paffutello del Bambin Gesù dal culetto nudo che teneva in braccio.

(Traduzione: Giorgio Trentin)

Hong gaoliang jiazu (Sorgo rosso)
Era l'anno 1939, il nono giorno dell'ottavo mese del calendario lunare. Quel bandito di mio padre aveva poco più di quattordici anni. Stava andando con il drappello del Comandante Yu Zhan'ao, la cui fama di eroe leggendario si sarebbe diffusa poi un tutto il Paese, sulla strada Jiao-Ping a tendere un'imboscata a un convoglio giapponese. Mia nonna, con una giacca imbottita gettata sulle spalle, li aveva accompagnati al limite estremo del villaggio. Il Comandante Yu le aveva detto: "Non seguirci oltre" e la nonna si era fermata. "Douguan, obbedisci al tuo padre adottivo" aveva detto lei rivolgendosi a mio padre. Mio padre non fiatò; guardò l'imponente figura della nonna e respirò il profumo caldo del corpo che proveniva da sotto la giacca. A un tratto avvertí un freddo pungente, fu scosso da un brivido, e il suo stomaco si mise a brontolare. Il Comandante Yu gli diede un buffetto sul capo dicendo: "Andiamo, figlio adottivo".
(Traduzione: Rosa Lombardi)

Sheng si pilao (Le sei reincarnazioni di Ximen Nao)
Inizierò a narrare la mia storia dal primo gennaio dell’anno 1950. Fino a quel momento, nel regno delle tenebre avevo patito per più di due anni sofferenze di un’atrocità tale che, nel mondo dei vivi, sarebbe difficile persino immaginare. Ogni udienza era un’occasione per lamentarmi dell’ingiustizia subita. Le mie grida disperate si spandevano in ogni angolo del palazzo del re degli inferi, producendo echi infiniti. Il rifiuto di pentirmi a dispetto delle torture patite mi aveva conquistato la fama di duro. Sapevo che numerosi demoni guardiani mi ammiravano in segreto, ma che il vecchio Re Yama era arcistufo di me. Per costringermi a confessare e dichiararmi vinto adottarono il più crudele tra i supplizi infernali: mi gettarono in un calderone di olio bollente in cui mi girai e rigirai friggendo per sei ore come un pollo – non esistono parole per descrivere l’intensità di quella sofferenza. Infilzandomi poi con un forcone, i demoni mi tirarono fuori e, tenendomi bene in alto, salirono uno dopo l’altro gli scalini che portavano alla sala delle udienze. Schierati sui due lati, i demoni soldati fischiavano al mio passaggio, sibilando come uno sciame di pipistrelli vampiro. L’olio che gocciolava dal mio corpo cadeva friggendo sugli scalini e produceva volute di fumo giallastro…
(Traduzione: Patrizia Liberati)

Tanxiang xing (Il supplizio del legno di sandalo)
Quella mattina, mio suocero Zhao Jia non si sarebbe mai sognato di pensare che, dopo sette giorni, avrebbe trovato la morte per mano mia, come un vecchio cane fedele al suo dovere. Io, una debole donna, certo non avrei mai immaginato di impugnare il coltello che avrebbe ucciso mio suocero. Meno che mai avrei potuto credere che quel vecchio, piovuto dal cielo sei mesi prima, fosse un boia abituato a uccidere senza batter ciglio. Su e giù per il cortile sgranando il suo rosario buddhista, con indosso una veste lunga e una giacchetta corta e in testa uno zucchetto con la frangia rossa, sembrava un consigliere in pensione o l'anziano patriarca di una famiglia numerosa. Ma no, lui non era un patriarca e neppure un consigliere, era il capo dei boia del ministero delle Punizioni della capitale, la lama più veloce della dinastia Qing, il maestro delle decapitazioni, l'esperto delle atroci torture del passato e l'inventore di nuovi supplizi. In quarant'anni di servizio, secondo le sue stesse parole, aveva mozzato più teste delle angurie che si raccoglievano in un anno nel distretto di Gaomi.
(Traduzione: Patrizia Liberati)


Ferenc Molnár (1878-1952)

A Pál utcai fiuk (I ragazzi di via Pál)
Al tocco meno un quarto, sopra la cattedra dell'aula di Storia Naturale, quasi a premio dall'ansiosa attesa (dopo lunghi e ripetuti tentativi), la fiamma incolore della lampada di Bunsen s'accese d'una bellissima fosforescenza verde-smeraldo. Esisteva finalmente la riprova che quella certa composizione chimica su cui il professore s'era a lungo soffermato, aveva il potere di colorare di verde la fiamma. Ripeto: al tocco meno un quarto preciso.
E proprio in quell'attimo trionfale, si alzò dal cortile del caseggiato contiguo il suono di un organino; che ebbe così il potere di frantumare di colpo la serietà degli scolari.

(Traduzione: Ignazio Balla e Alfredo Jeri)


Estelle Monbrun (Elyane Dezon-Jones) (1966)

Meurtre chez Tante Léonie (Delitto in casa Proust)
Non era proprio di stagione, il tempo, in quel sorprendente mattino del 18 novembre. Émilienne dovette ammetterlo, mentre avanzava faticosamente sulla strada alzaia. La sciatica la faceva soffrire. Dopo giorni di pioggia battente, di piene improvvise del Loir e di nebbia senza fine, il sole era riapparso miracolosamente, cingendo di raggi luminosi i rami spogli degli alberi e tingendo di rosa le facciate delle case del paese. Il tempo volgeva al bello.
Émilienne affrettò il passo. Non era il caso di fare tardi, con quella riunione di proustiani americani. Che idea venire in novembre! In genere le manifestazioni si svolgevano d'estate. E già c'era abbastanza lavoro senza dover pensare al riscaldamento, al fango... Émilienne "si prendeva cura" della casa dei Proust, come diceva lei stessa, da più di vent'anni. Conosceva ogni angolo, aveva aperto tutti gli armadi, aveva visto sfilare più personale avventizio lei di parecchi direttori di grandi aziende.

(Traduzione: Emilia Gut)


Fernanda Moneta (19??)

Anche il grano cambia colore
Bang! Bang! Bang! Nella tv, un apparecchio modernissimo collegato a un'antenna satellitare, Hutch corre, pistola in mano, all'inseguimento di un malvivente. Seduto per terra, Zesi, 5 anni appena compiuti, guarda a bocca aperta, telecomando in mano, l'agile corsa dell¹attore americano. Hutch gli piace perché vince sempre. "Zesi! Abbassa il volume!" Uffa! La nonna borbotta sempre quando lui guarda Starsky e Hutch in televisione. "Che c'entriamo noi, con gli Stati Uniti?" dice, come un disco rotto. "Ai miei tempi, i bambini giocavano, non stavano tutto il giorno a guardare quel coso. Hai capito, Zesi? Vai fuori a giocare!" Ma lui non la ascolta.

Latte dolce
Venti gradi Celsius, vento forza tre, all'inizio della primavera. Coperto dalla patina nera di una notte lucida, squarciata solo dai fasci di luce gialla dei lampioni antichi, il centro storico di Sassari è silenzioso. Alle nove della sera è troppo presto per incontrare gli alcolizzati in cerca di guai, troppo tardi per le bande dei ragazzi di strada, che a quest'ora fanno un salto a casa per cenare. Solo i cani randagi girano per i vicoli, in cerca di cibo. Loro, i ladri d'auto e i poliziotti.
In un vicolo di fronte al Duomo, tre ragazzi di circa vent'anni sono seduti in un'auto in sosta. Al posto di guida, Geco, diciott¹anni, capelli neri corti, un metro e settanta di muscoli portati con dispetto, ha in mano i cavi dell'accensione. Mentre le mani agiscono, gli occhi neri sono concentrati sullo specchietto retrovisore, impenetrabili.


Eugenio Montale (1896-1981)

Trentadue variazioni
Seguo la spalliera dei rampicanti fino al luogo dove l’anno scorso viveva una piccola famiglia di porcospini. Erano molto timidi; solo il padre di tanto in tanto si poteva vedere a tarda notte. Entrava in cucina dove gli facevano trovare una porzione di spaghetti. Agli altri alimenti provvedeva da sé. Quest’anno al posto dei porcospini c’è una gabbia di criceti. Dentro la gabbia si vede un tapis roulant sferico; un criceto, entrandovi, fa ruotare la sfera; egli cammina velocemente restando sempre fermo nello stesso punto. Se prendesse coscienza di sé, si crederebbe libero.


Raul Montanari (1959)

Strane cose, domani
L'uomo vede l'oggetto sulla panchina e rallenta il passo, incuriosito. Finisce per fermarsi, sotto la pioggia che spruzza gli alberi e i vialetti ghiaiosi del parco Sempione. Si guarda intorno, perché quest'oggetto deve appartenere a qualcuno, ma lì vicino non c'è nessuno. Un tizio legge il giornale sotto l'acqua, tre panche più in là. Due ragazzi si baciano e un platano gli fa da tetto, a una cinquantina di metri. Forse erano seduti sulla panchina e poi si sono spostati al riparo dell'albero? Hanno dimenticato qui questa cosa? Si tocca la bocca, perplesso.

Il vizio della solitudine
Gli uomini lo chiamavano Fiume Azzurro e il colore puro e trasparente delle sue correnti non aveva mai abbandonato il fiume.


Chiara Montani (?)

Il mistero della pittrice ribelle
Roma, 28 luglio 1458
Indifferente e altissimo, il sole di mezzogiorno cristallizzava la luce in un'irreale fissità avara di ombre. La tersa solennità di quel chiarore sembrava aver imprigionato il tempo e sospeso ogni forma di vita in un'immota eternità, abitata non più da esseri umani, ma da geometrie scultoree di astratta e ideale perfezione.
Piero annuì soddisfatto. Era esattamente l'effetto che andava cercando. Da settimane sovrapponeva velature a velature per far vibrare i colori di luce e rendere sempre più evanescenti le ombre, che trasparivano appena con le loro leggere sfumature di terra verde. Era a buon punto, ma c'era ancora molto da fare.


Oscar Montani (Marco Santoni) (1945)

Magica Tempora
Colori e ricordi
L'autunno è per tutti il mese dei colori, per me è pure quello dei dubbi. Le ombre premature della sera possono renderti cupo, ma superata la notte, durante il giorno, quando il sole splende, ti danzano intorno mille tavolozze.
Seduto alla finestra, vedo sulle foglie pennellate di giallo, di rosso o di bruno; è appena metà autunno, ma già s'annuncia l'inverno, che da noi, in fondo alla valle, suole giungere, accompagnato dalla nebbia, prima di quanto non dica il calendario.
Il vecchio secolo è ormai al suo occaso, il prossimo s'annuncia magico, prodigo di novità. Un secolo, quello trascorso, che non voglio dimenticare. Forse sto invecchiando, provo per gli anni trascorsi, pur gravidi di minacce mortali, un moto d'affetto.

Requiem in Re minore
Avevo più di quaranta occhi puntati su di me.
«… Me lo ricordo bene, poco prima della scoperta mi coprii gli occhi col braccio: l’elicottero della Guardia Costiera alzandosi a volo radente sollevò un turbine di sabbia. Quando riaprii gli occhi, vidi che Geco stava esaminando l’ormai, credevamo, nostro pianoforte, un sontuoso Yamaha C3 a coda per concerti di lusso. Nuovo veniva più di 20.000 euro: pensavamo che qualcosa ci avrebbe fruttato! Grazie all’abilità acrobatica di Geco, che sapete istruttore di free style, e all’aiuto dell’elicottero eravamo riusciti a trascinarlo fino alla costa e a spiaggiarlo a sei o sette metri dalla battigia.

Il verso della civetta
Sì, vuol di Francia il rege col mio cor l'anglo trono...”. Avevo scoperchiato, dopo tanti anni, una vecchia scatola di latta dei biscotti Saiwa. Quasi scaturisse da lì dentro, liberata come il genio di una lampada magica, sentii risuonare nella soffitta l’aria solenne della cavatina di Elisabetta prima.
Durante la stagione lirica del 1926 al Regio Teatro Varchi fu rappresentata, con gran successo, Maria Stuarda di Donizetti. Lo Spaghetti, il mio barbiere, baritono in un gruppo di maggiaioli al Calendimaggio e appassionato dell’opera, era rimasto colpito dalla voce potente dell’interprete maschile, un famoso tenore siciliano di Paternò. Per il 1927 decise d’impulso di lasciar perdere le fascinose signorine di Alfons Mucha, tutte in odor di cipria. Ordinò per gli affezionati clienti il calendario tascabile di Maria Stuarda, al profumo di muschio.


Giorgio Montefoschi (1946)

Non desiderare la donna d'altri
Già da alcuni giorni, un centro di bassa pressione addensava le sue linee più contorte - corrispondenti ai cupi novecentonovanta millibar - sul tratto di mare che va dalla città di Tunisi al golfo della Sirte, rendendo insolito giugno. Nuvole aggrumate, grigiastre e nere, mutavano di spessore - sfilacciandosi - dalle coste albanesi all'isola di Corfù; dall'isola di Malta a Capo Passero; al centro del Mediterraneo smorto. Una coltre lattiginosa nascondeva a tratti le ultime pendici dell'Etna, le sagome di Stromboli o Salina, visibili altrimenti da Capo Vaticano; deponeva impalpabili gocce di pioggia sulle ginestre rigogliose del Vesuvio, sugli intricati arbusti del monte Circeo.

Il segreto dell'estrema felicità
"Tu, a messa non vai mai", disse Augusto Simoncelli a suo figlio Valerio, guardando il soffitto - però a voce abbastanza alta da essere udito.
Più per impazienza che per dovere, Valerio Simoncelli si alzò dalla sedia che lo aveva ospitato in quella decina di minuti di permanenza nella stanza - interrotti dai colpi di tosse - e venne accanto al divano.
"Come fai a dire che non vado mai a messa?" sapendo di mentire, mormorò.
"Vado sempre da solo."
"Vuoi che venga con te?"
Un movimento impercettibile stirò le labbra dell'uomo disteso sui cuscini.


Augusto Monterroso (1921-2003)

El dinosaurio
Cuando despertó, el dinosaurio todavía estaba allí.
Il dinosauro
Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì.

(Traduzione: Umberto Eco)


Charles Louis de Secondat, baron de la Brède e de Montesquieu (1689-1755)

Lettres persanes
Lettre première. Usbek à son ami Rustan, à Ispahan
Nous n'avons séjourné qu'un jour à Com. Lorsque nous eûmes fait nos dévotions sur le tombeau de la vierge qui a mis au monde douze prophètes, nous nous remîmes en chemin, et hier, vingt-cinquième jour de notre départ d'Ispahan, nous arrivâmes à Tauris.
Rica et moi sommes peut-être les premiers parmi les Persans que l'envie de savoir ait fait sortir de leur pays, et qui aient renoncé aux douceurs d'une vie tranquille pour aller chercher laborieusement la sagesse.
Nous sommes nés dans un royaume florissant; mais nous n'avons pas cru que ses bornes fussent celles de nos connaissances, et que la lumière orientale dût seule nous éclairer.
Lettere persiane
Lettera I. Usbek all’amico Rustan, a Ispahan
Ci siamo fermati a Com un giorno solo. Una volta fatte le nostre devozioni sulla tomba della vergine che mise al mondo dodici profeti, ci rimettemmo in cammino; e ieri, venticinque giorni dopo la partenza da Ispahan, arrivammo a Tauris.
Tra i persiani Rica e io siamo forse i primi ad uscire dal nostro paese per desiderio di apprendere, rinunciando alle dolcezze di una vita tranquilla per andare con fatica in cerca della saggezza.
Sebbene nati in un regno prospero, non abbiamo ritenuto che i suoi confini dovessero segnare anche i limiti della nostra conoscenza, e che ci dovesse illuminare solo la luce dell’Oriente.

(Traduzione: G.Alfieri Todaro-Faranda)


Rick Moody (1961)

Boys
Boys enter the house, boys enter the house. Boys, and with them the ideas of boys (ideas leaden, reductive, inflexible), enter the house. Boys, two of them, wound into hospital packaging, boys with infant pattern baldness, slung in the arms of parents, boys dreaming of breasts, enter the house. Twin boys, kettles on the boil, boys in hideous vinyl knapsacks that young couples from Edison, NJ, wear on their shirt fronts, knapsacks coated with baby saliva and staphylococcus and milk vomit, enter the house.
Maschietti
Maschietti entrano in casa, maschietti entrano in casa. Maschietti, e con essi entrano in casa idee da maschietti (idee grevi, riduttive, inflessibili). Entrano in casa due bei maschietti, ancora in confezione ospedaliera, maschietti con la tonsura neonatale, bramosi del seno, aggrovigliati ai genitori. Entrano in casa due bei maschietti, maschietti gemelli, maschietti gorgoglianti di biberon, maschietti infilati dentro quegli orrendi zaini di plastica che le giovani coppie di Edison, New York, portano sul petto anziché sul dorso, in un tripudio di saliva e vomito lattiginoso e staffilococchi.

(Traduzione: Sergio Claudio Perroni)

Demonology
They came in twos and threes, dressed in the fashionable Disney costumes of the year, Lion King, Pocahontas, Beauty and the Beast, or in the costumes of televised superheroes, protean, shape-shifting, thus arrayed, in twos and threes, complaining it was too hot with the mask on, Hey, I'm really hot!, lugging those orange plastic buckets, bartering, haggling with one another, Gimme your Smarties, please? as their parents tarried behind, grownups following after, grownups bantering about the schools, or about movies, about local sports, about their marriages, about the difficulties of long marriages, kids sprinting up the next driveway, kids decked out as demons or superheroes or dinosaurs or as advertisements for our multinational entertainment-providers, beating back the restless souls of the dead, in search of sweets.
Demonology
Arrivavano in formazione, a manipoli di due e di tre, vestiti coi costumi dei personaggi disneyani dell'anno, vestiti da Re Leone, o da Pocahontas, o da Bella con relativa Bestia, ovvero vestiti coi costumi di supereroi teletrasmessi, multiformi, cangianti, arrivavano a manipoli di due e tre lamentandosi che con la maschera si moriva di caldo: "Ehi, sto morendo di caldo!", imbracciando i secchielli di plastica arancione, mercanteggiando tra loro, barattando: "Mi dài i tuoi Smarties?", coi genitori a chiudere il gruppo, adulti in coda, adulti intenti a chiacchierare di scuola o di film visti o da vedere, o di sport, o di matrimoni, dei problemi che nascono quando si è sposati da molti anni, e a ogni nuovo vialetto d'accesso ecco i bambini via di corsa a bussare alla porta, bambini travestiti da demoni o da supereroi o da dinosauri o da pubblicità per qualche planetario fornitore di svago, a sloggiare le anime insonni dei morti, in cerca di dolciumi.

(Traduzione: Sergio Claudio Perroni)

Purple America
Whosoever knows the folds and complexities of his own mother's body, he shall never die. Whosoever knows the latitudes of his mother's body, whosoever has taken her into his arms and immersed her baptismally in the first-floor tub, lifting one of her alabaster legs and then the other over its lip, whosoever bathes her with Woolworth's soaps in sample sizes, whosoever twists the creaky taps and tests the water on the inside of his wrist, whosoever shovels a couple of tablespoons of rose bath salts under the billowing faucet and marvels at their vermilion color, whosoever bends by hand her sclerotic limbs, as if reassuring himself about the condition of a hinge, whosoever has kissed his mother on the part that separates the lobes of her white hair and has cooed her name while soaping underneath the breast where he was once fed, whosoever [...]
Rosso americano
Colui che conosca le pieghe e le complessità del corpo della propria madre, egli non morirà mai. Colui che conosca le latitudini del corpo della propria madre, colui che l'abbia sollevata tra le braccia e quindi battesimalmente immersa nella vasca da bagno al pianterreno, prima una e poi l'altra delle sue gambe alabastrine, colui che la lavi con campioncini di sapone Woolworth, colui che ruoti le stridenti manopole e saggi la temperatura dell'acqua con l'interno del proprio polso, colui che versi un paio di cucchiaini di sali alla rosa nel gorgo sotto il rubinetto e si stupisca per il rosso acceso che ne risulta, colui che con la mano fletta le sue membra sclerotiche come per accertarsi dell'efficienza di un cardine, colui che abbia baciato la propria madre lì dove più radi sono i suoi capelli candidi, e che ne abbia sussurrato il nome mentre la insapona sotto quel seno che un tempo gli diede il latte, colui che [...]

(Traduzione: Sergio Claudio Perroni)

The Ring of Brightest Angels Around Heaven
The Ruin - whre my friend Jorge Ruiz spent some of his nights - was decorated in twisted car parts and fruitless conversation and postindustrial clutter, in the collision of strangers and in the flicker of lost opportunities. Some of it was decoration; some of it was left over from whatever manufacturing operation had occupied the space in the early decades of the century. There were, on the walls of the Ruin, the melted shapes of obsolete computers, suspended from the wall from old meat hooks.
La più lucente corona d'angeli in cielo
Il Rudere - dove il mio amico Jorge Ruiz passava alcune delle sue serate - era decorato con pezzi d'automobile ritorti e discorsi inutili e ferraglia postindustriale, con l'urtarsi degli sconosciuti e lo sfarfallio delle occasioni perdute. In parte erano decorazioni; in parte erano i rimasugli dell'attività manifatturiera che aveva occupato quello spazio nei primi decenni del secolo. C'erano, sulle pareti del Rudere, le forme fuse di computer antidiluviani, appese a vecchi ganci per la carne.

(Traduzione: Adelaide Cioni)


Alan Moore (1953)

Voice of the Fire
A-hind of hill, ways of to sun-set down, is sky come like as fire, and walk I up in way of this, all hard of breath, where is grass colding on I's feet and wetting they.
There is not grass on high of hill. There is but dirt, all in a round, that hill is as like to a no hair man, he's head. Stands I, and turn I's face to wind for sniff, and yet is no sniff come for far ways off. I's belly hurts, in middle of I. Belly air come up in mouth, and lick of it is like to lick of no thing. Dry-up blood lump is come black on knee, and is with itch. Scratch I, where is yet more blood come.
La voce del fuoco
Lontano in dietro a colle, là verso sol-che-scende. Cielo è ora come fuoco e io fa cammino lì, senza fiato in pancia, ed erba fredda e bagna piedi a me. Niente erba è su alto colle. Solo terra tutta in torno che colle è come uomo senza ca-peli io testa. Io metto su piedi e volta faccia a vento per sente odore, ma niente odore viene da lontano. Pancia fa male, qua in mezzo a me. Aria di pancia sale su in bocca e lecca lei è come lecca niente. Grumo di sangue secco è ora nero su ginocchio e di-viene con pizzica. Io sgraffia e altro sangue ancora viene fuori.

(Traduzione: Leonardo Rizzi e Michele Foschini)


Christopher Moore (1957)

A Dirty Job
Charlie Asher walked the earth like an ant walks on the surface of water, as if the slightest misstep might send him plummeting through the surface to be sucked to the depths below. Blessed with the Beta Male imagination, he spent much of his life squinting into the future so he might spot ways in which the world was conspiring to kill him - him; his wife, Rachel; and now, newborn Sophie. But despite his attention, his paranoia, his ceaseless fretting from the moment Rachel peed a blue stripe on the pregnancy stick to the time they wheeled her into recovery at St. Francis Memorial, Death slipped in.
Un lavoro sporco
Charlie Asher camminava sulla Terra come una formica sulla superficie dell'acqua, quasi temesse che il più piccolo passo falso potesse farlo andare a fondo, fino a essere risucchiato negli abissi. Avendo la fortuna di possedere l'immaginazione tipica del maschio beta, passava gran parte della vita a lanciare occhiate furtive al futuro, così da poter individuare i modi in cui il mondo tramava la sua morte: la sua, quella di sua moglie Rachel, e adesso anche quella della piccola Sophie, appena nata. Ma, nonostante le attenzioni, la paranoia e l'incessante inquietudine, dal momento in cui l'urina di Rachel aveva fatto comparire una lineetta azzurra sul bastoncino del test di gravidanza fino al suo ricovero al St. Francis Memorial, la morte riuscì comunque a insinuarsi nelle loro vite.

(Traduzione: Chiara Brovelli)

Lamb: The Gospel According to Biff, Christ's Childhood Pal
The angel was cleaning out his closets when the call came. Halos and moonbeams were sorted into piles according to brightness, satchels of wrath and scabbards of lightning hung on hooks waiting to be dusted. A wineskin of glory had leaked in the corner and the angel blotted it with a wad of fabric. Each time he turned the cloth a muted chorus rang from the closet, as if he'd clamped the lid down on a pickle jar full of Hallelujah Chorus.
"Raziel, what in heaven's name are you doing?"
Il Vangelo secondi Biff, amico di infanzia di Gesù
L'angelo stava vuotando e pulendo i suoi armadi quando giunse la chiamata. Aureole e raggi di luna erano divisi in mucchi a seconda della luminosità, le sacche con l'ira e i foderi dei lampi erano appesi a ganci in attesa di essere spolverati. Da un otre in un angolo era fuoriuscita un po' di gloria che provvide ad asciugare con un tampone. Ogni volta che muoveva lo straccio, dall'armadio si levava un coro smorzato, come se avesse messo il coperchio su un vaso di sottaceti colmo di Alleluia.
"Raziel, in nome del cielo, che cosa stai facendo?".

(Traduzione: Chiara Brovelli)

The Lust Lizard of Melancholy Cole
September in Pine Cove is a sigh of relief, a nightcap, along-deserved nap. Soft autumn light filters through the trees, the tourists go back to Los Angeles and San Francisco, and Pine Cove's fice thousand residents wake up to discover that they can once again find a parking place, get a table in a restaurant, and walk the beaches without being conked by an errant Frisbee.
Sesso e lucertole a Melancholy Cole
Settembre a Pine Cove è un sospiro di sollievo, il bicchiere della buonanotte, un meritatissimo pisolino. La luce morbida dell'autunno filtra dagli alberi, i turisti tornano a Los Angeles e San Francisco, i cinquemila residenti della cittadina si svegliano e scoprono di poter finalmente trovare parcheggio, andare al ristorante senza fare la fila e passeggiare in spiaggia senza scontrarsi con qualche frisbee vacante.

(Traduzione: Luca Fusari)

Practical Demonkeeping
The Breeze blew into San Junipero in the shotgun seat of Billy Winston's Pinto wagon. The Pinto lurched dangerously from shoulder to centerline, the result of Billy trying to roll a joint one-handed while balancing a Coors tallboy and bopping to the Bob Marley song that crackled through the stereo.
"We be jammin' now, mon!" Billy said, toasting The Breeze with a slosh of the Coors.
The Breeze shook his head balefully. "Keep tha can down, watch the road, let me roll the doobie," he said.
"Sorry, Breeze," Billy said. "I'm just stoked that we're on the road."
Demoni. Istruzioni per l'uso
Brezza soffiava verso San Junipero sulla Pinto station wagon di Billy Winston. La Pinto beccheggiava fra il margine e il centro della carreggiata mentre Billy guidava, cercava di rollare una canna con una mano sola senza far cadere la lattina doppia di Coors e dondolava al ritmo del pezzo di Bob Marley che gracchiava dalla radio.
"Alla bella vita, fratello!" disse Billy, e brindò a Brezza con un sorso di Coors.
Brezza scosse la testa minaccioso. "Giù la lattina, guarda la strada, fai rollare a me" disse.
"Scusa, Brezza" rispose Billy. "Essere in viaggio con te mi gasa".

(Traduzione: Luca Fusari)

Sacré Bleu
On the day he was to be murdered, Vincent van Gogh encountered a Gypsy on the cobbles outside the inn where he'd just eaten lunch.
"Big hat," said the Gypsy.
Vincent paused and slung the easel from his shoulder. He tipped his yellow straw hat back. It was, indeed, big.
"Yes, madame," he said. "It serves to keep the sun out of my eyes while I work."
Sacré bleu
Il giorno in cui lo uccisero, Vincent van Gogh incontrò una zingara sul pavé davanti alla locanda dove aveva appena finito di pranzare.
"Cappello grande" disse la zingara.
Vincenti si fermò e si levò il cavalletto dalla spalla. La salutò sollevando il cappello. In effetti era proprio grande.
"Sì, signora" disse. "Serve a proteggermi gli occhi dal sole quando lavoro

(Traduzione: Luca Fusari)

You Suck
"You bitch, you killed me! You suck!"
Tommy had just awakened for the first time as a vampire. He was nineteen, thin, and had spent his entire life between states of amazement and confusion.
"I wanted us to be together." Jody: pale, pretty, long red hair hanging in her face, cute swoop of a nose in search of a lost spray of freckles, a big lipstick-smeared grin. She'd only been undead herself for a couple of months, and was still learning to be spooky.
Suck!
"Brutta stronza succhiasangue, mi hai ucciso!".
Tommy era al suo primo risveglio da vampiro. Diciannove anni, corporatura esile, aveva trascorso tutta la vita tra stati di meraviglia e confusione.
"Volevo stare con te". Jody: pallida, bella, una lunga chioma rossa che le scendeva sul viso, un naso grazioso che si tuffava in mezzo a una spruzzata di lentiggini, e un enorme sorriso impiastricciato di rossetto. Era una non-morta da un paio di mesi appena, e stava ancora lavorando al suo aspetto spettrale.

(Traduzione: Chiara Brovelli)


George Augustus Moore (1852-1933)

Albert Nobbs
When we went up to Dublin in 'sixties, Alec, we always put up at Morrison's Hotel, a big family hotel at the corner of Dawson Street, one that was well patronised by the gentry from all over Ireland, my father paying his bill every six months when he was able, which wasn't very often, for what with racing stables and elections following one after the other, Moore Hall wasn't what you'd call overflowing with money
Albert Nobbs
Quando andavamo a Dublino negli anni Sessanta, Alec, alloggiavamo sempre al Morrison's Hotel, un grande albergo familiare, all'angolo con Dawson Street, di cui era affettuosa clientela abituale la piccola nobiltà di tutta l'Irlanda, e mio padre pagava il conto ogni sei mesi, quando poteva; il che non accadeva spesso in quanto, tra cavalli da corsa ed elezioni che si alternavano freneticamente, non si poteva certo dire che Moore Hall navigasse nell'oro.

(Traduzione: Carmine Mezzacappa)

Esther Waters
She stood on the platform watching the receding train. The white steam curled above the few bushes that hid the curve of the line, evaporating in the pale evening. A moment more and the last carriage would pass out of sight, the white gates at the crossing swinging slowly forward to let through the impatient passengers.
An oblong box painted reddish brown and tied with a rough rope lay on the seat beside her. The movement of her back and shoulders showed that the bundle she carried was a heavy one, and the sharp bulging of the grey linen cloth that the weight was dead. She wore a faded yellow dress and a black jacket too warm for the day.
Esther Waters
Stava sul marciapiede a guardare il treno che si allontanava. Il fumo bianco saliva arricciolato sui pochi cespugli che nascondevano la curva della strada ferrata, vaporando nella pallida luce del pomeriggio. Ancora un momento e l'ultimo vagone sarebbe scomparso alla vista, e già i cancelli bianchi del passaggio a livello oscillavano aprendosi lentamente in avanti per lasciar passare i viaggiatori impazienti.
Accanto a lei, sul sedile, posava un bauletto di legno oblungo, tinto di marrone rossiccio e legato con un rozzo pezzo di corda. Dall'atteggiamento delle sue spalle e della sua schiena si capiva che il fagotto che portava era pesante, e il rigonfiamento angoloso della tela di sacco grigia denotava che il peso era inerte. Indossava un vestito giallo sbiadito e una giacchetta nera troppo calda per quella giornata.

(Traduzione: Beatrice Boffito Serra)


Elsa Morante (1912-1985)

Aracoeli
Mia madre era andalusa, Per caso, i suoi genitori portavano di nascita, l'uno e l'altra, il medesimo cognome MUÑOZ: così che lei, secondo l'uso spagnolo, portava il doppio cognome Muñoz Muñoz. Di suo nome di battesimo, si chiamava Aracoeli.
Io somigliavo a lei nella carnagione e nei tratti, mentre la tinta degli occhi mi veniva da mio padre (italiano del Piemonte). Dal tempo che ero bello, mi torna all'orecchio una canzoncina speciale delle sere di plenilunio, della quale io non volevo saziarmi. E lei me la replicava allegrissima, sbalzandomi su verso la luna, come per fare sfoggio di me verso una mia gemellina in cielo:

Luna lunera
cascabelera
los ojos azules
la cara morena.

L'isola di Arturo
Uno dei miei primi vanti era stato il mio nome. Avevo presto imparato (fu lui, mi sembra, il primo a informarmene), che Arturo è una stella: la luce più rapida e radiosa della figura di Boote, nel cielo boreale! E che inoltre questo nome fu portato pure da un re dell'antichità, comandante a una schiera di fedeli: i quali erano tutti eroi, come il loro re stesso, e dal loro re trattati alla pari, come fratelli. Purtroppo, venni poi a sapere che questo celebre Arturo re di Bretagna non era storia certa, soltanto leggenda; e dunque, lo lasciai da parte per altri re più storici (secondo me, le leggende erano cose puerili).

Menzogna e sortilegio
Sono già due mesi che la mia madre adottiva, la mia sola amica e protettrice, è morta. Quando, rimasta orfana dei miei genitori, fui da lei raccolta ed adottata, entravo appena nella fanciullezza; da allora (più di quindici anni fa), avevamo sempre vissuto assieme.
La nuova luttuosa ormai s'è sparsa per l'intera cerchia delle sue conoscenze; e, cessate ormai da tempo le casuali visite di qualche ignaro che, durante i primi giorni, veniva ancora a cercare di lei, nessuno sale più a questo vecchio appartamento, dove sono rimasta io sola. Non più di una settimana dopo i funerali, la nostra unica domestica, da poco assunta al nostro servizio, si licenziò con una scusa, mal sopportando, immagino, il silenzio e il deserto delle nostre mura, già use alla società e al frastuono.

La storia
Un giorno di gennaio dell'anno 1941, un soldato tedesco di passaggio, godendo di un pomeriggio di libertà, si trovava, solo, a girovagare nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. Erano circa le due del dopopranzo, e a quell'ora, come d'uso, poca gente circolava per le strade. Nessuno dei passanti, poi, guardava il soldato, perché i Tedeschi, pure se camerati degli Italiani nella corrente guerra mondiale, non erano popolari in certe periferie proletarie. Né il soldato si distingueva dagli altri della sua serie: alto, biondino, col solito portamento di fanatismo disciplinare, e, specie nella posizione del berretto, una conforme dichiarazione provocatoria.


Alberto Moravia (1907-1990)

Agostino
Nei primi giorni d'estate, Agostino e sua madre uscivano tutte le mattine sul mare in pattino. Le prime volte, la madre aveva fatto venire anche un marinaio, ma Agostino aveva mostrato per così chiari segni che la presenza dell'uomo l'annoiava, che da allora i remi furono affidati a lui. Egli remava con un piacere profondo su quel mare calmo e diafano del primo mattino e la madre, seduta di fronte a lui, gli discorreva pianamente, lieta e serena come il mare e il cielo, proprio come se lui fosse stato un uomo e non un ragazzo di tredici anni.

Le ambizioni sbagliate
Nulla ripugnava maggiormente a Pietro Monatti che una condotta ispirata ai calcoli, agli impulsi e a tutte le altre arbitrarie giustificazioni dell'amor proprio. Oltre che da un disprezzo istintivo per le angustie e per le meschinità dell'egoismo, oltre che da un'ammirazione non meno istintiva per le azioni e i propositi generosi, l'odio per tutte le forme che suole rivestire l'amore di sé e specialmente quelle dell'ambizione, della prepotenza e dell'interesse gli era stato riconfermato da certe sfortunate esperienze della sua prima giovinezza.

La ciociara
Ah, i bei tempi di quando andai sposa e lasciai il mio paese per venire a Roma. La sapete la canzone:
         "Quando la ciociara si marita
         a chi tocca lo spago e a chi la ciocia"
Ma io diedi tutto a mio marito, spago e ciocia, perché era mio marito e anche perché mi portava a Roma ed ero contenta di andarci e non sapevo che proprio a Roma mi aspettava la disgrazia.

Il conformista
Nel tempo della sua fanciullezza, Marcello era affascinato dagli oggetti come una gazza. Forse perché, a casa, più per indifferenza che per austerità, i genitori non avevano mai pensato a soddisfare il suo istinto di proprietà; o, forse, perché altri istinti più profondi a ancora oscuri si mascheravano in lui da avidità; egli era continuamente assalito da voglie furiose per gli oggetti più diversi. Una matita con il puntale di gomma, un libro illustrato, una fionda, un regolo, un calamaio portatile di ebanite, qualsiasi nonnulla sollevava il suo animo, prima ad un desiderio intenso e irragionevole della cosa agognato e poi, una volta la cosa entrata in suo possesso, ad uno stupefatto, stregato, insaziabile compiacimento.

Gli indifferenti
Entrò Carla; aveva indossato un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta, che bastò quel movimento di chiudere l'uscio per fargliela salire di un buon palmo sopra le pieghe lente che le facevano le calze intorno alle gambe; ma ella non se ne accorse e si avanzò con precauzione guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata e malsicura; una sola lampada era accesa e illuminava le ginocchia di Leo seduto sul divano; un'oscurità grigia avvolgeva il resto del salotto.

La noia
Ricordo benissimo come fu che cessai di dipingere. Una sera, dopo essere stato otto ore di seguito nel mio studio, quando dipingevo per cinque, dieci minuti e quando gettandomi sul divano e restandoci disteso, con gli occhi al soffitto, una o due ore; tutto ad un tratto, come per un'ispirazione finalmente autentica dopo tanti fiacchi conati, schiacciai l'ultima sigaretta nel portacenere colmo di mozziconi spenti, spiccai un salto felino dalla poltrona nella quale mi ero accasciato, afferrai un coltellino radente di cui mi servivo qualche volta per raschiare i colori e, a colpi ripetuti, trinciai la tela che stavo dipingendo e non fui contento finché non l'ebbi ridotta a brandelli. Poi tolsi da un angolo una tela pulita della stessa grandezza, gettai via la tela lacerata e misi quella nuova sul cavalletto. Subito dopo, però, mi accorsi che tutta la mia energia, come dire? creatrice, si era completamente scaricata in quel furioso e, in fondo, razionale gesto di distruzione.

L'uomo che guarda
Un giorno qualsiasi della mia vita come prologo.
Ore sei e trenta. Dormo poco, non più di sei ore per notte e, appena mi sveglio, dedico cinque, dieci minuti a quella rara occupazione che va sotto il nome di pensiero. A che cosa penso? A dirlo così può persino parere ridicolo: alla fine del mondo. Non so quando e in che modo è cominciata quest'abitudine; forse non tanto tempo fa, in seguito alla lettura di un libro che per caso ho trovato sulla scrivania di mio padre che è professore di fisica all'università, un libro tra i tanti sulla guerra mondiale. Oppure sarà stato un altro motivo venuto da chissà dove e poi scomparso dalla memoria,come scompare il seme una volta che la pianta è cresciuta.


Nadia Morbelli (197?)

Hanno ammazzato la Marinin
Faceva un tempo da lupi. Con quel po' po' di buriana che tirava dal mare sembrava una sera di novembre, altro che la vigilia di Pasqua, per quanto bassa fosse caduta quell'anno. Quando l'aereo era atterrato già tirava un vento da paura. Che all'aeroporto di Genova, quando c'è 'sto tempaccio, per prendere l'aria di muso l'aereo si fa una bella virata sul mare, e hai le onde proprio lì, a un palmo dal naso, e sembra ti guardino fisso nelle palle degli occhi. Come l'orco delle favole.


Antonio Moresco (1947)

Gli esordi
Io invece mi trovavo a mio agio in quel silenzio.
Ci svegliava prima dell'alba una preghiera vagante lungo i dormitori ancora bui, e molti restavano con gli occhi sbarrati, la testa un po' sollevata dal cuscino, nella leggera vertigine di passare di colpo da uno stato di sonno a uno di silenzio. Richiudevo gli occhi un istante, come per ritornare indietro, dal silenzio al sonno, prima di riaprirli di nuovo nella camerata ancora inebetita. Qualcuno stava già cominciando a infilarsi i calzoni sotto le coperte, mulinava in silenzio gambe e braccia, inarcava il dorso nello sforzo di creare un ponte con la spina dorsale.

Lo sbrego
Io non ho mai letto niente. Io non so se quello che faccio quando colloco i miei occhi nistagmici di fronte al plasma della visione alfabetica sia quella cosa che viene generalmente chiamata "lettura". Se devo dar retta a quello che dicono in molti su questo argomento, io non conosco, non ho mai conosciuto l'esperienza della lettura. Per me leggere non è leggere. Miliardi di anni fa, quando si sono formati gli elementi primari che hanno dato vita al nostro pianeta, sono sorti i componenti chimici che, nell'arco di altri miliardi di anni, sono diventati infine la materia fluida cui abbiamo dato il nome di inchiostro che lascia il segno su una superficie di carta o di impulso elettrico che palpita su una parete di cristalli liquidi o plasma. A questi abbiamo attribuito il significato di idee, di emozioni, decifrandoli con i nostri occhi emersi. Su di essi immaginiamo, costruiamo, inventiamo, deliriamo, sogniamo.


Marino Moretti (1885-1979)

Il libro dei sorprendenti vent'anni
Avevamo sbagliato strada.
Mia madre se ne accorse subito, nel senso che non mi diede subito torto, e disse forte e con vero coraggio e risolutezza:- Cambiamo.-
Il padre, come sempre, capì e non capì. Cambiar di città? Anche. Non deve cominciare a vedere un po' di mondo un ragazzo?
Fu molto bello quando insistetti, con l'aria di battermi, per barattare il ginnasio con la Scuola di Recitazione.
Egli s'aspettava tutt'altra scuola: magari l'Agraria... Se avessi implorato con le lacrime agli occhi d'entrare in Seminario, non avrei visto tanto dibattersi quei genitori di paese, simili a tanti altri, obbligati a separarsi dai loro ragazzi per metterli fuori (mandarli agli studi). La scuola d'Arti e Mestieri, la scuola Nautica, le stesse Belle Arti sarebbero state più comprensibili. Ma Talia e Melpomene! Erato!
Quest'uomo che a poco a poco cedeva bisognava anche blandirlo, usargli mille riguardi come a un convalescente, tenerlo d'occhio e vegliarlo in modo che quella volontà annientata non desse guizzi e sussulti e non tentasse ricomporsi, ricomporre le sparse membra, per rinsaldarsi e rimettersi in piedi.


Lorna Nicholl Morgan (1913-1993)

Another Little Christmas Murder
As she drove, Dylis Hughes sang to herself, a habit of hers not confined to any special occasion. Which was as well, for her present circumstances, to the majority of those who knew her, would have appeared to warrant bewailing rather than singing. But then the majority of her acquaintances, Dylis reflected, were pessimists. Regarding all or any of her plans they seemed to take a morbid pleasure in telling her, 'You'll never do it, Dylis, or if you do, you'll be sorry.'
Why don't you take my advice, and wait?'
Or, with a friendly but foreboding shake of the head, 'I can't think what you see in running round the country alone. Aren't you ever going to settle down?'
To the last question, Dylis had no answer.
Un piccolo omicidio di Natale
Mentre guidava, Dylis Hughes canticchiava tra sé, un’abitudine che non riservava a nessuna occasione particolare. Tuttavia, nella situazione in cui si trovava ora, gran parte dei suoi conoscenti avrebbe pensato che fosse il caso di allarmarsi, anziché canticchiare. Ma la maggioranza dei suoi conoscenti, pensò Dylis, era costituita da pessimisti. Persone che, giudicando i suoi programmi e le sue intenzioni, sembravano provare un morboso piacere nel dirle: «Non ce la farai mai, Dylis, o se ce la farai, te ne pentirai». «Perché non ascolti il mio consiglio e aspetti?». Oppure, scuotendo la testa con aria benevola ma preoccupata: «Proprio non capisco cosa ci trovi nel correre su e giù per il paese da sola. Ti fermerai una buona volta?».
E, a quest’ultima domanda, Dylis non sapeva bene cosa rispondere.

(Traduzione: Federico Zaniboni)


Silvia Mori (19??)

Polveri di Luna
Nel pomeriggio del 5 dicembre del 1932 il lavoro si svolgeva febbrile nel reparto di chirurgia dell'ospedale di Massa. Era un lunedì e la settimana non sarebbe potuta iniziare peggio; c'era stato un gran brutto incidente alle cave di Pian della Fioba e i compagni avevano riportato giù un morto e cinque feriti gravi. Per uno che aveva avuto il petto schiacciato da un masso di marmo non c'era più niente da fare, gli altri con traumi e fratture multiple erano stati smistati tra la sala operatoria, la medicheria e la sala gessi.


Eduard Mörike (1804-1875)

Mozart auf der Reise nach Prag
Im Herbst des Jahres 1787 unternahm Mozart in Begleitung seiner Frau eine Reise nach Prag, um 'Don Juan' daselbst zur Aufführung zu bringen.
Am dritten Reisetag, den vierzehnten September, gegen elf Uhr morgens, fuhr das wohlgelaunte Ehepaar, noch nicht viel über dreiß Stunden Wegs von Wien entfernt, in nordwestlicher Richtung jenseits vom Mannhardsberg und der deutschen Thaya bei Schrems, wo man das schöne Mährische Gebirg bald vollends überstiegen hat.
Mozart in viaggio verso Praga
Nell'autunno dell'anno 1787 Mozart, accompagnato dalla moglie, partì alla volta di Praga, per farvi rappresentare il Don Giovanni.
Il terzo giorno di viaggio, un 14 di settembre verso le undici del mattino, a poco più di trenta ore da Vienna, la gioconda coppia, superata la catena morava, volgeva in direzione di nord-ovest oltre il monte Mannhard e il Thaya tedesco, nei pressi di Schrems.

(Traduzione: Felice Filippini)


Angelo Morino (1949-2007)

Rosso taranta
La stazione di Roma Ostiense, martedì 26 giugno 2001, alle cinque e mezza del mattino. Ci sono ancora larghe tracce di notte nella luce che sta affiorando sui muri degli edifici, in mezzo ai binari, sopra i convogli in sosta. Ma è cosa scritta nell'aria: oggi sarà una bella giornata, con sole e poi ancora sole. Il treno è arrivato da Torino in perfetto orario, spaccando il minuto, e fra poco proseguirà per Napoli. La notte rimasta alle spalle è trascorsa in un sonno tutto a pezzi.


Christopher Morley (1890-1957)

The Haunted Bookshop
If you are ever in Brooklyn, that borough of superb sunsets and magnificent vistas of husband-propelled baby-carriages, it is to be hoped you may chance upon a quiet by-street where there is a very remarkable bookshop.
This bookshop, which does business under the unusual name "Parnassus at Home," is housed in one of the comfortable old brown-stone dwellings which have been the joy of several generations of plumbers and cockroaches. The owner of the business has been at pains to remodel the house to make it a more suitable shrine for his trade, which deals entirely in second-hand volumes. There is no second-hand bookshop in the world more worthy of respect.
La libreria stregata
Se doveste capitare a Brooklyn, quel borgo dai superbi tramonti e dalle edificanti visioni di mariti-sospingenti-carrozzelle-per-bambini, c'è da sperare che arriviate in una tranquilla via secondaria dove si trova una libreria piuttosto notevole.
Questa libreria, che porta l'insolito nome di "Parnaso in casa", è allogata in uno di quei confortevoli vecchi edifici di pietra bruna, che sono stati la gioia di diverse generazioni di idraulici e di scarafaggi. Il proprietario del negozio si è dato molta pena per rimodernare la casa, e renderla un reliquiario più degno della sua merce, che consiste interamente di volumi di seconda mano. Non esiste al mondo un'altra libreria di seconda mano più rispettabile di questa.

(Traduzione: Enrico Piceni)

Parnassus on Wheel
I wonder if there isn't a lot of bunkum in higher education? I never found that people who were learned in logarithms and other kinds of poetry were any quicker in washing dishes or darning socks. I've done a good deal of reading when I could, and I don't want to "admit impediments" to the love of books, but I've also seen lots of good, practical folk spoiled by too much fine print. Reading sonnets always gives me hiccups, too.
Il Parnaso ambulante
Mi domando se non vi sia molta ciarlataneria nell'istruzione superiore. Non ho mai trovato che le persone colte, che sanno di logaritmi e d'altro genere di poesia, siano più rapide delle altre nel lavare i piatti o nel rammendare le calze. Ho letto moltissimo quando ne ho avuto la possibilità, e non desidero che l'amore per i libri venga ostacolato; ma ho anche visto molta gente semplice e buona guastata da letture troppo raffinate. E per di più il leggere sonetti m'ha sempre fatto venire il singhiozzo.

(Traduzione: Rosanna Pelà)


Gianluca Morozzi (1971)

L'abisso
Quasi l'alba, adesso.
Tra ventiquattro ore mia madre si alzerà tutta giuliva, s'infilerà nel suo tailleur rosa confetto, farà colazione canticchiando, uscirà di casa camminando su nubi di soffice vapore.
"Vado alla laurea di mio figlio!" ripeterà ai vicini di casa, logorroica come un nastro spezzato. "Vado alla laurea di mio figlio! Mio figlio diventa dottore! Presto sarà un avvocato!", e detto questo centomila volte salirà in macchina tutta contenta, guiderà giù per i tornanti di montagna che ama tanto, arriverà a Bologna puntualissima, pronta a cingermi la fronte con la corona d'alloro.
In perfetto orario per la laurea di suo figlio. Il momento che aspetta da tutta una vita.
Tutto bellissimo. Quasi commovente.
Se escludiamo il dettaglio che non ci sarà nessuna laurea, domattina. Sarebbe un po' pretenzioso volersi laureare con quattro soli esami sul libretto.
Il libretto vero, intendo.
Non quello a uso e consumo di mia madre.

Accecati dalla luce
La soffiata arriva alle cinque del pomeriggio mentre cerco una coperta, nel caso che stanotte faccia un freddo da creparci. È Piero che mi telefona concitato, dice soltanto Corri da Freejoint che c'è una lista, poche parole ma chiarissime.
Dieci secondi e ho già addosso la maglietta identificativa del Bottom Line.
Trenta secondi e sono in strada a maledire il traffico.
Sfreccio sgommando su via Gagarin direzione tangenziale, mi fermo scalpitante alla rotonda, do la precedenza ripetendomi Dai, dai, su, faccio tre quarti di rotonda, sgommo su via Gagarin direzione stazione, che se ieri sera parcheggiavo dall'altro lato della strada avevo risparmiato mezzo minuto buono, dai, dai, su.

Colui che gli dei vogliono distruggere
Mettiamola così: ci sono due modi per cominciare a raccontare questa storia.
Si può iniziare da una fuga nello spazio interstellare, da due terrorizzati fratellini, dal bacio d'addio di una madre disperata. Oppure, in modo più rassicurante, da una coppia in macchina sulla strada tra Reggio Emilia e Modena.
Fuga nello spazio, macchina tra Reggio Emilia e Modena. Credo che sceglierò la soluzione più terrena e poi comincerò a osare più tardi, con calma. Sono nuovo, come narratore. Scusate. Conosco molto bene la materia, cioè, la vita e le opere del supereroe chiamato Leviatan, ma devo ancora imparare a raccontarla nel modo migliore.
Che tempo verbale si utilizza, per esempio? Indicativo presente? Trapassato prossimo? L'obsoleto, insopportabile, ma collaudato passato remoto?
Proviamo così: c'era un'auto con due persone a bordo...

Despero
Amo pensare di essere un'incognita, mi dico alle quattro del mattino davanti a un caffè scaldato al microonde, e con questa bella frase fatta saluto il nuovo giorno.
Nuovo giorno, poi. Se c'è una cosa che mi deprime, è uscire di casa col buio.
La luce del frigorifero aperto illumina la sacca da viaggio leggera: andiamo, suoniamo e torniamo, toccata e fuga. Speriamo di pagarci la benzina, almeno.
Alle quattro del mattino faccio cadere le Gocciole in una tazza di latte, e Sarah si starà rigirando nel letto accanto a quel BASTARDO di Tex, l'uomo che nel 1988 stava per spaccarmi il naso nella neve in mezzo ai pini.

Dieci cose che ho fatto ma che non posso credere di aver fatto, però le ho fatte
In quel giorno di maggio un po' a metà tra nuvole e sole c'era questo scrittore appoggiato al bancone, e questo scrittore appoggiato al bancone guardava il suo aperitivo con una smorfia che sembrava voler dire Che è 'sta roba, mestruo?
Io bevevo il mio caffè in silenzio, non troppo in confidenza con questo scrittore alto e dai capelli grigi, e a un certo punto lo scrittore alto e dai capelli grigi si era messo a dire Guarda, a me, scrivere fa schifo. Io avevo sorriso pensando Cazzo dici?

L'era del porco
Mi piaceva una ragazza, volevo impressionarla, per impressionarla avevo scritto un romanzo, nove racconti e trenta poesie. Lei aveva letto il romanzo, i nove racconti e le trenta poesie, aveva detto Sei bravo, scrivi bene, io li adoro, gli artisti. Poi si era messa con un ultrà neonazista del Lecce.
Non ho ancora capito dov'è che ho sbagliato.
In coincidenza con questo fatto già irritante, nella mia città, simbolo storico della sinistra, era stato eletto per la prima volta un sindaco di destra.

Luglio, agosto, settembre nero
Ciao, bella. Quanto vuoi?
(...)
Be', mi pare onesto. Almeno così, su due piedi... non sono esperto, ma mi pare onesto.
Come? Col guanto? Ovvio, col guanto. Eh eh, secondo te non mi metto il guanto?
È obbligatorio? No, no, scherzavo.
È obbligatorio, eh?
Vabbè. Sali pure.
La cintura, per favore. Mettiti la cintura, grazie.
A proposito, hmm, per sapere...
...con ingoio o senza ingoio?
(...)
Come fai a ingoiare se ho il guanto?
Eh, be', sì, era ovvio.
Sveglia, sei. Brava. Volevo vedere se eri attenta.


Dermot Morrah (1896-1974)

The Mummy Case (Il caso della mummia scomparsa)
Il cicaleccio del dopocena si placò per un attimo mentre il rettore e i docenti del Beaufort College, a Oxford, sospendevano le loro conversazioni per assistere in modo critico ed educato all'apertura di un'altra bottiglia di porto. Denys Sargent, il professore più giovane in ruolo, a cui spettava la celebrazione di quel rito, si mise a manipolare cavatappi, tovaglioli e caraffe con l'aria di un cardinale la cui assoluta correttezza liturgica è compatibile con un certo critico scetticismo sui fondamentali della fede.
(Traduzione: Dario Pratesi)


William Morris (1834-1896)

News from Nowhere
Up at the League, says a friend, there had been one night a brisk conversational discussion, as to what would happen on the Morrow of the Revolution, finally shading off into a vigorous statement by various friends of their views on the future of the fully-developed new society.
Says our friend: Considering the subject, the discussion was good-tempered; for those present being used to public meetings and after-lecture debates, if they did not listen to each others' opinions (which could scarcely be expected of them), at all events did not always attempt to speak all together, as is the custom of people in ordinary polite society when conversing on a subject which interests them. For the rest, there were six persons present, and consequently six sections of the party were represented, four of which had strong but divergent Anarchist opinions.
Notizie da nessun luogo
Una sera alla Lega, racconta un amico, ci fu un dibattito piuttosto vivace su ciò che sarebbe avvenuto all'indomani della Rivoluzione, che sfociò nella vigorosa enunciazione, da parte di alcuni amici, dei loro punti di vista sul futuro della nuova società nel suo pieno sviluppo.
Tenendo conto dell'argomento, dice l'amico, la discussione fu corretta perché i presenti, avvezzi alle pubbliche riunioni e ai dibattiti che seguono sempre le conferenze, anche se non si ascoltarono l'un l'altro (cosa che era difficile aspettarsi da loro), per lo meno non cercarono sempre di parlare tutti contemporaneamente, come è d'uso nella società bene educata quando si conversa su un tema interessante. D'altra parte i presenti erano sei, cosicché erano rappresentate sei correnti, quattro delle quali di salde ma divergenti opinioni anarchiche.

(Traduzione: Mario Bonini)

The Wood Beyond the World
Awhile ago there was a young man dwelling in a great and goodly city by the sea which had to name Langton on Holm. He was but of five and twenty winters, a fair-faced man, yellow-haired, tall and strong; rather wiser than foolisher than young men are mostly wont; a valiant youth, and a kind; not of many words but courteous of speech; no roisterer, nought masterful, but peaceable and knowing how to forbear: in a fray a perilous foe, and a trusty war-fellow. His father, with whom he was dwelling when this tale begins, was a great merchant, richer than a baron of the land, a head-man of the greatest of the Lineages of Langton, and a captain of the Porte; he was of the Lineage of the Goldings, therefore was he called Bartholomew Golden, and his son Golden Walter.
Il bosco oltre il mondo
Tempo fa un giovane abitava in una grande e bella città sul mare chiamata Langton-on-Holm. Bel viso, capelli biondi, egli aveva solo venticinque inverni. Era alto, forte, mai superbo, più saggio di quanto siano solitamente i giovani; gentile e di animo ardito; di poche parole ma dal linguaggio cortese, mai altezzoso e tantomeno arrogante - anzi: calmo, paziente e sicuro di sé; in battaglia temibile avversario ma fidato compagno d'arme. Suo padre, con il quale egli viveva al momento in cui ha inizio questa storia, figura di grande autorità della più prestigiosa famiglia di Langton e amministratore del porto cittadino, era un influente mercante, assai più ricco degli aristocratici proprietari di terre. Apparteneva alla stirpe dei Golding: Bartholomew Golden era il suo nome e Walter Golden quello di suo figlio.

(Traduzione: Carmine Mezzacappa)


Toni Morrison (Chloe Anthony Wofford) (1931-2019)

Beloved
124 was spiteful. Full of a baby's venom. The women in the house knew it and so did the children. For years each put up with the spite in his own way, but by 1873 Sethe and her daughter Denver were its only victims. The grandmother, Baby Suggs, was dead, and the sons, Howard and Buglar, had run away by the time they were thirteen years old - as soon as merely looking in a mirror shattered it (that was the signal for Buglar); as soon as two tiny hand prints appeared in the cake (that was it for Howard). Neither boy waited to see more; another kettleful of chickpeas smoking in a heap on the floor; soda crackers crumbled and strewn in a line next to the doorsill.
Amatissima
Il 124 era carico di rancore. Carico del veleno d'una bambina. Le donne lo sapevano, e così anche i bambini. Per anni ognuno aveva cercato a modo suo di sopportare il rancore di quella casa ma, nel 1873, le uniche vittime rimaste erano Sethe e sua figlia Denver. La nonna, Baby Suggs, era morta e i due ragazzi, Howard e Buglar, erano scappati via a tredici anni, non appena, al solo guardarsi nello specchio, questo si era frantumato (il segnale per Buglar), non appena erano apparse sulla torta le due minuscole impronte di una manina (il segnale per Howard). Nessuno dei due aveva aspettato di vedere altro: l'ennesima pignatta ricolma di ceci fumanti rovesciata sul pavimento, le gallette in briciole sparpagliate a terra lungo una linea parallela all'uscio di casa.

(Traduzione: Giuseppe Natale)

A Mercy (...)
Don’t be afraid. My telling can’t hurt you in spite of what I have done and I promise to lie quietly in the dark – weeping perhaps or occasionally seeing in the blood once more – but I will never again unfold my limbs to rise up and bare teeth. I explain. You can think what I tell you a confession, if you like, but one full of curiosities familiar only in dreams and during those moments when a dog’s profile plays in the steam of a kettle. Or when a corn-husk doll sitting on a shelf is soon splaying in the corner of a room and the wicked of how it got there is plain. Stranger things happen all the time everywhere. You know. I know you know.

Paradise
They shoot the white girl first. With the rest they can take their time. No need to hurry out here. They are seventeen miles from a town which has ninety miles between it and any other. Hiding places will be plentiful in the Convent, but there is time and the day has just begun.
They are nine, over twice the number of the women they are obliged to stampede or kill and they have the paraphernalia for either requirement: rope, a palm leaf cross, handcuffs, Mace and sunglasses, along with clean, handsome guns.
Paradiso
Sparano prima alla ragazza bianca. Per il resto c'è tempo. Quaggiù non c'è bisogno di affrettarsi. Sono a diciassette miglia da un paese che ne dista novanta dalla località più vicina. Nel Convento i posti per nascondersi sono tanti, ma c'è tempo e il giorno è appena cominciato.
Sono in nove, più del doppio rispetto al numero di donne che sono costretti a mettere in fuga o ad ammazzare, e hanno con sé l'occorrente per entrambe le esigenze: una corda, una croce di foglie di palma, le manette, uno spray che rende temporaneamente ciechi, occhiali da sole e armi lucide, belle.

(Traduzione: Franca Cavagnoli)


Guido Morselli (1912-1973)

Il comunista
Dibattito (e riposo) in Parlamento. Si stava discutendo un'interpellanza sulle condizioni, cattive, delle Ferrovie dello Stato e l'aula già con poca gente si sguerniva, come capita quando si trattano argomenti tecnici; tranne nel settore della sinistra, a cui apparteneva l'interpellante. Malgrado le voci alterne di questi e del ministro Angelini che gli rispondeva, l'ambiente era sonnacchioso; infastidita e divertita perplessità accolse il magro spunto polemico introdotto dall'estrema. L'interruzione si levò da un banco del MSI, la voce, a inflessioni fittamente siciliane, aveva pretese d'ironia.

Dissipatio H. G.
Relitti fonico-visivi mi tengono compagnia, e sono ciò che di più diretto mi rimanga di 'loro'. Puramente verbali, due (da notiziari della radio, suppongo): fallito dirottamento e riuscito stupro di una ragazza in un aereo dell'Olympic Airways; e quest'altro in inglese, forse dall'inattendibile Voice of Europe: A favorite Polish joke goes, we feign to work, the State feigns to pay us. E due immagini: una bottiglia, con corona reale sullo sfondo, e la scritta in rosso: Seagram's Canadian Whisky. Il quadratino bianco del campo da tennis dietro l'Hôtel Bellevue, nell'oculare del mio binocolo. La memoria involontaria non ha altro, e questi ricordi vi fluttuano insistenti e vaghi.


John Mortimer (1923-2009)

Rumpole of the Bailey
Rumpole and the Younger Generation
Horace Rumpole, barrister at law, 68 next birthday, Old Bailey Hack, husband to Mrs Hilda Rumpole (knows to me only as She Who Must Be Obeyed) and father to Nicholas Rumpole (lecturer in social studies at the University of Baltimore, I have always been extremely proud of Nick); I, who have a mind full of old murders, legal anecdotes and memorable fragments of the Oxford Book of English Verse (Sir Arthur Quiller-Couch’s edition) togheter with a dependable knowledge of bloodstains, blood groups, fingerprints, and forgery by typewriter, I, who am now the oldest member of my Chambers, take up my pena t this advanced age during a lull in business (there’s not much crime about, all the best villains seem to be off on holiday in the Costa Brava), in order to write my reconstruction of some of my recent triumph (including a number of recent disaster) in the Courts of Law, hoping thereby to turn a bob or two which won’t immediately grabbed by the taxman, or my clerk Henry, or by She Who Must Be Obeyed, and perhaps give some sort of entertainment to those who, like myself, have found in British justice a life-long subject of harmless fun.
Avventure di un avvocato
Rumpole e la nuova generazione
Sono Horace Rumpole, di professione avvocato, prossimo a compiere 68 anni, veterano dell’Old Bailey, marito di Hilda (per me Colei Che Deve Essere Obbedita) e padre di Nicholas Rumpole (professore di sociologia nell’università di Baltimora – sono stato sempre molto orgoglioso di Nick); ho la testa piena di vecchi omicidi, aneddoti legali e versi memorabili dell’Oxford Book of English Verse (l’edizione curata da Arthur Quiller-Couch). A ciò si aggiunga un’assodata dimestichezza con tracce di sangue, gruppi sanguigni, impronte digitali e falsificazioni con macchine da scrivere. Sono oggi l’avvocato più anziano dello studio e prendo in mano la penna a questa veneranda età in un momento di stasi degli affari (non c’è molta criminalità in giro, sembra che i migliori malviventi se ne siano andati in vacanza in Costa Brava), per raccontare qualche recente successo in tribunale (senza tralasciare qualche recente disastro), sperando in tal modo di racimolare un po’ di soldi che non vengano immediatamente arraffati dall’esattore, o dal segretario capo Henry, o da Colei Che Deve Essere Obbedita, e magari di intrattenere coloro che, come me, hanno trovato nella giustizia britannica una fonte inesauribile di schietto divertimento.

(Traduzione: Stefania Michelucci)

The Trials of Rumpole
Rumpole and the Man of God
As I take up my pern during a brief and unfortunate lull in Crime (takinng their cue from the car-workers, the villains of this city appear to have downed tools causing a regrettable series of layoffs, redundancies and slow-time workings down the Old Bailey), I wonder whici of my most recent Trials to chronicle. Sitting in Chambers on a quiet Sunday morning (I never write these memories at home for fear that She Who Must Be Obeyed, my wife Hilda, should glance over my shoulder and take exception to the manner in which I have felt it right, in the strict interest of truth and accurancy, to describe domestic life à cote de Chez Rumpole); seated, as I say, in my Chambers I thought of going to the archives and consulting the mementoes of some of my more notorious victories. However when I opened the cupboard it was bare, and I remebered that it was during my defence of a South London clergyman on a shoplifting rap that I had felt bound to expunge all traces of my past, and destroy my souvenirs.
Nuovi casi per l’avvocato Rumpole
Rumpole e l’uomo di Dio
Al momento di prendere in mano la penna durante una breve e malaugurata pausa della criminalità (traendo esempio dai metalmeccanici, i delinquenti di questa città sembrano aver incrociato le braccia provocando una serie di deplorevoli licenziamenti, lungaggini e rallentamenti nel lavoro dell’Old Bailey), mi domandavo quale dei miei più recenti processi dovessi raccontare. Seduto nel mio studio in una tranquilla mattina domenicale (non scrivo mai questi ricordi a casa per timore che Colei Che Deve Essere Obbedita, cioè mia moglie Hilda, possa sbirciare sulla mia spalla e sollevare obiezioni sulla maniera nella quale, per amore di verità e scrupolo, mi sono preso la libertà di descrivere la vita domestica chez les Rumpole); come dicevo, seduto nel mio studio pensai di andare in archivio e consultare i resoconti di alcuni dei miei più noti successi giudiziari. Tuttavia, aprendo l’armadio vidi che era vuoto e mi ricordai che mentre difendevo un prelato del sud di Londra accusato di un furto in un negozio, mi ero sentito in dovere di cancellare tutte le tracce del mio passato e distruggere i miei ricordi.

(Traduzione: Maria Delogu)

Rumpole for the Defence (Rumpole per la difesa)
Rumpole e l’arte delicata del ricatto
Una certa dose di distacco, dice lo stimato capo del mio studio, Guthrie Featherstone, consigliere della corona e membro del parlamento, è cruciale nella vita di un avvocato. Con ciò s’intende la capacità di vedere il tuo cliente condannato a una lunga detenzione, salutarlo allegramente con un cenno della mano e precipitarsi allo Sheridan Club per una porzione di fagiano freddo.
Il distacco, mi pare, a Guthrie riesce naturale. Gioca a golf con un’eletta compagnia di magistrati e quando si presenta in tribunale per la difesa spesso è salutato da un sorriso del giudice in carica che sembra dire: “Ma sì, sappiamo entrambi che devi fare la tua parte, amico mio. Andrà meglio la prossima volta, quando rappresenterai l’accusa.” Quando io mi alzo sui garretti, la disposizione d’animo del giudice eè quella di identificarmi ancora più saldamente con la classe dei malfattori.

(Traduzione: )


Kate Morton (1976)

The Clockmaker’s Daughter
We came to Birchwood Manor because Edward said that it was haunted. It wasn't, not then, but it's a dull man who lets truth stand in the way of a good story, and Edward was never that. His passion, his blinding faith in whatever he professed, was one of the things I fell in love with. He had the preacher's zeal, a way of expressing opinions that minted them into gleaming currency. A habit of drawing people to him, of firing in them enthusiasms they hadn't known were theirs, making all but himself and his convictions fade.
La donna del ritratto
Ci eravamo trasferiti a Birchwood Manor perché, a detta di Edward, era infestata dagli spettri. Non era vero, non ancora, ma solo gli sciocchi permettono alla verità di guastare una bella storia, e Edward era tutt’altro che sciocco. La sua passione, la fede cieca nelle sue convinzioni, era uno dei motivi per cui mi ero innamorata di lui. Aveva il fervore di un predicatore: qualunque opinione esprimesse diventava una verità assoluta. Attirava le persone come una calamita, accendendo in loro entusiasmi che non sapevano nemmeno di possedere e facendo sbiadire tutto sullo sfondo, tranne lui e le sue certezze.

(Traduzione: Elena Cantoni e Rachele Salerno)

The Distant Hours
It started with a letter. A letter that had been lost a long time, waiting out half a century in a forgotten postal bag in the dim attic of a nondescript house in Bermondsey. I think about it sometimes, that mailbag: of the hundreds of love letters, grocery bills, birthday cards, notes from children to their parents, that lay together, swelling and sighing as their thwarted messages whispered in the dark. Waiting, waiting, for someone to realize they were there. For it is said, you know, that a letter will always seek a reader; that sooner or later, like it or not, words have a way of finding the light, of making their secrets known.
Una lontana follia
Tutto iniziò con una lettera smarrita tanto tempo prima, che attendeva il suo momento da almeno mezzo secolo, confusa fra tante altre in una borsa da postino, dimenticata nella soffitta di un’anonima casa di Bermondsey, a Londra. Ogni tanto ripenso a quella borsa, e alle centinaia di missive d’amore, di bollette da pagare, di biglietti d’auguri, di letterine di bambini che mischiati insieme sussurravano i loro messaggi nell’oscurità. E aspettavano che qualcuno si accorgesse di loro. Sapete come si dice, vero? Una lettera trova sempre il suo lettore. Prima o poi, piaccia o no, le parole riescono in qualche modo ad arrivare alla luce, a svelare i loro segreti.

(Traduzione: Alessandra Emma Giagheddu)

The Forgotten Garden
LONDON1913
It was dark where she was crouched but the little girl did as she'd been told. The lady had said to wait, it wasn't safe yet, they had to be as quiet as larder mice. It was a game, just like hide-and-seek.
From behind the wooden barrels the little girl listened. Made a picture in her mind the way Papa had taught her. Men, near and far, sailors she supposed, shouted to one another. Rough, loud voices, full of the sea and its salt. In the distance: bloated ships' horns, tin whistles, splashing oars and, far above, grey gulls cawing, wings flattened to absorb the ripening sunlight.
Il giardino dei segreti
Londra, 1913
Intorno a lei era tutto buio, ma la piccola fece come le avevano ordinato. La signora le aveva detto di aspettare lì, in quel posto sicuro, silenziosa come un topolino nella dispensa. Tanto era tutto un gioco, lo sapeva, un po' come nascondino.
Da dietro i barili, la bimba ascoltava. E intanto si faceva un disegno nella mente, come le aveva insegnato il suo papà. Vicine sentiva tante voci di uomini, certamente marinai, che si gridavano cose. Erano voci dure e tonanti, incrostate di mare e di salsedine. Da lontano le arrivavano il rombo e i fischi delle navi misti allo sciabordio dei remi, e su tutto lo stridore dei gabbiani che ad ali spiegate assorbivano la luce piena del giorno.

(Traduzione: Alessandra Emma Giagheddu)

The House at Riverton / The Shifting Fog
Film Script
Final draft, November 1998, pp. 1-4
THE SHIFTING FOG
Written and directed by Ursula Ryan@1998
MUSIC: Teme song. Nostalgic music of the type popular during and immediately following the First World War. Tough romantic, the music has an ominous edge.
1. EXT. A COUNTRY ROAD—DUSKS FINAL MOMENT
A country road flanked by green fields that stretch forever. It is 8.00 pm. The summer sun still lingers on the distant horizon, loath to slip, finally, beyond.
Ritorno a Riverton Manor
COPIONE
ULTIMA STESURA, NOVEMBRE 1998, PP. 1-4
RITORNO A RIVERTON MANOR
Scritto e diretto da Ursula Ryan ©1998
MUSICA: Una melodia nostalgica, del genere in voga durante e subito dopo la prima guerra mondiale. Per quanto romantica, la musica ha un che di minaccioso.
1. ESTERNO. UNA STRADA DI CAMPAGNA SUL FINIRE DEL CREPUSCOLO
La strada, fiancheggiata da campi verdi, si perde in lontananza. Sono le otto di sera. Il sole dell’estate indugia sull’orizzonte, riluttante a immergersi al di là.

(Traduzione: Massimo Ortelio)

The Lake House
The rain was heavy now and the hem of her dress was splattered with mud. She'd have to hide it afterwards; no one could know that she'd been out.
Clouds covered the moon, a stroke of luck she didn't deserve, and she made her way through the thick, black night as quickly as she could. She'd come earlier to dig the hole, but only now, under veil of darkness, would she finish the job. Rain stippled the surface of the trout stream, drummed relentlessly on the earth beside it. Something bolted through the bracken nearby, but she didn't flinch, didn't stop. She'd been in and out of the woods all her life and knew the way by heart.
I segreti della casa sul lago
La pioggia era fitta, adesso, e l’orlo del suo vestito era bagnato e sporco di fango. Dopo avrebbe dovuto nasconderlo; nessuno doveva sapere che era uscita.
Per un immeritato colpo di fortuna le nuvole coprivano la luna, e lei camminò nella notte profonda e nera il più velocemente possibile. Era già venuta a scavare la buca, ma aveva aspettato che facesse buio per finire il lavoro. La pioggia punteggiava la superficie del torrente ricco di trote, e tamburellava inesorabile sulla sponda terrosa. Qualche animaletto si spaventò e corse via, tra le felci, ma lei continuò senza nemmeno un sussulto. Da una vita scorrazzava in quei boschi, e conosceva la strada a memoria.

(Traduzione: Chiara Brovelli)

The Secret Keeper
Rural England, a farmhouse in the middle of nowhere, a summer's day at the start of the nineteen sixties. The house is unassuming: half-timbered, with white paint peeling gently on the western side and clematis scrambling up the plaster. The chimney pots are steaming and you know, just by looking, that there's something tasty simmering on the stove top beneath. It's something in the way the vegetable patch has been laid out, just so, at the back of the house; the proud gleam of the leadlight windows; the careful patching of the roofing tiles.
L'ombra del silenzio
Una fattoria persa nella campagna inglese, un giorno d’estate dei primi anni Sessanta. Una casa come tante, in legno e muratura, con l’intonaco che comincia a scrostarsi e la clematide che si arrampica sui muri. Dai comignoli esce un filo di fumo, ed è facile immaginarsi del buon cibo che cuoce sulla stufa; sarà per l’orto dietro la casa, o per lo splendido scintillio delle finestre con i vetri colorati, o per le tegole perfettamente allineate sul tetto.

(Traduzione: Alessandra Emma Giagheddu)


Giorgio Mosetti (1966)

La panchina sotto il pino
Erano le due di notte quando Jacopo accese l'ultima sigaretta e gettò il pacchetto vuoto nel cestino dei rifiuti. Era agosto, e pioveva con ferocia estiva.


Ottessa Moshfeg (1981)

My Year of Rest and Relaxation
Whenever I woke up, night or day, I'd shuffle through the bright marble foyer of my building and go up the block and around the corner where there was a bodega that never closed. I'd get two large coffees with cream and six sugars each, chug the first one in the elevator on the way back up to my apartment, then sip the second one slowly while I watched movies and ate animal crackers and took trazodone and Ambien and Nembutal until I fell asleep again. I lost track of time in this way. Days passed. Weeks. A few months went by.
Il mio anno di riposo e oblio
Ogni volta che mi svegliavo, che fosse notte o giorno, scendevo nell’ingresso pieno di marmo e luce del mio palazzo, e mi trascinavo fino all’angolo dell’isolato dove c’era una bodega che non chiudeva mai. Prendevo due bicchieroni di caffè con panna e sei dosi di zucchero ciascuno, tracannavo il primo nell’ascensore che mi riportava su in casa e poi sorseggiavo piano il secondo, mentre guardavo film sgranocchiando salatini a forma di animali e prendevo un po’ di trazodone, Ambien e Nembutal fino a riaddormentarmi. Così avevo perso il senso del tempo. Erano passati giorni, settimane, mesi.

(Traduzione: Gioia Guerzoni)


Andrew Motion (1952)

Silver: Return to Treasure Island
In those days I did my father's bidding. I would leave my bed at six o'clock every morning, tiptoe past his door so as not disturb his slumber, then set to work as quietly as possible among the foul tankards, glasses, plates, knives, gobs of tobacco, broken pipe-stems and other signs of interrupted pleasure that awaited me in the taproom below. Only after an hour or so - when everything had been made straight and the air was fresh again - could my father be trusted to appear, cursing me for having made such an intolerable racket.
Ritorno all'Isola del Tesoro
In quei giorni ero al servizio di mio padre. Ogni mattina mi alzavo alle sei, passavo in punta di piedi davanti alla sua camera per non svegliarlo, e cercando di fare meno rumore possibile mi davo da fare fra boccali lerci, bicchieri, piatti, coltelli, sputi di tabacco, pipe spezzate e simili tracce dell'ininterrotta baldoria che mi attendeva nella sottostante taverna. Solo dopo un'ora - quando tutto era stato sistemato e l'aria era di nuovo fresca - mio padre si degnava di fare la sua comparsa, maledicendomi per aver fatto tanto fracasso.

(Traduzione: Michele Mari)


Franny Moyle (1964)

Desperate Romantics
In 1843, when he was barely out of Oxford University, John Ruskin had done something particularly audacious. He had published a book on contemporary art, Modern Painters. At the heart of this book was Ruskin’s passion for Joseph Mallord William Turner, a painter who even in his own day Ruskin felt was misunderstood. But Ruskin could see how the artist’s work was born from an extraordinary immersion in the natural world. And in his ability to convey nature in true power and beauty Ruskin believed that Turner outshone his forebears.
Romantici disperati
Nel 1843, quando aveva appena lasciato l’università di Oxford, John Ruskin aveva fatto qualcosa di particolarmente audace. Aveva pubblicato un libro sull’arte contemporanea,
Pittori moderni. Il fulcro del libro era la passione di Ruskin per Joseph Mallord William Turner, un pittore che Ruskin riteneva fosse addirittura incompreso dai contemporanei. Ma Ruskin poteva rendersi conto di come il lavoro dell’artista fosse scaturito da una straordinaria immersione nel mondo naturale. E nella sua abilità a convertire la natura in autentica forza e bellezza Ruskin credeva che Turner eclissasse i suoi precursori.


Giulio Mozzi (1960)

Il culto dei morti nell'Italia contemporanea
Nel prato sono piantati a centinaia
i bastoncini di bambú.
Ogni bastoncino una bandierina
(uno straccetto, un fazzoletto).
Ogni bandierina un nome
(ricamato, scritto con la penna).
Ogni nome una preghiera
("sta' bene", "sii felice", "aspettaci").
I bambini corrono tra le bandierine.
Gli adulti portano bandierine nuove,
portano via le bandierine vecchie
(le lavano? le buttano? le usano
per un altro rito? le conservano
amorevolmente in un altare domestico?).
Si salutano, conversano.

Sono l'ultimo a scendere
Creatore
Sono a casa. Mi chiamano al telefono portatile.
"Buongiorno professore" dice una voce femminile, "sono Rossella Tale, della segreteria del Premio M. Il numero del suo portatile ce l'ha dato il professor R."
Sì, mi dica. Sono Giulio Mozzi. Ma non sono un professore" dico.
"Lei è uno scrittore" dice Rossella, "quindi per me è come se fosse un professore."
"Come vuole" dico.
Abbiamo il problema di trovare l'editore Sironi" dice Rossella.
"Sta a Milano. Vi do l'indirizzo. Perché lo cercate?" dico.
"Ci serve l'indirizzo" dice Rossella.


Nicola Mucci (1974)

Una vita da libraio
Che ci faceva tutta quella folla davanti alla porta a vetri della libreria di Alfredo? La signora Valentina, da anni cliente affezionata e infaticabile lettrice, non ricordava di aver mai visto così tanta gente accalcarsi all'ingresso della piccola rivendita di libri neppure il giorno della sua inaugurazione, ai tempi di Alfredo senior. Cercò di indagare. Voleva scoprire cosa stava accadendo e si fece largo a forza di gomiti alzati e di "mi scusi... mi scusi... permesso..." finché non arrivò fin sotto al cartello "LIBRI GRATIS - CESSASI ATTIVITÀ", attaccato proprio sulla porta a vetri.


Manuel Mujica Lainez (1910-1984)

Bomarzo (Bomarzo)
Sandro Benedetto, fisico e astrologo del mio celebre parente Niccolò Orsini, il condottiero che, dopo la sua morte, venne paragonato agli eroi dell'Iliade, stilò il mio oroscopo il 6 marzo del 1512, giorno in cui nacqui a Roma, alle due del mattino. Trentasette anni prima, lo stesso 6 marzo, ma del 1475, alla stessa ora del mattino, aveva visto l'inquieta luce del mondo, in un villaggio etrusco, Michelangelo Buonarroti. La coincidenza non andò oltre un fortuito ripetersi di ore e di date. In realtà gli astri che presiedettero alle nostre rispettive comparse sulla scacchiera dell'esistenza ordinarono i pezzi del gioco per molto differenti partite.
(Traduzione: Cesco Vian)

La casa (...)
Soy vieja, revieja. Tengo sesenta y ocho años. Pronto voy a morir. Me estoy muriendo ya, me están matando día a día. Ahora mismo me arrancan los escalones de mármol, la gloria de los escalones de mármol, pulidos, que antes, al darles encima el sol a través de los cristales de la claraboya, se iluminaban como una boca joven que sonríe. Siento terribles dolores cuando los brutos esos andan por mis cuartos con sus hierros, golpeando las paredes. Dolor y vergüenza. Me avergüenzo de que me vean así, mugrienta, sórdida, de que todo el mundo me vea así desde la calle, con sólo asomarse al vestíbulo donde ya no hay puerta y a los boquetes abiertos bajo los balcones sin persianas. Que me vean así... así... con el papel del escritorio cayéndose, con la lepra de humedad devorándome, con los vidrios del hall manchados y rotos, con la baranda de la escalera herrumbrosa: lo que fue blanco o celeste o azul transformado en negro, en colores sin color, impuros...


Rosa Mulholland (1841-1921)

Not to Be Taken at Bed-Time
This is the legend of a house called the Devil’s Inn, standing in the heather on the topo of the Connemara mountains, in a shallow valley hollowed between five peaks. Tourists sometimes come in sight of it on September evenings; a crazy and weather-stained apparition, with the sun glaring at it angrily between the hills, and striking its shattered window-panes. Guides, are known to shun it, however.
Da non prendersi prima di andare a letto
Questa è la storia di una casa chiamata la Locanda del Diavolo, nascosta tra l’erica dei monti Connemara, in una valle poco profonda sovrastata da cinque cime. I turisti a volte possono scorgerla nelle sere di settembre: un’apparizione sbiadita e innaturale, con il sole che la fissa rabbioso tra le colline e colpisce senza pietà le sua già provate imposte. È risaputo che le guide la evitano accuratamente.

(Traduzione: Katia Bagnoli)


Harry Mulisch (1927-2010)

De ontdekking van de hemel (La scoperta del cielo)
"Un momento!"
"Cosa c'è?
"Missione compiuta. La questione è conclusa."
"Quale questione?"
"Ah, chiedo scusa. La più importante di tutte. La principale."
"La questione principale? Ma di che cosa stai parlando??
"Del testimone."
"Ah, già! Santo Cielo , è proprio tremendo. Uno dedica tutto il tempo alle cose essenziali, impegna tutte le forze, e poi viene il momento in cui se ne dimentica, o le risolve in un batter d'occhio."
"Forse Lei dovrebbe cominciare a delegare un po' di più."
"O forse tu dovresti imparare a stare al tuo posto quando senti qualche confidenza. Delegare un po' di più! A quanto pare non sai ancora cosa ci aspetta. Per quale motivo pensi che sia stato avviato questo progetto? Dimmi, da quanto tempo ti uccupi della pratica?"
"Più di settant'anni di tempo umano."

(Traduzione: Laura Pignatti)


Herta Müller (1953)

Der Fremde Blick oder Das Leben ist ein Furz in der Laterne (Lo sguardo estraneo, ovvero La vita è una scorreggia in un lampione)
  E chi non è rimasto a casa
  lo prende il cane della nostalgia
  ha una distesa d'erba al posto dei capelli
  e occhi come quelli di un bus notturno sul volto
  in ogni bocca si guasta il pane altrui
  la mela primaticcia s'impiuma di grigio
  e il cuculo più tardi si copre di rossore.

La primissima caratteristica che si colse in questo testo fu lo sguardo estraneo. E ciò sarebbe dovuto al fatto che io in Germania ci sono arrivata da un altro paese. Un occhio estraneo arriva in una terra che gli è estranea - una deduzione che sta bene a molti, ma non a me. Non è questa infatti la causa dello sguardo estraneo. Io me lo sono portato appresso dal paese da dove vengo e dove ogni cosa mi era nota.
(Traduzione: Mario Rubino)


Özgür Mumcu (1977)

Bariş Makinesi (La macchina della pace)
“Tremo, tremo /Faccio cadere la mela dal ramo / Hanno mangiato la mela / Mi danno del nano / Non sono più un nano...”
Celal doveva correre. Soltanto ripetendo scioglilingua era capace di correre. Ripetendo scioglilingua anche i piedi si scioglievano, inciampava con le gambe e rotolava a terra. Se non ripeteva scioglilingua restava impalato, i polmoni si afflosciavano come due giunchi tagliati di netto, si accasciava a terra come una marionetta staccata dal filo.
“... Corro, corro, corro sorella / La sorella ha cotto il riso / Riso condito col ratto...”

(Traduzione: Giulia Ansaldo)


Alice Munro (1931-2024)

The Moons of Jupiter
Chaddeleys and Flemings
Cousin Iris from Philadelphia. She was a nurse. Cousin Isabel from Des Moines. She owned a florist shop. Cousin Flora from Winnipeg, a teacher; Cousin Winifred from Edmonton, a lady accountant. Maiden ladies, they were called. Old maids was too thin a term, it would not cover them. Their bosoms were heavy and intimidating - a single, armored bundle - and their stomachs and behinds full and corseted as those of any married woman. In those days it seemed to be the thing for women's bodies to swell and ripen to a good size twenty, if they were getting anything out of life at all; then, according to class and aspirations, they would either sag and loosen, go wobbly as custard under pale print dresses and damp aprons, or be girded into shapes whose firm curves and proud slopes had nothing to do with sex, everything to do with rights and power.
Le lune di Giove
I Chaddeley e i Fleming
C'era la cugina Iris di Philadelphia. Infermiera. La cugina Isabel di Des Moines. Proprietaria di un negozio di fiori. La cugina Flora di Winnipeg, maestra; la cugina Winifred di Edmonton, ragioniera. Le signorine, le chiamavano. Zitelle era troppo restrittivo, non sarebbe bastato a definirle. Avevano petti poderosi e allarmanti – una massa unica, corazzata – e pance e didietro pieni e imbustati come quelli di ogni donna sposata. Al tempo pareva che, per un corpo femminile dotato di una qualunque ambizione esistenziale, la tendenza giusta fosse lievitare e rimpannucciarsi fino al raggiungimento di una buona taglia cinquanta; poi, a seconda delle mire e del ceto, quel corpo poteva afflosciarsi in un budino tremulo e foderarsi di vestiti pallidi in tessuto fantasia e grembiuli umidi, o lasciarsi inguainare in stampi le cui curve immobili e le cui linee audaci non avevano alcuna pretesa di sensualità, e parecchie invece in fatto di diritti e di potere.

(Traduzione: Susanna Basso)

Runaway: Stories
Runaway
Carla heard the car coming before it topped the little rise in the road that around here they called a hill. It's her, she thought. Mrs. Jamieson - Sylvia - home from her holiday in Greece. From the barn door - but far enough inside that she could not readily be seen - she watched the road Mrs. Jamieson would have to drive by on, her place being half a mile farther along the road than Clark and Carla's.
If it was somebody getting ready to turn in at their gate it would be slowing down by now. But still Carla hoped. Let it not be her.
In fuga
In fuga
Carla udì l'automobile prima di vederla spuntare dalla modesta salita che da quelle parti chiamavano colle. È lei, pensò. Mrs Jamieson - Sylvia - di ritorno dalle vacanze in Grecia. Dalla porta della stalla - ma abbastanza indietro per non farsi scorgere facilmente - tenne d'occhio la strada che Mrs Jamieson avrebbe dovuto percorrere, considerato che casa sua era circa mezzo miglio più in là, sulla stessa via di Clark e Carla.
Se fosse stato qualcuno che si preparava a svoltare da loro, a questo punto avrebbe già rallentato. Carla comunque continuava a sperare.
Fa' che non sia lei.
(Traduzione: Susanna Basso)

The View from Castle Rock
No Advantages
The Ettrick Valley lies about fifty miles due south of Edinburgh, and thirty or so miles north of the English border, which runs close to the wall Hadrian built to keep out the wild people from the north. During the reign of Antoninus the Romans pushed farther, and built a line of fortification between the Firth of Clyde and the Firth of Forth, but that was not so lasting. The land between the two walls has been occupied for a long time by a mix of people - Celtic people, some of whom came from Ireland and were called Scots, also Anglo-Saxons from the south, Norse from across the North Sea, and possibly some leftover Picts as well.
The high stony farm where my family lived for some time in the Ettrick Valley was called Far-Hope.
La vista da Castle Rock
Area depressa
La valle di Ettrick si estende una cinquantina di miglia a sud di Edimburgo, e una trentina a nord del confine inglese, non lontano da quel Vallo di Adriano costruito per sbarrare l'accesso alle popolazioni selvagge del Nord. I Romani si spinsero poi oltre, ed eressero un'altra linea di fortificazioni che chiamarono Vallo Antonino tra il fiordo di Clyde e il fiordo di Forth, ma questo non durò a lungo. Per molto tempo la terra tra i due valli è stata occupata da genti di varie origini: Celti, alcuni dei quali provenienti dall'Irlanda e chiamati in realtà Scoti, Anglosassoni in arrivo dal Sud, Norreni provenienti dal Mare del Nord e forse anche qualche avanzo dei Pitti.
La baita di montagna in pietra in cui per qualche tempo visse la mia famiglia, qui nella valle di Ettrick, si chiamava Far-Hope.

(Traduzione: Susanna Basso)


Gianni Mura (1945-2020)

Giallo su giallo
"Ehi, Barba, ti andrebbe una bella scopata?"
Sono appena uscito dalla stazione, due quotidiani italiani in mano. Il mio albergo è proprio di fronte. Ha parlato una ragazzina minuta ma con grandi tette. Capelli neri a caschetto, camicia a maniche lunghe, minigonna, sandali. Forse ho capito male. Forse no. Forse è una tossica.
"Non ho capito bene."
"Allora ripeto: ti andrebbe una bella scopata , nel tuo albergo ?"
Tutte le volte che mi abbordano ho sempre il timore di essere scortese.


Marie-Aude Murail (1954)

Miss Charity
Tous les dimanches de mon enfance se ressemblaient. Voilà pourquoi celui-li, de l'hiver 1875, m'est resté en mémoire. J'allais avoir bientôt cinq ans. Maman commença la matinée par un interrogatoire.
Miss Charity
Tutte le domeniche della mia infanzia si assomigliavano. Ecco perché questa, dell'inverno 1875, me la ricordo benissimo. Avrei presto compiuto cinque anni. Mamma iniziò il mattino con un interrogatorio.

(Traduzione: Federica Angelini)

Oh, boy!
Le 12 de la rue Merœur à Paris abritait la famille Morlevent depuis deux ans. Trois enfants et deux adultes, la première année. Trois enfants et un adulte, la seconde année. Et ce matin-là, trois enfants seulement, Siméon, Morgane et Venise, quatorze, huit et cinq ans.
- On va faire un jurement, proposa Morgane. On jure que personne peut nous séparer. Hein, Siméon?
Venise leva la main, prête à jurer. Mais Siméon, l'aîné des Morlevent, restait enfoncé dans ses pensées, assis sue la moquette et le dos collé au mur.
Oh, boy!
Al numero 12 di rue Mercoeur a Parigi da due anni abitava la famiglia Morlevent. Tre bambini e due adulti, il primo anno. Tre bambini e un adulto il secondo anno. E, quel mattino, solo tre bambini: Siméon, Morgane e Venise,quattordici, otto e cinque anni. "Facciamo un giuramento" propose Morgane. "Giuriamo che nessuno potrà mai separarci. Eh, Siméon?"
Venise alzò la mano, pronta a giurare. Ma Siméon, il maggiore dei Morlevent, restava immerso nei suoi pensieri, seduto sulla moquette con la schiena appoggiata al muro.

(Traduzione: Federica Angelini)


Haruki Murakami (1949)

1973 nen no pin bōru (Flipper, 1973)
Adoravo ascoltare storie di posti lontani, era quasi patologico.
C'è stato un periodo, una decina di anni fa, in cui attaccavo bottone con tutti quelli che mi capitavano a tiro e chiedevo loro di parlarmi dei posti dev'erano nati e cresciuti. Le persone disposte a prestare orecchio ai fatti altrui devono essere veramente poche, perché la gente reagiva in modo davvero gentile e accettava con entusiasmo di dirmi quel che volevo. Tipi mai visti né conosciuti, venuti a sapere di me, si presentavano alla mia porta.

(Traduzione: Antonietta Pastore)

1Q84 (1Q84)
Nel taxi la radio trasmetteva un programma di musica classica in FM. Il brano era la Sinfonietta di Janáček. Non esattamente la musica più adatta da sentire in un taxi bloccato nel traffico. E del resto nemmeno l'autista sembrava ascoltarla con troppa attenzione. L'uomo, di mezza età, era impegnato a guardare in silenzio la fila interminabile di auto che aveva davanti, come un pescatore provetto che, ritto a prua, scruta un minaccioso gorgo di correnti. Aomane, sprofondata nel sedile posteriore, gli occhi leggermente socchiusi, ascoltava la musica.
Quante persone ci saranno al mondo che, sentendo l'attacco della
Sinfonietta di Janáček, possono dire con sicurezza che si tratta proprio della Sinfonietta di Janáček? La risposta potrebbe variare tra "pochissimi" e "quasi nessuno". Eppure, per qualche ragione, Aomane era in grado di riconoscerla.
(Traduzione: Giorgio Amitrano)

Afutādāku (After Dark)
È una metropoli quella che abbiamo sotto gli occhi.
La vediamo attraverso lo sguardo di un uccello notturno che vola alto nel cielo. Nel nostro sconfinato campo visivo, appare come un gigantesco animale. O un confuso agglomerato, composto da tanti organi avvinghiati l'uno all'altro. Un'infinità di arterie di protendono fino alle estremità di un corpo inafferrabile, vi fanno circolare il sangue e ne rigenerano di continuo le cellule. Trasmettono nuove informazioni, e raccolgono quelle vecchie. Comunicano nuovi bisogni, e raccolgono quelli vecchi. Portano nuove contraddizioni, e raccolgono quelle vecchie. Al ritmo di queste pulsazioni, il corpo si accende in più punti, si infiamma, si contorce.

(Traduzione: Antonietta Pastore)

Fushigina toshokan (La strana biblioteca)
Nella biblioteca regnava un silenzio assoluto, più profondo del slito. Mentre avanzavo sul linoleum grigio del pavimento, le mie scarpe di cuoio nuove di zecca scricchiolavano in maniera strana, non mi parevano neanche le mie. Ogni volta che metto delle scarpe nuove, mi ci vuole un po' di tempo per abituarmi al loro suono.
Al banco dove si prendevano i libri in prestito era seduta una donna che non conoscevo, assorta nella lettura di un volume molto spesso. Spesso e largo. Dal movimento dei suoi occhi, sembrava che col sinistro leggesse la pagina di sinistra, col desto quella di destra.
- Mi scusi, - dissi.

(Traduzione: Antonietta Pastore)

Hashiru koto ni tsuite kataru toki ni boku no kataru koto (L'arte di correre)
Oggi è il 5 agosto 2005, un venerdì. Isola di Kauai nell'arcipelago delle Hawaii, costa nord. Il tempo è sempre così bello che viene quasi a noia. Al momento non c'è una nuvola in cielo, non c'è nemmeno un'allusione all'idea di nuvola. Sono arrivato qui alla fine di luglio e come al solito ho preso in affitto un appartamento. Ogni mattino, quando fa ancora fresco, mi metto alla scrivania a lavorare. Adesso infatti sto scrivendo queste righe riguardo all'atto di correre. Così, come mi vengono.
(Traduzione: Antonietta Pastore)

Hitsuji o meguru boken (Sotto il segno della pecora)
Per puro caso, un mio amico venne a sapere dal giornale che lei era morta, e mi chiamò per dirmelo. Mi lesse lentamente al telefono il trafiletto uscito sull'edizione del mattino. Niente di eccezionale, come articolo. Doveva averlo scritto un cronista alle prime armi, uno appena laureato che voleva farsi un po' la mano.
Una data, un angolo di strada, qualcuno che guidando un camion investe qualcuno, qualcuno che viene incaricato di svolgere un'inchiesta per omicidio colposo...
Sembrava una di quelle brevi poesie che vengono pubblicate sul frontespizio di certe riviste.
- Il funerale dove lo fanno? - chiesi.
. Be', questo io non lo so, - rispose il mio amico. - Non so nemmeno se avesse una famiglia, quella ragazza.
Certo che l'aveva.

(Traduzione: Antonietta Pastore)

Kami no kodomotachi wa mina odoru (Tutti i figli di Dio danzano)
Atterra un Ufo su Kushiro
Per cinque giorni, aveva passato tutto il tempo davanti alla televisione. Guardando in silenzio quelle immagini di banche e ospedali crollati, strade piene di negozi avvolte dalle fiamme, ferrovie e autostrade fatte a pezzi. Sprofondata nel divano, le labbra serrate, quando Komura le parlava non rispondeva. Non faceva nemmeno sì o no con la testa. Lui dubitava persino che la sua voce le arrivasse.
Sua moglie era di Yamagata, e per quanto ne sapeva lui, nella zona di Köbe non aveva parenti né amici. Eppure dalla mattina a alla sera non si staccava dal televisore un solo istante. In ogni caso non in sua presenza: lui non l'aveva mai vista mangiare né bere. Non andava neanche in bagno. A parte cambiare ogni tanto canale con il telecomando, non faceva il minimo movimento.

(Traduzione: Giorgio Amitrano)

Kaze no uta o kike (Ascolta la canzone del vento)
"Non esiste la scrittura perfetta, così come non esiste una perfetta disperazione".
Ecco quel che mi ha detto uno scrittore che ho conosciuto per caso quando frequentavo l'università. Solo molto tempo dopo ho compreso il vero significato di quelle parole, ma all'epoca sono riuscito perlomeno a trovarvi qualche consolazione. La scrittura perfetta non esiste.

(Traduzione: Antonietta Pastore)

Kishidancho Koroshi. I. Arawareru idea hen (L'assassinio del Commendatore. I. Idee che affiorano)
Oggi, svegliandomi da un breve sonno pomeridiano, davanti a me ho trovato l'uomo senza volto. Era seduto sulla poltrona di fronte al divano dov'ero sdraiato e, con gli occhi irreali del volto che non aveva, mi fissava.
L'uomo senza volto era alto, e il suo aspetto non era cambiato dalla prima volta che l'avevo visto. Nascondeva metà della faccia inesistente sotto le larghe falde di un cappello nero, e indossava lo stesso lungo cappotto di colore scuro.

(Traduzione: Antonietta Pastore)

Kishidancho Koroshi. II. Utsurou metafa hen (L'assassinio del Commendatore. II. Metafore che si trasformano)
Anche quella domenica era una bella giornata, quasi senza vento. Nel bosco le foglie degli alberi splendevano al sole nei loro mille colori autunnali. Uccellini dal petto bianco saltellavano di ramo in ramo, abilissimi a saziarsi delle bacche rosse. Seduto sulla terrazza, mi immergevo in quel paesaggio con la sensazione che non me ne sarei mai stancato. La bellezza della natura si offre equamente a tutti, poveri e ricchi, senza fare discriminazioni. Come il tempo... anzi no, per il tempo non funziona così; con i soldi, i ricchi possono comprarsi quanto tempo vogliono.
(Traduzione: Antonietta Pastore)

Kokkyō no minami, taiyō no nishi (A sud del confine, a ovest del sole)
Sono nato il 4 gennaio 1951. Nella prima settimana del primo mese del primo anno della seconda metà del ventesimo secolo. Lo si potrebbe quasi considerare un evento da commemorare, ed è per questo che i miei genitori mi hanno chiamato Hajime - "inizio". A parte questa singolare coincidenza, non ci sono altri particolari degni di nota riguardo la mia nascita.
(Traduzione: Mimma De Petra e Antonietta Pastore)

Neji makidori Kuronikuru (L'uccello che girava le viti del mondo)
Avevo la pasta sul fuoco in cucina, quando squillò il telefono. Alla radio davano la Gazza ladra di Rossini, il sottofondo musicale ideale per prepararsi un piatto di spaghetti, e io l'accompagnavo fischiando. Fui tentato di non rispondere, gli spaghetti erano quasi cotti, e Claudio Abbado stava giusto per portare l'orchestra filarmonica di Londra all'apice dell'intensità drammatica. Pazienza, mi rassegnai ad abbassare il fuoco, andai nel soggiorno e sollevai il ricevitore. Poteva anche essere un conoscente con qualche nuova proposta di lavoro.
(Traduzione: Antonietta Pastore)

Neko o suteru (Abbandonare un gatto)
Cosa ricordo di lui...
Molte cose, naturalmente. È ovvio, visto che abbiamo vissuto sotto lo stesso tetto, tutti i giorni, in una casa piuttosto piccola, da quando sono nato fino a quando sono andato ad abitare per conto mio, a diciott'anni. E, come succede nella maggior parte dei casi tra padre e figlio, abbiamo avuto momenti belli e momenti difficili. Quelli che però mi tornano in mente con più forza, chissà perché, non sono né i primi né i secondi, ma piuttosto episodi banali, che non hanno nulla di straordinario.

(Traduzione: Antonietta Pastore)

Nemuri (Sonno)
Sono già diciassette giorni che non riesco a dormire.
Non si tratta di insonnia. L'insonnia un po' la conosco, quand'ero all'università una volta ho sofferto qualcosa di simile. Con "qualcosa di simile" intendo dire che non so come si possa definire esattamente il disturbo di cui soffrivo. Forse un medico me l'avrebbe detto, se l'avessi consultato, ma a cosa mi sarebbe servito? Intuivo che andare a farmi visitare sarebbe stata fatica sprecata, pur non avendo un motivo particolare per pensarlo: di conseguenza non lo feci né parlai della cosa ai miei familiari o a qualche amica. Tanto mi avrebbero solo consigliato di vedere uno specialista.

(Traduzione: Antonietta Pastore)

Noruwei no mort (Tokyo Blues - Norvegian Wood)
Avevo trentasette anni, ed ero seduto a bordo di un Boeing 747. Il gigantesco velivolo aveva cominciato la discesa attraverso densi strati di nubi piovose, e dopo poco sarebbe atterrato all'aeroporto di Amburgo. La fredda pioggia di novembre tingeva di scuro la terra trasformando tutta la scena, con i meccanici negli impermeabili, le bandiere issate sugli anonimi edifici dell'aeroporto e l'insegna pubblicitaria della Bmw, in un tetro paesaggio di scuola fiamminga. È proprio vero: sono di nuovo in Germania, pensai.
(Traduzione: Giorgio Amitrano)

Onna no inai otokotachi (Uomini senza donne)
Nella sua vita Kafuku aveva visto molte donne alla guida di un'auto, e grossomodo le divideva in due categorie: quelle un po' troppo aggressive e quelle un po' troppo prudenti. Le seconde erano molto più numerose delle prime - cosa della quale possiamo solo rallegrarci. In generale, le donne sono più corrette e caute degli uomini: e di una guida cauta e corretta è ovvio che nessuno si più lamentare. Anche se a volte, però, può essere esasperante per gli automobilisti intorno.
(Traduzione: Antonietta Pastore)

Shikisai o motanai Tazaki Tsukuro to, kare no junrei no toshi (L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio)
Dal mese di luglio del suo secondo anno di università fino al gennaio seguente, Tazaki Tsukuro aveva vissuto con un solo pensiero in testa: morire. Nel frattempo aveva compiuto vent'anni, ma raggiungere la pietra miliare della maggiore età non era stato per lui un evento particolarmente significativo. Metter fine ai suoi giorni gli sembrava la cosa più naturale e coerente. Per quale motivo, però, non avesse fatto quell'ultimo passo, ancora oggi non riusciva a capirlo. E dire che in quel periodo attraversare la soglia che separa la vita dalla morte sarebbe stato più facile che bere un uovo dal guscio!
(Traduzione: Antonietta Pastore)

Supūtoniku no koibito (La ragazza dello Sputnik)
Nella primavera del suo ventiduesimo anno, Sumire si innamorò per la prima volta nella vita. Fu un amore travolgente come un tornado che avanza inarrestabile su una grande pianura. Spazzò via ogni cosa, trascinando in un vortice, lacerando e facendo a pezzi tutto ciò che trovò sulla sua strada, e dietro non si lasciò nulla. Poi, senza aver perso nemmeno un grado della sua forza, attraversò il Pacifico, distrusse senza pietà Angkor Wat e incendiò una foresta indiana con le sue sfortunate tigri. In Persia si trasformò in una tempesta del deserto e seppellì sotto la sabbia un'esotica città-fortezza. Fu un amore straordinario, epocale. La persona di cui Sumire si era innamorata aveva diciassette anni più di lei ed era sposata. E come se non bastasse, era una donna. È da qui che tutto cominciò, ed è qui che tutto (o quasi) finì.
(Traduzione: Giorgio Amitrano)

Umibe no Kafuka (Kafka sulla spiaggia)
- E così il denaro sei riuscito a trovarlo? - chiede il ragazzo chiamato Corvo. Il modo di parlare è il solito, un po' strascicato. Come di uno che si è appena svegliato dopo una lunga dormita e ha i muscoli della bocca ancora intorpiditi. Ma il suo è solo un atteggiamento: in realtà è perfettamente sveglio. Come sempre.
Io annuisco.
- Quanto?
Rifaccio un'altra volta il calcolo a mente, quindi rispondo: - Circa quattrocentomila yen in contanti. Poi c'è ancora qualcosa che posso prelevare con la carta. Naturalmente non credo che basti, ma
almeno per ora dovrei farcela.
(Traduzione: Giorgio Amitrano)


Ryu Murakami (1952)

Topaz (Tokyo Decadence)
Quando mi è passato accanto sono quasi caduta a terra, mi sentivo come se uno dei miei organi interni fosse sul punto di esplodere. Ero tornata a essere preda del pensiero di quell'uomo, che ammiravo fin da quando ero alle medie, mentre passeggiavo nella zona di Aoyama facendo shopping per distrarmi un po': ero giù dopo aver fatto sesso con un cliente schifoso e non volevo tornare subito in ufficio.
(Traduzione: Yuko Otake e Marco Fiocca)


Iris Murdoch (1919-1999)

Something Special
"Why wouldn't you take him now?" said Mrs Geary. She was setting the evening papers to rights on the counter.
Yvonne sat astride a chair in the middle of the shop. She had it tilting precariously and was rubbing her small head animal fashion on the wood of the back, while her long legs were braced to prevent herself from toppling over. In answer to the question she said nothing.
"She's cross again," said her uncle, who was standing at the door of the inner room.
"Who's she? She's the cat!" said Yvonne. She began to rock the chair violently to and fro.
"Don't be breaking down that chair," said her mother. "It's the last we have of the decent ones till the cane man is back. Why wouldn't you take him is what I asked."
Close outside the shop the tram for Dublin came rattling by, darkening the scene for a moment and making little objects on the higher shelves jump and tinkle. It was a hot evening and the doors stood wide open to the dust of the street.
"Oh leave off, leave off!" said Yvonne. "I don't want him, I don't want to marry. He's nothing special."
Una cosa speciale
"Ma perché adesso non lo vuoi?" chiese Mrs Geary. Stava sistemando i giornali della sera sul bancone.
Yvonne sedeva a gambe divaricate su una sedia al centro del negozio. La faceva dondolare in maniera precaria e come un animale sfregava la sua piccola testa sul legno dello schienale, mentre le gambe lunghe erano tese per lo sforzo di non cadere all'indietro. La domanda non ebbe risposta.
"Eccola, è di nuovo ingrugnata," disse suo zio, in piedi sulla porta della stanza interna.
"Chi è ingrugnato? Il gatto?" disse Yvonne. Cominciò a far ondeggiare avanti e indietro la sedia con forza.
"Cerca di non rompere quella sedia," disse sua madre. "È l'ultima sedia decente che abbiamo finché non torna l'impagliatore. Ti ho chiesto perché non lo vuoi."
Appena fuori dal negozio passò sferragliando il tram per Dublino, oscurando per un istante la scena e facendo sobbalzare e tintinnare i piccoli oggetti sulle mensole. Era una serata calda, e le porte erano aperte alla polvere delle strade.
"Ah, lascia perdere, lascia perdere!" disse Yvonne. "Non lo voglio. Non voglio sposarmi. Non è niente di speciale."

(Traduzione: Elena Dal Pra)


Henri Murger (1822-1861)

Scènes de la vie de bohème
Voici comment le hasard, que les sceptiques appellent l'homme d'affaires du bon Dieu, mit un jour en contact les individus dont l'association fraternelle devait plus tard constituer le cénacle formé de cette fraction de la Bohème que l'auteur de ce livre a essayé de faire connaître au public.
Scene della vita di bohème
Ecco come il caso, che gli scettici chiamano l'uomo d'affari del buon Dio, mise un giorno in contatto gli individui la cui fraterna unione doveva più tardi costituire il cenacolo formato da quella parte della Bohème che l'autore di questo libro ha cercato di far conoscere al pubblico.

Scènes de la vie de jeunesse
C'était sous le dernier règne. Au sortir du bal de l'opéra, dans un salon du café de Foy, venaient d'entrer quatre jeunes gens accompagnés de quatre femmes vêtues de magnifiques dominos. Les hommes portaient de ces noms qui, prononcés dans un lieu public ou dans un salon du monde, font relever toutes les têtes. Ils s'appelaient le comte De Chabannes-Malaurie, le comte De Puyrassieux, le marquis De Sylvers, - et Tristan-Tristan tout court. Tous quatre étaient jeunes, riches, menant une belle vie semée d'aventures dont le récit défrayait hebdomadairement les courriers de Paris, et n'avaient à peu près d'autre profession que d'être heureux ou de le paraître.
Scene di giovinezza
Eravamo al tempo del secondo impero. All'uscita da un ballo all'opera, in una sala del caffè de Foy, stavano entrando quattro giovani gentiluomini accompagnati da quattro donne abbigliate con magnifiche maschere. Gli uomini avevano dei nomi che, pronunciati in un luogo pubblico o in un salotto alla moda, farebbero voltare tutti. Si chiamavano conte De Chabannes-Malaurie, conte De Puyrassieux, marchese De Sylvers, - e, semplicemente, Tristan-Tristan. Tutti e quattro erano giovani, ricchi, e facevano una bella vita piena d'avventure, la cui cronaca riempiva settimanalmente le gazzette di Parigi. Non avevano altra occupazione che quella di essere felici o di sembrarlo.


Robert Musil (1880-1942)

Der Erlöser (Il redentore)
A mezzanotte, sempre e indipendentemente dal giorno della settimana, il pesante portone in legno dell’ingresso veniva chiuso e poi sprangato con due traverse in ferro dello spessore di un braccio; sino a quel momento una serva insonnolita, l’aria da contadina, restava in attesa degli ultimi clienti. Un quarto d’ora dopo passava di lì, nel corso del suo lento e lungo giro di ronda, una guardia che vigilava sulla puntuale chiusura di osterie e locande.
(Traduzione: Ada Vigliani)

Der Mann ohne Eigenschaften
Über dem Atlantik befand sich ein barometrisches Minimum; es wanderte ostwärts, einem über Rußland lagernden Maximum zu, und verriet noch nicht die Neigung, diesem nördlich auszuweichen. Die Isothermen und Isotheren taten ihre Schuldigkeit. Die Lufttemperatur stand in einem ordnungsgemäßen Verhältnis zur mittleren Jahrestemperatur, zur Temperatur des kältesten wie des wärmsten Monats und zur aperiodischen monatlichen Temperaturschwankung. Der Auf- und Untergang der Sonne, des Mondes, der Lichtwechsel des Mondes, der Venus, des Saturnringes und viele andere bedeutsame Erscheinungen entsprachen ihrer Voraussage in den astronomischen Jahrbüchern. Der Wasserdampf in der Luft hatte seine höchste Spannkraft, und die Feuchtigkeit der Luft war gering. Mit einem Wort, das das Tatsächliche recht gut bezeichnet, wenn es auch etwas altmodisch ist: Es war ein schöner Augusttag des Jahres 1913.
L'uomo senza qualità
Sull'Atlantico un minimo barometrico avanzava in direzione orientale incontro a un massimo incombente sulla Russia, e non mostrava per il momento alcuna tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isoterme e le isòtere si comportavano a dovere. La temperatura dell'aria era in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l'oscillazione mensile aperiodica. Il sorgere e il tramontare del sole e della luna, le fasi della luna, di Venere, dell'anello di Saturno e molti altri importanti fenomeni si succedevano conforme alle previsioni degli annuari astronomici. Il vapore acqueo nell'aria aveva la tensione massima, e l'umidità atmosferica era scarsa. Insomma, con una frase che quantunque un po' antiquata riassume benissimo i fatti: era una bella giornata d'agosto dell'anno 1913.

(Traduzione: Anita Rho)

Die Verwirrungen des Zöglings Törless
Eine kleine Station an der Strecke, welche nach Rußland führt.
Endlos gerade liefen vier parallele Eisenstränge nach beiden Seiten zwischen dem gelben Kies des breiten Fahrdammes; neben jedem wie ein schmutziger Schatten der dunkle, von dem Abdampfe in den Boden gebrannte Strich.
Hinter dem niederen, ölgestrichenen Stationsgebäude führte eine breite, ausgefahrene Straße zur Bahnhofsrampe herauf. Ihre Ränder verloren sich in dem ringsum zertretenen Boden und waren nur an zwei Reihen Akazienbäumen kenntlich, die traurig mit verdursteten, von Staub und Ruß erdrosselten Blättern zu beiden Seiten standen.
Machten es diese traurigen Farben, machte es das bleiche, kraftlose, durch den Dunst ermüdete Licht der Nachmittagssonne: Gegenstände und Menschen hatten etwas Gleichgültiges, Lebloses, Mechanisches an sich, als seien sie aus der Szene eines Puppentheaters genommen.
I turbamenti del giovane Törless
Una piccola stazione lungo la linea che porta in Russia.
Quattro verghe parallele d'acciaio corrono all'infinito nei due sensi, tra la ghiaia gialla dell'ampia massicciata; accanto a ciascuna, come un'ombra sudicia, si allunga la striscia impressa dal vapore di scarico.
Dietro la stazione, un basso edificio verniciato a olio, una strada larga e mal ridotta portava al piano di carico. I suoi margini si perdevano nel terreno circostante, tutto calpestato, e si distinguevano solo per due file di acacie, con le foglie soffocate dalla polvere e dalla fuliggine.
Fossero i colori malinconici, fosse la luce pomeridiana pallida, anemica, estenuata dalla caligine: uomini e cose avevano qualcosa d'indifferente, di spento, di meccanico, quasi fossero parte della scena d'un teatro di marionette.

(Traduzione: Giorgio Zampa)


Roberto Mussapi (1952)

Racconto di Natale
Faceva sempre più freddo, e la nebbia infittiva.
Un freddo che penetrava, mordeva, tagliava.
Fin dal mattino l'atmosfera era nebbiosa,
tagliente e livida sembrava ferire le persone
che si picchiavano il petto con le mani,
correndo, pestando i piedi sul selciato.
Già dopo il battito delle tre del pomeriggio era buio,
per tutto il giorno non c'era stata vera luce,
le fiamme delle candele intraviste dai vetri appannati
sembravano frittelle rosse sulla densa aria bruna.


Alfred de Musset (1810-1857)

Les confessions d'un enfant du siècle
Pour écrire de sa vie, il faut avoir vécu; aussi n'est- ce pas la mienne que j'écris.
Ainsi, ayant été atteint, dans la première fleur de la jeunesse, maladie morale abominable, je raconte ce qui m'est arrivé pendant trois ans. Si j'étais seul malade, je dirais rien; mais comme il y en a beaucoup que moi qui souffrent du même mal, j'écris pour ceux- là, sans trop savoir y feront attention; car, dans le cas où personne prendrait garde, j'aurai encore retiré ce fruit de mes paroles de m'être mieux guéri moi- même, et, comme le renard pris au piège, j'aurai rongé mon pied captif.
Le confessioni di un figlio del secolo
Per scrivere la storia della propria vita, bisogna prima aver vissuto; non è perciò la mia che sto scrivendo.
Colpito, giovane ancora, da una malattia morale abominevole, racconto ciò che mi è accaduto nel corso di tre anni. Se fossi il solo malato, non ne farei parola; ma dato che oltre a me, altri ve ne sono che soffrono dello stesso male, scrivo per loro, senza saper bene se vi faranno attenzione; poiché quand'anche nessuno ci facesse caso, avrò pur sempre tratto questo vantaggio dalle mie parole, di aver guarito meglio me stesso, e, come la volpe presa in trappola, avrò tagliato il mio piede prigioniero.

(Traduzione: Elina Klersy Imberciadori)


Benjamin Myers (1976)

The Offing
Where did life go?
Every day I find myself asking this one same question of the mirror, yet the answer always eludes me. All I see is a stranger staring back.
So I shuffle to the kitchen, where I stir my tea and spoon my morning oats and mutter the mantra — you'll never be as young as you are right now — but it feels hollow between my lips. I cannot trick time, nor myself. I'Il always be as old as I am right now, then older.
All'orizzonte
Dov'è andata a finire la vita?
Ogni giorno mi ritrovo a fare la stessa identica domanda allo specchio, e puntualmente la risposta mi sfugge. Vedo soltanto un estraneo che mi restituisce lo sguardo.
Allora mi trascino in cucina, dove mescolo il tè, faccio colazione con cucchiaiate di porridge d'aveva e mormoro il mantra – non sarai mai più giovane come adesso – che però sento uscire forzato dalle labbra. Non posso ingannare il tempo, tanto meno me stesso. Sarò sempre vecchio come adesso, poi ancora più vecchio.

(Traduzione: Simona Garavelli)

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